Botros 1 - La Consulenza Familiare

Botros 1 - La Consulenza Familiare

Giulia Battigaglia

In un momento post-pandemico così difficile, la famiglia tema di grande rilevanza per la società e per la Chiesa contemporanea, diventa il perno su cui puntare i riflettori in maniera competente e sinodale.

Molti studiosi delle scienze umane, i cui studi sulla famiglia sono più avanzati rispetto alle scienze teologiche, guardano al fenomeno familiare da più punti di vista (economico, politico, sociale) mentre nell’ambito pratico e specifico della pastorale familiare sembrano essere quasi del tutto ferme soprattutto come dialogo con altre discipline e competenze.

Se ci sta a cuore la felicità e il bene della famiglia dobbiamo avere di essa una visione più integrale e considerarla nei suoi aspetti più concreti. La Chiesa, possiede in sé un grande patrimonio umano, educativo ed economico al servizio delle famiglie ma non riesce ancora a superare modelli di pastorale inefficaci e sviluppare quelle buone pratiche idonee per attivare processi di cambiamento e di fioritura umana integrale che collimino con una visione della realtà familiare più attuale, in un’era post globalista ed adesso anche post covid-19.

La Pastorale familiare è una realtà molto complessa. Per affrontarla al meglio non sono più sufficienti alcuni incontri di catechesi con il parroco o partecipare a qualche saltuario ritiro spirituale per le famiglie o ancora accontentarsi di qualche occasione in cui si celebra il valore della famiglia. Una pastorale familiare che non possiede una visione realistica della famiglia e che non usa strumenti più idonei, rischia di ripetere errori filantropici senza apportare cambiamenti reali e positivi per il benessere della famiglia dal punto di vista spirituale, educativo e materiale.

E’ chiaro il fatto che «tutta la formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma» (AL, 58), in particolare per ciò che ci riguarda occorre restituire il profumo vivo del Vangelo. Quindi, in accordo con papa Francesco «insieme con una pastorale specificamente orientata alle famiglie, ci si prospetta la necessità di una formazione più adeguata per i presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose, per i catechisti e per gli altri agenti di pastorale» (AL, 202).

Forse ciò può avvenire solo se la pastorale familiare si configura come Chiesa in uscita (EG, 20-24), cioè se riesce a stringere nuovi patti con altre competenze trovando così nuove vie per l’evangelizzazione e rilevando nuovi luoghi teologici in cui giacciono da sempre tracce di Rivelazione.


Verso questo orientamento si muovono le nuove indicazioni sulla pastorale familiare (non concepita come proselitismo confessionale, ma nella nuova visione di papa Francesco di accompagnamento, ascolto, discernimento, condivisione, integrazione), contenute nella Esortazione apostolica Amoris Laetitia. Come avviare un processo di conversione pastorale (EG, 25)? Come si possono tradurre in buone pratiche pastorali e sinodali gli enunciati dell’esortazione apostolica di Amoris Laetitia? Come sostenere la genitorialità nell’educazione dei figli dal punto divista pedagogico e spirituale? Come gestire la crisi di coppia? Che ruolo hanno i vescovi, i presbiteri, i laici nella dimensione della complessità familiare?

Una visione più integrale della famiglia (come suggerita da AL), può dar vita a forme di Pastorale familiare più efficaci nel sostenere la famiglia contemporanea nella sua fioritura? E come? Domande che mi hanno spinta a ricercare nuove piste possibili da percorrere.

Innanzitutto si tratta di capire che è centrale l’esigenza di sostenere le famiglie nelle transizioni naturali e i cicli di vita, nei ruoli sociali, nelle difficoltà economiche. Tutto ciò è intrinsecamente legato alla società, ai suoi disagi sociali, all’eccessivo dislivello tra povertà e ricchezza, all’inquinamento ambientale, e ciò spinge ad assumere responsabilmente un impegno sociale individuale e collettivo: come realizzare una vera fratellanza a livello globale?

Solidarietà, sussidiarietà, bene comune, dignità della persona, sono istanze autentiche della vita sociale e civile e a maggior ragione della vita familiare. Pertanto è in famiglia che si scopre la solidarietà con i fratelli, che si impara la sussidiarietà, che comprendiamo il bene comune.

E la gratuità, una immensa parola economica, si impara a casa (Benedetta economia, 2020). Ed è in famiglia che si scopre la dignità trascendente della persona umana.
Un essere-per, aperto all’altro. Proprio perché l’uomo non è un’isola, ma è relazione, la società nasce in famiglia, il luogo della rigenerazione sociale ed il luogo primo della solidarietà, aperta al mondo. La famiglia dunque è un ponte tra persona e società.  

Dopo anni di crisi si comincia a percepire un nuovo desiderio di famiglia insieme al rinnovamento del modo con cui si accompagnano le famiglie in parrocchia, rinnovamento fortemente richiesto dall’esortazione apostolica Amoris Laetitia, maturata non dallo sfizio passeggero di un papa riformista, ma dall’aver accolto quel desiderio di famiglia diffuso tra i giovani in una doppia consultazione di popolo e due Sinodi mondiali dei Vescovi mettendo insieme ascolto, collegialità e primato di Pietro.

Il perdurare della mancanza di linguaggio e di una prassi di accompagnamento della fragilità in molte parrocchie, ha allontanato molte coppie dopo il matrimonio, nella illusione che fosse sufficiente il vecchio corso pre-matrimoniale. Insomma, in molte parrocchie per sposarsi si richiedeva il corso di preparazione al matrimonio, ma dopo sposati si veniva lasciati soli.

Da una ricerca svolta nella Diocesi di Crotone nel 2020, emerge che il contributo laico e professionale delle scienze umane che mette al centro il valore della persona, ha permesso una rigenerazione pastorale e parrocchiale alla luce dei sacramenti.
Questo lavoro ormai in itinere iniziato a Botricello con l’Ass. Qahal – Centro Studi e d’incontro – Relazioni Umane dal 2016, ha dimostrato che le parrocchie possono essere delle vere e proprie agenzie educative al servizio delle famiglie e soprattutto ha mostrato come è possibile oggi annunciare il Kerygma con linguaggi nuovi anche laddove vi è il sol principio della laicità.



E per tale motivo che anche nel nostro territorio crotonese, abbiamo attivato uno sportello di Consulenza Familiare non solo come spazio di ascolto, cura e prevenzione delle relazioni familiari, ma anche come spazio formativo attraverso un corso triennale di Consulente della coppia e della famiglia. La figura del consulente familiare è regolarmente iscritto all’Elenco dei soci A.I.C.C.E.F. e riconosciuto come un professionista disciplinato dalla legge 14 gennaio 2013, n.4, Disposizioni in materia di professioni non organizzate, ed è tenuto al segreto professionale. E’iscritta al Ministero dello Sviluppo Economico tra le Associazioni che rilasciano l’Attestazione di qualità ai propri associati.


Il Ministero della Giustizia ha iscritto l’AICCeF nell’elenco delle Associazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale delle professioni non regolamentate, con D.M. 5 settembre 2013. E’ un professionista socio educativo, che, adeguatamente formato con metodologie specifiche, aiuta la coppia e il nucleo familiare ad attivare, nelle loro dinamiche relazionali, le risorse interne ed esterne per affrontare crisi, cambiamenti e situazioni difficili. Sostiene la famiglia nella complessità delle sue relazioni e nelle fasi di cambiamento che rientrano nella norma e non nella patologia.

La consulenza familiare si qualifica come una relazione d’aiuto socio-educativa che tende a fare della persona, della coppia e della famiglia la protagonista del superamento della sua difficoltà instaurando un rapporto di fiducia e collaborazione, affinchè con le proprie risorse superi il momento di disagio.


E’ ascolto che accompagna il singolo, la coppia e la famiglia alla scoperta di un nuovo equilibrio durante eventi critici. Sostiene nelle diverse fasi del ciclo di vita familiare operando nel “qui ed ora”. Si occupa delle normali problematiche della vita quotidiana e non delle patologie. Armonizza le relazioni nella coppia e nella famiglia. Prepara e sostiene alla genitorialità. Propone nuove strategie di incontro per genitori e figli.
Aiuta e sostiene il cambiamento: “Se tu cambi tutto cambia”.

Questa inedita modalità prova ad aprire una possibilità di dialogo riflessivo sul piano delle scienze umane e delle scienze teologiche, tentando un’articolazione virtuosa tra teoria e prassi e riscoprendo la ricchezza del Sinodo appena apertosi.

Qui la sfida-oppotunità è tutta interna alla comunità ecclesiale e laicale.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’urgenza di una pastorale socio-educativa incentrata sulla famiglia, ma anche suscitare l’interesse per una collaborazione futura e sussidiaria tra la ricerca interdisciplinare e la pastorale familiare delle varie diocesi che coinvolga tutti i battezzati laici e presbiteri in una feconda sinodalità.

Sappiamo che l’esperienza ecclesiale, non solo si coniuga con la riflessione teologica ed un pensiero critico, ma anche con il vissuto delle persone ad un livello spirituale più intimo e profondo: la sfida delle sfide sarebbe quella di porre la questione del senso della fede come risposta alla questione del senso dell’esistere, cioè comprendere la propria storia e le praticità quotidiane che caratterizzano tutte le famiglie.

Ciò significa che per tutti questo si può cogliere solo a partire dal momento sorgivo di tutta la missione ecclesiale, ovvero dal rapporto personale con Cristo coltivato alla luce delle relazioni umane e sinodali.


I ricevimenti per un percorso di Consulenza Familiare, in coppia o singolarmente sono attivi sia online che in presenza.
Basta contattare i numeri:



Report Page