Apprezziamo le nostre riunioni (Sal. 27:11)

Apprezziamo le nostre riunioni (Sal. 27:11)

Robert Ciranko
Salmo 27:11
"O Geova, indicami la tua via; guidami nel sentiero della rettitudine per proteggermi dai nemici".

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Adunanze, assemblee e congressi sono gli strumenti principali con cui Geova ci istruisce. E i beteliti hanno anche le adorazioni mattutine e i programmi spirituali del lunedì sera. Se doveste scegliere un brano biblico che sottolinea il bisogno di partecipare a queste attività, quale scegliereste? Molto probabilmente Ebrei 10:24, 25: “Interessiamoci gli uni degli altri per spronarci all’amore e alle opere eccellenti, non trascurando di riunirci insieme, come invece alcuni fanno abitualmente”. Forse per quelli che hanno l’abitudine di non andare alle adunanze questo passo è diventato trito e ritrito. È stato usato e letto così tante volte che ormai non ha su di loro l’effetto che dovrebbe avere. Ma, se esaminato nel suo contesto, può rivelarsi estremamente potente per motivare le persone ad andare alle adunanze. Qui Geova le può istruire e guidare verso il “sentiero della rettitudine”, come è scritto nel versetto di oggi. Quello che stiamo per considerare potrebbe essere qualcosa da analizzare con chi studia la Bibbia ma non viene ancora alle adunanze o con un inattivo che ne perde molte. Pensiamoci bene: cosa sappiamo del libro biblico di Ebrei? Paolo scrisse questa lettera a cristiani che avevano seguito il giudaismo. La scrisse per dimostrare che il modo cristiano di adorare era migliore di quello che si erano lasciati alle spalle. Prendiamo la Bibbia al primo capitolo di Ebrei e leggiamo l’introduzione, che si trova nei primi 2 versetti. Ebrei capitolo 1. Paolo scrisse: “Nei tempi antichi Dio parlò in molte occasioni e in molti modi ai nostri antenati per mezzo dei profeti. Ora, alla fine di questi giorni, ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose”. Dopodiché Paolo proseguì confrontando vari aspetti della Legge mosaica con il cristianesimo: il patto, il mediatore, la tenda, il sacerdozio, i sacrifici, il sangue. Così dimostrò per ognuno di questi aspetti quanto sia meglio adorare Dio come discepoli di Cristo. Infatti indicò che i vari aspetti dell’adorazione giudaica erano solo un modello stabilito da Dio per prefigurare cose più grandi, modello che avrebbe raggiunto il suo culmine con Cristo e il suo sacrificio in adempimento della Legge. In particolare Paolo si concentrò sulle cose meravigliose fatte da Gesù come nostro Sommo Sacerdote celeste. Dimostrò che il sacerdozio di Cristo è di gran lunga superiore a quello della tribù di Levi. Gesù non ereditò il suo diritto a essere Sommo Sacerdote come discendente di Aronne. Fu nominato direttamente da Geova. Dato che vive per sempre, non ha bisogno di successori come i sacerdoti in Israele. In qualità di Sommo Sacerdote, Gesù poté fare per noi cose che nessun sacerdote umano fu mai in grado di compiere. Prendiamo, per esempio, il capitolo 4. Iniziamo a leggere dal versetto 14; Ebrei 4:14 dice: “Pertanto, visto che abbiamo un grande sommo sacerdote che è entrato nei cieli, Gesù, il Figlio di Dio, manteniamo salda la nostra professione di fede in lui. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa capire le nostre debolezze, ma uno che è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, rimanendo però senza peccato. Avviciniamoci dunque con fiducia al trono dell’immeritata bontà, affinché otteniamo misericordia e troviamo immeritata bontà per ricevere aiuto al momento opportuno”. La superiorità di Gesù come Sommo Sacerdote si percepisce dal fatto che, diventando uomo di sangue e carne, subì ogni forma di persecuzione e quindi capisce le nostre debolezze e ci può aiutare. Quindi siamo certi che ci potrà mostrare misericordia e comprensione, come disse Paolo, al momento opportuno, quando ne abbiamo più bisogno. Vediamo anche il capitolo 7, al versetto 25. Paolo continuò dicendo: “Perciò può anche salvare completamente quelli che tramite lui si avvicinano a Dio, perché è sempre vivo per intercedere per loro”. Capitolo 8 versetto 1: “Il punto principale di ciò che stiamo dicendo è questo: abbiamo un sommo sacerdote così grande, il quale si è seduto alla destra del trono della Maestà nei cieli”. Siamo d’accordo con Paolo: “Il punto principale [...] è questo”. Quali discendenti di Adamo, nati nel peccato, abbiamo bisogno di questo misericordioso Sommo Sacerdote. Inoltre visto che siede alla destra di Geova, e Geova lo ascolta, Gesù può intercedere per noi e chiedergli di mostrarci misericordia. Andiamo al capitolo 9 e leggiamo il versetto 24: “Infatti Cristo non è entrato in un luogo santo fatto da mani umane, che è una copia della realtà, ma nel cielo stesso, per presentarsi ora davanti a Dio per noi”. Leggiamo anche il versetto 12: “Ed è entrato una volta per sempre nel luogo santo, non con il sangue di capri e di giovani tori, ma con il proprio sangue, facendoci ottenere una liberazione eterna”. Il versetto 14 indica anche che Gesù “purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, così che possiamo rendere sacro servizio all’Iddio vivente”. Al contrario dei sacrifici offerti dal sacerdote aronnico, il sacrificio di Gesù non deve essere ripetuto perché elimina realmente i nostri peccati. Siamo veramente perdonati e la nostra coscienza è resa pura, cose che la Legge mosaica non era in grado di compiere. Inoltre Paolo sostiene che questo Sommo Sacerdote è entrato nel cielo stesso per presentarsi davanti a Dio per noi. Riuscite a immaginarlo? Pensate a tutto quello che questo Sommo Sacerdote fa per il nostro bene. Gesù è in grado di capire le nostre debolezze e intercede presso Dio per noi. Riceviamo misericordia e aiuto quando ne abbiamo più bisogno. Godiamo di una coscienza pulita ora e di salvezza eterna poi. Sapendo questo, come possiamo mostrare che apprezziamo tutto ciò che questo Sommo Sacerdote fa per noi? Paolo non lasciò dubbi. Nel capitolo 10 Paolo indicò 3 cose. A partire dal versetto 19 disse: “Perciò, fratelli, dato che grazie al sangue di Gesù abbiamo completa fiducia di poter usare la via d’ingresso al luogo santo, via nuova e vivente che lui ci ha aperto attraverso la cortina, cioè la sua carne, e dato che abbiamo un grande sacerdote sulla casa di Dio”, facciamo queste 3 cose. Nel versetto 22 vediamo la prima: “Avviciniamoci con cuore sincero e piena fede, essendo stato il nostro cuore asperso per essere purificato da una cattiva coscienza e il nostro corpo lavato con acqua pura”. Di cosa stava parlando Paolo? Della preghiera. Quindi dobbiamo pregare con forte fede nel nome di Gesù, chiedendo umilmente a Geova di perdonare i nostri peccati. È questo che Geova ha provveduto per noi. La seconda cosa la troviamo nel versetto 23: “Manteniamo salda la dichiarazione pubblica della nostra speranza, senza vacillare, perché colui che ha promesso è fedele”. A cosa si stava riferendo? Al dichiarare con determinazione la nostra speranza in questo mezzo per la salvezza. Possiamo farlo con le nostre espressioni di fede alle adunanze, e nel ministero quando insegniamo ad altri queste verità. Vediamo la terza cosa nel versetto 24: “E interessiamoci gli uni degli altri per spronarci all’amore e alle opere eccellenti, non trascurando di riunirci insieme, come invece alcuni fanno abitualmente, ma incoraggiandoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno”. Quindi, ovviamente, partecipiamo alle adunanze cristiane, alle assemblee, ai congressi, alle adorazioni mattutine e ai programmi spirituali del lunedì sera. E lo facciamo regolarmente perché apprezziamo tutto quello che fa il nostro Sommo Sacerdote. Abbiamo bisogno e desideriamo che Gesù sia alla presenza di Geova e interceda per noi. Quindi dobbiamo fare tutto il possibile per essere presenti a queste riunioni dove c’è lo spirito di Dio. Abbiamo bisogno e desideriamo che Geova ascolti le richieste di Gesù a nostro favore. Quindi facciamo tutto quello che possiamo per partecipare a queste riunioni dove Gesù ci istruisce tramite la sua congregazione e il suo “schiavo fedele e saggio”.

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