Botros 12 - Le “Primavere” dei popoli nella storia

Botros 12 - Le “Primavere” dei popoli nella storia

Angelins (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 7 Maggio 2023]



La primavera è la stagione più bella e più attesa, perchè è tempo di rinascita: rifiorisce la natura, il mondo si veste di colori smaglianti, il sole illumina ogni cosa, il cielo è terso e i profumi più disparati si spandono nell’aria.

Anche l’uomo spalanca la finestra del cuore e della mente, per respirare aria pulita, ventate di novità, di speranze, d’ amore.

Per la sua immagine di incontenibile esplosione di profumi e colori nuovi, il termine primavera viene utilizzato anche per definire periodi storici, in cui i popoli si svegliano e decidono di liberarsi dall’oppressione, per respirare libertà e riappropriarsi dei loro diritti, della loro dignità.

L’uomo sfruttato, calpestato, l’uomo prigioniero di schemi ed ingiustizie, decide di “rifiorire” come la natura e far nascere nuovi rami, nuovi fiori, nuovi colori e nuovi odori nella sua vita.

Un uomo può uccidere un fiore, due fiori, tre... Ma non può contenere la primavera” - afferma Mahatma Gandhi.

La “primavera dei popoli” è sempre esistita, perché in ogni epoca, il cammino della storia dell’uomo è costellato di rivolte, verso chi voleva, con la forza, soffocare il suo respiro di libertà.

Primavera dei popoli, perciò, viene definito anche tutto quel “tumultuare” del 1848-49 che, come un’onda, si allargò in tutta l’Europa e nel mondo.

Sarebbe troppo lungo considerarle tutte, ma possiamo almeno considerare le prime ventate di primavere, che si sono succedute nel 1848-1849.

In Italia cominciarono ad illuminare il palcoscenico delle varie dominazioni austriache, conseguenze del Congresso di Vienna, le Cinque giornate di Milano, la Rivoluzione siciliana del 1848, la Repubblica di San Marco, la Repubblica romana (1849).

La prima agitazione del 48 si verificò in Sicilia seguita poi, da quella di Napoli, della Toscana, dallo Stato Pontificio, in tutto il Regno Lombardo Veneto. Tutte quelle rivolte risvegliarono i sentimenti di libertà sopite nel tempo.

Su tutto il territorio dello “stivale” fu un germogliare, anche a volte timidamente, di fiori colorati dal sangue della dignità umana.

In Francia, i moti rivoluzionari ebbero origine dalla cosiddetta “campagna dei banchetti” una serie di 70 riunioni politiche ("banchetti" appunto) di protesta contro il re Luigi Filippo, il quale rinunciò a soffocare con le armi la rivolta e abdicò il 24 febbraio, mentre il governo provvisorio rivoluzionario proclamò il 4 maggio la Seconda repubblica.

Nello Stato Pontificio, una rivolta interna estromise papa Pio IX dai suoi poteri temporali e portò alla costituzione della Repubblica Romana.

Negli Stati tedeschi, dopo varie vicende di rivolte, dimostrazioni di piazza, che offrirono la corona imperiale a Federico Guglielmo IV di Prussia, al rifiuto del quale, contrario al principio della sovranità popolare, seguì la repressione nel 1849.

Rivolte all’insegna della richiesta dei diritti si registrarono anche in Prussia, in Polonia, nell’Impero austriaco.

Cause di tutto questo malessere:

Dal punto di vista culturale, il clima era stato reso maturo per la rivoluzione, dalla letteratura romantica che, nata dopo la contestazione della rivoluzione francese, dopo aver criticato valori tradizionali (ubbidienza, gerarchie), esaltò il popolo e la libertà individuale (anche in campo sentimentale), ed infine iniziò a rivalutare alcuni passaggi della rivoluzione stessa.

Sul risveglio di questi paesi influirono anche la Rivoluzione industriale e la recessione economica, che favorirono il malcontento e le manifestazioni di piazza.

Gli storici concordano che la Primavera dei popoli fu, tuttavia, un sanguinoso fallimento, se si fa eccezione della concessione dello Statuto Albertino nel Regno di Sardegna da parte di Carlo Alberto di Savoia, l'unica costituzione non revocata di quelle concesse o votate nel 1848-49.

Le rivoluzioni del 1848, però, cancellarono completamente il concetto europeo di Restaurazione, mentre le conquiste della rivoluzione francese furono rivisitate e ripresentate sotto nuove forme e, in Italia, si rafforzarono lungo tutto il Risorgimento.

Ci sono state primavere che sono più vicine a noi nel tempo


La Primavera di Praga

Per "Primavera di Praga" si intende la stagione riformista cecoslovacca durata dal 5 gennaio 1968, il giorno dell'elezione di Alexander Dubček alla guida del Partito comunista cecoslovacco, fino al 20 agosto dello stesso anno, quando l'esercito dell'Urss e degli alleati del Patto di Varsavia occupò il Paese.

Dopo la seconda guerra mondiale, durante il periodo della guerra fredda, si registrò un periodo storico in cui si verificò la liberalizzazione della Cecoslovacchia.

Questo periodo, come già sottolineato, di breve durata (va dal dal 5 gennaio 1968, al 20 agosto dello stesso anno, quando l'esercito dell'Urss e degli alleati del Patto di Varsavia occupò il Paese.) fu definito Primavera di Praga, perchè sembrò di potere dare alla storia di quel paese, un nuovo assetto, in cui respirare aria nuova, aria di libertà, aria appunto di rinascita: a quel tempo infatti la Cecoslovacchia era sotto il controllo dell’Unione Sovietica.

Il 5 gennaio del 1968 lo slovacco Alexander Dubček divenne segretario del partito Comunista e fece un coraggioso tentativo di realizzare un processo di democratizzazione.

Concesse nuovi diritti ai cittadini, allargò la libertà di stampa, decentrò parzialmente l’economia, che era totalmente gestita dallo Stato, e lottò affinchè il paese fosse diviso non in tre ma in due repubbliche: la Repubblica Ceca e quella Slovacca.

La Russia invase il paese con migliaia di carri armati del Patto di Varsavia.

Si verificarono numerosi moti di protesta, che non riuscirono, tuttavia, a vincere le forze russe, nonostante l’eroica resistenza dei cechi (famose le proteste-suicidio dello studente Jan Palach di altre persone che imitarono il suo gesto). 

Dubček fu sostituito con Gustáv Husák, che annullò le riforma attuate da Dubček e

la Cecoslovacchia rimase sotto il controllo russo, fino alla caduta del Muro di Berlino.

La primavera di Praga ha ispirato la musica e la letteratura: il romanzo di Milan Kundera: L'insostenibile leggerezza dell'essere, romanzo, che si svolge a Praga negli anni intorno al 1968, edescrive la vita degli artisti e degli intellettuali cecoslovacchi nel periodo fra la Primavera di Praga e la successiva invasione da parte del Patto di Varsavia.

In Italia l'evento fu messo in musica dal cantautore Francesco Guccini(1970). La canzone, dal titolo Primavera di Praga, fu cantata e incisa anche dal complesso musicale Nomadi.

Inoltre il sacrificio di Jan Palach e dei rivoltosi Cecoslovacchi, viene cantato nella canzone "Jan Palach" del Gruppo italiano "Compagnia dell'Anello".


La Primavera Araba

Con il termine “Primavera Araba” si indica un insieme di proteste estese nel mondo arabo nel 2011. Partite dalla Tunisia, ben presto le manifestazioni determinano il crollo di numerosi governanti: Ben Ali in Tunisia, Mubarack in Egitto, Saleh nello Yemen e Gheddafi in Libia.

Inoltre la primavera araba fu un elemento scatenante anche della guerra civile in Siria.

Quanto accade nei Paesi arabi nel 2011 rappresenta uno degli elementi più importanti della storia dell’inizio di questo secolo.

A partire dal 17 dicembre del2010 e a gennaio del 2011, si verificò una serie di manifestazioni di piazza in tutta la Tunisia, motivate in una prima fase dall'impressionante suicidio di Mohamed Bouazizi, un giovane ambulante che si era dato fuoco davanti alla sede del Governo di Sidi Bouzid ,per protestare contro il sequestro della propria merce da parte delle autorità.

Dopo ripetuti sequestri della merce, gli erano stati ritirati anche il passaporto e la licenza di commerciante, che gli permettevano di mantenere moglie e figli.

Chiese allora di poter parlare con il governatore; dopo il rifiuto di questi, acquistò della trielina in un negozio nelle vicinanze e intorno alle ore 15.00 si diede fuoco.

In tanti condividevano i motivi di malessere, che aveva spinto Mohamed al suicidio.

Disoccupazione, corruzione della polizia, rialzo continuo dei prezzi su alimenti di prima necessità, atteggiamento di indifferenza delle autorità che traevano solo utili personali dal loro potere politico, sempre dominato dal clientelismo.

A tutto questo si univa la delusione, che serpeggiava tra i giovani delusi e insofferenti per la mancanza di libertà di parola, di stampa.

In questo clima di malessere generale prese nacque e si sviluppò la famosa Rivoluzione dei Gelsomini, definizione non molto gradita ai protagonisti della rivolta, perche, a loro parere, sminuiva la situazione drammatica del paese ed aveva troppe somiglianze con altre rivolte ( rivoluzione delle rose in Georgia 2003, rivoluzione dei tulipani in Kighistan 2005) e che lo stesso Ben Ali (rais) aveva usato, per definire il suo colpo di Stato del 1987.

La primavera araba tunisina portò alle dimissioni del capo di Stato Ben Ali, ma la rivolta si estese presto anche negli altri paesi tanto che, nell’arco del 2011, furono, come già detto, altri tre i capi di stato a cadere:

Hosni Mubarak in Egitto, Ali Abdullah Saleh in Yemen, Mu’ammar Gheddafi in Libia, che durante un tentativo di fuga fu catturato ed ucciso.

Le cause delle rivoluzioni arabe furono:

  • La rivendicazione di maggiori libertà individuali
  • La protesta contro la violazione dei diritti umani
  • La richiesta di attenzione per le condizioni di povertà
  • La corruzione
  • Costo della vita e prezzo dei generi alimentari
  • Il carovita: la popolazione era oppressa da regimi fortemente autoritari dalla la fame dovuta a fattori geografici e climatici, come la siccità in Russia e Kazakistan, le inondazioni in Europa, Canada e altre problematiche legate all’approvvigionamento di cibo.
  • I prodotti importati avevano prezzi molti alti.

I fatti

Tunisia: abbiamo già detto

Egitto

Nel mese di gennaio 2011 molti scontri violenti si registrarono in pieno centro del Cairo, tra il popolo e le forze dell’opposizione.

La gente protestava per mancanza di lavoro e gravi restrizioni della libertà personale.

Il presidente Mubarak fu costretto a dimettersi e l’Egitto cadde in regime militare. Le rivolte non si fermarono.

Libia

L’arresto di un attivista è la causa scatenante della rivolta nel febbraio 2011.Dopo mesi di manifestazioni violente che procurarono solo nella metà di febbraio 300 morti, Gheddafi fu dichiarato colpevole di genocidio e di crimini contro l’umanità.

Catturato dalle forze ribelli, fu ucciso nell’ottobre del 2011

Tutte le rivolte della Primavera Araba furono caratterizzate da:

  • Ribellione improvvisa e spontanea
  • Coinvolgimento dei giovani
  • La dimensione di piazza
  • Nei mesi e negli anni successivi si verificarono rivolte che assumono caratteristiche e tratti propri, in Marocco, Algeria e Siria.

Piazza Tienanmen

La Primavera di protesta cinese

Il 22 aprile 1989, trent’anni fa, decine di migliaia di studenti scendono in piazza per i funerali di Hu Yaobang, il leader destituito nel 1987, dopo essere stato l’artefice delle riforme promosse da Deng Xiaoping.

I manifestanti tentano anche di consegnare al governo una petizione in cui chiedono tra le tante cose libertà, giustizia e una forma di governo democratica.

Nei primi mesi di maggio la protesta si allargò e coinvolse lavoratori e studenti delle scuole, diffondendosi in un numero sempre maggiore.

Sono passati 31 anni dal massacro di piazza Tienanmen, in Cina.

  • Nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 vengono uccisi centinaia di studenti e lavoratori a Pechino.
  • L’Esercito di Liberazione Popolare represse con violenza le proteste dei cittadini, iniziate un mese e mezzo prima, che chiedevano libertà, democrazia, riforme, salari più adeguati e condizioni di vita migliori.

Già il 15 aprile 1989, dopo la morte di Hu Yaobang, ex capo del Partito comunista e sostenitore di riforme democratiche, circa 100mila studenti si erano riuniti,  per esprimere la loro insoddisfazione verso il governo di Pechino.

Il 27 aprile, studenti provenienti da più di 40 università, marciarono su piazza Tienanmen.
A loro si unirono anche operai, intellettuali e altri funzionari pubblici.
Il 20 maggio il governo impose la legge marziale, mentre molti studenti cominciarono lo sciopero della fame.
Il 5 giugno una colonna di carri armati Type 59 attraversò l’angolo nord est di piazza Tienanmen.

Un giovane cinese, con un sacchetto per mano, attraversò la strada Chang’an, vicinissima a piazza Tienanmen, deserta e si piazza in mezzo, e si fermò.

Nella mente di tutti collettiva rimane la foto simbolo del "Tank Man”, scattata da Jeff Widener, un fotografo dell’Associated Press, da un balcone del Bejing Hote:

Mostra il giovane, solo e disarmato, che il 5 giugno 1989 si fermò davanti ai carri. 

Il Times scrive:

“Gli eroi nella fotografia del carro armato sono due: il giovane sconosciuto, che rischiò la sua vita piazzandosi davanti al bestione cingolato e il pilota che si elevò all’opposizione morale rifiutandosi di falciare il suo compatriota”.

Ancora oggi non si sa chi fosse il ragazzo, se sia libero o in carcere, vivo o morto.

Una cosa è certa: dopo la strage di studenti ed operai, compiuta dai carri armati il 4 giugno, il terrore si diffonde nella Cina.

Il governo adotta la «linea calda», cioè ordina al popolo di accusare qualsiasi persona abbia preso parte alla rivolta del 4giugno, per aiutare il governo a dare esemplari punizioni.

Giornali e tv trasmettono immagini terribili della strage in piazza e in tutto il mondo ci sono varie forme di solidarietà nei confronti dei manifestanti cinesi.

Joan Baez in una canzone intitolata China canta che Tiananmen Square è diventato un simbolo mondiale.


I Nomadi dedicheranno una canzone, Uno come noi”

“Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato, / bastava un ordine e saresti stato schiacciato. / Ma per un momento è stato come se tutto il mondo / fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo / a un grande uomo, a uno come noi. Sto pensando a tutti quelli che hanno pagato nel silenzio e nel dolore perché il carro armato non s’è fermato, niente ha risparmiato. / Ti voglio dire che né politica, né religione, danno il diritto di troncare la vita di un uomo / che sogna solo una casa, una donna, un lavoro, / di essere libero e un poco felice in un mondo migliore / fatto di gente, gente come noi.”


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