Botros 11 - Educazione Civica

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Merida (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 2 Aprile 2023]

Il diritto ad una nuova vita



Ogni anno migliaia di migranti e rifugiati cercano di raggiungere l’Europa. Alcuni sono spinti dalla necessità di fuggire dalla povertà cronica, altri cercano una via di uscita da violenze, persecuzioni e conflitti.

La risposta dell’Europa e dell’Italia si è concretizzata in politiche e prassi di controllo della migrazione e dell’asilo che mettono a rischio la vita di migliaia di persone, costringendole a intraprendere percorsi pericolosi per arrivare in Europa. E quando queste persone giungono sul territorio europeo, subiscono violazioni dei diritti umani, trattamenti disumani e degradanti, sfruttamento lavorativo.

Tutto ciò è reso possibile da sentimenti xenofobi e razzisti nei confronti di migranti e rifugiati che vengono alimentati da un clima culturale e un linguaggio intrisi di stereotipi e pregiudizi che non facilitano la lettura della realtà e influenzano negativamente l’opinione pubblica italiana ed europea.

La migrazione è un tema complesso e in continua evoluzione. Vi sono leggi, diritti e dati dai quali partire, ma non soluzioni facili e valide per tutti.  

Approfondiremo l’attualità della migrazione a livello internazionale e nazionale, le relazioni tra diritti e doveri che legano gli esseri umani e le responsabilità dei governi nelle politiche migratorie e di accoglienza. Porteremo esempi, dati e storie per riflettere sul dovere di rispettare regole condivise e diritti, nostri e degli altri.

 La migrazione è un tema complesso e in continua evoluzione. Vi sono leggi, diritti e dati dai quali partire, ma non soluzioni facili e valide per tutti.  

DICHIARAZIONE UNIVERSALE  DEI DIRITTI UMANI  (DUDU), 1948. 
ARTICOLO 13 
LIBERTÀ DI MOVIMENTO E DI MIGRAZIONE 

1. Ogni cittadino ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. 
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese. 


ARTICOLO 14 
DIRITTO ALL’ASILO 

1. Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni. 
2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non-politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.


INFORMAZIONI 

DIRITTO ALL’ASILO 
Il diritto all’asilo è un diritto umano sancito nell’articolo 14 della DUDU, dove si stabilisce che ogni individuo ha diritto di cercare asilo in altri Paesi, se il proprio non gli garantisce sicurezza. È quindi legale per chi fugge dalle persecuzioni attraversare le frontiere dell’Europa (o di qualsiasi altro luogo) senza documenti, per poter chiedere asilo. 

MIGRANTI, RIFUGIATI, QUALCHE DATO 
Nel 2020 82.4 milioni di persone sono state costrette  a fuggire dalla propria casa a causa di una guerra, di una persecuzione o di una situazione di miseria insostenibile. Il 40% di loro erano minorenni. 

L’86% dei migranti e dei rifugiati ha trovato rifugio nei Paesi più poveri nel Sud del mondo. L’Europa ne ospita solo il 13%, pari a 12 milioni di persone, 4 dei quali vivono nei campi profughi ai confini della Turchia.  

Il 63% delle persone che fuggono dalla guerra e dalla fame resta nel proprio Paese. Coloro che non possono farlo chiedono protezione nei Paesi limitrofi, dove sono spesso costretti a vivere in condizioni disastrose: senza servizi di base, prestazioni sociali e con una minima garanzia di protezione. È questo che spinge alcuni di  loro a continuare il viaggio, malgrado metta a rischio la loro vita, li costringa in una situazione di illegalità e li esponga alla violenza. 

TEORIA 
Mai così tante persone sono morte nel tentativo di  attraversare le acque del Mar Mediterraneo. Chi decide di lasciare la propria casa, la propria famiglia e la propria terra lo fa perché costretto, e non può tornare indietro. Questo spiega perché la strategia del “chiudere le frontiere” applicata da molti Stati nel tentativo di dissuadere chi parte, non può essere efficace. La sola conseguenza di queste politiche è che i migranti scelgono altre vie, più pericolose. Quando è diventato impossibile arrivare in Europa via terra, sempre più persone hanno deciso di arrivare via mare, molte di loro sono morte o stanno morendo nel tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo.  

La Convenzione di Ginevra dal 1951 sancisce il diritto a lasciare un Paese che ci perseguita e chiedere protezione in un altro Paese. Allo stesso tempo, tutti i Paesi sono tenuti a proteggere le persone che fuggono perché perseguitate. 


Questa Convenzione è nata dopo la Seconda guerra mondiale, per proteggere i cittadini europei in fuga dalla miseria e dalle persecuzioni.

IL CONTESTO INTERNAZIONALE 
RECORD STORICO 

Dal 2015 il numero di persone costrette a spostarsi continua ad aumentare. Secondo l’UNHCR anche nel 2020 abbiamo raggiunto un nuovo record con 82.4 milioni di persone costrette a lasciare la propria casa: 26.4 milioni di rifugiati, 48 milioni di sfollati, 4.1 milioni di richiedenti asilo e 3.9 milioni di venezuelani all’estero. La risposta della comunità internazionale, davanti al più importante spostamento di popolazione dopo la Seconda guerra mondiale, è inadeguata e insufficiente.


DOVE VIVONO I RIFUGIATI? 

Tra le principali cause dell’attuale aumento del numero dei rifugiati vi è sicuramente il conflitto in Siria, che ha costretto 6.7 milioni di persone a lasciare il Paese, ma la crisi è un fenomeno mondiale. 

Paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati: 

  • Turchia, 3.9 milioni di persone, la maggior parte in fuga dalla guerra in Siria.  
  • Colombia, 1.8 milioni di persone, inclusi coloro che sono fuggiti dal Venezuela.  
  • Pakistan, 1.4 milioni di persone, la maggior parte in fuga dall’Afghanistan.  
  • Uganda, 1.4 milioni di persone provenienti dai paesi limitrofi. 
  • Germania, 1.2 milioni di rifugiati; nell’estate del 2015 la cancelliera Angela Merkel decise di accogliere un milione rifugiati.  

La comunità internazionale non è riuscita a suddividersi equamente la gestione dei migranti, che oggi pesa sui paesi poveri e già in difficolta. Se guardiamo ai rifugiati siriani, la maggior parte sono in Libano e Giordania e nei campi in Turchia, solo in pochi hanno raggiunto l’Europa, ancora meno gli Stati Uniti. Se mettiamo a confronto l’accoglienza offerta da Regno Unito, Giordania e Libano in rapporto al numero di abitanti e alla ricchezza media, la diseguaglianza salta agli occhi.  

Regno Unito: Popolazione 66.8 mln - Rifugiati 133.094 - PIL pro capite 44.000 $
Giordania: Popolazione 10 mln - Rifugiati 693.684 - PIL pro capite 4.000 $
Libano: Popolazione 6 mln - Rifugiati 916.000 - PIL pro capite 7.300 $ 

Persone costrette a fuggire in millioni – dati UNHCR


L’Europa non è la sola ad aver chiuso le sue frontiere, anche l’Australia negli ultimi anni si è sistematicamente rifiutata di far entrare richiedenti asilo. Oggi accoglie meno di 100mila rifugiati. L’Uganda ne accoglie 1 milione e 400mila: una è un continente, l’altra un piccolo Stato africano.  

Accogliere le persone in fuga dalle persecuzioni è un obbligo internazionale, non farlo, rimandarle indietro o costringerle a un viaggio pericoloso e illegale significa violare la legge e i diritti fondamentali di milioni di persone.  

VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI 

Nel 2015, durante la crisi internazionale dei rifugiati abbiamo assistito all’incapacità dei governi a disegnare risposte coordinate che permettessero di condividere responsabilità e oneri. Poteva essere il momento per ideare e sviluppare una strategia collettiva che garantisse dignità e protezione a milioni di persone. 

Molti governi hanno dato la priorità a politiche che mirano a dissuadere le persone a migrare e hanno reso complessi, illegali e pericolosi gli spostamenti di rifugiati e richiedenti asilo. Questo ha costretto gli Stati più vicini alle regioni in conflitto ad assumersi la responsabilità dell’accoglienza. Il discorso pubblico e le decisioni politiche si sono concentrate sulla sicurezza e hanno posto in secondo piano i diritti umani; questo ha aumentato le difficoltà sul cammino di chi cercava protezione.  

Dal 2015 milioni di rifugiati e richiedenti asilo provenienti da Siria, Afghanistan, Myanmar, Eritrea, Somalia, Iraq, Honduras, El Salvador e Guatemala rischiano la vita per cercare protezione in altri paesi. Queste persone sono obbligate ad attraversare mari e territori pericolosi, si devono confrontare con governi che chiudono le frontiere e fanno espulsioni illegali, subiscono violazioni dei loro diritti fondamentali, ricatti e violenze sia da parte di chi dovrebbe essere responsabile dell’applicazione della legge che da parte di bande criminali, passatori e trafficanti di esseri umani.  

Durante questi viaggi donne, bambine/i e giovani rischiano violenze sessuali e di genere. Le donne passate dai centri di detenzione in Libia hanno denunciato di essere state sistematicamente violentate. Il 60% delle donne e ragazze che attraversano Honduras, El Salvador, Guatemala per raggiungere il Messico o gli Stati Uniti sono violentate durante il viaggio, altre sono costrette a prostituirsi.

Stereotipi etnici, religiosi e di genere rendono ancora più difficile per alcuni gruppi di persone l’accesso alla protezione internazionale. Per esempio, diversi giovani uomini rifugiati sono stati esclusi dal programma canadese di inserimento perché considerati una minaccia alla sicurezza interna. Anche in Europa, i giovani uomini in fuga da situazioni di violenza devono spesso difendersi dall’accusa di non essere rimasti in patria a combattere per la libertà e a difendere la propria famiglia.  

Questa visione dei fatti, oltre a ricalcare stereotipi di genere, non riflette la realtà. Per esempio, in Siria il 95% delle vittime di sparizioni forzate sono uomini.  

Questo tipo di discriminazioni nascono spesso dall’ignoranza: non conosciamo le strategie di sopravvivenza delle famiglie siriane o la violenza con la quale i ragazzi sono costretti ad arruolarsi.  


IL DOVERE DI CONDIVIDERE L’ACCOGLIENZA 

Le migrazioni sono da sempre parte della storia dell’umanità. Oggi più che mai abbiamo la possibilità e la necessità di politiche lungimiranti che permettano di agire con saggezza nel rispetto della dignità e dei diritti di tutti. Non possiamo ignorare ciò che avviene lontano dal luogo in cui abitiamo, le nostre vite sono ormai interconnesse, e per vivere in pace abbiamo il dovere di suddividerci equamente le responsabilità, compresa l’accoglienza dei rifugiati. 

Il miglior investimento è quello sulla vita delle persone, in questo modo è possibile arricchire culturalmente ed economicamente i nostri paesi.  


SOLUZIONI 

Tutti i Paesi possono aiutare a proteggere i rifugiati, ad esempio attraverso i programmi di reinstallazione, che permettono alle persone più vulnerabili (chi è stato torturato, ad esempio, o a giovani donne che rischierebbero di subire violenze sessuali) di viaggiare in modo sicuro e legale. In situazioni d’emergenza i governi possono inoltre aprire vie legali e sicure, i cosiddetti corridoi umanitari, per permettere ai rifugiati: 

  • ricongiungimenti famigliari, che consentono di radunare le famiglie che vivono in Paesi differenti; 
  • borse di studio e visti per studenti, che permettono ai giovani di continuare o intraprendere un percorso di studio;
  • visti per motivi sanitari, per garantire cure mediche vitali a chi soffre di seri problemi di salute.  

Queste sono vie sicure e legali che permettono ai rifugiati più vulnerabili di evitare un viaggio pericoloso e illegale per chiedere la protezione di cui hanno diritto. Se più persone potessero percorrerle, potremmo salvare migliaia di vite ed eviteremmo di arricchire i trafficanti di esseri umani che lavorano sulle tratte della migrazione.

di Immacolata Manno


VOCABOLARIO

APOLIDE 
Dal greco a-polis “senza città”, persona che non possiede una cittadinanza. Sono circa 3 milioni gli apolidi nel mondo (non esiste una cifra esatta). 

MIGRAZIONE 
Spostamento di persone o di popolazioni da un luogo (emigrazione) verso un altro (immigrazione) per ragioni politiche, sociali, economiche o personali.  

RIFUGIATO 
A definire questo status è l’articolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951. Rifugiato è colui “che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese.” 

SFOLLATO 
Persona costretta a lasciare la propria casa per le stesse ragioni dei rifugiati, ma che trova rifugio all’interno delle frontiere del proprio Paese.  

PERSECUZIONE 
“Intenzionale e grave privazione dei diritti fondamentali in violazione del diritto internazionale, per ragioni connesse all’identità, (…) ispirata da ragioni di ordine politico, razziale, nazionale, etnico, culturale, religioso o di genere sessuale o da altre ragioni universalmente riconosciute come non permissibili ai sensi del diritto internazionale” Statuto di Roma, Corte penale internazionale. 

RICHIEDENTE ASILO 
Persona che ha lasciato il proprio Paese, fatto domanda d’asilo in un’altra nazione e si trova in attesa di una risposta sul riconoscimento dello status di rifugiato. Una persona che esce dal proprio Paese per trasferirsi in un altro Paese è un migrante, se decide di chiedere asilo nel Paese in cui arriva diventa un richiedente asilo, se il paese accetta la domanda d’asilo, diventa un rifugiato.  

“IL RISPETTO DELLA VITA UMANA E DEI DIRITTI DEI PROFUGHI NON È UNA  SCELTA, MA UN OBBLIGO LEGALE E MORALE. I PAESI HANNO IL DIRITTO LEGITTIMO A GESTIRE LE LORO FRONTIERE SECONDO IL DIRITTO INTERNAZIONALE, MA DEVONO RISPETTARE I DIRITTI UMANI. I RESPINGIMENTI ALLE FRONTIERE SONO SEMPLICEMENTE ILLEGALI.”


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