Aiutiamo materialmente i fratelli (Prov. 19:17)

Aiutiamo materialmente i fratelli (Prov. 19:17)

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Geoffrey Jackson

Iniziamo facendo una domanda. I fratelli del Corpo Direttivo e quelli che hanno incarichi di responsabilità nell’organizzazione dovrebbero occuparsi esclusivamente degli aspetti spirituali, invece che pensare anche agli aspetti materiali? Beh, alcuni potrebbero rispondere: “Sì, è proprio quello che dovrebbero fare”. E forse chi la pensa così potrebbe sentirsi un po’ a disagio quando alle adunanze o su JW Broadcasting si parla di aspetti economici. Forse pensano che dovremmo seguire quello che fecero gli apostoli riportato in Atti capitolo 6. Lì si parla di quando ai giorni della Pentecoste avveniva una distribuzione giornaliera del cibo. Come sappiamo, gli apostoli decisero di delegare quell’incarico, l’incarico di distribuire cibo alle tavole, a un gruppo di fratelli. Gli apostoli dissero che in quel modo si sarebbero potuti concentrare sugli aspetti spirituali, come la preghiera e così via. Questo episodio forse ci fa capire che chi ha incarichi di responsabilità dovrebbe pensare solo ad aspetti spirituali? In realtà, leggendo l’episodio stesso, capiamo che gli apostoli erano molto coinvolti nell’organizzare questa distribuzione. Furono loro a predisporre tutto. Si assicurarono che il cibo venisse distribuito, anche se non erano loro ad andare di persona alle tavole a portare il cibo. Una cosa che si capisce molto chiaramente leggendo le Scritture è che anche se abbiamo la responsabilità di rafforzare la fede dei fratelli e delle sorelle, c’è anche quello che la Bibbia definisce “ministero in soccorso” dei fratelli, e questo include un aiuto di tipo materiale. Pensiamo all’esempio dell’apostolo Paolo. Prendete la vostra Bibbia e apritela con me in Galati al capitolo 2. Il contesto è questo, siamo più o meno nel 49 E.V., Paolo e Barnaba si trovano a Gerusalemme e lì ricevono l’incarico dal Corpo Direttivo di andare a predicare alle persone delle nazioni. Leggiamo insieme Galati 2:9, 10: “E riconoscendo l’immeritata bontà che mi era stata mostrata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che venivano considerati colonne, diedero la mano a me e a Barnaba [come spiega il versetto] indicando che erano d’accordo che noi andassimo dalle nazioni e loro dai circoncisi”. Qui a Paolo e Barnaba viene affidato l’incarico. Ma poi al versetto 10 si legge: “Ci chiesero solo di ricordarci dei poveri, [e notate cosa dice Paolo] cosa che mi sono sinceramente sforzato di fare”. È evidente che questo aiuto materiale che includeva l’aspetto economico era qualcosa di cui Paolo si interessava, gli stava a cuore. Pensate a quello che fece in seguito l’apostolo Paolo. È evidente che seguì questo consiglio nel suo ministero se riflettiamo su quello che fece durante il suo terzo viaggio missionario, che ebbe luogo tra il 52 e il 56 E.V. Si impegnò a raccogliere le donazioni che venivano fatte dai fratelli delle varie congregazioni, donazioni che poi avrebbe portato in Giudea ai fratelli che erano poveri e che stavano passando un periodo davvero difficile. Vediamo per esempio quello che Paolo disse in 1 Corinti al capitolo 16. 1 Corinti 16:1-4. Qui Paolo sta parlando ai fratelli di Corinto e dice: “Per quanto riguarda la colletta per i santi, potete seguire anche voi le istruzioni che ho dato alle congregazioni della Galazia. Il primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte qualcosa in base alle proprie risorse, così che al mio arrivo non si facciano collette. Quando arriverò, manderò gli uomini che avrete approvato nelle vostre lettere a portare il vostro generoso dono a Gerusalemme”. E ora notate cosa disse Paolo al versetto 4. Qui si legge: “E se sembrerà opportuno che ci vada anch’io, verranno con me”. Quindi Paolo nel bel mezzo del suo terzo viaggio missionario, che naturalmente era incentrato sulle attività spirituali, come aiutare le persone o predicare la buona notizia, era comunque interessato a raccogliere le donazioni che avrebbero aiutato i fratelli a Gerusalemme. E al versetto 4 Paolo dice che se ci fosse stato bisogno avrebbe addirittura interrotto il suo viaggio missionario per tornare a Gerusalemme. Ed è esattamente quello che fece. Lo si capisce leggendo Romani 15:25, 26. In questi versetti leggiamo che Paolo ritenne importante tornare a Gerusalemme. In Romani 15:25, 26 si legge: “Adesso però sto per andare a Gerusalemme per servire i santi”. Le nostre pubblicazioni hanno spiegato che il motivo per cui tornò a Gerusalemme, lo scopo principale, fu quello di portare il denaro ai fratelli che erano in Giudea. E poi continua: “Infatti quelli della Macedonia e dell’Acaia sono stati lieti di condividere i loro averi mediante una contribuzione per i santi di Gerusalemme che sono poveri”. Quindi possiamo dire che l’aspetto economico, cioè raccogliere le donazioni, era importante per Paolo? Sì. Per lui era talmente importante che ha addirittura interrotto il suo viaggio missionario per poter tornare a Gerusalemme. E se teniamo presente il contesto, sembra che fossero in 9 i fratelli che viaggiarono insieme. Questi fratelli presero le donazioni, probabilmente una cifra importante, e le portarono a Gerusalemme. Le nostre pubblicazioni dicono che questo venne fatto per motivi di sicurezza, ma anche per evitare che la credibilità di Paolo venisse messa in discussione, che qualcuno lo accusasse di essere disonesto. Tra questi c’erano Tito e uomini che erano fidati, ben conosciuti e approvati dai fratelli delle varie parti dell’Europa e dell’Asia. Ma queste donazioni che venivano portate erano un semplice gesto di carità, un semplice dare soldi ai più poveri? Vediamo cosa dice la Bibbia al riguardo. Leggiamo 2 Corinti capitolo 8. 2 Corinti 8:13-15. Questi versetti spiegano come il Corpo Direttivo ha stabilito che si agisca quando bisogna aiutare i fratelli e le sorelle. 2 Corinti 8:13-15: “Il mio intento non è di agevolare gli altri e mettere in difficoltà voi, ma di far sì che in questo momento la vostra abbondanza compensi la loro indigenza, in modo che anche la loro abbondanza possa compensare la vostra indigenza e così ci sia uguaglianza. Come è scritto: ‘Chi raccolse molto non ebbe di più, e chi raccolse poco non ebbe di meno’”. Che cosa impariamo da questi versetti? Qual è il principio? Che anche se queste donazioni venivano fatte per i fratelli e le sorelle che erano poveri, tutti dovevano fare qualcosa. Non facevano semplicemente la carità dando soldi ai poveri. Ci si aspettava piuttosto che ogni componente della congregazione, che avesse poco o molto, facesse la sua parte per dare una mano. E questo è lo stesso principio che il Corpo Direttivo applica oggi. Infatti Bibbie e pubblicazioni basate sulla Bibbia vengono distribuite gratuitamente, senza alcun costo, ai fratelli di tutto il mondo. E ognuno poi fa donazioni in base alle proprie possibilità. Vengono costruite Sale del Regno in paesi in cui i fratelli non hanno la possibilità economica per costruirle, e anche in questo caso il Corpo Direttivo dà ai fratelli che vivono in questi paesi la possibilità di fare donazioni per la costruzione di Sale del Regno. Come mai? Le religioni della cristianità forse direbbero: “Ma sono poveri. Fate beneficenza e basta”. Se ci pensiamo però, Gesù non impedì alla vedova di donare le 2 monete. Non le disse: “Aspetta, fermati. A te servono, sei povera. Lascia che siano i ricchi a fare donazioni”. No, Gesù le permise di fare quella donazione. Perché? Perché quello era il suo dono a Geova, e Geova l’avrebbe ricompensata. Quindi se pensiamo a tutto quello che fa la nostra organizzazione, e non parliamo solo di stampare Bibbie, pubblicazioni o di costruire Sale del Regno, ma anche dell’enorme impegno che c’è dietro alle operazioni di soccorso, possiamo essere felici. Perché? Perché il Corpo Direttivo segue il principio che abbiamo appena visto e anche perché il Comitato Editoriale del Corpo Direttivo è attento al modo in cui usa le limitate risorse della nostra organizzazione. Gestisce con cura le donazioni, così che quando il Corpo Direttivo prende una decisione ci siano le risorse necessarie. Infatti si assicura che le nostre risorse siano disponibili per l’importante opera di aiutare le persone sia in senso spirituale che materiale. 

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