2021-04 Jw Broadcasting

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GDS

INDICE

VIDEO

Benvenuti! Sono qui con il mio caro amico Christopher Mavor. Chris, vuoi dirci cosa vedremo in questo programma?

Certo, grazie fratello Herd.

  • Vedremo quanto può esserci utile l’esempio di Filippo l’evangelizzatore,
  • capiremo perché possiamo dire che Geova è il migliore Insegnante
  • e poi c’è la nuova canzone, ci mostrerà come proteggere la nostra mente concentrandoci sulle cose belle che ci dà Geova.

Questo è il programma di aprile 2021 di JW Broadcasting!

“Il tuo meglio è migliorabile?” Questo è il tema di cui vorrei parlarvi. E per introdurlo leggiamo Galati 6:4. Dice:

Piuttosto, ciascuno esamini il proprio operato, e allora troverà motivo di soddisfazione in sé stesso, e non nel paragonarsi con qualcun altro.

Ci viene suggerito di esaminarci. Quindi tutti noi dovremmo chiederci:

“Come sto spiritualmente? Sono soddisfatto della mia presenza alle adunanze?

Faccio del mio meglio per partecipare con dei commenti che incoraggino gli altri?

Come sta andando il mio studio personale?

E se esamino come sto svolgendo il mio ministero?

Potrei prepararmi meglio prima di tornare da qualcuno che ha mostrato interesse?

Sono riuscito a iniziare uno studio biblico con qualcuno?

Se sì, sono soddisfatto di quello che sto facendo per aiutare quella persona?”

Se mi sto facendo queste domande in effetti mi sto chiedendo: “Il mio meglio è migliorabile?” Forse nella mia congregazione vedo altri che riescono a fare più di me. Poi però mi rileggo Galati 6:4, che mi dice chiaramente che non dovrei paragonare quello che riesco a fare io con quello che riescono a fare gli altri. Quindi potrei facilmente concludere che sto già facendo del mio meglio e che il mio meglio va già bene così, non è migliorabile.

Ma non dovremmo dimenticare la prima parte del versetto, che dice: “Ciascuno esamini il proprio operato”. Quindi dovremmo paragonare quello che stiamo facendo con quello che noi personalmente potremmo fare. Non dovremmo adagiarci e sentirci troppo soddisfatti di quello che stiamo facendo. 1 Corinti 10:12 ci dà questo avvertimento:

Quindi chi pensa di stare in piedi badi di non cadere.

Però forse dite: “Sto già facendo del mio meglio. Cos’altro posso fare?” Soffermati su quello che stai facendo. Analizza il tuo meglio. Esamina attentamente nel dettaglio il modo in cui usi il tuo tempo. Alcune delle cose che fai possono essere sostituite con delle attività spirituali? Cosa ne pensi? Il tuo meglio è migliorabile? Può darsi di sì e può darsi di no. Dipende da quanto in alto metti l’asticella. Facciamo qualche esempio.

Pensate a un corridore che si prepara per una gara. Fa esercizio, si allena, mangia cibi sani, si tiene in forma, in salute, indossa le migliori scarpe da corsa e così via. Lui fa del suo meglio, ma perde perché qualcun altro corre più veloce di lui. Il suo meglio non è stato abbastanza. Perché? Perché per vincere avrebbe dovuto essere più veloce dei suoi avversari. Nel 2012 Yohan Blake in una gara dei 100m perse contro Usain Bolt solo per una frazione di secondo. Fece del suo meglio, ma il suo meglio non fu abbastanza.

Un altro esempio. Una bambina è in seconda elementare. Un giorno porta a casa un disegno che ha fatto in classe. Come voto l’insegnante le aveva messo B-. La bambina lo mostra alla mamma e la mamma sbarra la scritta B- e ci scrive un bel A+. Poi prende il disegno e lo attacca al frigorifero. Qual è la differenza tra l’insegnante e la madre? L’insegnante paragona la bambina con gli altri compagni della sua classe. La mamma dà il voto in base alle capacità della figlia, senza paragonarla agli altri.

Geova non paragona il vostro meglio con quello di qualcun altro. Leggiamo Salmo 103:14. Notate quale metro di misura usa Geova quando esamina il nostro servizio, quello che facciamo per lui. Salmo 103:14 dice:

perché sa bene come siamo formati, ricordando che siamo polvere.

Qui il termine “polvere” sta a indicare la fragilità e la condizione umile degli esseri umani. Ricordando che siamo polvere, Geova non si aspetta mai da noi più di quello che possiamo dargli. Però si aspetta che ubbidiamo ai suoi comandi al meglio delle nostre capacità. Lo sottolineò anche Gesù. In Marco 12:30, un versetto che conosciamo molto bene, disse:

E tu devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza’.

Quindi con tutto quello che abbiamo, con tutto quello che siamo. Quando siamo nel ministero, usiamo tutta la nostra forza per compierlo. E questo è lodevole.

Ma quanto ci è utile usare tutta la nostra forza per andare in servizio se non usiamo la nostra mente per scegliere le parole giuste e raggiungere il cuore delle persone a cui parliamo? Magari dite: “Ho usato tutte le mie forze per camminare da una casa all’altra, per salire tutte quelle scale, e ce ne fosse stato uno che mi abbia lasciato finire la mia presentazione!”

Domanda: Ma era davvero la migliore presentazione che potevi fare? Da quant’è che usi quella presentazione? Ne servirebbe una nuova? Usando “tutta la tua mente” per preparare una nuova presentazione, pensi che il tuo meglio sarebbe migliorabile? Hai provato a usare alcune delle conversazioni modello che abbiamo visto all’adunanza o gli spunti che troviamo nel libro Ragioniamo facendo uso delle Scritture alle pagine da 9 a 15? Quando il padrone di casa apre la porta, che espressione vede sul tuo viso? Hai un’espressione amichevole e sorridente? Vede in te una buona notizia o una cattiva notizia? Sembri felice o triste? Il messaggio che dobbiamo trasmettere alle persone adesso è la buona notizia del Regno. Ci aspettiamo che nel prossimo futuro questo messaggio cambierà. Quindi fai del tuo meglio e quando ti accorgi che puoi migliorare, allora migliora il tuo meglio.

Frequenti tutte le adunanze e usi la tua mente per fare attenzione a quello che viene detto, e questo è buono. Ma è solo questo che dobbiamo fare per dimostrare di amare Geova con tutta la nostra mente? Dedichiamo del tempo a meditare su tutto quello che impariamo alle adunanze e così avvicinarci sempre di più a Geova? Giacomo 4:8 dice: “Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi”. Questo è uno degli effetti positivi che derivano dal frequentare le adunanze. Leggiamo Ebrei 10:24, 25. Ecco un altro effetto del frequentare le adunanze. Possiamo essere incoraggiati e incoraggiare altri. Ebrei 10:24, 25 dice:

E interessiamoci gli uni degli altri per spronarci all’amore e alle opere eccellenti, non trascurando di riunirci insieme, come invece alcuni fanno abitualmente, ma incoraggiandoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno.

Commenti alle adunanze? Ti prepari per farlo al meglio? I tuoi commenti incoraggiano i fratelli e le sorelle? Cerchi sempre di migliorare? Allora sì, stai migliorando il tuo meglio. Cosa puoi dire del tuo studio personale o della tua adorazione in famiglia? Stai facendo del tuo meglio? Il tuo meglio è migliorabile? Forse dici: “Ma leggo tutti i numeri della Torre di Guardia e di Svegliatevi! appena escono!” Ovviamente questa è una cosa buona, ma ti sei messo a riflettere su quello che hai letto per accrescere l’amore e la gratitudine che provi per Geova in modo da avvicinarti di più a lui? Usi tutta la tua mente per continuare a meditare su quelle informazioni, così da spingerle giù in profondità nel tuo cuore? Alcune delle cose che impariamo potrebbero non servirci immediatamente, ma se ci meditiamo su, allora ci torneranno utili proprio quando ne avremo bisogno.

Stai facendo tutto quello che puoi per avere cura dei bisogni spirituali di tua moglie e dei tuoi figli? Certo, tieni l’adorazione in famiglia abbastanza regolarmente e sei da lodare per questo. Ma ti prepari in anticipo o decidi all’ultimo minuto che cosa studiare? E se per cena tua moglie mettesse qualcosa a caso sul tavolo ogni sera senza aver pensato prima a quello di cui ha bisogno la famiglia per stare bene, cosa penseresti? Quindi, il meglio che stai dando è abbastanza? Puoi far felice un maiale lanciandogli qualsiasi scarto, ma se lo dai a una mucca, questa si girerà dall’altra parte.

Perché ci stiamo chiedendo se il nostro meglio è migliorabile? Perché è importante esaminarsi e capire se stiamo facendo davvero del nostro meglio per noi stessi, il nostro coniuge e i nostri figli e per i nostri fratelli e sorelle. E ricordiamo che non dovremmo stabilire se stiamo dando il meglio paragonandolo a quello che fanno gli altri. Solo Geova sa se stiamo davvero dando il nostro meglio, e lui è un giudice giusto ed equo. Quello che pensiamo perfino di noi stessi potrebbe essere sbagliato perché siamo imperfetti. Quindi è saggio da parte nostra continuare ad esaminare noi stessi per capire dove possiamo migliorare. Allora, quello che fai è davvero il tuo meglio? A me piace pensare di sì. Che ne pensi tu?

Per cosa vorreste essere conosciuti? Nel I secolo, un servitore di Geova chiamato Filippo era conosciuto come “l’evangelizzatore”. Nel video che stiamo per vedere capiremo perché Filippo si era fatto questa reputazione e cosa possiamo imparare dal suo esempio.

Il programma del conferimento dei diplomi sta per iniziare. Potete accomodarvi.

Eravamo così emozionati quel giorno.

Abbiamo aspettato con ansia questo giorno davvero speciale e siamo felici che siate qui!

È iniziato tutto qualche anno fa.

Se desiderate invitare a pranzo il sorvegliante e sua moglie, potete rivolgervi...

È stato durante quella visita e grazie a questa domanda.

Il titolo del discorso che pronuncerà martedì è “Cosa possiamo imparare da Filippo l’evangelizzatore?”

Mmh. E noi cosa possiamo imparare da Filippo? In fondo, siamo già impegnati nelle attività spirituali. Laura e le ragazze si rendono sempre disponibili. E io collaboro nei progetti di manutenzione della Sala del Regno. E poi tutti e quattro partecipiamo regolarmente al ministero. Nel nostro territorio, però, quando troviamo qualcuno che è interessato, è difficile ritrovarlo per continuare la conversazione. Chissà, forse ci farebbe bene qualche cambiamento. In attesa di quel discorso, ho deciso che per l’adorazione in famiglia avremmo fatto una ricerca su Filippo. Si parla di lui per la prima volta in Atti capitolo 6. Filippo era uno dei 7 fratelli scelti per distribuire cibo alle vedove cristiane di Gerusalemme. Era un incarico importante, ma non si limitò a fare solo quello.

  • Ah, questa è interessante! A causa della persecuzione, Filippo dovette fuggire da Gerusalemme e rifugiarsi a Samaria. Nessuno era ancora diventato cristiano a Samaria. Ma Filippo non si scoraggiò, anzi considerò quella prova un’opportunità per fare di più per Geova.
  • In gran parte della Samaria la buona notizia non era ancora stata predicata. Filippo predicò con grande zelo e molte persone divennero credenti e si battezzarono. Ma dopo un po’ di tempo un angelo gli parlò e gli disse: “Parti e va’ verso sud”. Filippo fece così, e questo gli permise di incontrare l’eunuco etiope e di predicare in altre città. Filippo fu disposto a servire ovunque ci fosse bisogno. E mantenne sempre vivo il suo zelo e circa 20 anni dopo era ancora conosciuto come “l’evangelizzatore”.
  • A quel punto erano cambiate molte cose nella sua vita. Era sposato e aveva 4 figlie. Ma questo non lo trattenne dal mostrare ospitalità a Paolo e ai suoi compagni di viaggio. Le visite da parte di questi fratelli devono aver influito molto sulla spiritualità delle sue figlie.
  • Quella sera abbiamo pensato ad alcune cose che avremmo potuto fare.
  • Come prima cosa, abbiamo invitato a pranzo il sorvegliante di circoscrizione. Era da tanto che non lo facevamo.

L’entusiasmo di Alex e Carla per il servizio ha contagiato le nostre figlie, infatti hanno cominciato a porsi nuove mete spirituali. Ma proprio come successe a Filippo, anche noi abbiamo dovuto affrontare una situazione che non ci aspettavamo. Per qualche mese sono rimasto senza lavoro. Quel periodo è stato difficile, ma mi ha anche permesso di fare di più nel ministero. Per esempio, riuscivo ad andare dalle persone in orari diversi. Abbiamo cercato di trarre il meglio dalla situazione e di predicare con zelo, proprio come Filippo. Ed eccoci qua, ad applaudire alle nostre figlie che si diplomano alla Scuola per evangelizzatori del Regno. Quelle piccole riflessioni sull’esempio di Filippo l’evangelizzatore hanno avuto un grande impatto sulla nostra famiglia.

Nella Bibbia ci sono tanti esempi come quello di Filippo e anche oggi nel popolo di Geova ci sono molti esempi che possiamo imitare. Imparare da loro può aiutarci a prendere buone decisioni e ad affrontare i problemi. Abbiamo intervistato Eugene e Odile Nteziryayo, hanno frequentato la 145ª classe della scuola di Galaad. Vediamo cosa possiamo imparare dalla loro fede e perseveranza.

Oggi qui con noi abbiamo Eugene e Odile Nteziryayo. Si sono diplomati alla 145ª classe della Scuola di Galaad e hanno vissuto quella tragedia.

Tra l'aprile e il luglio del 1994, in Ruanda, circa un milione di persone furono brutalmente assassinate. Questa tragedia è conosciuta come il genocidio dei tutsi. Vennero uccisi circa 400 testimoni di Geova. Alcuni di loro persero la vita per aver protetto con coraggio i loro fratelli e sorelle.

Odile, so che i tuoi familiari sono tutsi, questo li avrà sicuramente messi in grave pericolo.

  • La gente veniva uccisa in tutto il paese e purtroppo anche i miei genitori e mio fratello vennero uccisi. Avevo visto che alcuni capi religiosi avevano dato il loro appoggio in questo genocidio. Non riuscivo a credere che persone che fino a poco tempo prima vivevano insieme tranquille hanno a un tratto cominciato a uccidersi tra loro.

E, dicci, come hai conosciuto la verità?

  • Dopo quel massacro, dopo il genocidio, andai a vivere da mia zia. Lei e la sua famiglia erano testimoni di Geova, così iniziai a studiare la Bibbia con loro. Stavo studiando il libro Vivere per sempre. Mi colpì una figura: c’era un prete che da una parte benediceva la folla e dall’altra benediceva dei soldati che andavano a uccidere. Nella congregazione, invece, vedevo che i fratelli e le sorelle si volevano bene e si sostenevano a vicenda. Ognuno era pronto a rischiare la vita per il bene dell’altro.

Davvero toccante. Eugene, tu e la tua famiglia non eravate direttamente minacciati dal genocidio, ma quali altre prove avete dovuto affrontare?

  • Dal punto di vista economico la situazione era molto difficile, noi non avevamo un soldo e non potevamo neanche comprare da mangiare. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine di mia madre buttata sul letto a piangere disperata, perché quel giorno non sapeva cosa darci da mangiare. Me la ricordo ancora. Gli anziani mi dissero di andare alla Sala del Regno. Io ci andai, e una volta arrivato mi misero in mano del denaro, erano 18.000 franchi ruandesi. Gli anziani mi dissero che quel denaro era un regalo mandato da fratelli e sorelle di altri paesi. Così corsi immediatamente a casa. Mia madre era ancora distesa sul letto a piangere e le diedi in mano i soldi. A quel punto vidi mia madre commuoversi, ricordo ancora quanto si sentiva felice e grata per quello che i fratelli avevano fatto.

Posso immaginare. Tornando a te, Odile, viste tutte le ingiustizie che tu e la tua famiglia avete subìto, come hai fatto a non chiuderti in te stessa, a non provare odio?

  • L’opera di predicazione è davvero importante per me, perché quando parlo delle promesse contenute nella Bibbia la mia fede si rafforza. Per esempio, parlare della speranza della risurrezione o della condizione dei morti mi aiuta a ricordare che i miei cari che sono morti non stanno più soffrendo e sono in attesa di essere risuscitati. E questo mi fa sentire davvero felice.
  • Mi vengono in mente le parole che si trovano in 1 Giovanni 2:6, 7. In quei versetti l’apostolo Giovanni ripeté il comando che Gesù aveva dato, ovvero quello di amarci gli uni gli altri proprio come ci ha amato lui. Quando Giovanni scrisse quelle parole, i cristiani erano perseguitati e quindi avevano bisogno di applicare quei versetti in un modo nuovo. È vero, amiamo i nostri fratelli, ma è in momenti difficili come quelli che hanno passato i fratelli in Ruanda, che abbiamo bisogno di applicare il comandamento di Gesù in un modo nuovo, come non abbiamo mai fatto prima. Dovremmo amarci l’un l’altro così tanto da essere disposti a dare anche la vita per i nostri cari fratelli. La Scuola di Galaad mi ha fatto capire ancora più chiaramente quanto sia importante che io ami i miei fratelli e le mie sorelle nello stesso modo in cui l’ha fatto Gesù.

Voi, cari fratelli e sorelle del Ruanda, siete un esempio straordinario di coraggio, fede e amore. E ci teniamo a dirvi che vi vogliamo davvero bene.

- Grazie. - Grazie.

Grazie per aver seguito questa puntata di “Storie di fede straordinaria”. Quello che ci hanno raccontato è stato davvero toccante.

Possiamo imitare il bellissimo esempio dei fratelli in Ruanda aiutando i nostri fratelli e sorelle quando ne hanno bisogno. Negli ultimi anni i nostri videoracconti ci hanno fatto immedesimare nella storia di Giona, Giosia e altri esempi di fede. Come fanno i fratelli a realizzare dei racconti così coinvolgenti e anche accurati? Diamo un’occhiata dietro le quinte del nostro videoracconto Neemia: “La gioia di Geova è la vostra fortezza”.

Al tempo di Neemia gli ebrei intrapresero con gioia un’enorme opera di costruzione. Con la guida e l’aiuto di Geova riuscirono a completare il lavoro in soli 52 giorni.

  • Sembri quasi uno che ha lavorato.

Durante la produzione del videoracconto Neemia. “La gioia di Geova è la vostra fortezza”, le mura di Gerusalemme sono state costruite di nuovo, ma questa volta negli studi di Mount Ebo a Brewster, nello stato di New York. Per la realizzazione di questo video erano richieste numerose competenze, e molti volontari hanno lavorato insieme usando il loro tempo, le loro energie e le loro capacità per creare un accurato strumento di insegnamento. E hanno provato molta gioia nel farlo.

All’inizio della produzione è stata necessaria un’attenta pianificazione. Ogni giorno si cominciava con una trattazione scritturale e una preghiera. I reparti che si occupavano del trucco e dei costumi preparavano gli attori per entrare in scena. Gli attori sono stati aiutati a sentirsi a loro agio di fronte alle telecamere.

  • Fratelli, per favore. Hanno già sferrato qualche attacco?

Mentre in uno studio venivano girate le scene, in un altro veniva allestito il set. Per ottenere un effetto realistico sono stati costruiti arredi dettagliati, usando in molti casi una stampante 3D. Grazie ai costumi, alle scenografie e agli arredi curati nei particolari è stato possibile ricreare accuratamente gli ambienti dell’epoca. Ma era necessario qualcosa in più per riuscire a rappresentare la vita a Gerusalemme ai giorni di Neemia. Per esempio c’erano molti animali sul set. Quando la maggior parte delle riprese erano state completate, i set costruiti in studio sono stati ampliati utilizzando effetti visivi avanzati. La modellazione 3D è stata curata dal team degli effetti visivi. Il popolo di Dio è sempre stato impegnato in lavori di costruzione. Neemia fu uno dei tanti che nel corso della storia si sono spesi per sostenere l’opera di costruzione. Allo stesso modo, il team di produzione di Neemia. “La gioia di Geova è la vostra fortezza” ha lavorato con impegno e gioia per realizzare questo video che aiuta a edificare l’amore e la gratitudine nel cuore dei servitori di Dio.

Impariamo molto da chi ci dà un buon esempio, come Neemia e altri. Ma come vedremo nel prossimo video, possiamo imparare molto anche da chi ha preso decisioni sbagliate.

  • I miei genitori erano già Testimoni quando sono nata, e hanno sempre fatto del loro meglio per aiutarci ad amare Geova. Ma ho iniziato a sentirmi sola, sembrava che non avessi niente in comune con le persone della mia età, il loro stile di vita, il modo in cui parlavano, la musica che ascoltavano. Dovevo capire che cosa era accettabile per me, che tipo di persona volevo essere. È davvero difficile, perché se non ti comporti come gli altri vieni tagliato fuori.
  • Nel corso degli anni ho parlato con molti fratelli che erano diventati spiritualmente deboli. E questo purtroppo è successo anche ad alcuni miei amici. Nessuno è immune dalle pressioni di questo mondo.
  • Quando sono nata, i miei genitori erano già Testimoni. Durante tutta la mia infanzia e negli anni dell’adolescenza è sempre stato bello servire Geova. Ma le cose sono diventate più difficili quando ho iniziato a lavorare. I colleghi mi chiedevano di passare del tempo con loro, andare a bere qualcosa e cose di questo tipo. E dei ragazzi mi hanno chiesto di uscire con loro. Quando qualcuno mostra dell’interesse per te, è piacevole. Mi faceva sentire bene. Però era difficile perché dovevo costantemente ripetermi: “Non funzionerà. Lo sai che lui non ama Geova”.
  • Ricordo che un giorno ero in macchina, e mi sono messa a pregare Geova con le lacrime agli occhi dicendogli: “Questo è troppo per me, è davvero troppo. I miei amici un po’ alla volta stanno lasciando la verità, mi sento sola, però voglio servirti”. Una volta a casa, ho parlato con mia madre. Lei mi ha ascoltato in silenzio e, guardandomi, mi ha detto: “Tutto quello che Geova ti dice è per il tuo bene”. E in quel momento ho capito che Geova mi stava dicendo: “Ti voglio bene. Ti aiuterò io a superare questo momento, e vedrai quante cose belle ci saranno nella tua vita, quanto sarai felice. Ma adesso non arrenderti, tieni duro!”
  • Anche se è stato difficile, non ho ceduto alla tentazione. Ma una mia cara amica, che si è trovata ad affrontare la stessa situazione, alla fine ha lasciato Geova. Quando ho saputo che lei era stata disassociata, beh, è stato davvero, è stato davvero un brutto colpo. E ho pensato: “Cosa le succederà ora? Che futuro avrà? Che cosa ne sarà di lei adesso?” Dopo un po’ di tempo ha scelto di ritornare da Geova, e stava crescendo una bimba da sola. Un giorno stavamo facendo una videochiamata, e la bimba giocava lì vicino, quando a un certo punto si è girata e ha detto: “Mamma perché ti sei sposata con qualcuno che non ama Geova?” Questa mia amica ha capito che dobbiamo vivere seguendo i princìpi di Geova.
  • Come anziani possiamo aiutare le persone a ricostruire la loro amicizia con Geova, ed è una vera gioia. Mi viene in mente la storia di Davide. Alla fine venne perdonato da Geova perché aveva un cuore buono. Ad ogni modo le sue decisioni hanno portato a delle conseguenze.
  • Ubbidire a Geova mi ha dato una vita splendida. Ho conosciuto un bravo fratello e ci siamo sposati. Siamo davvero felici. Quello che conta di più è rimanere vicino a Geova. “Gustate e vedete che Geova è buono”; quando lo fai, ti accorgi che questa è la vita migliore che ci possa essere.
  • Quando vedo cosa succede alle persone che hanno lasciato la verità e i problemi che a volte continuano ad avere anche dopo essere tornati da Geova, mi convinco che lasciare la verità non porta a niente di buono. Geova è nostro Padre e lui vuole solo prendersi cura di noi. E se facciamo le cose a modo suo, avremo una vita felice. Credo che Geova abbia benedetto la mia famiglia. Per esempio, tutti i miei 4 figli si sono battezzati, hanno incentrato la loro vita su Geova e sono riusciti a servirlo in molti modi diversi. Posso senz’altro dire che fare le cose come vuole Geova è la decisione migliore.
  • Quando vuoi provare quello che il mondo ti offre, Satana ti dà subito delle soddisfazioni. Ma durano poco, perché quando non gli servi più, basta, è finita. Una delle cose più belle che Geova mi ha dato sono i miei amici. Sono persone che amano Geova e che vogliono servirlo con tutto il cuore, come voglio fare io. Sono davvero convinta che non solo Geova ci dà tante benedizioni, ma ci dà proprio quelle che ha scelto apposta per noi.
  • Si dice che sbagliando si impara, ma è molto meglio imparare da Geova, il migliore Insegnante che ci sia.

Geova vuole che siamo felici e che evitiamo le dolorose conseguenze delle decisioni sbagliate. Quando la vostra lealtà è messa alla prova, ricordate cosa ha detto il nostro fratello: “Geova è il migliore Insegnante che ci sia”. Naturalmente, se vogliamo imparare da Geova dobbiamo lasciare che lui ci insegni. Dobbiamo lasciarci modellare. Questo è l’argomento di un’adorazione mattutina tenuta dal fratello Gary Breaux.

La scrittura di oggi è Isaia 64:8. Questo versetto definisce giustamente Geova Dio il Vasaio, il nostro grande Vasaio. Noi invece siamo l’argilla. Ma in che senso Geova, il grande Vasaio, ci modella? Beh, ci aiuta a migliorare la nostra personalità cristiana, ad esempio. E questo in che modo lo fa? Si serve della sua Parola, la Bibbia, dello spirito santo e anche della congregazione cristiana. Quindi questa mattina vedremo insieme in che modo il nostro grande Vasaio ci modella, cioè come ci aiuta a migliorare la nostra personalità. Vedremo in particolare 2 aspetti della personalità cristiana, l’umiltà e la benignità.

Abbiamo detto che una cosa di cui Geova si serve per modellare la nostra personalità è la sua Parola, la Bibbia. Infatti, Ebrei 4:12 dice che la Parola di Dio ha un potere straordinario. Perciò quando leggiamo e studiamo la Bibbia dovremmo esaminarci. Dovremmo farci domande del tipo: “Che cosa rivela di me la mia personalità? Cosa posso fare per migliorare?” Vediamo un esempio riguardo all’umiltà. Leggiamo insieme Filippesi 2:3, 4. Vediamo come ci possono aiutare questi versetti.

Ecco cosa dovremmo fare, Filippesi 2 versetti 3 e 4: “Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma, con umiltà, considerate gli altri superiori a voi”. Il versetto 4: “Non cercate solamente il vostro interesse, ma anche quello degli altri”. Quindi leggendo questi versetti dovremmo esaminarci e chiederci: “Sono davvero una persona umile? Ho notato dei miglioramenti in me stesso, soprattutto se in passato era difficile per me essere umile? In qualche modo Geova mi sta plasmando, sta lavorando su di me, mi sta modellando tramite questi potenti versetti?” Potremmo farci anche altre domande come: “Sono una persona che cerca sempre di emergere sugli altri? Chi sta intorno a me mi descriverebbe in questo modo? Oppure, come dice il versetto, considero gli altri superiori?” Facciamo questo quando magari diciamo: “Devo ammettere che quella sorella ha più pazienza di me”, oppure: “Quel fratello è un insegnante molto più bravo di me”.

Quindi, come abbiamo visto, tramite singoli versetti Geova può aiutarci a modellare il nostro modo di pensare. Ma oltre a singoli versetti che parlano di umiltà, la Parola di Dio ci fornisce anche diversi esempi di uomini e donne che mostrarono questa qualità.

Infatti il commento della scrittura di oggi prende Gesù Cristo come esempio di umiltà. Quindi leggiamo i versetti che sono riportati nel commento. Si trovano in Luca capitolo 22. Mentre li leggiamo, chiediamoci: “Cosa posso imparare? Come ha mostrato umiltà Gesù? Come posso imitarlo?” Nel versetto 24 vediamo cosa accadde proprio la sera prima della sua morte. Dice: “Nacque poi fra gli apostoli un’accesa discussione su chi fra loro dovesse essere considerato il più grande”. Era chiaro che fra gli apostoli c’era un problema di umiltà. Ma adesso andiamo un pochino più avanti e leggiamo insieme i versetti 26 e 27. Gesù disse: “Voi, però, non dovete essere così. Al contrario, chi fra voi è il più grande diventi come il più giovane, e chi è a capo sia come chi serve. Chi è infatti più grande tra colui che sta a tavola e colui che serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve”. Queste non erano solo parole, perché gli apostoli avevano visto per 3 anni e mezzo Gesù che serviva gli altri. Davvero uno straordinario esempio di umiltà! E anche noi attraverso lo studio della Bibbia possiamo imparare quanto Gesù fosse umile e imitare il suo esempio. Quindi è importante che tutti noi ci chiediamo: “Sono una persona orgogliosa? Do questa impressione agli altri? Pensano questo di me? Io come mi considero? Mi considero come ‘colui che sta a tavola’ o come ‘colui che serve’?”

Un’altra cosa di cui Geova si serve per modellare la nostra personalità cristiana è il suo spirito santo. Come se ne serve? Se apriamo la nostra Bibbia in Galati al capitolo 5 e andiamo al versetto 19, vediamo che lì si parla delle “opere della carne”. E poi, se andiamo al versetto 22, vediamo che si parla del “frutto dello spirito”. “Opere della carne”, “frutto dello spirito”.

Parlando di opere, ci si riferisce ai risultati di quello che facciamo. Quindi sono i risultati delle nostre azioni, del nostro modo di comportarci. Infatti, l’apostolo Paolo in questi versetti elencò come “opere della carne” diversi risultati negativi che derivano da scelte sbagliate ma fatte in modo consapevole da parte di una persona, oppure che derivano dall’imperfezione umana. Per contro, Paolo parlò del “frutto dello spirito”, non delle opere, ma del frutto, o risultato, che lo spirito raggiunge. Questo sta a significare che le qualità che fanno parte del frutto dello spirito non sono i risultati degli sforzi che facciamo per cercare di migliorare la nostra persona interiore, ma si tratta del risultato che produce lo spirito di Dio quando agisce su di noi. È questa potenza straordinaria che viene da Geova Dio a spingerci ad agire in determinati modi. Potrebbe aiutarci a mettere in pratica un passo biblico o un consiglio. Abbiamo bisogno di pregare, perché è lo spirito santo che ci può aiutare a sviluppare le qualità cristiane di cui ha parlato Paolo.

Dal versetto 22 capiamo che una di queste qualità è la benignità. È molto importante che i cristiani abbiano questa qualità. Perciò, quando Geova, il grande Vasaio, mi osserva, che cosa vede? Vede che devo fare dei cambiamenti e migliorare nel modo in cui mostro benignità agli altri? Quando mi rivolgo a Geova Dio in preghiera, gli chiedo di aiutarmi a sviluppare questa qualità che fa parte del frutto dello spirito?

Anche in questo caso, nella Parola di Dio troviamo diversi esempi di persone che avevano benignità e che la mostrarono con le loro azioni. Al riguardo Geova Dio è sicuramente il più grande esempio che abbiamo. Se andiamo in Genesi al capitolo 3, il versetto 7 racconta che Adamo ed Eva, dopo che ebbero mangiato il frutto, si accorsero di essere nudi. Quindi che cosa fecero? “Cucirono delle foglie di fico” per vestirsi. Ma se andiamo al versetto 21, cosa fece Geova prima di cacciarli fuori dal giardino di Eden dove avrebbero trovato spine e rovi? Il versetto dice che Geova fece “lunghe vesti di pelle, per vestirli”. Questa sì che è benignità, vera benignità. Dobbiamo fare in modo che questi esempi arrivino al nostro cuore, così che ci spingano a essere benigni verso chi ci sta intorno.

Un aspetto positivo della benignità è che le persone sono attratte da chi mostra questa qualità. Proverbi 11:17 dice che “l’uomo buono fa del bene a sé stesso”. Ci fa piacere stare con una persona che mostra questa qualità, non è vero? Per una persona del genere è facile stringere e mantenere buone amicizie.

Notate cosa viene detto qui nel libro Scuola di Ministero: “Chi è benigno e d’indole mite è anche gentile”. Una frase davvero interessante. Al capitolo “Qualità della voce” leggiamo queste parole: “Di solito le persone sono molto influenzate non solo da ciò che viene detto ma anche da come viene detto. Non è forse vero che si è molto più inclini ad ascoltare con interesse chi ha una voce piacevole, calda, amichevole e gentile?” Che ne pensate? È proprio così.

Anche l’edizione per lo studio della Torre di Guardia di novembre che abbiamo appena ricevuto è interessante. Contiene un bell’articolo intitolato “La benignità: una qualità che va mostrata con parole e azioni”.

Oggi abbiamo parlato della personalità cristiana. In particolare ci siamo soffermati su 2 qualità, l’umiltà e la benignità. È importante che permettiamo a Geova di modellarci e per fare questo lui si serve della Bibbia, la sua Parola, e del suo spirito santo. Abbiamo detto che Geova si serve anche della congregazione. Infatti a tutti noi vengono dati dei consigli. Li possiamo ricevere attraverso una parte dal podio oppure a livello individuale. In ogni caso mettiamoli in pratica. E se ci lasceremo modellare, potremo dire le parole riportate in Isaia 64:8: “Ma ora, o Geova, tu sei nostro Padre. Noi siamo l’argilla e tu sei il nostro Vasaio; siamo tutti opera delle tue mani”.

Vi è mai capitato di pensare che quello che state facendo non sia abbastanza? Come ha detto prima il fratello Herd, può succedere. La canzone di questo mese ci ricorda come possiamo proteggere la mente dai pensieri negativi.

♪ Che lotta c’è dentro di me per fare ciò che piace a te! ♪ ♪ Penso di non darti mai tutto quello che vorrei. ♪ ♪ Confido le mie ansietà a te che mi sai capire e so ♪ ♪ che, Geova, mi vuoi bene. ♪ ♪ Ascolto le tue parole: ♪ ♪ ‘Se proteggerai la mente potrai trovare la serenità ♪ ♪ e proverai più felicità in ciò che farai. ♪ ♪ La pace avrai’. ♪ ♪ A volte le difficoltà che affronto mi scoraggiano. ♪ ♪ Sono un macigno che pesa e non sopporto più. ♪ ♪ Ma sento che tu sei con me tutte le volte che parlo di te: ♪ ♪ la mia speranza cresce, mi sento sempre più forte. ♪ ♪ Io proteggerò la mente e potrò trovare la serenità, ♪ ♪ e proverò più felicità in ciò che farò. ♪ ♪ La pace avrò. ♪ ♪ La pace avrò. ♪ ♪ Non lascerò che dubbi e stress creino in me pensieri così. ♪ ♪ Da oggi in poi più stima avrò di me stessa e so che non mi lascerai, ♪ ♪ non mi lascerai mai. ♪ ♪ Io proteggerò la mente e potrò trovare la serenità, ♪ ♪ e proverò più felicità in ciò che farò. ♪ ♪ La pace avrò. ♪

Questa canzone è davvero incoraggiante per tutti noi. Anche se nel video era una sorella ad attraversare momenti scoraggianti, può capitare a tutti noi, uomini, coppie, ragazzi e persone anziane. Nel programma di questo mese abbiamo visto come Geova ci insegna attraverso l’esempio di altri. L’esempio di Filippo ci ha incoraggiato a predicare con zelo. Abbiamo imparato come Geova ci aiuta a evitare scelte sbagliate e delusioni, e come ha usato i fratelli per aiutare Eugene e Odile in momenti davvero difficili. E il video musicale ci ha ricordato che proteggere la nostra mente ci aiuta a concentrarci sulle cose belle che ci dà Geova.

Ma c’è ancora dell’altro. Prima di salutarci, andiamo a trovare i nostri fratelli e le nostre sorelle che vivono in Lituania. La Lituania è un piccolo paese situato sulla costa orientale del Mar Baltico. È caratterizzata da bellissimi paesaggi costieri, foreste, fiumi e migliaia di laghi. Ci sono tantissimi castelli sparsi in tutto il paese. Da secoli, il Mar Baltico ha portato alla luce frammenti di resina fossile nota come ambra, che gli artigiani lituani usano per produrre bellissimi gioielli. La buona notizia viene predicata da circa 3.000 proclamatori, che conducono più di 1.800 studi biblici ogni mese. I nostri fratelli predicano in molti modi. Amano predicare di casa in casa nelle città e nei paesini, e sono anche impegnati nella testimonianza pubblica in tutto il paese. Il porto più grande della Lituania si trova a Klaipėda. Molte navi da crociera fanno tappa qui portando turisti da tutto il mondo. Nel centro i fratelli hanno allestito una sorta di edicola dove si possono prendere pubblicazioni in varie lingue e guardare i video di jw.org. Anche la testimonianza informale è un modo efficace per predicare alle persone lungo le coste del Mar Baltico, nella località turistica di Birštonas e nella città di Kaunas. La penisola curlandese è una rigogliosa striscia di terra lunga quasi 100 km che divide il Mar Baltico dalla laguna dei Curi. Queste spiagge sono la meta di tanti turisti e i testimoni di Geova sono lì ad accoglierli. I nostri fratelli amano trovarsi per stare in compagnia, guardano insieme i programmi mensili di JW Broadcasting e sono molto ospitali. Tra i piatti tipici della Lituania ci sono gli šašlyk, che sono spiedini di carne grigliata, e il boršč, una zuppa fredda di barbabietole e panna acida servita con patate lesse. I fratelli e le sorelle della Lituania ci salutano con affetto e mandano un forte abbraccio a tutti noi.

Grazie Chris, è stato un programma proprio incoraggiante. Ci teniamo a dirvi che vi vogliamo molto bene, cari fratelli. Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting.


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