Beck: La Voce degli Underdog

Beck: La Voce degli Underdog

Dome

Sono poche le opere che sono riuscite ad insediarsi nella mia vita arrivando ad influenzarla, una di queste è Beck, che mi ha rapito dal primo episodio fino ad arrivare all'ultimo con la voglia di comprare una chitarra e imparare a suonarla, senza essere neanche un appassionato della musica rock.

Yukio Tanaka è uno studente quattordicenne che trascorre una vita assolutamente normale, così poco interessante da non aver nulla da menzionare in una sua ipotetica autobiografia. Questo fino a quando non incontrerà Ryusuke Minami, un giovane chitarrista che ha vissuto la sua vita tra New York e il Giappone, con il quale stringerà amicizia dopo aver salvato da dei bulli il suo cane rattoppato Beck, dal quale prenderà il nome la leggendaria band che i due ragazzi formeranno.

La serie, tratta dall'omonimo manga di Harold Sakuishi, è prodotta dallo studio Madhouse e si compone di 26 episodi andati in onda fra l'autunno del 2004 e l'inverno del 2005.

Alla regia abbiamo Osamu Kobayashi, noto, oltre che per Beck, per aver diretto Paradise Kiss e alcuni episodi di Gurren Lagann e, più recentemente, Dororo.

Il giovane Yukio è conscio della situazione di stasi in cui si trova la sua vita. Si rifugia in questa condizione di immobilità, come se il futuro non dovesse mai arrivare. Si è sempre trovato a scappare davanti a ogni possibile cambiamento, davanti alla sua amica di infanzia Izumi Ishiguro, della quale era sempre stato innamorato. I due dopo un lungo periodo in cui si erano allontanati, riallacciano i rapporti. E' grazie ad Izumi che Yukio, da lei soprannominato "Koyuki", inizia ad ascoltare la rock band Dying Breed.

Koyuki, che ha sempre ascoltato musica idol giapponese, si appassiona al rock inizialmente per far colpo sulla ragazza dei suoi sogni, successivamente quella musica riesce a cambiargli la vita.

L'opera, che si può definire un vero e proprio racconto di formazione, è pregna dell'amore di Harold Sakuishi nei confronti della musica rock, attraverso citazioni e omaggi a cantanti e band realmente esistenti.

La serie si prende tutto il tempo necessario per poter spiegare anche i minimi dettagli, l'ingresso di Koyuki nella band non è immediato. Siamo spettatori della sua crescita e della nascita del suo amore per la chitarra.

La forza di Beck sta nella sua autenticità, che si può ritrovare nell'attenzione nel mostrare anche gli aspetti più marginali della vita di una band, come quando i nostri protagonisti devono spendere i propri soldi per riparare il van che gli permette di andare in giro.

Per non parlare delle jam session, dei concerti nelle livehouse, delle mani di Koyuki che si logorano durante il suo studio ossessivo della chitarra, dalla quale non si riesce a staccare neanche per andare a dormire.

Il successo non è immediato, passa del tempo prima che il gruppo possa ricevere una piccola soddisfazione dalle proprie esibizioni. E non è neanche un percorso graduale, i bassi sono spesso molto più rumorosi degli alti. Questa è la realtà, che sembra rispecchiare una frase del film Whiplash di Damien Chazelle:

Non esistono in qualsiasi lingua del mondo due parole più pericolose di "bel lavoro"

In Beck, come accade nella vita reale, il percorso per il successo è lungo e tortuoso e se i nostri protagonisti si fossero accontentati di una piccola folla ad acclamarli in una fatiscente bettola, probabilmente non avrebbero raggiunto i propri traguardi. Chi per un motivo o per un altro, i membri del gruppo hanno la fame, hanno quel senso di rivalsa che non permette loro di abbattersi anche davanti al più invalicabile degli ostacoli.

Questi particolari e una pronuncia non proprio perfetta dell'inglese nelle canzoni cantate, danno all'opera quella magia che la rende speciale per il modo in cui colpisce chi si approccia ad essa.

La stessa magia presente anche nel manga, che ha portato alcune band underground giapponesi a realizzare un album tributo, "Greatful Sound Tribute to Beck", prima ancora che l'idea di un adattamento animato potesse essere concepita.

La grande vittoria di Beck è proprio quella di portare gli spettatori ad essere fan della band oltre che della serie stessa, perché la soundtrack è fenomenale sia nel doppiaggio inglese (con una pronuncia sicuramente migliore), sia in quello originale.

Personalmente preferisco le canzoni cantate dai doppiatori giapponesi, racchiudono quell'autenticità di cui ho parlato in precedenza oltre che rappresentare quell'urgenza di esprimersi che i membri della band provano per tutto il corso della storia. Non a caso, nell'opening HIT IN THE USA, cantata dal gruppo j-rock Beat Crusaders, viene detto "I was made to hit in America".

L'atmosfera sognante pervade tutta la serie, tutti fanno il tifo per i Beck, perché sono l'unico gruppo emergente giapponese a suonare della musica vera e propria nel mare di prodotti confezionati dalle major.

Koyuki ha impresse le parole di Eddie Lee, cantante dei Dying Breed:

There are two types of people in this world- those who do what they're told and those who are true to themselves.

Infatti il gruppo di Koyuki è pronto a fare di tutto per far sentire la propria voce al mondo, anche a scendere a compromessi, ma senza mai tradire la propria identità.

Beck non è un'opera diretta solo agli appassionati del genere, è un'opera rivolta a tutti coloro che si sono trovati almeno una volta ad essere incerti sul proprio futuro, è rivolta a tutti coloro che hanno un sogno da voler realizzare e che vengono continuamente bistrattati, è rivolta a tutti coloro che temono i cambiamenti, che non sono pronti a fare un passo in avanti e diventa un'ispirazione per quanto è ricolma di speranza.

Se avete qualcosa di cui discutere a riguardo o semplicemente volete scambiare due chiacchiere potete scrivere un commento sotto il post sul canale telegram Vanitas: Reviews & Advices o direttamente nel gruppo Anime Vanitas.






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