Al di là

Al di là

Giovanni Bertacchi

Ma dopo questo, là d'ogni presente causa, la vita ha un ingenito male. Sai tu l'inconciliabile, immanente parallelo tra il fatto e l'ideale? Vedo la terra tormentosamente sferica, e in essa, con ciclo fatale girar la storia insaziabilmente ciclica. La parabola immortale dilunga innanzi a te, quanto più vai, l'orizzonte del mondo e del pensiero. L'ultimo vero non lo toccherai. Chi mi ricanta l'elegia del vero? Quante volte, pensando, io ti provai strana malìa del ciclo e del mistero!

Dopo questo, se guardo ai dì lontani travisti nel desio dell'uom che speraio rivedo pur sempre quel che vidi stasera. Nei vesperi laggiù dell'avvenire, sul ciglio delle verdi umide culle, vedo ricomparire un gruppo di fanciulle che canta a piena gola e cogli sguardi annegati nel cielo, ed ha nel canto l'eterna, appassionata giovinezza del pianto. Presso la siepe dell'april fiorita rinascerà, spasimo eterno, amore; biancospin della vita rifiorirà il dolore.

Giovanni Bertacchi, tratto da Poemetti Lirici.

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