Botros 1 - Cinema

Botros 1 - Cinema

Denise Corradino

La strada dell’onestà e del rispetto delle regole è molto difficile. Facile propugnarla in linea teorica, ma è molto più complesso metterla in pratica quando in gioco ci sono i nostri interessi. Questa in sintesi la morale de L’ora legale, film che vede dietro la macchina da presa e come protagonisti i comici Ficarra e Picone.

Siamo a Pietrammare, paesino (immaginario) della Sicilia in cui governa incontrastato il sindaco maneggione e corrotto Patanè (Tony Sperandeo). In campagna elettorale gli si contrappone Pierpaolo Natoli (Vincenzo Amato), integerrimo professore di liceo il quale ha due cognati baristi: Salvo (Salvatore Ficarra), che parteggia per il vecchio sindaco, e Valentino (Valentino Picone) che lo sostiene con decisione. Un’inchiesta della Guardia di Finanza mette nei guai Patanè. Il risultato è che Natoli viene eletto a furor di popolo (e Salvo sale subito sul carro del vincitore) con le due parole d’ordine della sua campagna elettorale: onestà e cambiamento. Ma è una volta eletto che per Pierpaolo iniziano i problemi. Natoli è un sindaco che le promesse le mantiene. Vuole che le regole siano rispettate da tutti. Quindi i vigili iniziano a fare multe, viene introdotta la raccolta differenziata, vengono inviate le cartelle esattoriali per il pagamento delle tasse, viene chiesto al parroco locale il pagamento dell’Imu su un B&B, viene fatta chiudere una fabbrica inquinante. E soprattutto non fa favoritismi. Neanche ai due cognati che chiedevano il permesso di ampliare il loro chiosco in piazza. L’eccessivo legalismo di Natoli in breve tempo gli si rivolta contro; i concittadini si esasperano e non vedono l’ora di trovare il modo per far dimettere il sindaco e tornare all’era Patanè. A qualunque costo. Ci riusciranno?



L’ora Legale può essere visto come una pellicola polivalente, perché se da un lato ci fa trascorrere una serata piacevole, dall’altro ci lascia l’amaro in bocca dimostrandoci che, quando veramente si vogliono cambiare le cose, applicando la Legge, rischiamo di uscire dal gregge rimanendo così isolati, con le spalle al muro, giacché ci troviamo oramai nell’era in cui la Mediocrazia è padrona , nella quale ogni individuo tende al conformismo aderendo ad uno standard sociale. Quindi, pure il lavoro diventa un preciso mezzo di sostentamento, privo di soggettività, e per guadagnarsi la pagnotta in un’Italia senz’anima si tenta il tutto e per tutto, rischiando di apparire contraddittori.

Tra cinismo e humour, L’ora legale risponde perfettamente ai crismi della commedia all’italiana politicamente scorretta. E, accendendo i riflettori su temi come corruzione e clientelismo, coglie l’occasione per parlare senza troppi filtri dell’ipocrisia, delle debolezze e dei limiti delle persone. Soprattutto nel loro rapporto con la politica. Per quanto amaro e dissacrante, quello del film è un finale particolarmente realistico. Trattamenti di preferenza, concessioni e ‘regali’ che personaggi politici fanno ai cittadini finiscono per impigrirli e assuefarli all’illegalità, cosa che la coppia ha voluto sottolineare con ironia.

Consiglio a tutti la visione di questo film, il territorio del sud deve essere valorizzato in ogni contesto, che tutto ci sia da insegnamento e che ci sproni alla volontà di cambiare e migliorarci.

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