Ascoltiamo in modo da comprendere (Matt. 13:16)

Ascoltiamo in modo da comprendere (Matt. 13:16)

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Matteo 13:16

Comunque, felici i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché odono!


Vista, udito, gusto, tatto, olfatto. Come sappiamo, questi sono i 5 sensi che il Creatore ci ha donato. Ma quale di questi 5 ha forse più a che fare con le possibilità di ottenere la vita eterna? Non è forse l’udito? Nel corso della storia le religioni di Babilonia la Grande hanno dato particolare importanza non all’udito, ma alla vista o al tatto, al vedere un’immagine del proprio Dio e forse al toccare o baciare quell’immagine. Geova, invece, ha sempre dato importanza all’udito. “Odi, o Israele”. “Prestate orecchio e ascoltate”. Con comandi come questi gli israeliti venivano chiamati a raccolta per sentir leggere e spiegare le parole di Geova. Oggi come allora, ci sono molte occasioni in cui possiamo sentir leggere e spiegare le Sue parole. Ma sorge una domanda: è sufficiente udire il suono delle parole di Geova? No, non lo è, come mostra questa esperienza che sto per raccontarvi. Molti anni fa mi trovavo con un fratello nel ministero. Toccava a lui parlare, ed era molto agitato. Una signora venne alla porta, e lui disse: “Come sta?” Lei disse: “Non tanto bene”. E lui: “Oh, bene!” E poi andò avanti con la presentazione. Aveva sentito i suoni usciti dalla bocca della signora, ma non aveva udito in modo da comprendere il loro significato. Ovviamente, Geova si aspetta che facciamo molto di più che non semplicemente sentire le sue parole. In Matteo 13:16, la scrittura di oggi, Gesù loda i suoi discepoli dicendo: ‘Felici i vostri orecchi perché odono’. Non li stava lodando perché sentivano i suoni che emetteva la sua bocca, ma per il fatto che udivano in modo da comprendere. Afferravano il significato, e così potevano capire come mettere in pratica quello che avevano udito. Vogliamo che Geova e Gesù dicano che anche i nostri orecchi sono “felici”? Vogliamo orecchi “felici”? Certo che sì. E allora, come quei discepoli, dobbiamo ascoltare in modo da comprendere il significato e poter così mettere in pratica. Interessante a questo riguardo è il passo di Marco capitolo 4. Notate le parole di Gesù in Marco capitolo 4; partendo dal versetto 23, dice: “‘Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti’. E disse loro: ‘Prestate attenzione a ciò che udite’”. E ancora: “Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi, sì, vi sarà aggiunto dell’altro”. Perciò Gesù sta dicendo che se ‘misuriamo’, o mostriamo scarso interesse o attenzione, non possiamo aspettarci di ottenere molto in cambio. Al contrario, se prestiamo la massima attenzione a ciò che dice, lui ci ricompenserà generosamente, oltre ogni nostra aspettativa. Oggi il meccanismo è lo stesso. Il nostro livello di comprensione aumenta in misura direttamente proporzionale all’interesse e all’attenzione che mostriamo Ora prendiamo Ebrei capitolo 2. Questo è un altro versetto, un versetto molto noto: dice che non dobbiamo prestare né una vaga attenzione, né la solita attenzione. Notate le parole usate in Ebrei 2:1: “Per questo è necessario che prestiamo più che la solita attenzione alle cose udite, affinché non siamo mai portati alla deriva”. Quindi, per non essere portati alla deriva rispetto a Geova o alla verità, dobbiamo assolutamente ‘prestare più che la solita attenzione’. Facciamo un esempio. Immaginate di essere intrappolati in un edificio in fiamme. Un pompiere riesce a raggiungervi e vi dice: “Quello che ti sto per dire non posso ripeterlo. Devo aiutare altre persone. C’è solo un modo per scappare: devi scendere le scale molto velocemente. Quando arrivi in fondo, buttati giù e inizia a strisciare. Devi restare a meno di un metro da terra perché al di sopra ci sono gas velenosi. Ma striscia verso destra e vedrai un corridoio stretto. Percorrilo tutto strisciando. Alla fine ti troverai nell’atrio. Alzati, gira a sinistra, corri ed esci dalla porta principale”. Se vi venissero date quelle istruzioni, vi lascereste forse distrarre da altre cose? Pensereste forse: “Chissà cosa ci sarà stasera per cena... Chissà cosa daranno alla TV”? No! Piuttosto stareste molto attenti, perché un solo dettaglio perso e sareste spacciati. E una volta andato via il pompiere, probabilmente sentireste ancora risuonare le sue parole nelle orecchie e le ripetereste a voi stessi: “Giù per le scale, strisciare nel corridoio, uscire a sinistra dell’atrio e poi per la porta principale”. Vi ripetereste quelle indicazioni con lo scopo di metterle davvero in pratica. È così che vogliamo ascoltare. Se ci pensate, ci troviamo in una situazione simile. Attorno a noi il mondo di Satana è in preda alle fiamme e molto presto brucerà del tutto. Ma Geova ci dà le indicazioni per salvarci. 2 Pietro 3:12, infatti, dice che questo sistema ‘essendo infuocato sarà dissolto e gli elementi essendo intensamente caldi si fonderanno’. Ma noi vogliamo sopravvivere. Non vogliamo affatto essere come gli idoli menzionati in Salmo 115:6, che “hanno orecchi, ma non possono udire”, né come “il cobra”, menzionato in Salmo 58:4 e 5, “che si chiude l’orecchio, che non ascolterà la voce degli incantatori”; e nemmeno come gli israeliti disubbidienti che secondo Isaia 6:10 avevano orecchi “insensibili”; né tanto meno come gli israeliti disubbidienti di Geremia 6:10, ‘il cui orecchio era incirconciso’. Non vogliamo neppure essere come i cristiani ebrei, definiti in Ebrei 5:11 “di udito torpido”. Invece, vogliamo fare tutto il possibile per ‘scoprire il nostro orecchio’. Questa è la traduzione letterale dall’ebraico di Giobbe 33:16. Pare che si riferisca al fatto che gli orientali indossavano un copricapo. Ma per sentire meglio lo spostavano un po’ e scoprivano l’orecchio. Noi vogliamo fare lo stesso. Vogliamo ‘porgere orecchio’, Salmo 78:1, o ‘destare l’orecchio’, ‘aprire l’orecchio’, ‘prestare orecchio’, come dicono altri versetti di Isaia. Il senso è che si deve prestare attenzione in modo da mettere in pratica quello che abbiamo udito. Se lo faremo, ovvero se useremo in maniera saggia il nostro udito, allora potremo sopravvivere alla fine catastrofica di questo sistema di cose. In 2 Re 21:12, Geova afferma: “Ecco, faccio venire su Gerusalemme e su Giuda una calamità, che se qualcuno la udrà gli rintroneranno entrambi gli orecchi”. Sarà così. Quando durante la grande tribolazione le persone di questo mondo udranno degli eventi angoscianti che staranno avvenendo, qualcosa rimbomberà davvero nei loro orecchi, in senso figurato o forse persino letterale. Ma gli orecchi dei servitori di Geova continueranno a essere tesi verso le sue istruzioni, come quelle riportate in Isaia 26:20, che dice: “Va, popolo mio, entra nelle tue stanze interne, e chiudi le tue porte dietro di te. Nasconditi per un breve momento finché la denuncia sia passata”. E come Gesù dichiarò felici gli orecchi dei suoi discepoli, Geova e Gesù potranno dichiarare felici gli orecchi di chi farà parte della grande folla di sopravvissuti, dicendo loro: ‘Felici i vostri orecchi perché odono’.

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