2020-10 JW Broadcasting

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Benvenuti, fratelli e sorelle. Ecco un’anteprima del programma di questo mese. Vedremo in quali modi la preghiera può aiutarci a resistere alle tentazioni. Il fratello Narciso ci racconterà come, grazie alla preghiera, è riuscito a smettere di fare cose che erano in contrasto con i principi biblici. L’anno scorso milioni di fratelli sono stati felicissimi di ricevere l’edizione riveduta della Traduzione del Nuovo Mondo in spagnolo. Vedremo il lavoro che è stato fatto per realizzare questa traduzione. Una delle più belle caratteristiche di Geova è che è pronto a perdonare. Nel nostro nuovo video musicale vedremo come anche noi, grazie all’aiuto di Geova, possiamo perdonare gli altri. Questo è JW Broadcasting. Il tema su cui ci soffermeremo questo mese è “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”. Queste parole di Gesù sono riportate in Matteo 26:41. Rifletteremo su questo versetto e risponderemo a 3 domande importanti.

Iniziamo leggendo insieme questo versetto, Matteo 26:41: “Vigilate e pregate di continuo per non cadere in tentazione. Certo, lo spirito è volenteroso [o “desideroso, come dice la nota in calce], ma la carne è debole”.

Gesù pronunciò le parole che abbiamo appena letto la sera prima di essere messo a morte. Di sicuro quella sarà stata la sera più difficile della sua vita. Nei versetti precedenti si dice che Gesù cominciò ad addolorarsi e a essere molto angosciato. Per noi è difficile anche solo immaginare lo stress e la pressione emotiva che dovette sopportare quella sera. Sapeva che Satana per farlo crollare avrebbe fatto qualsiasi cosa e sapeva anche che di lì a poco avrebbe subìto una morte lenta e dolorosa. Ma c’è qualcosa che faceva ancora più fatica a sopportare. Era consapevole del fatto che la falsa accusa per cui stava per essere condannato era quella di aver bestemmiato contro il santo nome di Geova, un crimine davvero ignobile. L’approfondimento a Matteo 26:39 nella Bibbia di studio dice:

"Senza dubbio Gesù soffriva all'idea che la sua condanna a morte per bestemmia e sedizione potesse recare disonore a Dio, e questo lo spinse a pregare che quel 'calice' si allontanasse da lui"

Nonostante tutta quella pressione, Gesù sarebbe riuscito a rimanere fedele sino alla morte? Era in gioco la vita di miliardi di persone. E, cosa ancora più importante, era in gioco la reputazione di suo Padre. In quella situazione così difficile, così angosciante, cosa fece Gesù? Pregò, non solo una, ma 3 volte. Notate come Luca descrisse quello che successe in Luca 22:44:

(Luca 22:44) Ma la sofferenza era tale che Gesù continuò a pregare ancor più intensamente; e il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano a terra.

Questo cosa ci insegna? Pensateci un attimo. Gesù conosceva bene Satana. Quando era in cielo Gesù aveva visto tutte le tentazioni che Satana usa con l’obiettivo di far cadere i servitori di Dio. Eppure Gesù non pensava che sarebbe stato facile per lui resistere a tutte le tentazioni di Satana. Questa è una lezione fondamentale per noi. Se il Figlio di Dio, che era perfetto, sentì il bisogno di pregare per ricevere aiuto e forza, quanto più dovremmo farlo noi. Ecco perché Gesù volle dare questo consiglio: “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”. Che consiglio prezioso. Ma cosa significa “cadere in tentazione”? Nella Torre di Guardia inglese del ’51 leggiamo: “Ma noi stessi sotto l’influenza di Satana produciamo la tentazione pensando come sarebbe bello fare o avere qualche cosa contraria alla volontà di Dio, e non scacciando quindi il desiderio creato da tale illecito pensare, ma accarezzandolo sempre più. In questo modo siamo trascinati fuori [...] strada e indotti a ignorare il consiglio e avvertimento di Dio. Noi entriamo [o cadiamo] in tentazione”. Davanti a una tentazione pregare ci è di aiuto, perché ci permette di concentrarci su quello che Geova vuole che facciamo e ci permette di chiedergli la forza per non cadere in tentazione.

Vediamo la seconda domanda. Quali tentazioni dovette superare Gesù quando era sulla terra? Probabilmente pensiamo subito a quando, poco dopo il suo battesimo, Gesù fu tentato 3 volte dal Diavolo. Rivediamo insieme brevemente quelle 3 tentazioni. Nella prima Satana disse a Gesù di trasformare delle pietre in pane in un momento in cui Gesù era molto affamato. In pratica Satana fece leva sul desiderio di Gesù di mangiare. Comunque Gesù respinse immediatamente la tentazione di soddisfare quel suo desiderio in modo inappropriato. Nella seconda Satana disse a Gesù di buttarsi dal parapetto del tempio, ma Gesù rigettò anche quella tentazione. Perché? Perché sapeva che dare spettacolo in quel modo era un gesto orgoglioso che equivaleva a mettere alla prova Geova. E nell’ultima Satana mostrò a Gesù “tutti i regni del mondo e la loro gloria” e glieli offrì. Ma a quale prezzo? Satana voleva che in cambio Gesù gli facesse un atto di adorazione. Ricordate cosa rispose Gesù? Rifiutò con decisione e disse: “Va’ via, Satana!” Siete mai stati tentati in modo simile? Sicuramente direte: “Nessuno mi ha mai chiesto di trasformare delle pietre in pane o di saltare giù da un palazzo, e nessuno mi ha nemmeno mai proposto di governare tutte le nazioni del mondo”. Però non abbiamo detto allo stesso modo, in modo simile. Quindi siete mai stati tentati in modo simile? Immagino di sì. La maggioranza di noi si è trovata di fronte a tentazioni legate a desideri della carne, magari la tentazione di commettere immoralità sessuale o tentazioni che fanno leva sull’avidità o sull’eccessiva preoccupazione di avere cose materiali. Altre tentazioni mettono alla prova la nostra umiltà perché puntano sul nostro orgoglio o sul nostro desiderio di far colpo sugli altri. E chi di noi non è stato tentato dalle opportunità che offre il mondo di Satana per avere più soldi, potere o prestigio? Comunque, qualsiasi tentazione vi si dovesse presentare, ricordate le parole di Gesù: “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”. Ma quelle 3 furono le uniche tentazioni che Gesù dovette superare? No. Perché diciamo così? Notate cosa troviamo scritto in Luca 4:13:

(Luca 4:13) E avendo concluso le sue tentazioni, il Diavolo lo lasciò, in attesa di un’altra occasione propizia.

Quindi Satana tornò a tentare Gesù altre volte? Sicuramente. Lo capiamo da quello che viene detto in Ebrei 4:15, leggiamolo:

(Luca 4:13) E avendo concluso le sue tentazioni, il Diavolo lo lasciò, in attesa di un’altra occasione propizia.

Quali potrebbero essere state altre occasioni propizie in cui Satana scelse di tentare Gesù? Riflettiamo su alcuni episodi narrati nella Bibbia. Il primo risale al 32 E.V., cioè circa 2 anni e mezzo dopo quelle prime 3 tentazioni. Prendete insieme a me Giovanni 6:15:

(Giovanni 6:15) Gesù allora, sapendo che stavano venendo a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte da solo.

Questa sembra simile a una delle tentazioni che abbiamo visto prima. Ma stavolta il contesto è diverso. Non c’è Satana che offre direttamente i regni a Gesù. E non gli chiede nemmeno di fargli un atto di adorazione. Sono quelli che seguono Gesù a volere che lui diventi re. La tentazione gli arriva attraverso una richiesta del popolo. Come reagì Gesù? Quando vide come si stavano mettendo le cose si allontanò da loro e si ritirò su una montagna da solo. È interessante cosa fece una volta arrivato lì. Lo scopriamo da un dettaglio riportato nel racconto parallelo del Vangelo di Matteo. Leggiamolo insieme, Matteo 14:23:

(Matteo 14:23) Congedata la folla, salì tutto solo su un monte a pregare. Venuta la sera, lui era lì da solo.

Quindi Gesù andò lì non solo per allontanarsi dalla folla, ma per pregare.

Vediamo la terza domanda. Cosa possiamo imparare dall'esempio di Gesù? Che anche se in passato abbiamo già superato una prova o abbiamo resistito a una tentazione non dovremmo sorprenderci se una tentazione simile dovesse ripresentarsi, magari in un contesto diverso e probabilmente nel momento più adatto. Adatto per chi? Per Satana, non per noi. Riflettiamo su un altro episodio, quello in cui Gesù e i suoi apostoli si trovano nei pressi del monte Ermon, vicino a Cesarea di Filippo. Gli apostoli hanno appena affermato che Gesù è il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente. Così Gesù approfitta dell’occasione per insegnare qualcos’altro. Notate quello che viene riportato nel Vangelo di Matteo 16:21:

(Matteo 16:21) Da quel momento Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, soffrire molto da parte degli anziani, dei capi sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e il terzo giorno essere risuscitato.

Come reagirono gli apostoli quando sentirono queste parole? Proseguiamo con il versetto 22:

(Matteo 16:22) Allora Pietro lo prese in disparte e cominciò a rimproverarlo, dicendo: “Sii buono con te stesso, Signore; questo non ti succederà mai”.

Anche se queste parole venivano da un caro amico, Gesù si rese subito conto che queste rispecchiavano il volere di Satana, non di Geova. E quindi con fermezza rispose: “Va’ dietro a me, Satana! Tu sei per me una pietra d’inciampo, perché i tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini”. Anche se in questo racconto non viene detto specificamente che Gesù abbia pregato, noi sappiamo che Gesù pregava in ogni occasione. Ce lo conferma l’apostolo Paolo in Ebrei 5:7:

(Ebrei 5:7) Durante la sua vita terrena Cristo, con forti grida e lacrime, offrì suppliche e richieste a colui che poteva salvarlo dalla morte, e fu ascoltato per il suo timore di Dio.

Senza dubbio quelle preghiere aiutarono Gesù a concentrarsi sul motivo per cui venne sulla terra. Averlo chiaro in mente aiutò Gesù a capire che se avesse seguito il consiglio di Pietro avrebbe solo fatto la volontà del Tentatore, Satana. Questo ci insegna qualcosa. Ci dimostra che le tentazioni non sempre arrivano dalle persone che si oppongono a Geova. Anche qualcuno che conosciamo bene potrebbe senza volerlo suggerirci di fare qualcosa che piace a Satana, come successe nel caso di Pietro. Forse il datore di lavoro, un collega, un compagno di scuola, un amico, un parente, un genitore, il coniuge o un compagno di fede. Vediamo un altro episodio in cui Satana tornò da Gesù per tentarlo. Questa volta si servì di qualcun altro, i capi religiosi. Attaccarono verbalmente Gesù, distorcendo le Scritture e lanciando accuse ridicole e infondate su di lui. Ma Gesù capì cosa cercavano di fare e senza mezzi termini disse: “Voi avete il Diavolo per padre”. Non dovrebbe sorprenderci se apostati o altri oppositori usano tattiche simili anche oggi. Proprio come Gesù fu accusato di bestemmia e sedizione, anche i servitori di Dio sono stati definiti estremisti e sono stati accusati falsamente di qualsiasi cosa. Come Gesù, non dimentichiamo mai chi c’è dietro questi attacchi, il Tentatore più grande, Satana. Cosa ci aiuterà a resistere alla tentazione di arrenderci per lo scoraggiamento? Come possiamo sopportare tutti questi tipi di attacchi contro di noi? È l’apostolo Paolo a dirci come fare. In Efesini 6:11 leggiamo:

(Efesini 6:11) Indossate la completa armatura di Dio per poter rimanere saldi contro le insidie del Diavolo,

Dopo essersi soffermato sull’importanza di indossare l’armatura spirituale, Paolo al versetto 18 prosegue dicendo che dovremmo pregare “in ogni occasione” e che dovremmo farlo “mediante lo spirito con ogni forma di preghiera e supplica”. Cosa abbiamo imparato da questi episodi della vita di Gesù? A quanto pare Satana non cercò più di tentare Gesù in modo diretto, ma provò comunque a tentarlo. Tornò alla carica attraverso altre persone. Le usò per dare a Gesù consigli sbagliati, per ostacolarlo e metterlo in ridicolo e anche per cercare di farlo diventare re. Forse siete riusciti a resistere a una tentazione di Satana in passato, ma ricordatevi, lui non si arrende solo perché non è riuscito a farvi cadere quella volta. Quando penserà che sia il momento migliore, cercherà di farvi cadere con una tentazione completamente diversa, o con la stessa tentazione però mascherata diversamente. Allora qual è il segreto per riuscire a non cadere in tentazione? Non dimenticare mai di seguire il consiglio che ci diede Gesù, è fondamentale: “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”. Finora abbiamo parlato di come potremmo cedere alla tentazione di fare qualcosa di sbagliato. Però potremmo anche essere tentati di non fare ciò che è giusto. Per esempio, anche se sappiamo che dovremmo perdonare una persona che ha fatto qualcosa che ci ha ferito, magari potremmo cedere alla tentazione di evitare quella persona e non perdonarla, nonostante ci siano valide ragioni per farlo. Cosa può aiutarci in una situazione come questa? Come abbiamo detto, pregare per avere l’aiuto di Geova. Questo è proprio l’argomento del video musicale di questo mese. Ci farà riflettere su una situazione dolorosa che si è creata tra una madre e sua figlia. Vedremo il ruolo fondamentale che ha la preghiera nel provare a superare un problema che sembra insormontabile.

♪ C’è un peso in me che non se ne va... ♪ ♪ Non riesco a perdonare, ma ♪ ♪ vorrei non sentirmi così. ♪ ♪ Capisco che dovrei farlo, ma ♪ ♪ in fondo non è stata colpa mia. ♪ ♪ Non è, non è facile per me. ♪ ♪ In questo momento soltanto tu puoi darmi quella forza che io non ho. ♪ ♪ Se guardo dentro me, io so che sola, no, ♪ ♪ non riuscirei, per questo, ti prego, ♪ ♪ aiutami, Geova! Fa’ che io perdoni, ♪ ♪ così t’imiterò. ♪ ♪ Se perdonerò, tu perdonerai anche me. ♪ ♪ Aiutami, Geova! Vorrei perdonare ♪ ♪ come fai tu. ♪ ♪ Ci proverò, dimenticherò. ♪ ♪ Se il cuore mi ingannerà ♪ ♪ so che ascoltarlo non dovrò. ♪ ♪ Non voglio più rancore in me; ♪ ♪ decido di non pensarci mai più, ♪ ♪ così io pace proverò. ♪ ♪ In questo momento soltanto tu puoi darmi quella forza che io non ho. ♪ ♪ Se guardo dentro me, io so che sola, no, ♪ ♪ non riuscirei, per questo, ti prego, ♪ ♪ aiutami, Geova! Fa’ che io perdoni, ♪ ♪ così t’imiterò. ♪ ♪ Se perdonerò, tu perdonerai anche me. ♪ ♪ Aiutami, Geova! Vorrei perdonare, ♪ ♪ perdonare ♪ ♪ come fai tu, ♪ ♪ perdonare ♪ ♪ come fai tu. ♪

Sono certo che questo video vi ha emozionato. Davvero una situazione difficile! E ovviamente problemi come questi non si risolvono da un giorno all’altro. Alcune ferite hanno bisogno di tempo per guarire, ma è possibile avviare questo processo di guarigione provando a perdonare. Ma non possiamo farcela da soli. Ricordate le belle parole che abbiamo ascoltato? Possiamo pregare: “Ti prego, aiutami Geova. Fa’ che io perdoni”. Nel prossimo video vedremo un altro modo in cui la preghiera ci può aiutare. Narciso Garcia si è impegnato molto per cambiare e vivere in armonia con i principi biblici, ma non è stato facile. Notate come ha affrontato tentazioni simili a quelle che affrontò Gesù.

Ho versato sudore e sangue per le arti marziali, mi ci dedicavo anima e corpo. E quando ho partecipato a un importante torneo, l’ho vinto. Da quel momento la mia vita è cambiata. Sono diventato la guardia del corpo di un noto politico e insegnavo arti marziali ad alcuni personaggi famosi. I miei allievi e il mio capo e la sua famiglia diventarono una parte importante della mia vita. Ma sentivo che mi mancava ancora qualcosa. Un giorno passarono i Testimoni di Geova e mi diedero un volantino; spiegava che il nome di Dio è Geova. Fui sorpreso e anche molto contento di scoprire qual è il nome di Dio. E pensai: “Forse questo è proprio quello che sto cercando”. Così accettai di studiare la Bibbia. Grazie a questo studio mi resi conto che dovevo tutto a Dio. Quando andai per la prima volta a un’adunanza, notai che i Testimoni di Geova erano persone umili e gentili. Si interessavano sinceramente di me. Alcuni iniziarono a prendermi in giro. Avrei voluto picchiarli, e oltretutto sapevo molto bene che ne ero capace. Mi vergognavo perché non facevo niente per difendere il nome di Geova. Poi una mattina prima di andare all’adunanza, per la prima volta pregai Geova, gli chiesi di darmi coraggio. Non potevo proprio farcela da solo. Mi serviva il suo aiuto, solo così ci sarei riuscito. Dopo quella preghiera, sentii che Geova mi aveva davvero rafforzato. E grazie a lui, fui in grado di dire umilmente a quelle persone che stavo andando in Sala del Regno. Da quella volta ho sempre pregato Geova quando dovevo prendere delle decisioni. Dovevo smettere di praticare le arti marziali. Dovevo anche lasciare il mio lavoro come guardia del corpo e smettere di portare la pistola. Fare quello che Geova vuole non è stato sempre facile, ma lui mi ha dato il coraggio di cui avevo bisogno. Il mio capo mi chiese di andarlo a trovare. Mi offrì un’auto nuova e il doppio dello stipendio. La sua offerta era molto allettante. Andai in bagno e pregai intensamente Geova. Gli chiesi ancora una volta di darmi coraggio. Gli dissi: “Geova, ti prego, aiutami. Io non posso farcela da solo”. Alla fine ho preso la mia decisione, io ho scelto Geova. Geova per me è più importante di qualsiasi cosa il mondo possa offrire. Così ho detto al mio capo: “Mi dispiace, ma non posso proprio accettare questa offerta”, e me ne sono andato. Mi sono sentito come se mi fosse morto un familiare. Alla fine mi sono battezzato. Ho capito che non è importante quello che la gente pensa di me. Quello che conta davvero è come mi vede Geova. Sono molto contento di poter servire Geova insieme ai fratelli, provo una grande gioia. E adesso ho un privilegio straordinario, sono diventato pioniere regolare. Questa è proprio la vita che volevo.

Quali tentazioni ha affrontato Narciso? Quando i suoi vicini l’hanno preso in giro perché andava alla Sala del Regno, è stato tentato di usare le mani e di difendersi con le arti marziali. Essere preso in giro ha messo alla prova la sua umiltà, ma grazie alla preghiera Narciso è riuscito a parlare ai suoi vicini in modo fermo ma con calma. Poi il suo capo l’ha tentato offrendogli una nuova auto e un aumento. E lui cosa ha fatto? È andato immediatamente in un posto in cui poteva stare tranquillo e ha pregato intensamente. Geova gli ha dato il coraggio di prendere la decisione giusta. Quando ci troviamo di fronte a tentazioni simili, possiamo essere sicuri che, se preghiamo, Geova ci aiuterà a capire qual è la cosa migliore da fare. Un modo in cui Geova risponde alle preghiere è aiutandoci a riflettere sulla sua Parola. Nella Bibbia troviamo bellissimi esempi di servitori di Geova del passato che hanno superato qualsiasi tipo di difficoltà. Il prossimo video ci racconterà cosa possiamo imparare dall’esempio dell’apostolo Pietro.

Dopo aver lavorato in un territorio non assegnato, avevo deciso di fare la domanda di pioniere regolare. Solo che al lavoro le cose stavano andando davvero bene. Era quello il momento giusto per fare un cambiamento così grosso?

Nella mia congregazione si aprirà un gruppo di un’altra lingua. Ma figurati se ci vado in quel gruppo. Ti rendi conto di quanto è diversa quella cultura? Forse non fa per me. In effetti la loro lingua e la loro cultura sono molto diverse dalla mia. E tu cosa ne pensi?

Ora che il nostro figlio più piccolo è andato a servire da un’altra parte... ...forse anche noi potremmo andare a servire dove c’è più bisogno, come quando non avevamo ancora i figli. Ma non siamo più quella coppia piena di energie. Forse sarebbe troppo per noi.

Ho parlato dei dubbi che avevo sul servizio di pioniere con un fratello che fa il pioniere da tanto tempo. E lui mi ha ricordato l’esempio dell’apostolo Pietro. Era un pescatore, ma Gesù sapeva che sarebbe potuto essere molto di più. Pietro non aveva pescato niente tutta la notte, ma ora che Gesù era lì con lui, le cose sarebbero cambiate. Pietro però era spaventato.

Simone, smetti di aver timore. D’ora in poi prenderai uomini vivi.

Il ministero sarebbe diventato la cosa più importante della sua vita.

L’apostolo Pietro visse una situazione simile alla mia ad Antiochia di Siria. All’inizio stava tranquillamente in compagnia dei cristiani non ebrei. Ma poi arrivarono alcuni della congregazione di Gerusalemme, e per paura di quello che potevano pensare smise di stare con i non ebrei. Geova usò l’apostolo Paolo per aiutare Pietro a superare il timore degli uomini. Così ho chiesto a Geova di aiutarmi ad allargarmi, ad aprire il mio cuore.

Abbiamo chiesto consiglio a chi ha più esperienza di noi e loro ci hanno parlato di Pietro. Lui e sua moglie dovevano avere la nostra età quando andarono a servire a Babilonia. Forse avevano le nostre stesse preoccupazioni: “Riusciremo ad affrontare il viaggio... ...ad adattarci ad un posto nuovo?” Ma confidarono in Geova. Sapevano che li avrebbe aiutati. Anche noi vogliamo confidare in Geova.

Se vinciamo i nostri dubbi...

...e apriamo il nostro cuore...

...potremo sconfiggere la paura...

...e vedere come Geova ci può sorprendere con le sue benedizioni.

Pietro era come noi. Amava Geova, amava i fratelli e aveva dubbi e paure che a volte lo trattenevano dal fare ciò che è giusto. Ma per superare le sue paure confidava in Geova e noi possiamo fare lo stesso. Quando preghiamo, non dovremmo limitarci a chiedere aiuto a Geova solamente per i nostri problemi e i nostri bisogni. Possiamo anche chiedere a Geova di aiutare gli altri. Ce ne darà un bellissimo esempio il prossimo video.

Prego per i miei fratelli e le mie sorelle ogni giorno, perché sono assolutamente certo che Geova ascolta le preghiere. Da quando io e la mia famiglia ci siamo battezzati, siamo sempre stati molto impegnati nel servizio a Geova. La nostra vita era molto intensa e soddisfacente. Mi piaceva tanto predicare. Amavo studiare la Bibbia con le persone e parlare della verità. Per un po’ di tempo, sono stato l’unico a servire come anziano nella congregazione. Facevo visite pastorali, ma non avevo il tempo per visitare tutti i fratelli. E allora presi l’abitudine di pregare per loro molte volte nell’arco della giornata. Li menzionavo uno a uno per nome. Volevo che Geova proteggesse le sue preziose pecore dagli attacchi di Satana. Qualche tempo dopo, mia moglie si ammalò gravemente. Rimase per un periodo in ospedale, e poi decisi di curarla a casa. E così dovetti interrompere il servizio di pioniere. Mia moglie Kuniko servì Geova fedelmente fino alla sua morte. Dopo un po’ di tempo, inizia ad avere problemi di salute anch’io. Una mattina in particolare, stavo molto male e non riuscivo a muovermi. Sono contento di essere ancora vivo, ma purtroppo da allora sono su una sedia a rotelle. Non riesco più ad andare in servizio sulle mie gambe o occuparmi della congregazione come una volta. Ho bisogno di aiuto per cambiarmi, per fare la doccia. Mi sento molto depresso quando ripenso al passato, a quando potevo muovermi liberamente. Ma Geova è un Dio che non dimentica mai l’amore che abbiamo dimostrato nei suoi confronti. È felice quando facciamo del nostro meglio a prescindere dalle circostanze. Ci sono molte cose che non riesco più a fare, ma posso ancora pregare. Quando prego, menziono per nome tutti i fratelli della mia congregazione e tutti gli altri miei amici. Mi sono fatto una lista con i loro nomi, così da non dimenticarne neanche uno. Sul sito jw.org ho letto dei fratelli in Russia che sono stati arrestati e della situazione in Eritrea. E così includo anche loro nelle mie preghiere. E poi anche il Corpo Direttivo, gli assistenti e i fratelli nel servizio a tempo pieno hanno bisogno del sostegno di Geova. Non ci sono dubbi che Geova ascolta le preghiere. Quando ero l’unico anziano della congregazione, quando mia moglie era a letto malata, lui ha sempre ascoltato le mie preghiere, quindi sono assolutamente certo che le mie preghiere aiuteranno i miei fratelli e le mie sorelle. Adesso faccio quello che posso nel ministero. Per esempio, parlo a chi mi viene a dare assistenza. A volte dico ai fratelli che non vedo da tanto tempo che continuo a pregare per loro e loro spesso mi dicono che questo li aiuta davvero tanto. Alcuni si commuovono dalla gratitudine, e in quei momenti mi sento tanto felice anch’io. Anche se fisicamente mi sento ogni giorno più debole, le mie preghiere sono sempre più sentite, più profonde. La preghiera è un dono prezioso che ci ha fatto Geova, un dono che voglio tenermi stretto finché vivrò.

Takeshi avrebbe potuto concentrarsi su quello che non poteva fare. E invece ha scelto di concentrarsi sui fratelli e sulle sorelle. Prega per loro ogni giorno. E non prega in modo generico, scrive un elenco in modo da non dimenticarsi nessuno. E va sul nostro sito per cercare di capire chi sono i fratelli nel bisogno. Perché fa tutto questo? Takeshi ha detto: “Sono assolutamente certo che Geova ascolta le preghiere”. Sia che stiamo facendo i conti con la vecchiaia, una malattia o con la persecuzione e disordini civili, abbiamo tutti un nemico comune, cioè Satana il Diavolo. In che modo ci aiuta Geova in questa lotta spirituale? Il fratello Harold Corkern ce lo spiega in questa adorazione mattutina alla Betel.

La scrittura del giorno di oggi sottolinea il fatto che siamo in guerra contro Satana. La guerra è definita una “condizione di ostilità accompagnata da azioni volte a conquistare o distruggere coloro che sono considerati il nemico”. E il contesto della scrittura di oggi in 1 Pietro 5:8 parla del tipo di nemico che dobbiamo combattere. Si tratta di un leone ruggente che cerca di divorare qualcuno. E questa espressione, ruggente, indica il grido rabbioso di una bestia feroce, affamata. Perciò siamo di fronte a un vero nemico. Ecco perché le parole di Gesù sono così significative per noi oggi, quando pronunciò la preghiera modello. In Matteo 6:13 disse: “Non farci cadere in tentazione, ma liberaci [o come dice la nota in calce, “salvaci”] dal Malvagio [dal Malvagio]”. Altre versioni della Bibbia, invece di parlare di malvagio, parlano genericamente di male. Per esempio, alcune traduzioni della Bibbia usano l’espressione “liberaci dal male” o altre sullo stesso tono dicono “proteggici dal male”. Ma in effetti questo non trasmette l’autentica ferocia di un nemico reale, vero? È molto più generico. Pertanto Gesù sapeva bene che il Diavolo è una persona reale ed è un nemico reale. E il Diavolo non prova nessun rimorso, si accanisce, non ha pietà. Quando vede qualcuno con un punto debole, lui con le sue trappole e le sue esche cerca di indurlo a disubbidire a Geova. E poi quella persona è travolta dai sensi di colpa. Dopodiché, come un nemico spietato, il Diavolo arriva, piomba su di lui e lo fa sentire ancora peggio, perché ha ceduto al peccato. Quindi come facciamo ad affrontare un nemico così potente? Beh, in guerra ci sono dei soldati. Quindi usiamo, usiamo un’espressione che utilizzò l’apostolo Paolo per descrivere la nostra situazione. Apriamo la Bibbia, per favore, nel libro di 2 Timoteo. 2 Timoteo capitolo 2, leggeremo i versetti 3 e 4 e parleremo per un po’ del fatto di essere un soldato. 2 Timoteo 2:3 dice: “Quale eccellente soldato di Cristo Gesù, accetta la tua parte di sofferenze. Nessuno che presta servizio come soldato si immischia negli affari commerciali della vita, se vuole guadagnarsi l’approvazione di chi lo ha arruolato [come soldato]”. Diventiamo soldati di Cristo Gesù nel momento in cui accettiamo le disposizioni di Geova per la salvezza attraverso Cristo e dedichiamo la nostra vita a lui senza nessuna riserva, per tutta la nostra vita. Diventiamo soldati. E in qualità di soldati, sappiamo che non sarà facile. Ci saranno difficoltà e prove da superare. Eppure un buon soldato sa che il suo principale obiettivo è restare leale ai suoi ufficiali in comando e a chi gli dà istruzioni. In modo simile, anche noi sappiamo che non sarà facile, non è facile, ma abbiamo scelto noi di diventare soldati di Cristo. Ora un soldato, come quello leale descritto qui in Timoteo, è molto diverso da un mercenario. Un mercenario è uno che si fa pagare per andare a combattere, ma in realtà non prova la minima devozione per la causa. È un uomo stipendiato e lo fa soltanto per la ricompensa o per qualcos’altro che potrebbe ricevere in cambio. Ma noi non siamo mercenari. Siamo persone di santa devozione, totalmente devoti a Geova e leali a Cristo. Così possiamo essere ottimi soldati, leali e sinceri. Un’altra caratteristica tipica dei soldati è che si possono identificare dalla particolare uniforme che indossano o anche dall’equipaggiamento usato per la battaglia. Questo aiuta a rendersi conto di chi è il nemico o chi è l’amico nel mezzo della battaglia. È grazie all’aspetto dei soldati che questo è possibile. Beh, oggi c’è una nettissima differenza tra i soldati di Satana e i soldati di Cristo, vero? Sono acerrimi nemici. Ma c’è anche un grande contrasto in termini di aspetto, atteggiamento, disposizione mentale, motivazioni e condotta. Ed ecco perché quando pensiamo a questo, pensiamo al grande contrasto che c’è tra le opere della carne descritte in Galati capitolo 5 e quello che viene definito il frutto dello spirito di Dio. Che grandissima differenza si può notare tra chi serve Dio e chi non lo serve! Ed ecco perché anche noi riflettiamo sul tipo di armatura che indossiamo. Efesini capitolo 6 ci dice: “Indossate la completa armatura di Dio”. Quindi la nostra stessa armatura viene da Dio. Noi non usiamo le tattiche o i metodi del Diavolo, ci facciamo identificare chiaramente come soldati di Cristo. E vedete, in questo caso non ci può essere una zona grigia, o siamo da una parte o siamo dall’altra, giusto? Per esempio, supponiamo che siete soldati e che siete di guardia. È sera ormai, e da lontano vedete avvicinarsi qualcuno e gridate: “Altolà! Chi sei, amico o nemico?” E lui risponde: “Sono tutt’e due”. Si tratta di un nemico. Non si può stare da tutt’e due le parti. Qual è un altro modo in cui ci si dimostra buoni soldati in questa battaglia? Bene, apriamo la Bibbia in Filippesi capitolo 1. Filippesi capitolo 1. Qui vediamo il concetto di essere uniti e di lavorare affiatati insieme in pace perché, sapete, un esercito deve essere compatto. Filippesi 1:27, 28 dice: “Solo comportatevi in modo degno della buona notizia del Cristo, affinché, sia che io venga e vi veda sia che rimanga lontano, io senta dire di voi che rimanete saldi in un solo spirito, con una sola anima [o come dice la nota in calce, notate qui cosa dice, “unanimi”], combattendo fianco a fianco per la fede della buona notizia senza lasciarvi spaventare dai vostri avversari. Proprio questo [questo] per loro è segno evidente di distruzione, ma per voi di salvezza. E ciò viene da Dio”. Beh, qui abbiamo questa questione dell’unità, spalla a spalla, fianco a fianco. Eppure una delle tattiche preferite del Diavolo è quella di dividerci, di fare in modo che ci separiamo e che litighiamo tra di noi. Far combattere il nemico contro sé stesso è una strategia molto efficace. Anche Geova se ne servì, vi ricordate? Contro i suoi nemici. In 2 Cronache 20:20-23 ci fu l’attacco, ci fu l’attacco di Ammon, di Moab e della regione montuosa di Seir contro Giuda. Cosa fece Geova? Li mise in confusione. Cominciarono a colpirsi a vicenda, si misero a distruggersi tra di loro. E il Diavolo in maniera molto sinistra usa la stessa tattica anche adesso. Beh, se riesce a non farci andare più d’accordo tra di noi, a metterci uno contro l’altro, questo è davvero molto efficace. A questo riguardo, ci ricordiamo quello che dice Efesini 4:26, 27 a proposito dell’andare d’accordo: “Adiratevi ma non peccate; il sole non tramonti mentre siete ancora in collera, e non lasciate spazio al Diavolo”. Quindi quando il Diavolo vede un po’ di dissenso e disunione, lui ne approfitta e peggiora le cose. Per cui dobbiamo ricordare chi sono i nostri veri nemici. È vero, a volte i nostri fratelli possono deluderci, possono farci arrabbiare, possono ferirci per il fatto che sono imperfetti, ma loro non sono il nemico. Il Diavolo e i suoi spregevoli alleati, loro sono il nemico. Per cui non mettiamoci a combattere contro la persona sbagliata. Teniamo sempre presente che i nostri fratelli sono dalla nostra parte. E a proposito di questo, abbiamo appena letto nella scrittura di Filippesi che si parlava dell’aver paura. Vi ricordate cosa Geova disse ai soldati dell’esercito di Israele di fare se avevano paura? Deuteronomio 20:8 dice: “Gli ufficiali dovranno anche chiedere al popolo: ‘C’è qualcuno che ha paura e manca di coraggio? Torni a casa; altrimenti per colpa sua anche i suoi fratelli potrebbero perdersi d’animo’”. Ebbene, quello che facciamo e diciamo influisce sugli altri. Immaginate di essere nell’esercito di Giosuè. Vi preparate per la battaglia. Alla vostra sinistra c’è un soldato. E mentre state per andare in battaglia vi dice: “Stavolta ci lasciamo le penne. Vedrai che non ce la facciamo. Puoi dire addio alla tua famiglia, va a finire male”. O potrebbe dire: “Non lo so se Giosuè ha il sostegno di Geova come ce l’aveva Mosè”. In entrambi i casi sarebbe stata la fine. E chi la pensava così doveva andarsene a casa perché avrebbe influenzato i suoi compagni. Come siamo grati invece di avere tanti fratelli positivi e coraggiosi che confidano in Geova, sia esempi del passato tratti dalle Scritture che esempi di oggi, come i nostri fratelli della Russia. Ebbene, come soldati impegnati in questa battaglia, non ignoriamo gli stratagemmi di Satana. Eppure lui ci studia molto attentamente e conosce bene i nostri punti deboli. La Torre di Guardia del 1° settembre 1988 conteneva un articolo intitolato “State fermi contro le macchinazioni di Satana” e faceva notare che il Diavolo conosce bene i nostri punti deboli. E noi li conosciamo? Se non riusciamo a riconoscerli e a correggerli, in certi momenti saremo completamente indifesi. Ma ci vuole onestà e umiltà, vero? E anche il desiderio sincero di cambiare quello che non va bene, altrimenti saremo vittime inermi. Quindi dovremmo chiederci: “Quali sono i miei punti deboli? Io li conosco bene? Sto cercando di correggerli?” Così, con l’aiuto di Geova possiamo uscire vittoriosi da questa battaglia. 1 Pietro 5:10 dice che Geova completerà il nostro addestramento. Ci renderà saldi, ci renderà forti. Perciò con l’aiuto di Geova possiamo avere successo. Pertanto continuiamo a sforzarci di essere ottimi soldati di Cristo, confidando in Geova. E sconfiggeremo il nostro nemico, il Diavolo.

Come ha detto il fratello Corkern, Satana non ha nessuna pietà. Farà tutto il possibile per farci peccare contro Geova. L’anno scorso è stata presentata l’edizione riveduta della Traduzione del Nuovo Mondo in spagnolo. È stata un’emozione grandissima per milioni di fratelli e sorelle. Dato che lo spagnolo è la lingua più parlata tra i Testimoni di Geova, questa traduzione ha richiesto uno sforzo speciale. Ce ne parlerà il prossimo video.

Non appena il Corpo Direttivo ha presentato l’edizione riveduta in lingua inglese della Traduzione del Nuovo Mondo, è stato deciso di iniziare la revisione dell’edizione in lingua spagnola. Doveva essere una traduzione moderna e facile da capire per chiunque parlasse spagnolo. Lo spagnolo è la madrelingua di circa 480 milioni di persone ed è anche la lingua più diffusa tra i Testimoni di Geova. Questo progetto di traduzione rappresentava una grande sfida e alla fine ci sono voluti 4 anni e mezzo per completarlo. Perché è stato necessario così tanto tempo? Al di là di tutti gli aspetti legati alla traduzione in sé stessa, a complicare le cose c’era il fatto che lo spagnolo è parlato in tanti paesi con culture diverse. A motivo di questa diversità, a seconda del paese la stessa parola spagnola può significare cose diverse. Addirittura in alcune zone una parola potrebbe essere sconosciuta o magari risultare offensiva per qualcuno. Per superare queste difficoltà, i traduttori si sono avvalsi dell’aiuto di 100 lettori esterni di vari paesi che rivedevano il testo man mano che veniva tradotto. Questi lettori erano diversi per età, cultura e ambiente di provenienza. Ricevevano regolarmente i capitoli tradotti della Bibbia in formato elettronico e poi inserivano i loro suggerimenti. I team di traduzione esaminavano tutti i loro commenti e in alcuni casi facevano loro delle domande specifiche. Ciascun versetto è stato controllato da 130 persone. Ovviamente tutto questo ha richiesto del tempo. La revisione è stata completata nella primavera del 2019. A quel punto si è presentata un’altra sfida. Per soddisfare la richiesta del campo di lingua spagnola bisognava stampare milioni di Bibbie. Si trattava di una vera e propria impresa per le nostre tipografie negli Stati Uniti e in Giappone. Anche proseguendo giorno e notte la stampa avrebbe richiesto molto tempo. E, come si può immaginare, tutti volevano subito la Bibbia. Allora il Corpo Direttivo ha deciso di rendere disponibile al congresso internazionale a Madrid la Bibbia in formato digitale, mesi prima che tutte le Bibbie potessero essere stampate. Il momento clou del programma del venerdì mattina è arrivato quando il fratello Lösch ha presentato l’edizione riveduta della Bibbia. Ma c’era un’altra sorpresa in arrivo. Dato che al congresso quasi tutti i fratelli avevano con sé il telefono o il tablet hanno potuto scaricare subito la Bibbia. Com’è stato possibile? Sono stati distribuiti più di 500 dispositivi portatili Wi-Fi nelle 11 strutture del congresso collegate allo stadio di Madrid. Durante la pausa pranzo del venerdì praticamente tutti i presenti hanno potuto scaricare l’edizione riveduta della Traduzione del Nuovo Mondo in spagnolo. Più di 1.200 volontari sono stati formati per dare assistenza tecnica a chi ne aveva bisogno. Così i fratelli hanno cominciato a usare la nuova traduzione da subito, durante la sessione del pomeriggio. Abbiamo pianto e allo stesso tempo riso di gioia perché capivamo che quello era un regalo da parte di Geova, un regalo che ci stava facendo in quel momento. Ed eravamo felici anche perché lo aspettavamo da tanto tempo. La cosa che mi piace di più di questa edizione è che è molto facile da capire. A volte penso: “Ma c’era scritta la stessa cosa qui prima?” Sembra che mi arrivi al cuore molto più velocemente. Man mano che la usi ti rendi conto che in tanti punti la traduzione è stata migliorata e che lo schiavo fedele ha fatto enormi sforzi per rendere il testo più facile da capire. Senza dubbio questa edizione riveduta della Traduzione del Nuovo Mondo è un regalo meraviglioso per tutti i fratelli di lingua spagnola. La Parola di Dio è potente e questa edizione sarà uno strumento potente per aiutare molte persone a conoscere Geova.

Abbiamo sviluppato il tema: “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”. Facendo affidamento sulla preghiera, Narciso ha fatto grandi cambiamenti nella sua vita ed è riuscito a resistere a tentazioni che hanno messo alla prova la sua umiltà. L’esempio dell’apostolo Pietro ci ha mostrato come superare le nostre paure e mostrare più amore per Geova e i fratelli. Invece che farsi scoraggiare dalle sue difficoltà, Takeshi prova gioia nel pregare per i suoi fratelli e le sue sorelle ogni giorno. E la canzone ci ha ricordato che, se qualcuno che amiamo ci ha fatto soffrire, possiamo curare quelle ferite imparando a perdonare come fa Geova. Prima di concludere, andiamo a trovare i nostri fratelli e sorelle che vivono in Argentina, nella Terra del Fuoco, un complesso di isole che si trova nella parte più a sud del Sud America. Sull’isola principale svettano montagne innevate che sfiorano i 2.400 m di altezza. La durata della luce del sole varia moltissimo durante l’anno. Va da circa 17 ore in estate a più o meno 7 ore in inverno. Ma che ci sia il sole o no, ci possono essere vento, ghiaccio e neve in qualsiasi stagione dell’anno. A Ushuaia, sull’isola principale, ci sono 3 congregazioni. Per andare alle assemblee, i fratelli devono attraversare una catena montuosa, un viaggio di circa 200 km. A volte ghiaccio e neve rendono le strade impraticabili, ma nessuna condizione climatica trattiene i nostri fratelli e sorelle dal predicare. Durante l’inverno il sole resta così basso che in alcune parti di Ushuaia viene nascosto dalle montagne. Quando le giornate sono corte, i nostri fratelli si adattano e iniziano a predicare più tardi, per sfruttare al meglio la luce del giorno. I fratelli hanno organizzato una campagna di predicazione per raggiungere territori rurali e isole remote come l’Isola Navarino, che si trova al di là del canale di Beagle. Recentemente alcuni fratelli e sorelle hanno fatto uno sforzo speciale per imparare l’inglese e poter così predicare ai tanti turisti che visitano queste zone. Nelle 3 congregazioni di Ushuaia ci sono oltre 300 proclamatori e 47 pionieri regolari. In totale vengono condotti 286 studi biblici. I fratelli e le sorelle di Ushuaia ci salutano con tanto affetto. Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting.

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