A forza di «meno peggio» siam finiti qui

A forza di «meno peggio» siam finiti qui

Anonime Cittadine A Favore del Più Meglio


[...] Infine (ma ero solo al principio): più le fantasie di complotto erano estreme, più avevano un effetto diversivo anche su chi le combatteva. Un fenomeno come QAnon spingeva verso il solito menopeggismo che, spostando il quadro politico sempre più a destra, aveva cementato l’ordine neoliberale. In nome del meno peggio si erano fatte politiche sempre più di destra perché altrimenti... arrivava la destra. 

In quello slittamento generale, volta per volta lo spauracchio di ieri – il “più peggio” contro cui si era invocato il «voto utile» – era diventato l’opzione accettabile di oggi. In Italia di fronte a Berlusconi la “sinistra” neoliberale aveva rivalutato il pentapartito, di fronte a Salvini aveva rivalutato Berlusconi e forse, di fronte a chissà chi, un giorno avrebbe rivalutato Salvini*. Negli Stati Uniti di fronte a Trump la “sinistra” neoliberale aveva rivalutato addirittura George W. Bush. E di fronte a una setta come QAnon, a un’estrema destra armata a cui Trump dava di gomito, come non sperare nella vittoria di Biden, come non votarlo, anche turandosi il naso? 

Cospirazionismo e menopeggismo erano entrambi narrazioni diversive, e si alimentavano a vicenda. Spacciato per «realismo», il menopeggismo aveva via via reso impensabile ogni alternativa, lasciando prive di rappresentanza – e soprattutto di visione, di immaginazione – porzioni sempre più ampie di società, che nella disperazione avevano scelto populismi vari e adesso, deluse anche dai populismi, sguazzavano nelle fantasie di complotto. Che diventavano sempre più spaventose, spingendo altri a cercare rifugio nel meno peggio. 

Antonio Gramsci aveva scritto del meno peggio nei Quaderni del carcere

Un male è sempre minore di un altro susseguente possibile maggiore. Ogni male diventa minore in confronto di un altro che si prospetta maggiore e così all’infinito. La formula del male minore, del meno peggio, non è altro dunque che la forma che assume il processo di adattamento a un movimento storicamente regressivo, movimento di cui una forza audacemente efficiente guida lo svolgimento, mentre le forze antagonistiche (o meglio i capi di esse) sono decise a capitolare progressivamente, a piccole tappe e non di un solo colpo (ciò che avrebbe ben altro significato, per l’effetto psicologico condensato, e potrebbe far nascere una forza concorrente attiva a quella che passivamente si adatta alla “fatalità”, o rafforzarla se già esiste)**

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Tratto da: Wu Ming 1, La Q di Qomplotto, Alegre, prima edizione marzo 2021.

*Il libro è stato terminato prima che il PD andasse al governo con Salvini, nel governo Draghi.

** Quaderno 16, xxii, § (25), in Quaderni del carcere, edizione critica dell’Istituto Gramsci, a cura di Valentino Gerratana, Einaudi, Torino 1975.


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