"La Forma della Voce" di Yoshitoki Ōima

"La Forma della Voce" di Yoshitoki Ōima

Sara

Shouya è un bambino che si annoia facilmente e per questo cerca di trovare nuove sfide che possano rendergli la giornata meno banale. 

Quando incontra Shouko, nuova compagna di classe, trova una realtà diversa da quella che lui conosceva, infatti Shouko è sorda, non comunica con gli altri se non tramite un quaderno sul quale scrivere i propri pensieri. 

Per Shouya, Shouko non è altro che un mezzo per divertirsi e per far divertire la classe. Tuttavia, presto si deve rendere conto che i suoi atteggiamenti hanno delle conseguenze nella vita della ragazza e soprattutto per la madre, costretta a sborsare tanti soldi per ricomprare gli apparecchi acustici danneggiati o misteriosamente "persi" dalla figlia a scuola. 

Accusato dalla classe come unico responsabile degli atti di bullismo, Shouya verrà a sua volta isolato e bullizzato da quelli che un tempo erano i suoi amici.

Questa è la premessa di una delle storie più toccanti uscite negli ultimi anni. Non solo perché parla di un tema attuale, quello del bullismo, ma soprattutto per come ne parla, andando ad analizzare i rapporti che si instaurano tra chi lo subisce e chi lo infligge.

Chi pensa di leggere una storia banale rimarrà sorpreso già dai primi volumi.

Viene mostrata la realtà di una classe che viene stravolta dall'arrivo di una persona che ha bisogno di attenzioni speciali ma non tutti gli alunni sono disposti a concedere il loro tempo per aiutarla. Un atteggiamento da biasimare, ovviamente, ciò nonostante bisogna tenere anche a mente che si tratta di bambini delle elementari. Emerge fin da subito, infatti, l'assenza totale di un adulto che sappia gestire la situazione e che possa guidare gli alunni nell'integrazione con Shouko che viene vista a tutti gli effetti come un'aliena

Lungi dal voler essere solo una storia di riscatto personale di Shouya, "A Silent Voice" cerca di raccontare la crescita di due ragazzi con un'infanzia segnata dalla solitudine che ha inciso fortemente sulla loro autostima, sulla loro capacità di accettazione, di se stessi e degli altri, con due percorsi diversi contrassegnati entrambi dalla voglia di cambiare. Percorsi diversi che troveranno un punto di intersezione nel luogo nel quale il loro rapporto di amicizia è nato: il ponte dal quale Shouko dava da mangiare alle carpe "koi" (significativo l'utilizzo metaforico di questi animali che simboleggiano la perseveranza).

Ci sarebbero tante cose da dire su questo manga, passando dall'analizzare i personaggi secondari. In primis il personaggio di Yuzuru, sorella minore e custode di Shouko, con la passione di fotografare i cadaveri degli animali (ma per un motivo ben specifico), totalmente dedita a proteggere la sorella maggiore. Vi sono poi gli amici che accompagnano i protagonisti durante il loro percorso, ognuno dei quali porta con sé una diversa concezione di "altruismo" fino ad arrivare a Ueno che lo nega totalmente.

È anche grazie alla presenza degli amici che allo spettatore è offerta la possibilità di interrogarsi su quale sia l'atteggiamento corretto da adottare, senza cadere in riflessioni banali, quando dobbiamo rapportarci con persone diverse da noi.  

Sebbene la conclusione possa sembrare scontata, non sempre è facile capire che la chiave è comunicare con gli altri e non rifiutare il confronto, poiché all'infuori di noi esiste un mondo che vale la pena vivere. 

Ed è proprio su questo messaggio che l'adattamento film del manga (composto da 7 volumi) realizzato da Kyoto Animation mostra una delle mie scene preferite (con una menzione d'onore alle colonne sonore composte da Kensuke Ushio).

Se avete qualcosa di cui discutere a riguardo o semplicemente volete scambiare due chiacchiere potete scrivere un commento sotto il post sul canale telegram Vanitas: Reviews & Advices o direttamente nel gruppo Anime Vanitas.

Report Page