2019-11 JW Broadcasting

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Benvenuti su JW Broadcasting. Qui con me oggi c’è il mio amico Izak Marais. Izak, ci diresti cosa vedremo nel programma di questo mese? Certo! Grazie, fratello Lösch. Questo mese parleremo dei tanti modi in cui Geova ci assicura che è con noi. Come mostrerà il video musicale, dal momento in cui facciamo il primo passo verso la dedicazione e il battesimo Geova si avvicina a noi. E ci è vicino anche nel ministero. In questo video vedremo come ha benedetto una campagna speciale di predicazione organizzata in Europa. Geova è con noi anche mentre affrontiamo le difficoltà della vita di tutti i giorni, come sanno bene la nostra sorella Reeta e i suoi figli. Non vediamo l’ora. Cominciamo subito. Questa è l’edizione di novembre 2019 di JW Broadcasting.

Milioni di persone hanno imparato molto dai nostri video basati sulla Bibbia tra cui la serie animata Diventa amico di Geova. Vi piace guardare i video di Lele e Sofia? Quando guardate questi cartoni animati forse vi chiedete: “Come fanno i fratelli del Corpo Direttivo a essere sicuri che il video sarà proprio come hanno in mente? E come possono vedere e sentire il cartone prima che questo venga creato?” Andiamo a vedere cosa succede dietro le quinte!

I cartoni animati, come quelli della serie Diventa amico di Geova, stanno aiutando i più giovani ad avvicinarsi al loro Padre celeste già da diversi anni. Guarda, mamma! Mi sto rallegrando nella speranza! Yeeeeeh! Ma sapevate che realizzare un video di qualche minuto può richiedere che un grande gruppo di volontari lavori per diverse settimane? Ci vogliono molto tempo e tante risorse per realizzare un cartone animato; perciò, per evitare sprechi e completare il lavoro in tempo, tutto dev’essere organizzato attentamente. Andiamo a vedere come questi fratelli e sorelle lavorano insieme usando gli strumenti di preproduzione per trasformare un’idea iniziale nel video finale. Il lavoro comincia molto tempo prima che gli artisti inizino a disegnare, e si svolge sotto la supervisione del Comitato dell’Insegnamento del Corpo Direttivo che decide l’argomento del video. I membri del team che si occupa dell’animazione si mettono al lavoro per sviluppare i personaggi e la trama, e collaborano con gli scrittori e i disegnatori dello storyboard per trasformare l’idea iniziale in una vera e propria storia. Una volta che il copione è pronto, tutto il team si riunisce per leggerlo ad alta voce. Questa è la prima volta che il team ascolta la lettura dell’intero copione. I dialoghi verranno ascoltati, per questo li leggiamo ad alta voce: in questo modo cogliamo aspetti che non avevamo notato nel testo scritto. Possiamo così migliorare la storia e renderla più chiara. Il team addetto alle ricerche controlla l’accuratezza del copione, che poi viene corretto, perfezionato e trasmesso al Comitato dell’Insegnamento per l’approvazione. Quando ha in mano il copione approvato, il regista lavora insieme a un disegnatore per convertire le parole in immagini, e il disegnatore realizza ogni scena dello storyboard. Questi bozzetti raffigurano ciò che comparirà in ogni fotogramma. Nel mondo dell’animazione letteralmente ogni cosa che si vede sullo schermo dev’essere progettata e creata. I personaggi, i mobili, gli arredi di scena e le ambientazioni sono tutti elementi creati da un disegnatore. Lo storyboard è di grande aiuto per capire cosa realizzare in modo che gli elementi creati non siano né troppi, né troppo pochi. Quando il regista approva lo storyboard, un disegnatore aggiunge più dettagli ai bozzetti. Vengono aggiunte anche le registrazioni di prova dei dialoghi, delle musiche e degli effetti sonori. Queste vengono usate dal regista e dal compositor per creare un animatic. L’animatic è una versione provvisoria dell’intero video. L’animatic è molto importante, perché permette al regista e soprattutto ai fratelli del Comitato dell’Insegnamento di guardare il video prima che venga effettivamente realizzato. Così possono esaminarlo e suggerirci dei cambiamenti. Una volta ultimato, l’animatic viene analizzato dal Comitato dell’Insegnamento. Seguendo le istruzioni del Comitato, il team si accerta che gli insegnamenti principali siano espressi in modo chiaro e che la versione finale del video sia in linea con l’obiettivo e lo spirito dell’idea iniziale. A questo punto, partendo dalla versione definitiva dell’animatic, si inizia a produrre il video vero e proprio. Ogni aspetto della produzione di un cartone animato può richiedere molto tempo. Un animatore che lavora a tempo pieno qui alla Betel può riuscire a realizzare dai 4 ai 6 secondi di animazione in una settimana, e questo senza tener conto di altre fasi di lavorazione molto importanti che sono necessarie per trasformare i disegni in un cartone animato. Da questi esempi si vede chiaramente quanto la versione finale del cartone Rendi felice Geova sia simile all’animatic. Gli strumenti di preproduzione come gli storyboard e gli animatic non solo permettono all’organizzazione di risparmiare tempo e soldi. Ma, grazie a questi strumenti, il Comitato dell’Insegnamento può anche esaminare attentamente ogni progetto seguendolo dall’idea iniziale al video finale, continuando così a produrre video che ci aiutano a dare onore al nostro Amico, Geova.

È incredibile tutto il lavoro che c’è dietro la realizzazione di un video, vero? Geova dà al suo popolo quello di cui ha bisogno, e lo fa al momento giusto. È davvero con chi lo serve. Fratello Lösch, so che tu vorresti parlarci di questo argomento.

Vorrei parlarvi di un’espressione che appare molte volte nella Bibbia. E cioè l’espressione “Io sono con te”, o “con voi”. Queste parole per 13 volte vengono attribuite a Geova. Mentre Gesù le pronunciò in 3 occasioni rivolgendosi a uno o più discepoli. E lo stesso pensiero, con parole leggermente diverse, viene espresso decine di altre volte. Poche cose nella vita danno la stessa gioia che dà la nascita di un figlio.

Ma, mentre crescono, i figli qualche volta affrontano situazioni che possono preoccuparli o addirittura spaventarli. Il genitore comprende quando il figlio ha bisogno di essere rassicurato e gli dice: “Non aver paura, ci sono io con te”. Geova ama i suoi servitori proprio come se fossero suoi figli. Allo stesso modo, in Giovanni 13:1 vengono ben descritti i sentimenti di Gesù per i suoi discepoli. Il versetto dice: “Gesù, [...] avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. Quindi, quando abbiamo paura, siamo preoccupati o affrontiamo una prova, il nostro Padre celeste e suo Figlio, Gesù, ci rassicurano dicendo: “Io sono con te”. Pensate al giusto Noè.

Di lui in Genesi 6:9 si dice che “camminò con il vero Dio”. Non ci sono dubbi sul fatto che Geova fosse con Noè. Salvò lui e la sua famiglia quando ci fu il diluvio. E anche dopo Geova dimostrò di essere con Noè. In Genesi capitolo 9 leggiamo ciò che promise: “Stringo con voi questo patto: nessun essere vivente sarà più distrutto dalle acque di un diluvio”.

Geova avrebbe potuto decidere di non portare un altro diluvio e prometterlo solo a sé stesso, ma fece qualcosa di diverso: ne parlò a Noè e lo rassicurò. Gli ricordò che era con lui stringendo con Noè e la sua discendenza il patto dell’arcobaleno. Geova usò espressioni simili per far capire di essere con Abraamo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Giosuè e Gedeone. Furono persone che a livello individuale resero felice Geova, e Lui le rassicurò dicendo di essere con loro. Ma quando si tratta di un gruppo di persone? Geova prova gli stessi sentimenti anche nei confronti dei suoi servitori in senso collettivo? Prendete con me, per favore, Esodo 6:6, 7. L’intera nazione d’Israele stava affrontando grandi prove e si trovava in schiavitù in Egitto.

Notate in che modo Geova rassicurò quel grande gruppo di persone. Leggiamo i versetti 6 e 7:

(Esodo 6:6, 7) “Perciò di’ agli israeliti: ‘Io sono Geova, e vi sottrarrò ai pesi che vi hanno imposto gli egiziani; vi libererò dalla schiavitù e vi riscatterò con braccio potente e con grandi giudizi. 7 Vi prenderò come mio popolo, e sarò il vostro Dio; e certamente saprete che io sono Geova vostro Dio, colui che vi sottrae ai pesi che vi ha imposto l’Egitto.

Se quelle persone come gruppo avessero seguito la sua guida, Geova disse che le avrebbe ‘prese come suo popolo’ e sarebbe stato ‘il loro Dio’. Cosa stava facendo in pratica? Li stava rassicurando. “Io sarò con voi”, e in effetti fu con loro. Fu con loro nei 40 anni passati nel deserto: provvide cibo e acqua; si assicurò che i loro sandali e i loro abiti non si consumassero; li protesse dai serpenti velenosi; e così via. E poi, quando stavano entrando nella terra promessa, li protesse nelle battaglie contro i nemici. Inoltre Geova promise ai re di Israele che fino a quando avessero ubbidito ai suoi comandi e seguito la sua guida sarebbe stato con loro. Al re Salomone venne detto: “Geova [il tuo] Dio [...] non ti lascerà né ti abbandonerà, ma sarà con te”. Al re Asa: “Geova sarà con voi finché voi rimarrete con lui”. Quando dovette affrontare l’imponente esercito nemico, al re Giosafat fu detto: “Domani andate contro di loro, e Geova sarà con voi”. Geova dimostrò anche di essere con i molti profeti che aveva incaricato di parlare in suo nome. Uno di questi fu Geremia. Immaginate di ricevere l’incarico che gli fu affidato. Provate a pensare di dover portare un messaggio di condanna e giudizio contro re malvagi, sacerdoti corrotti e falsi profeti. Come vi sentireste? Non all’altezza? Vi sentireste come un bambino impaurito che deve affrontare un branco di uomini cattivi? Guardate come si sentì Geremia. Leggiamo le sue parole in Geremia 1:6:

(Geremia 1:6) Ma io dissi: “Ohimè, o Sovrano Signore Geova, io non so parlare: sono solo un ragazzo!”

Sapete cosa disse Geova per rassicurarlo? Geremia 1:8, 9:

(Geremia 1:8, 9) Non aver paura di loro, perché ‘io sono con te per salvarti’, dichiara Geova”. 9 Geova allora stese la mano e toccò la mia bocca. E Geova mi disse: “Ho messo le mie parole nella tua bocca.

Se Geova dicesse a voi: “Ho messo le mie parole nella tua bocca”, vi sentireste ancora come quel bambino impaurito? Quando pensiamo a Geremia non pensiamo a un superuomo, era un semplice essere umano come noi. Ed è interessante che, anche se viveva in un’altra epoca e in un altro luogo, Geremia dovette affrontare situazioni simili alle nostre. Noi abbiamo a che fare con molte persone diverse durante la giornata, al lavoro o a scuola. E alcune di loro possono metterci una certa paura. Inoltre Geova, come fece con Geremia, ci ha incaricato di predicare a degli estranei. E noi portiamo la buona notizia del Regno. Alcuni sono interessati, mentre altri non lo sono per niente. Ma a volte potremmo incontrare persone arrabbiate che potrebbero perfino minacciarci.

In queste circostanze dobbiamo pensare a Geremia. Anche se all’inizio aveva un certo timore, affrontò con coraggio l’aspra opposizione. Ma come ci riuscì? Ci riuscì perché Geova lo aveva rassicurato dicendogli: “Io sono con te”; e anche: “Ho messo le mie parole nella tua bocca”. Ma Geova fa la stessa cosa anche con noi? Sì. Molto tempo dopo Geremia e gli altri uomini e donne fedeli di cui si narra nelle Scritture Ebraiche, Geova ha dimostrato di essere con i veri cristiani, sia del passato che del presente. Prendete insieme a me Giovanni capitolo 8. Pensate a Gesù. Era un uomo perfetto eppure Geova non lo ha lasciato solo. Gesù stesso in Giovanni 8:16 disse:

(Giovanni 8:16) E se anche giudico, il mio giudizio è veritiero, perché non sono solo, ma il Padre che mi ha mandato è con me.

Immaginate che nel ministero una persona vi metta un po’ in ansia. Anche se lì accanto a voi non ci fosse nessun fratello o nessuna sorella, sareste davvero soli? Gesù era consapevole del fatto che nel momento più difficile della sua vita umana i suoi discepoli l’avrebbero abbandonato. Ma pensate fosse davvero solo? Leggiamo il racconto ispirato di Giovanni 16:32. Ancora una volta qui è Gesù che parla:

(Giovanni 16:32) Ecco, viene il tempo, anzi è già venuto, in cui sarete dispersi, ognuno a casa sua, e mi lascerete solo. Ma io non sono solo, perché il Padre è con me.

Nei momenti più difficili Gesù non era solo. Geova era con lui. Se credete di essere soli davanti alla porta di una persona arrabbiata, ripensateci un attimo. Geova è con voi. Avete con voi molto più aiuto di quanto ne avreste se tutti i fratelli della congregazione fossero lì dietro di voi. Sapete con quale obiettivo Gesù ha voluto farcelo sapere? Guardate il versetto successivo. Gesù stesso ce lo spiega. Leggiamo Giovanni 16:33:

(Giovanni 16:33) Vi ho detto queste cose perché mediante me abbiate pace. Nel mondo soffrirete, ma fatevi coraggio! Io ho vinto il mondo”.

Siamo grati a Gesù per averci indicato cosa fare quando siamo preoccupati o abbiamo paura nel ministero. Ci ha parlato della sua fiducia nel sostegno di Geova così che anche noi, invece di essere sopraffatti dalla paura, potessimo provare pace. Riconobbe che avremmo sofferto, ma disse anche che il suo esempio ci avrebbe aiutato ad avere coraggio durante le difficoltà. Perché, come leggiamo nel versetto 32, ‘il Padre era con lui’. Abbiamo detto che Geova disse a Geremia: “Ho messo le mie parole nella tua bocca”. Ma può fare lo stesso nel nostro caso quando chi non lo serve si mette contro di noi? Le Scritture Greche Cristiane rispondono con un chiaro “Sì!” Seguitemi nella lettura del capitolo 13 del libro di Marco. Ricordate che qui Gesù sta parlando del ministero, di quando si predica la buona notizia. Magari avete passato una bella mattinata nel servizio e ora state per suonare all’ultima porta. Esce una persona arrabbiatissima, che chiama addirittura la polizia. Cosa fate? Cosa direte quando arriva la polizia? Non dovreste preoccuparvi troppo. Perché? Perché Geova, in un certo senso, metterà le Sue parole nella vostra bocca, come fece con Geremia. Marco 13:10, 11 dice:

(Marco 13:10, 11) E in tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia. 11 E quando vi porteranno via per consegnarvi, non preoccupatevi in anticipo di quello che direte; ma dite qualunque cosa vi sarà resa nota in quel momento; infatti non sarete voi a parlare, ma lo spirito santo.

Con questo intendiamo forse che Geova metterà miracolosamente nella vostra bocca le parole che dovreste dire? Non necessariamente. Al versetto 11 abbiamo letto che sarà “lo spirito santo” a parlare. La vostra fede si basa su quello che avete imparato dalla Bibbia, e conoscete bene la ragione per cui dovete parlare del messaggio biblico ad altri. È tutto lì nella vostra mente. Quindi, che ruolo ha lo spirito santo quando nel ministero affrontiamo una situazione che ci intimorisce? Ricordiamo: “Geova è con te”. Geova usa il suo spirito santo per riportare alla memoria alcune delle preziose gemme nascoste nella nostra mente. Potreste essere sorpresi di quanto sareste in grado di ricordare se le autorità o qualche oppositore vi mettessero sotto pressione. È così che “Geova è con te”. E poi non dimenticate che Gesù è con voi nell’opera di fare discepoli. Rivediamo insieme questo pensiero molto rassicurante in Matteo 28:19, 20. Gesù stava parlando del nostro incarico di predicare, insegnare e fare discepoli. Vi ricordate con quali parole concluse il libro biblico di Matteo? Leggiamole in Matteo 28:19, 20:

(Matteo 28:19, 20) Perciò andate e fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, 20 insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla conclusione del sistema di cose”.

Gesù disse che sarebbe stato con noi mentre ci saremmo impegnati per fare discepoli e insegnare la verità alle persone. E promise che ci avrebbe sostenuto in questa importante opera fino alla fine del sistema di cose malvagio. Ora ci troviamo proprio in quel periodo e, come profetizzato, siamo perseguitati in molte zone della terra. Dalla Bibbia sappiamo che Satana e i suoi demoni avrebbero ‘sviato l’intera terra abitata’. Da un po’ di tempo, in Russia, i servitori di Geova sono perseguitati. Ma la persecuzione riuscirà davvero a eliminare la pura adorazione in quella parte della terra? No! Sapete perché no? Perché Geova è con loro. Geova e Gesù hanno promesso: “Io sono con voi”.

La Russia non ha imparato dal passato. Succederà la stessa cosa che è successa all’epoca della Germania nazista governata da Hitler. Hitler pensava che, nelle zone sotto il suo controllo, il regime potesse sradicare la pura adorazione e sterminare il popolo di Dio. Ma si sbagliava di grosso. Anche se i nazisti hanno ucciso circa 2.000 nostri fratelli e sorelle, alla fine il loro piano malvagio è fallito. Perché? Perché Dio era con noi, non con loro. “Dio è con noi”. Queste parole decoravano emblemi nazionali e addirittura uniformi militari dell’esercito prussiano e dell’impero russo degli Zar. E le stesse parole si trovavano sulle cinture dei soldati tedeschi che invasero il Belgio nel 1914.

Ma le cose non stavano così. Il Sovrano Signore Geova era con noi, non con loro. Ed è con tutti noi oggi. Sarà con noi durante Armaghedon. Sarà con noi dopo Armaghedon. Sarà con noi alla fine dei 1.000 anni del Regno di Cristo. Sarà con gli esseri umani dopo 100.000 anni. Sarà con gli esseri umani dopo 100 milioni di anni e anche dopo 100 milioni di milioni di anni. Geova sarà con gli esseri umani per sempre, e lo sarà anche Gesù. Entrambi ci hanno fatto una promessa, hanno detto: “Io sono con te!”

Grazie mille, fratello Lösch. Oggi Geova è con quelli che lo servono, ovunque si trovino. E ora vedremo qualche esempio. Iniziamo da Adam e Nancy Solomon. Quando conobbero la verità, affrontarono aspra opposizione in famiglia. Notate come Geova è stato con loro in quel periodo particolarmente difficile.

Sono nata in una famiglia di ebrei ungheresi. La maggioranza dei miei familiari venne uccisa nei campi di concentramento. Questa è una cosa che l’Olocausto mi ha portato via: il concetto di famiglia. Avevo bisogno di spiegazioni. Dovevo sapere perché erano stati uccisi. Questo mi aveva spinta fin da giovanissima a cercare di capire se esistesse una religione vera. Per me essere ebrea non era tanto una questione religiosa, ma culturale. Una mia amica venne da me e mi disse: “Devo dirti una cosa. Un testimone di Geova mi ha dato questo libro. È il più bel libro che abbia mai letto”. Dissi: “Ok, lo leggerò”. Neanche una settimana dopo sentii bussare alla mia porta: andai ad aprire, erano 2 ragazze che iniziarono a parlarmi della Bibbia. Cominciai a studiare con Carolyn e, da quando divenne regolare, lo studio iniziò a piacermi sempre di più. Un giorno mio padre era a casa. Si mise a gridare contro i Testimoni e praticamente li buttò fuori. Da quel momento le cose non fecero che peggiorare: non c’era un attimo di pace e non facevo che piangere. Non riuscivo a capire perché nessuno avesse mai pensato di chiedermi: “Ma cos’è che ti piace di questa religione? Chi sono queste persone? Parliamone”. No, niente. È stato davvero molto difficile. Poco dopo il mio battesimo mia madre venne da me e mi disse: “Io e tuo padre andiamo via oggi. Meglio se non ti fai trovare a casa quando torniamo”. Avevo 17 anni. Non sapevo dove andare. Non avevo idea di cosa avrei fatto. Ma confidavo in Geova. Presi il telefono e chiamai Carolyn. Nel giro di pochissimo tempo la casa si riempì di fratelli e sorelle. Caricarono le mie cose su un furgone e le portarono a casa di Carolyn. Lei mi disse: “Puoi rimanere a vivere con me”. Prima di battezzarmi, andavo e tornavo da scuola con un amico. Ogni giorno gli parlavo di quello che stavo imparando. Lui disse: “Sai, mi piacerebbe incontrarle queste persone. Ho un po’ di domande”. Chiesi loro: “Perché moriamo? Perché invecchiamo?” e così via. Mi rispondevano direttamente con la Bibbia; quando poi uscii da quella casa dissi: “Questa è la verità!” Quando ero piccolo, nella mia famiglia si doveva andare in chiesa tutte le domeniche. Ma da adolescente la religione passò in secondo piano, mentre il basket diventò sempre più importante. Quando sei giovane vedi che i giocatori professionisti guadagnano un sacco di soldi. I miei insegnanti dicevano ai miei genitori: “Diventerà un buon giocatore di basket. Stategli dietro. Al diploma potrebbe già valere centinaia di migliaia di dollari”. Ricevetti più di 125 borse di studio. Avrei potuto farmi un’istruzione gratuitamente solo perché giocavo bene a basket. Perciò mi resi conto molto presto che diventare giocatore professionista poteva significare tantissimo, non solo per me ma anche per la mia famiglia. Invece riguardo all’argomento “Dio”, avevo un certo interesse, ad esempio facevo a mia madre qualche domanda, ma fu solo quando Nancy mi fece incontrare i Testimoni che in me scattò qualcosa. Un giorno stavo studiando e sentii mia mamma piangere nel seminterrato. E le chiesi: “Cosa c’è?” Lei rispose: “So che alla fine diventerai testimone di Geova”. Realizzai che non sarei diventato un giocatore di basket, ma sarei diventato testimone di Geova, perché era più importante. E questo mi fece fare moltissimi cambiamenti. Quando gli altri scoprirono che stavo per diventare Testimone, cominciarono a evitarmi. Le persone cercano di usarti quando pensano che puoi dargli qualcosa o che diventerai qualcuno. Ma decidendo di servire Geova completamente, perdi tutte quelle persone del mondo che credevi tuoi amici. Fu così che un’estate iniziai a studiare con il fratello Crespo, e nel giro di 6 mesi mi battezzai. E poi decidemmo di sposarci. Il versetto che dice: “Anche se mio padre e mia madre mi abbandonassero, Geova stesso mi accoglierebbe” si è dimostrato vero in moltissime occasioni. Quando diventi testimone di Geova, entri a far parte di una famiglia che farebbe qualsiasi cosa per te. Abbiamo affrontato vari problemi nel corso degli anni, ma Geova non ha mai detto che tutto sarebbe stato perfetto. Ha detto invece che quando abbiamo dei problemi, non siamo soli ad affrontarli. E in questo Geova non ci ha mai delusi.

Avete notato in che modo, quando famiglia e amici li hanno abbandonati, Geova ha continuato a essere con Adam e Nancy? La loro famiglia spirituale si è mossa subito per aiutarli. Mi è piaciuto quello che ha detto Nancy: “Geova non ha mai detto che tutto sarebbe stato perfetto. Ha detto invece che quando abbiamo dei problemi, non siamo soli ad affrontarli”. Lei e Adam non si sono mai sentiti soli. Spesso chiediamo a Geova di aiutarci quando abbiamo un bisogno, che sia spirituale o materiale. Ma come vedremo nel prossimo video, anche quando non ci siamo ancora resi conto di avere un bisogno Geova sa già cosa ci serve.

Mi chiamo Reeta. Lui è mio figlio Jackson e lei è mia figlia Sherina. Siamo solo noi 3 in famiglia. Lavoro in una piantagione; raccolgo le foglie di tè. Un giorno pregai intensamente Dio e gli dissi: “Ti prego, aiutami a conoscere la Bibbia”. Neanche 2 giorni dopo i testimoni di Geova bussarono alla mia porta, e accettai di studiare la Bibbia con loro. Non riuscivo a crederci: avevo chiesto a Dio di aiutarmi a studiare la Bibbia solo il giorno prima! L’adunanza inizia alle 5 meno un quarto, ma noi usciamo di casa già verso mezzogiorno. Così prepariamo le borse il mercoledì sera. Porto con me 2 borsoni e cammino per 3 chilometri e mezzo per arrivare alla Sala del Regno. Ci piace molto stare con i fratelli ed è per questo che arriviamo sempre in anticipo. Un anno e mezzo fa ho cominciato a servire come pioniera. Il servizio di pioniere ti fa provare la felicità più grande che ci sia. L’opera di predicazione non si ripeterà più. Ecco perché abbiamo deciso di dare a Geova il nostro meglio. Sono davvero felice di servirlo in questo modo. Una volta non mi diedero lo stipendio. Non mi era rimasta neanche una rupia. Quel giorno mangiammo a sufficienza, ma poi cominciammo a essere davvero preoccupati per come sarebbero andate le cose il giorno dopo. Così quella sera pregai con i miei figli e leggemmo la Bibbia. Gesù disse: ‘Non preoccupatevi del domani’. Perciò confidai nel fatto che in qualche modo Geova ci avrebbe dato quello di cui avevamo bisogno. Erano le 10:30 di sera e stavo già dormendo profondamente quando squillò il telefono. Di solito nessuno mi telefona così tardi, quindi mi chiesi chi fosse a quell’ora. Risposi al telefono ed era un fratello. Mi disse: “Sorella, vai allo scaffale e prendi Il più grande uomo”. Poi mi disse di aprirlo a una certa pagina. Quando arrivai a quella pagina, vidi che c’erano 10.000 rupie. Non riuscivamo a credere ai nostri occhi. Era proprio quello che ci serviva per coprire le spese di quel mese. Qualche giorno prima quel fratello e sua moglie erano venuti a trovarci e avevano nascosto i soldi nel libro. Con i miei figli ringraziai Geova in preghiera. Lui sapeva esattamente cosa ci serviva prima ancora che ce ne rendessimo conto. Ogni sera apro la porta, vado fuori e guardo il cielo di notte. Ci sono così tante stelle. Medito ogni giorno sulla sapienza di Geova, sulla sua potenza, sulle cose meravigliose che ha creato. La terra, l’universo. È straordinario il modo in cui Geova se ne prende cura. Si interessa anche delle cose più piccole. Confido pienamente in Geova, e penso al fatto che lui ci può aiutare con il suo spirito santo. È un Padre davvero amorevole. Ci tiene sempre stretti per mano e nessuno può separarci da lui. Se qualcuno dovesse provarci non ci riuscirebbe. Geova è così generoso nel mostrarci amore ed è così affettuoso nei nostri confronti. Nessuno può impedire a Geova di amarci.

Dalla storia di Reeta abbiamo capito che Geova è con noi in tanti modi. Reeta e i suoi figli apprezzano molto le adunanze di congregazione e amano stare con i fratelli. Anche voi? Le adunanze e l’incoraggiamento che ricevete lì dai fratelli sono importanti per voi? Reeta dedica tempo a meditare sulle meraviglie della creazione, non si limita ad ammirarle. E così si rende conto che queste sono la prova dell’amore e della cura che Geova ha per lei, e che Geova, che ha il potere di creare qualsiasi cosa, decide di usare il suo potere per aiutarla. Per questo Reeta è pienamente consapevole del fatto che Geova la sostiene sempre nel suo servizio a tempo pieno. Geova dà prova di essere con noi nel ministero sia quando predichiamo nel nostro territorio che quando partecipiamo a campagne speciali. Spostiamoci in Europa e guardiamo come è andata una campagna speciale organizzata lì. Provate a individuare i modi in cui Geova, così come ha fatto con Reeta, ha dimostrato di essere con le molte migliaia di volontari che si sono offerti per questa campagna.

Nel territorio della filiale dell’Europa centrale è stata organizzata una campagna speciale di predicazione. La Scuola per i membri dei Comitati di Filiale e le loro mogli ci ha dato l’idea di valutare quali territori, nei paesi sotto la nostra supervisione, non venissero percorsi completamente. Così abbiamo chiesto ai sorveglianti di circoscrizione di segnalarci quali porzioni dei territori delle loro congregazioni potevano essere incluse tra i cosiddetti “territori non assegnati”. Come risultato abbiamo ricevuto dalle congregazioni più di 11.000 territori, in cui vivono in totale circa 3 milioni di persone. Stavamo parlando di grossi numeri, quindi ci è subito venuta l’idea: “Perché non organizziamo una campagna speciale di predicazione per percorrere tutti questi territori in un solo fine settimana?” Eravamo entusiasti. Dopo aver ottenuto l’approvazione del Comitato di Filiale, il Reparto Servizio ha cominciato a organizzare la campagna. A essere sinceri, all’inizio non sapevamo come i proclamatori avrebbero accolto l’iniziativa. Ma avevamo piena fiducia in Geova, e i fratelli hanno reagito in modo sorprendente. In più di 20.000 hanno deciso di partecipare e sono stati incaricati di predicare in questi territori in tutta la Germania. La campagna si è svolta in un fine settimana di maggio 2017 con ottimi risultati, soprattutto nelle aree metropolitane, come Berlino, Amburgo e Düsseldorf. Mentre eravamo a una porta è arrivato un uomo che doveva aprire il suo negozio di specialità arabe. Gli abbiamo fatto vedere un video in arabo e lui ci ha lasciato il suo indirizzo e il suo numero di telefono. Ha anche accettato che qualcuno tornasse a trovarlo. È stato davvero un privilegio partecipare a questa campagna e vedere che per Geova ogni persona è preziosa, non importa dove viva o da dove venga. Visto il grande bisogno e l’ottima risposta dei fratelli nel 2017, si è deciso di ripetere la campagna anche nel maggio 2018. L’iniziativa questa volta è stata allargata a Svizzera, Austria, Lussemburgo e Liechtenstein. Pensate che hanno partecipato più di 32.000 proclamatori, ovvero oltre il 60% in più rispetto alla campagna del maggio 2017! Quanto è stato incoraggiante! E anche questa volta le esperienze vissute dai fratelli sono state bellissime. È incredibile. Vedi piccoli gruppi di fratelli ovunque, in qualsiasi zona di Berlino ti trovi. Davvero stupendo. Una donna che abbiamo incontrato nel ministero ci ha detto che aveva appena chiesto aiuto in preghiera per studiare la Bibbia. Questo ci ha convinti ancora di più che Geova guida l’opera attraverso gli angeli. Oggi, domenica, ci è capitata una cosa bellissima. Ci siamo sentiti chiamare da una donna dietro di noi. Più tardi ci ha detto che in realtà ci aveva già superati, ma aveva sentito di dover tornare indietro. Ci ha invitati a casa sua, dove ci siamo scambiati i contatti e abbiamo anche compilato la richiesta online per uno studio biblico. Se fossimo arrivati lì anche solo un minuto più tardi non l’avremmo mai incontrata. Deve essere stato tutto guidato dagli angeli. Ieri mattina, mentre stavamo predicando, un ragazzo ci ha rincorsi e ci ha chiesto cosa stessimo facendo. Glielo abbiamo spiegato, e lui poi ci ha chiesto perché c’è ancora tanto male nel mondo. Nel pomeriggio siamo andati a trovarlo. Abbiamo iniziato subito uno studio biblico e ci siamo messi d’accordo per tornare da lui. Ci andremo proprio oggi. Stare insieme ai fratelli è bellissimo. Usciamo in servizio in gruppi molto grandi, ci rincontriamo durante la giornata per cambiare compagno di servizio e ci raccontiamo come sta andando. È fantastico! Sono stati fatti vedere migliaia di video e si sono cominciati molti studi biblici. E la cosa interessante è che dopo questa campagna molti hanno deciso di fare di più nel ministero. Di sicuro campagne di questo tipo dimostrano chiaramente che Geova e Gesù stanno guidando l’opera di predicazione, e che gli angeli ci stanno aiutando a raggiungere tutte le persone. Abbiamo tantissime ragioni per essere il felice popolo di Dio.

Geova ha dimostrato davvero di essere con tutti i volontari di questa campagna. Come altro ci si sarebbe potuti organizzare così bene per portare la buona notizia a 3 milioni di persone? Vorremmo ringraziare gli oltre 32.000 fratelli e sorelle che hanno partecipato a questa speciale iniziativa. Come ha evidenziato il fratello Lösch nel suo discorso, Geova è con noi nel ministero. Non c’è dubbio: sta guidando l’opera in tutto il mondo tramite Gesù e gli angeli. Che ne dite? Non è interessante che molte persone siano state contattate poco dopo aver pregato per studiare la Bibbia o per trovare risposta alle proprie domande? Quando siamo in compagnia di molti fratelli e sorelle nel ministero, alle adunanze e alle assemblee percepiamo chiaramente che Geova è con noi. Ma se ci ritrovassimo isolati? Magari ad affrontare la persecuzione? Questo è quello che è successo alcuni anni fa in Egitto ad Alphonse Takla. Vediamo come Geova ha dimostrato di essere con lui.

Era una notte particolarmente buia. L’Egitto era in guerra con Israele. La nostra organizzazione era considerata illegale e i fratelli venivano arrestati con l’accusa di svolgere attività criminali. Quella notte fummo trasferiti nel campo di concentramento. Non si vedeva quasi niente e ci chiedevamo cosa stava succedendo, dove ci trovavamo e come sarebbe stata la vita lì. L’ufficiale incaricò 2 soldati di accompagnarci alla nostra cella, dove si trovavano già gli altri fratelli. Sapevamo che chi veniva portato nel campo poteva rimanerci per anni e forse non uscirne vivo. Quando ero ragazzo mi piacevano i personaggi biblici come Abraamo, Daniele, Mosè. Erano ottimi esempi di uomini che difesero la pura adorazione. A volte ero addirittura invidioso: avevano un’amicizia così stretta con Geova, e anch’io la volevo. Ho continuato a leggere la Bibbia per avvicinarmi sempre di più a Dio. Sapevo che Geova si sarebbe preso cura di me: lui non abbandona mai i suoi servitori. Incoraggiammo i fratelli ricordando che eravamo lì perché adoravamo Geova. E ci sedemmo per considerare cosa potevamo fare per mantenerci spiritualmente forti. Così parlammo dell’importanza della preghiera. Ogni giorno sceglievamo un versetto e ne ragionavamo insieme, una specie di scrittura del giorno, e poi recitavamo altri versetti. Qualcuno faceva un discorso su un argomento che ricordava e dopo rispondevamo a domande bibliche. A quel tempo non ci era permesso avere una Bibbia. Gli ufficiali volevano che rinnegassimo la nostra fede, così mi fecero sdraiare a terra e iniziarono a colpirmi. Tutti i prigionieri erano lì a guardare, e uno di loro svenne. Pregai: “Geova, aiutami a sopportare tutto questo!” Il dolore era terribile, ma avvertii l’aiuto di Geova perché dopo i primi colpi il mio corpo divenne come insensibile e non sentii altro dolore. Un detenuto in seguito mi disse: “Se uscirò vivo da qui racconterò ai miei figli che in questo campo ho conosciuto dei cristiani proprio come quelli del I secolo, felici di morire pur di non rinnegare la loro fede”. Uno degli ufficiali, quello più cattivo, che ci picchiava pesantemente, un giorno venne e disse: “Ci servono 2 di voi, dovete scrivere un rapporto su quello in cui credete”. Ci dicemmo: “Cosa dobbiamo fare? Potrebbero usarlo contro di noi”. E allora pregammo Geova che ci guidasse e che ci aiutasse a prendere la decisione giusta. Alla fine pensammo: “Potremmo non uscire mai da qui, tanto vale dargli testimonianza”. Dissi all’ufficiale che ci serviva una Bibbia e lui rispose: “Perché?” Gli dissi che avremmo dovuto citarla nel rapporto. Al che disse: “Ok. Hai una Bibbia nel deposito?” Risposi di sì e mi disse che potevo andare a prenderla. Così aprii la mia borsa e presi la Bibbia. L’ufficiale me la strappò dalle mani, l’aprì a caso e cominciò a leggere: “Numeri”. Mi guardò: “Chi ha scritto questo libro?” “Mosè”, risposi. “Bugiardo!”, gridò come un pazzo. Rimasi in silenzio e lui chiuse e aprì di nuovo la Bibbia. “Bugiardo!”, strillò ancora. Intanto cercavo di ricordare dove fosse scritto nella Bibbia che Geova disse a Mosè di scrivere quei libri. Lui richiuse e riaprì la Bibbia per la terza volta e cominciò a leggere ad alta voce. L’ufficiale mi guardò con un’espressione incredula. Dopo aver compilato il rapporto chiesi se potevamo portare con noi la Bibbia e lui ci rispose: “Ok. Portatevela via!” Per 3 mesi, quasi ogni giorno, gli ufficiali ci picchiarono per farci rinnegare la nostra fede. Ma nessuno di noi lo fece. Sono totalmente convinto che è stato Geova ad aiutarci a perseverare, a continuare a fare la sua volontà senza compromessi perché apparteniamo a lui e in lui confidiamo. Dio non abbandona mai i suoi servitori.

Perché Alphonse è stato rinchiuso in prigione? Non perché si è rifiutato di rivolgere un semplice saluto al presidente del suo paese. No, quella frase era uno slogan politico. Come molti testimoni di Geova, Alphonse era perseguitato per la propria neutralità. Cosa lo ha aiutato a rimanere leale? La preghiera. Ha pregato per capire come mantenere forte la sua fede, ha pregato quando ha dovuto prendere una decisione, e ha pregato per essere aiutato a sopportare duri maltrattamenti. Confidate anche voi, come Alphonse, nel potere della preghiera? Per Alphonse, e prima ancora per Reeta, essere legati a Geova era come sentire di essere tenuti per mano da lui. Reeta ha detto: ‘Geova ci tiene sempre stretti per mano’. E Alphonse ha detto: “È stato Geova ad aiutarci a perseverare”. Che belle parole! Ecco quanto possiamo essere vicini a Geova. Anche il video musicale di questo mese ci ricorda che Geova è sempre disposto a tenerci per mano. Si intitola: Geova è sempre al nostro fianco.

A volte sembrava che ogni cosa fosse contro me. Mi sentivo diverso da tutti quelli intorno a me. Ma ora non ho dubbi che nelle prove c’era Dio con me. Adesso so che Dio è stato con me quand’ero debole, con me nei silenzi miei, con me in quei giorni bui. Io confidavo in lui per non arrendermi, per non tornare indietro mai. C’è Geova sempre accanto a me. Mi guida nei sentieri suoi, cammina insieme a me. La mano mia stringe nella sua e non la lascia mai. Ora che lo so posso dirlo anche a te che Dio è lì. Se ti sembrerà di non farcela, lui ci sarà e ti sorreggerà. Geova è lì con te quando sei debole, con te nei silenzi tuoi, con te in quei giorni bui. Confida sempre in lui per non arrenderti, per non tornare indietro mai. C’è Geova sempre accanto a noi con me, con te. C’è Geova sempre accanto a noi. Camminerà con noi, ci guiderà mostrandoci la via. C’è Geova sempre accanto a noi. La mano lui ci afferrerà e non la lascerà. È stato con me quand’ero debole, con me nei silenzi miei, con me in quei giorni bui. Io confidavo in lui per non arrendermi, per non tornare indietro mai. C’è Geova sempre accanto a noi, sempre, sempre. C’è Geova sempre accanto a noi, sempre, sempre. C’è Geova sempre accanto a noi.

Questa canzone è stupenda. Per molti mesi su JW Broadcasting abbiamo visto una serie di video che mostravano come applicare alcuni princìpi biblici nella nostra vita. Abbiamo capito che quando viviamo secondo i princìpi e le norme di Geova siamo più felici e rallegriamo il nostro Dio. Mettere in pratica i princìpi di Dio ci dà anche una bellissima speranza. Il video conclusivo di questa serie ci aiuterà a capire che se ci concentriamo sulla nostra speranza futura possiamo costruire una fede forte per affrontare le prove che incontriamo. Sicuramente ricorderete alcune di queste scene.

(Giuda 20, 21) Voi invece, miei cari, costruite voi stessi sulla vostra santissima fede e pregate con spirito santo 21 per rimanere nell’amore di Dio, mentre aspettate la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo che porta alla vita eterna.

Battezzarmi è stata la decisione più importante della mia vita. Ma solo dopo un po’ di tempo ho capito che quello era stato appena l’inizio della mia vita cristiana. E mostrare coraggio non è stato sempre facile. Perché una volta tanto non vi rimboccate le maniche e fate qualcosa anche voi? E non è stato facile neanche per mio figlio. No, grazie. Io sono testimone di Geova e non festeggio i compleanni. Stai scherzando? Ma sta male! Su, dai, firmalo! Lucas era bravo, e stava molto male. Io volevo firmare il biglietto di auguri per il suo compleanno, ma papà mi ha aiutato a capire cosa ne pensava Geova. Questo mi ha aiutato a essere coraggioso. Non l’ho firmato il biglietto, ma voglio fare qualcos’altro per Lucas. I miei genitori mi avevano sempre dato il buon esempio. Ma da quando mi ero trasferito dove c’era più bisogno, mi sembrava che si stessero allontanando l’uno dall’altra. Ma siete sicuri che va tutto bene? Perché mi pare di no. Ma sì, certo che va tutto bene, stiamo benissimo. - È tutto ok, vero? - Sì, è tutto ok, certo. Va tutto bene. Ero molto preoccupato. In seguito mi hanno detto che ciò che li ha aiutati è stato il loro amore per Geova. Hanno riflettuto sull’esempio di Abraamo e Sara, che si mostrarono onore ascoltandosi e prendendosi cura l’uno dell’altra. Il loro esempio è stato molto utile ai miei, e anche a me. Mi sono reso conto di quanto seguire questo esempio sia utile in qualunque tipo di rapporto. Anche se vivo lontano da casa, mostrare amore agli altri mi aiuta a essere felice mentre svolgo il mio incarico. Quando il medico ci ha detto che nostra figlia sarebbe nata con dei problemi gravi e che sarebbe anche potuta morire, è stato un duro colpo per me. E, dato che mio marito non era Testimone, avevo più che mai bisogno dell’aiuto di Geova per ritrovare la serenità e riuscire a spiegare perché non avrei mai deciso di abortire. Ci sono voluti diversi anni prima che accettassi di studiare la Bibbia e ancora di più prima che riuscissi a essere idoneo per il battesimo. Ma la vita che abbiamo adesso... servire Geova insieme: niente mi rende più felice. Cioè, niente rende noi 2 più felici. Si può essere davvero felici solo se si serve Geova, ma essergli fedeli richiede coraggio. È stato molto difficile per me respingere quella ragazza a scuola. E mi sentivo in colpa perché mi ero lasciato parecchio coinvolgere. Mio zio con la Bibbia mi ha aiutato a vedere la cosa nella giusta prospettiva. E mi ha ricordato altre 2 cose molto importanti: che Geova era fiero di me e che non ero solo. Giacomo 1:2, 3 dice:

(Giacomo 1:2, 3) Consideratela tutta gioia, fratelli miei, quando incontrate varie prove, 3 sapendo che la vostra fede di provata qualità produce perseveranza.

Ripenso spesso a queste parole perché probabilmente presto verrò mandato in carcere, dato che mi rifiuto di svolgere il servizio militare. Essere coraggioso con quella ragazza mi ha aiutato a rafforzare la fede e il coraggio che mi servono adesso. Sono pronto a rinunciare a qualunque cosa per Geova. Forse per un po’ dovrò vivere in una piccola cella, ma nel Paradiso girerò il mondo. A volte mi sento solo, ma va bene così. Al momento ho scelto di restare single per concentrarmi sul mio servizio. Se un giorno mi sposerò, spero di avere un matrimonio come quello dei miei. Spero tanto che Lucas sarà risuscitato. Così potrò fargli vedere il Paradiso e parlargli ancora di Geova. Gli avevo fatto vedere delle immagini di come sarà il Paradiso, ma quello vero sarà molto meglio. Allora potrò di nuovo tenere la mia bambina fra le braccia.

Nel programma di questo mese abbiamo parlato dei molti modi in cui Geova è con noi. È con noi mentre ci impegniamo per arrivare alla dedicazione e al battesimo. È con noi alle adunanze di congregazione e mentre siamo con i nostri fratelli. È con noi mentre affrontiamo persecuzione e difficoltà. E Geova è con noi mentre portiamo la buona notizia del Regno alle persone che incontriamo. Fratello Marais, grazie per essere stato qui con me durante il programma di questo mese. Grazie a te, fratello Lösch. Concludiamo questo programma con una visita ai fratelli e alle sorelle di Tenerife. Tenerife è la più grande delle Isole Canarie, un arcipelago al largo della costa nord-occidentale dell’Africa. Queste isole sono di origine vulcanica. La cima più elevata dell’arcipelago è il Teide, vulcano dormiente sull’isola di Tenerife. Le Isole Canarie godono di un clima mite e soleggiato tutto l’anno e grazie a questo sono diventate famose per le grandi piantagioni di banane. Tenerife è anche una famosa località turistica. Sull’isola vive circa un milione di persone ma più di 10 milioni di turisti arrivano qui ogni anno per godere delle spiagge, dei paesaggi rigogliosi e della cucina locale. Sull’isola di Tenerife ci sono 33 congregazioni e più di 3.000 proclamatori; di questi, 492 sono pionieri regolari. Grazie all’afflusso di turisti da tutto il mondo i fratelli e le sorelle predicano in oltre 15 lingue, inclusi russo, tedesco, francese, hindi e romeno. Si predica ovunque, tanto in città quanto nelle zone rurali e di montagna. I nostri cari fratelli e sorelle di Tenerife ci salutano con tanto affetto. Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting.

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