Botros 12 - l'Editoriale

Botros 12 - l'Editoriale

don Rosario (https://t.me/donRosarioMorrone) [Art. 7 Maggio 2023]

La nuova primavera

Ci sono molti modi per parlare del significato della nostra vita.

 Lo si può fare con esempi semplici, sia per esprimere la propria soggettività, sia per narrare la realtà sociale di un paese.

Credo che si possano utilizzare i 'cicli della natura', per parlare delle varie 'stagioni' della nostra esistenza, quasi come se si descrivesse una parabola.

Possiamo, ad esempio, paragonare uno dei periodi più belli della vita all’estate, stagione in cui tutto splende e si dà spazio al rilassamento, al desiderio del divertimento, a tutte quell’ebbrezze meravigliose di cui il nostro esistere ha bisogno.

L'incanto del mare azzurro, il cielo terso, le novità dei numerosi incontri, la libertà dai tempi e dagli spazi lavorativi, sembrano concretizzare il 'sogno' della vita felice, che non deve obbedire a rigidi schemi.

Arriva, poi, una stagione triste dell'esistere, ammantata di malinconia - paragonabile questa volta all’autunno - in cui le foglie ingialliscono e cadono, i prati non hanno erbe, i fiori muoiono e il cielo ha colori smorti, difficili da definire.

In questa fase del nostro vivere, si verificano crisi più o meno gravi: perdite di relazioni e anche di qualche persona; in tutte le manifestazioni del nostro essere avviene come un affievolimento delle forze, uno sbiadire di sentimenti e quasi un indebolimento della capacità di sognare e di andare oltre.

L’autunno della vita è il tempo in cui la “perdita” - o la morte? - diventa la realtà peggiore da affrontare.

Ci si ritrova, presto e quasi senza accorgersene, catapultati nell’inverno dove tutto è freddo e ghiacciato. La mancanza del calore ci trasmette la sensazione che qualcosa sia quasi svanita e si stenta a credere che possa realmente sorgere il nuovo.

Tutto è piatto e scorre lento, e nulla di entusiasmante ravviva i nostri giorni.

La luce è fioca, la notte senza stelle, diventa smisuratamente lunga; non ci sono emozioni che fanno palpitare il nostro cuore, ma tutto sembra rinchiudersi angustamente, e la vita appare quasi oppressiva.

E finalmente si attende la primavera: improvvisamente si sente il bisogno di risalire, di rifiorire, di allargare con profumi variegati gli orizzonti della nostra esistenza.

Si avverte l’esigenza di far cambiare quasi visivamente ogni cosa, di dare più luce alle giornate.

Con l’esplosione di un tempo nuovo si ritrova il gusto di far spaziare la speranza in cieli vasti.

Si vuole addirittura riempire il profondo - fino ad arrivare alle viscere più nascoste - di un sole, che dia vita a faccende rimaste in meandri ingabbianti.

Si desidera far volare l’anima e rendere lo spirito ruggente, mentre l’intelligenza cerca nuovi spazi, per varcare il già saputo ed entrare nell’immenso.

Forse, primavera applicata all’uomo, vuol dire entusiasticamente questo: una fioritura inimmaginabile, dopo stagioni della vita in cui si è rimasti un po’ troppo nascosti.

Tutto esplode di meraviglia nuova: l’anima si spande, ritrova il gusto di sorridere, di investire, di immergersi in un cambiamento, in una bellezza armonica e mozzafiato, per un respiro a pieni polmoni.

La nuova primavera, nelle tante stagioni della vita - anche in un anno nuovo e mai calendarizzato per il nostro paese - sia meravigliosamente questo: l’inimmaginabile che si concretizza.


Il tuo parere...

Clicca qui per scrivere le tue osservazioni
https://forms.gle/gSs9mgmNRAQMa51h9


Report Page