Botros 10 - l'Editoriale

Botros 10 - l'Editoriale

don Rosario (https://t.me/donRosarioMorrone) [Art. 8 Marzo 2023]

La donna, capolavoro dell'Universo

Ho letto tempo fa in un libro di mitologia, che riporta un racconto sumero, nel quale si legge che Dio, quando fece nascere una donna, fermò l’universo. Ogni cosa non era più in movimento, come se tutto fosse in attesa di una novità stupefacente: la nascita della donna, attraverso la quale Dio avrebbe fatto aumentare la bellezza del creato, aggiungendo una meraviglia nuova alle cose già esistenti.


Credo che, ripescato dalla mia memoria, questo mito antichissimo, possa esprimere esattamente chi è la donna. E’ una bellezza sempre antica e nuova, che, se vuole, può aggiungere qualcosa di straordinaria originalità all’esistenza.

Penso, infatti, che nella donna si trovino condensate delle virtù eccezionali, che se non vogliamo definire con tale nome, potremmo riconoscere come costitutività sue proprie.

Nella donna c’è la tenerezza più entusiasmante, la morbidezza dell’accoglienza più larga, la capacità di carezze, che fanno tremare il cuore e in molte occasioni, l’abilità di stabilire pace nei rapporti umani.

A ben vedere, la donna rivela di possedere un’intelligenza non comune e particolare nell’ osservare alcuni fatti, nell’interpretare alcune dinamiche e nel saper trovare soluzioni opportune, rivelando una maestria speciale nell'apportare ricchezza, quando si rende presente in situazioni particolarmente intricate, anche in quelle apparentemente difficili da riparare.


La donna è la diversità personificata in senso positivo, per cui riesce ad essere 'totalmente altro' rispetto alle solite, comuni convinzioni e convenzioni.

Vorrei però sottolineare un’ovvietà, che mi sembra della massima importanza.

Da sola, pur nella sua smagliante bellezza e forte potenzialità intellettiva, fisica e spirituale, la donna rimane incompleta, non nel senso di bisogno, di aiuto materiale o intellettuale, ma nel significato di massima espressione e tripudio del suo essere.

In un libro che leggo tutti i giorni, si legge che la donna è fatta per l' ‘ezer kenegdo (=aiuto in relazione), cioè è fatta per una relazione stupefacente, che rende la vita ancor più bella di quanto possa essere nella sua singolarità.

La relazione, che consente questo prodigio, è il rapporto armonico e simbiotico con l’alterità, che si chiama uomo o maschio che si dir si voglia.
In questa relazione, la donna, con le sue capacità e costitutività, può esaltare l’altro, cioè il maschio, tanto che insieme possono giungere ad una forma privilegiata di unione, che allarga, perfeziona ed innalza l’esistenza di entrambi.


La donna può, in questa situazione di particolare apertura reciproca, accogliere il cuore dell’uomo, può fonderlo con il suo, fino ad ottenere un solo cuore pulsante.

Se dovessi definire la donna, direi che è una creatura splendida, magnifica, ma che da sola non esplode nella sua massima magnificenza, mentre quando la relazione raggiunge un livello di parità davvero unico, diviene straordinariamente affascinante.

“In un'unione perfetta l'uomo e la donna sono come un arco teso. Chi può dire se sia la corda a piegare l'arco o l'arco a tendere la corda? Eppure, arco maschile e corda femminile sono in armonia e la freccia può essere collocata senza esiti incerti.”
(Cyril Connolly)

Questo non significa che una donna non sia autosufficiente: tutt’altro.

La donna può conquistare mete insuperabili anche da sola.
Voglio soltanto dire che sia all’uomo - anche lui incompleto senza la presenza femminile - che alla donna, la relazione perfetta consente di generare con egual meriti, capolavori ineguagliabili.

Per questo penso che è tempo di smettere di ridurre la festa della donna ad un solo giorno, pur nel suo significato storico; smettiamola di pensare che è seconda all’essere maschile; finiamola di credere che sia il sesso debole, come viene definita purtroppo in alcune culture ancora persistenti.

Cominciamo a considerare la donna come meraviglia esaltante, come la grandezza della natura umana, che sa generare e sa lasciare incantati tutti gli occhi umani, non in un solo giorno, sempre, in ogni tempo e in ogni luogo.


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