Appello della CMSI contro TUTTI gli obblighi vaccinali, anche pediatrici.

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Vaccini che non danno immunità di gregge non possono restare obbligatori - 26 Maggio 2023

Alla luce della:

1.     recente Sentenza della Consulta che ha di fatto riconfermato la legittimità di leggi che prevedono trattamenti sanitari obbligatori se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio l’interesse della collettività che può giustificare la compressione (cfr. sentenza 1990 n. 307), in linea con la sentenza 258/94 della stessa Corte;

 2.     della Sentenza 5/2018 della stessa Corte, che ha sottolineato come la revisione dell’obbligo vaccinale, previsto dalla legge 119/2017, decorsi tre anni e successivamente con cadenza triennale, sulla base della situazione epidemiologica, delle eventuali reazioni avverse segnalate … dei vaccini, dovrebbe riguardare tutti i 10 vaccini e non solo quelli con virus vivi attenuati;

 3.     e della dichiarazione del Ministro della Salute del nuovo Governo italiano (Libero, 5-12-22) “Mai più obbligo vaccinale”

                               richiediamo

l’immediata sospensione dell’obbligatorietà per i seguenti vaccini che non determinano immunità di gregge:

 1.                 anti Tetano: in quanto malattia infettiva non trasmissibile da persona a persona

2.                 anti Difterite: poiché il vaccino, costituito dalla anatossina (come per l’anti Tetano), non impedisce la circolazione del germe e il vaccinato può contagiare

3.                 anti Poliomielite: dal momento che il vaccino con virus ucciso (IPV) fornisce solo protezione individuale (immunità ematica e non mucosale, al contrario del vaccino OPV, non in uso per possibili motivi di sicurezza)

4.                 anti Pertosse: poiché il vaccino acellulare oggi in uso fornisce un’immunità debole e di breve durata; per la minore efficacia causata dalla comparsa di ceppi resistenti; perché l’immunità indotta dal vaccino, pur proteggendo per qualche tempo dalla malat­tia, protegge meno dall’infezione e non impedisce la trasmissione del batterio; per paradosso i vaccinati hanno più possibilità teoriche di favorire il contagio, perché adottano meno cautele essendo asintomatici o paucisintomatici. Dunque questo vaccino, lungi dal preservare la salute degli altri, può comportare per loro maggiori rischi

5.                 anti Epatite B: in quanto malattia trasmessa solo con sangue, rapporti sessuali o tra­smissione verticale da madre al neonato, e comunque posponibile in età successiva.

 

È ben noto che i vaccini possono essere utili per protezione individuale e che un ampio numero di individui immunizzati consente di ridurre la diffusione di malattie infettive. Concordiamo con l’affermazione (Documento della Commissione Vaccini dell’Ordine dei Medici di Bologna e Verona 2018): “Il principio dell’immunità di gregge (herd immunity), valido in generale, non può essere automaticamente esteso a tutte le vaccinazioni disponibili, ma necessita di una dimostrazione sul piano della plausibilità biologica e delle prove per ogni singolo agente infettante e relativo vaccino. Così se un vaccino conferisce una protezione individuale da una specifica malattia ma non impedisce la diffusione dell’agente infettante, la mancata vaccinazione del soggetto può ricadere come rischio solo sullo stesso e non sulla comunità. Se, quindi, è sostanzialmente vero che l’immunità di gregge è un fenomeno che esiste per alcune malattie/vaccini, non è possibile generalizzare questo effetto a tutti i vaccini…”.

Per le vaccinazioni sopra indicate non sussiste effetto gregge, e pertanto l’obbligo è eticamente, giuridicamente e scientificamente inaccettabile, anche per il rischio di effetti avversi causati dai vaccini, che sono fortemente sottostimati dal sistema di sorveglianza passiva attualmente in uso. La sorveglianza attiva effettuata dalla Regione Puglia ha evidenziato che la somministrazione del vaccino contro morbillo, parotite, rosolia, varicella si è associata a un tasso di effetti avversi (AEFI), o meglio di reazioni avverse, centinaia di volte maggiore di quanto documentato dalla sorveglianza passiva nella stessa regione. In particolare le reazioni severe considerate dagli autori correlabili in base all’algoritmo OMS erano circa 1000 volte maggiori rispetto alla segnalazione passiva regionale, e centinaia di volte maggiori rispetto ai Report AIFA.

Riteniamo inoltre urgente avviare un confronto per vaccinazioni che presentano criticità importanti:

·          anti Emofilo B: la vaccinazione si è associata a riduzione delle patologie causate dal sie­rotipo b, ma a progressivo aumento dei casi di gravi malattie invasive (sepsi, meningiti…) da altri tipi di emofilo capsulati e non capsulati (fenomeno del rimpiazzo), che in Italia negli anni dal 2011 al 2019 hanno riguardato quasi il 93% delle malattie invasive da emofilo

·          anti Parotite: il ceppo vaccinale in uso ha efficacia limitata nel tempo che impedisce di mantenere un’immunità di gregge (potrebbe anzi nel tempo aumentare infezioni in adulti e anziani, più serie di quelle infantili, anche da casi d’importazione, non essendo la parotite soggetta a uno sforzo mondiale di eradicazione come il morbillo)

·          anti Varicella: la vaccinazione universale ai 12 mesi può favorire lo spostamento nel tempo dell’infezione (lieve da 1 a 9 anni, ma meno lieve all’avanzare dell’età) e la diffusione/anticipazione di herpes zoster in adulti e anziani per l’assenza di rinforzi antigenici nei guariti, che tengano sotto controllo virus nascosti in cellule nervose. Dunque il ruolo di questa vaccinazione infantile nella protezione degli altri è alquanto dubbio.

                       È opportuno disporre con urgenza

·        di vaccini monovalenti, non solo per escludere, anche ai sensi della L. 119/2017, obblighi di vaccinazione in caso di avvenuta immunizzazione da malattia naturale, ma anche pericoli per la salute in relazione a specifiche condizioni cliniche, e per consentire al medico curante scelte oculate in base alle necessità della persona assistita

·        di programmi strutturati di farmacovigilanza attiva (a breve, medio e lungo termine, incluso il monitoraggio di possibili fenomeni di rimpiazzo e di interferenza/potenziamento di altre infezioni) su campioni rappresentativi di popolazione

il superamento degli obblighi vaccinali e delle restrizioni connesse per i vaccini che non offrano protezione per gli altri, in base al dettato della Costituzione (ferma restando la valutazione del rapporto tra rischi e benefici attesi sul singolo ricevente).  

 

COMMISSIONE MEDICO SCIENTIFICA INDIPENDENTE

Dott. Alberto Donzelli

Prof. Marco Cosentino

Prof. Vanni Frajese

Dott.sa Patrizia Gentilini

Prof. Eduardo Missoni

Dott. Panagis Polykretis

Dott. Sandro Sanvenero

Dott. Eugenio Serravalle

e Prof. Paolo Bellavite

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https://cmsindipendente.it/pubblicazioni/vaccini_che_non_danno_immunita_gregge

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