Abbiate la stessa fede di Noè (Gen. 6:13) 

Abbiate la stessa fede di Noè (Gen. 6:13) 

Hermanus van Selm

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Genesi 6:13

"Dio allora disse a Noè: “Ho deciso di mettere fine a tutti gli esseri viventi, perché per colpa loro la terra è piena di violenza; quindi li distruggerò insieme alla terra"


Prendiamo in esame 2 domande: Cosa abbiamo in comune con Noè? E cosa possiamo imparare dal suo esempio? Come Noè, abbiamo una forte fede nel fatto che Geova manterrà la sua promessa di porre fine alla malvagità e che lo farà al momento giusto. Cosa aiutò Noè a rafforzare la sua fede nelle promesse di Geova? Una cosa che sicuramente lo aiutò fu l’educazione che ricevette. Per dimostrarlo, consideriamo l’esempio di 2 parenti di Noè, che senza dubbio ebbero una grande influenza su di lui. Per prima cosa, Noè dev’essere stato istruito nelle vie di Geova da suo padre Lamec. Il libro Perspicacia afferma con certezza: “Lamec aveva fede in Dio”. Ma in che modo la Bibbia indica che Lamec e probabilmente anche sua moglie avevano una forte fede in Geova? Troviamo un’indicazione in Genesi capitolo 5. Perciò analizziamo questo capitolo. Se vi prendete il tempo, magari oggi stesso, di leggere i versetti da 6 a 31 del capitolo 5, vedrete che questi versetti contengono un elenco di 8 padri e 8 figli. L’elenco inizia con il padre Set e suo figlio Enos, e termina con il padre Lamec e suo figlio Noè. In questo elenco, Lamec si distingue da tutti gli altri padri. Infatti, fra tutti gli 8 padri solo Lamec spiegò perché scelse di chiamare suo figlio Noè. La ragione la leggiamo nei versetti 28 e 29. Qui leggiamo: “Quanto a Lamec, all’età di 182 anni generò un figlio, che chiamò Noè”. Fermiamoci un attimo. La nota in calce indica il probabile significato del nome Noè, ovvero “riposo” o “consolazione”. Ma ora arriva la parte più significativa. Lamec spiega perché diede a suo figlio il nome Consolazione. Nel versetto 29 Lamec aggiunge: “Lui ci consolerà [o, come dice la nota, “darà sollievo”] dal duro lavoro e dalle fatiche delle nostre mani a motivo del suolo che Geova ha maledetto”. Notate le espressioni che usa Lamec: “fatiche delle nostre mani”, “suolo che Geova ha maledetto”. Queste parole dimostrano che Lamec ripensò a cosa era accaduto nel giardino di Eden. Infatti usando i termini “maledetto”, “suolo”, “fatiche” fece riferimento a quello che Geova aveva detto ad Adamo dopo la ribellione, ovvero: “Il suolo è maledetto a causa tua; con dolore ne mangerai i prodotti”. Riprendendo le parole di Geova, Lamec dimostrò di aver capito che la ribellione di Adamo ed Eva aveva condannato gli esseri umani a un dolore da cui sembrava non esserci riposo o conforto. È evidente che Lamec aveva meditato sulle parole di Geova. Però non guardò solo indietro verso un periodo buio, ma anche avanti verso un futuro luminoso. Nella prima parte del versetto 29, infatti, disse riguardo a suo figlio: “Lui ci consolerà dal duro lavoro”. Perciò è chiaro che Lamec sperava che suo figlio Noè potesse avere un ruolo nel portare sollievo all’umanità. Le parole di Lamec sono più che semplici espressioni di affetto dette da un padre a suo figlio. Qual è il vero significato di ciò che disse Lamec di Noè? Il libro Perspicacia afferma che le parole di Lamec erano “ispirate rivelazioni del proposito e della volontà di Dio”. Perciò con le sue parole Lamec espresse quello che Geova pensava di Noè e che provava per lui. Il padre di Noè morì 5 anni prima del diluvio, ma la sua profezia si avverò. Quando? La Torre di Guardia del 2017 dice: “Geova ispirò [Lamec] a pronunciare una profezia su suo figlio Noè, profezia che si adempì dopo il diluvio”. Quando si adempì esattamente? Troviamo la risposta in Genesi 8:21. Poco dopo il diluvio, quando Noè offrì olocausti a Dio, “Geova disse in cuor suo: ‘Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo’”. Possiamo dire che Noè visse all’altezza del nome che aveva ricevuto da suo padre. Dato che Noè dimostrò la sua fede con le opere, Geova lo usò per portare sollievo. Cosa impariamo da questo racconto su Noè e suo padre? Come Noè, molti di noi hanno avuto il privilegio di essere cresciuti da genitori che servono Geova. E sappiamo che servendo Geova di tutto cuore, rallegriamo i nostri genitori. Loro sono felici di vederci servire nelle Sale delle Assemblee, negli RTO, nei progetti di costruzione e manutenzione, alla Betel, e nelle nostre congregazioni. E proprio come Lamec, i genitori che servono Geova pregano che il sacro servizio che i loro figli rendono assolvendo questi incarichi possa consolare e dare sollievo a molti. E noi che abbiamo già perso i nostri genitori fedeli non vediamo l’ora che tornino in vita nel Paradiso per raccontare loro che abbiamo usato la nostra vita servendo Geova pienamente. Come saranno felici di sapere che, avendoci insegnato a ubbidire a Dio, ci hanno aiutato a rafforzare la nostra fede nelle sue promesse e a sopravvivere ad Armaghedon. In modo simile possiamo immaginare che, dopo essere stato risuscitato nel Paradiso, Noè non vedrà l’ora di raccontare a suo padre di come riuscì a perseverare fino alla fine di quel vecchio sistema e a sopravvivere al diluvio. E pensate a come sarà felice Lamec quando saprà che suo figlio davvero consolò e diede sollievo a molti. Oltre a Lamec, chi fu l’altro parente che deve aver rafforzato la fede di Noè nelle promesse di Geova e nella protezione che Geova dà ai suoi servitori? Ecco un indizio: sia Noè che questo parente nella Bibbia sono descritti nello stesso modo. In Genesi capitolo 6 leggiamo: “Noè camminò con il vero Dio”. In Genesi capitolo 5 leggiamo che ‘Enoc camminò con il vero Dio’. Enoc era il bisnonno di Noè. Il fatto che Geova abbia ispirato lo scrittore di Genesi a descrivere questi 2 uomini nello stesso modo indica che Noè aveva molto in comune con il suo bisnonno. È vero che Noè non conobbe mai Enoc, perché Enoc morì prima della nascita di Noè. Ma la vita del padre di Noè si sovrappose per più di 100 anni a quella di Enoc. Chissà Lamec quante storie avrà raccontato a Noè riguardo a Enoc: di come predicò coraggiosamente mentre era circondato da persone malvagie, di come queste persone lo odiarono al punto di volerlo uccidere. Ma, come leggiamo in Genesi 5:22, nonostante fosse in pericolo “Enoc continuò a camminare con il vero Dio”. E Geova lo protesse. Sicuramente, sentendo queste storie e riflettendo sull’esempio di fede e di coraggio di Enoc, Noè avrà sentito sempre più il desiderio di seguire le orme del suo bisnonno. Infatti la sua fede divenne così forte che Noè continuò a camminare con Dio per 600 anni fino al momento del diluvio, nonostante le persone malvagie e violente che lo circondavano. Noè fu rafforzato dalla fede dei familiari che vissero prima di lui. E, in modo simile, alcuni di noi forse sono nati in famiglie che servono Geova da 3 o 4 generazioni. Se questo è il vostro caso, i vostri genitori o nonni probabilmente vi avranno raccontato delle storie su alcuni parenti che servivano Geova, forse addirittura al tempo del fratello Rutherford o anche prima. E ascoltando queste storie sui vostri parenti fedeli, il vostro desiderio di seguire le loro orme sarà diventato sempre più forte. E se invece non facciamo parte di una famiglia che serve Geova da molti anni? Anche noi siamo incoraggiati dall’esempio dei nostri fratelli e sorelle delle generazioni passate quando leggiamo le biografie che si trovano nella Torre di Guardia. Parlando del loro coraggio e della loro perseveranza, queste storie rafforzano la nostra fede. È proprio vero: l’esempio dei servitori di Geova del passato che troviamo nella Bibbia, nella storia della nostra famiglia o nelle biografie della Torre di Guardia ci aiuta ad avere una forte fede nel fatto che Geova manterrà le sue promesse. A sua volta questa fede cosa ci spingerà a fare? A imitare Noè e a camminare con Dio, non solo ora ma per sempre. 

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