Ascoltiamo con mitezza (Giac. 1:19-21)

Ascoltiamo con mitezza (Giac. 1:19-21)

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Kenneth Godburn

Oggi parliamo di come essere pronti ad ascoltare. Quindi potremmo dare alla nostra trattazione questo tema: “Ascoltiamo con mitezza”. Daremo risposta a due domande. Perché la mitezza è fondamentale per ascoltare e come può aiutarci la mitezza a essere ascoltatori migliori. Rispondiamo alla prima domanda. Perché è essenziale essere miti per ascoltare? Prendiamo la scrittura di oggi in Giacomo 1. Leggiamo i versetti da 19 a 21, vediamo come l’essere miti e l’ascoltare sono collegati tra loro. Giacomo 1:19: “Sappiate questo, miei cari fratelli: ognuno dev’essere pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento ad adirarsi, perché l’ira dell’uomo non ha come risultato la giustizia di Dio. Quindi sbarazzatevi di ogni sudiciume e di ogni traccia di cattiveria, e accettate con mitezza che sia piantata in voi la parola che può salvarvi”. Qui Giacomo sta parlando dell’ascoltare la Parola di Dio e dice che dobbiamo essere ‘pronti ad ascoltare’. Dobbiamo controllare le nostre reazioni, dobbiamo essere ‘lenti a parlare’ perché quando iniziamo a parlare smettiamo di ascoltare. E dobbiamo controllare anche le nostre emozioni, “perché l’ira dell’uomo non ha come risultato la giustizia di Dio”. Anzi, peggiora solo le cose. Piuttosto, dovremmo fare quello che dice il versetto 21. Dobbiamo avere mitezza. E questo ci aiuterà ad accettare la Parola di Dio, ad ascoltare prontamente e ad accettarla. Perché possiamo dire questo? Per avere mitezza serve autocontrollo. Una persona che è mite è umile ed è anche paziente. Una persona così ha un atteggiamento calmo e pacifico. La Bibbia ci fa capire che chi è mite è desideroso di imparare, è una persona pronta e disposta a sottomettersi alla volontà di Dio. Quindi la mitezza è essenziale per ascoltare la Parola di Dio. E questo rende chiaro perché tante persone oggi non sono pronte ad ascoltare quello che dice la Bibbia, vero? Il libro Perspicacia fa questa affermazione, notate, dice: “La mancanza di mitezza deriva da insicurezza, da frustrazione, da mancanza di fede e speranza, e anche da disperazione”. Non sembra descrivere bene il mondo in cui viviamo? Satana rende le persone stressate e ansiose per far sì che non siano miti. Le fa sentire insicure. Le persone hanno paura che qualcuno si approfitti di loro e per questa ragione ‘non sono disposte a nessun accordo’. Non si fidano degli altri. Satana fa sentire le persone frustrate. La vita in questo sistema di cose è davvero ingiusta, rende le persone più dure, amareggiate e infelici. Le istituzioni di questo sistema di cose hanno privato la gente della fede e della speranza. E non c’è da stupirsi che la gente sia scettica e sospettosa. Ecco perché in generale le persone provano disperazione, stress, angoscia. E Satana vuole esattamente questo. Lui non vuole che le persone siano miti, perché sa perfettamente che se non lo sono non saranno pronte ad ascoltare la Parola di Dio. Eppure, con l’aiuto di Geova, chiunque può gradualmente sviluppare la qualità della mitezza. Geova, grazie alla sua Parola e al suo spirito, ci dà tutte le motivazioni e le capacità per riuscirci. Ci rende capaci di controllare le nostre reazioni. Attraverso la Bibbia, Dio ci spiega perché possiamo sentirci al sicuro, sentirci sereni, avere forte fede e speranza. E perciò confidiamo in lui. Non siamo soli nell’affrontare i problemi. Quindi la mitezza è essenziale per ascoltare la Parola di Dio. È la qualità che ammorbidisce il terreno del nostro cuore e che permette alla Parola di Dio di mettervi radici. Ma la mitezza può anche aiutarci a diventare degli ascoltatori migliori, e per capire come dobbiamo solo esaminare il grande esempio di Gesù. Gesù era una persona mite e di conseguenza era avvicinabile. Creava le occasioni per poter ascoltare gli altri. Aprite per favore la vostra Bibbia in Matteo capitolo 11. Leggeremo i versetti 28 e 29. Notate che invito caloroso fa Gesù a tutti noi nel Vangelo di Matteo 11:28, 29: “Venite da me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mite e modesto di cuore, e troverete ristoro per voi stessi”. Sì, Gesù era un uomo mite e questo lo rendeva avvicinabile. Per le persone era facile parlare con lui. Non si chiedevano mai di che umore sarebbe stato Gesù quel giorno. Lui non era permaloso, o suscettibile o lunatico. Le persone non temevano la sua reazione. Tutto il contrario, sentivano che Gesù voleva davvero ascoltarle. Prendiamo in esame solo alcuni esempi. Marta si sentì libera di avvicinare Gesù e sfogare la sua frustrazione lamentandosi di sua sorella Maria. E poi sia Maria che Marta si sentirono libere di esprimere i loro sentimenti a Gesù quando Lazzaro morì. E le prime parole che gli dissero potevano persino sembrare parole da persone insensibili: “Se tu [solo] fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. Vi ricorderete di quando Giacomo e Giovanni chiesero a Gesù dei privilegi speciali. Lo fecero poco tempo dopo che Gesù gli aveva detto che avrebbe sofferto e che sarebbe morto. E anche se Pietro aveva torto, si sentì a suo agio nel prendere Gesù in disparte per dargli un consiglio. Cosa impariamo? Le persone si sentivano libere di parlare con Gesù, di fare richieste, di esprimere i loro sentimenti o le loro preoccupazioni. E anche se quello che avevano da dire poteva sembrare insignificante, insensibile, poco saggio o del tutto sbagliato, Gesù non perse mai la pazienza. Diede dignità a tutti, li trattò sempre con mitezza anche quando dovette correggerli o consigliarli in modo fermo. La cosa straordinaria è che Gesù forse spesso sapeva quello che stavano per dire le persone. Eppure li lasciava parlare fino alla fine, non li interrompeva mai. Dava dignità a chi aveva di fronte e lasciava che si esprimesse. Possiamo imparare tanto da Gesù! Se siamo miti, questo ci aiuterà a essere avvicinabili, a creare le circostanze per essere pronti ad ascoltare quello che hanno da dire gli altri. E a differenza di Gesù, noi abbiamo bisogno di ascoltare cosa dicono le persone, perché è l’unico modo per sapere come aiutarle. Ed è anche l’unico modo per essere avvicinabili. Così gli altri si sentiranno liberi di darci consigli. Una seconda cosa che possiamo imparare dalla mitezza di Gesù è che non perdeva mai la pazienza quando ascoltava gli altri. Perché ci riusciva? Vediamolo nella Bibbia. Apritela in 1 Pietro 2:23 e vediamo cosa dice riguardo a Gesù. Primo Pietro 2:23 dice: “Quando veniva insultato, non rispondeva insultando. Quando soffriva, non minacciava, ma si affidava a colui che giudica con giustizia”. Gesù riuscì a non perdere il controllo perché si affidava a Geova. Lo fece completamente. Suo Padre avrebbe risolto tutte le ingiustizie che sopportava, lo sapeva. Gesù sapeva che niente di quello che gli altri dicevano di lui avrebbe mai cambiato quello che Geova provava per lui. Questo faceva sentire Gesù al sicuro, concentrato su ciò che contava. Non volle gestire da solo i suoi problemi e non perse mai la pazienza. Meditare sull’esempio di Gesù ci può aiutare. Può aiutarci a reagire nel modo giusto quando veniamo insultati dai nostri oppositori, oppure quando loro dicono qualcosa di male contro di noi. E può esserci utile anche nelle conversazioni di tutti i giorni. Può capitare che ci venga detto qualcosa che ci faccia pensare di essere stati fraintesi o giudicati male. O forse il modo in cui qualcuno ci parla sembra indicare che non rispetti la nostra autorità o che probabilmente ci stia prendendo in giro. Tutto questo può farci sentire insicuri e frustrati, ma se la nostra mitezza dipende dal fatto che confidiamo nel nostro Dio Geova, ci sentiremo sereni e al sicuro, rimarremo concentrati su ciò che conta e non perderemo la pazienza. Quindi la mitezza è fondamentale per ascoltare. Ci aiuterà a essere pronti ad ascoltare la Parola di Dio così che metta radici nel nostro cuore. E ci aiuterà a essere ascoltatori migliori, rendendoci più avvicinabili e più pazienti mentre ascoltiamo gli altri.

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