2019-08 JW Broadcasting

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Benvenuti su JW Broadcasting. Ecco cosa ci aspetta nel programma di questo mese. Cosa dovremmo fare in situazioni in cui è implicata qualche forma di spiritismo? E come potremmo aiutare altri a liberarsene? Questo video ci mostrerà alcuni princìpi che ci saranno utili. Chi di noi non ha mai ammirato la bellezza della creazione? Il video musicale di questo mese ci aiuterà a fermarci, riflettere e ringraziare Geova per le cose meravigliose che ha creato. Poi visiteremo un’altra mostra del museo della sede mondiale. Vedremo come, in epoca moderna, Geova ha benedetto “un popolo per il suo nome”. Questa è l’edizione di agosto 2019 di JW Broadcasting.

Il titolo del discorso di questo mese è: “Considera prezioso il tuo privilegio di pregare”. Pensate che la preghiera si possa definire un “miracolo”? Nel Glossario della Traduzione del Nuovo Mondo i miracoli vengono definiti “azioni o fenomeni che esulano da ogni potere noto agli uomini e che sono attribuiti a una fonte soprannaturale”.

Pensate che la preghiera corrisponda a questa descrizione? Quando preghiamo comunichiamo istantaneamente i nostri pensieri e sentimenti più profondi al nostro Creatore indipendentemente da dove ci troviamo, e questo anche se preghiamo in silenzio. Indubbiamente si tratta di una cosa al di là di ogni potere noto agli uomini. Quindi il fatto che un essere umano possa rivolgersi a Dio in preghiera ed essere ascoltato da lui è davvero un miracolo. Ed è solo grazie all’immeritata bontà di Geova che possiamo accostarci al suo trono celeste attraverso la preghiera. Oggi la vita è molto complicata e, per alcuni, piena di problemi. A prescindere dall’età che abbiamo, a volte potremmo sentirci schiacciati dalle difficoltà. Altre volte forse può capitare che ci sentiamo soli e indifesi. Cosa possiamo fare quando ci sentiamo così? L’apostolo Paolo ci ricorda che la preghiera è d’aiuto. Aprite per favore la vostra Bibbia in Filippesi 4:6; leggiamo questo consiglio ispirato:

(Filippesi 4:6) Non siate in ansia per nessuna cosa, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiere e suppliche accompagnate da ringraziamenti;

Quindi Paolo ci sta dicendo che è fondamentale pregare in ogni situazione. Anche se nessuno potrà mai sapere cosa c’è dentro di noi, quanto stiamo soffrendo, Geova lo sa. E leggendo il versetto 7 capiamo come lui ci aiuta:

(Filippesi 4:7) e la pace di Dio che è al di là di ogni comprensione custodirà il vostro cuore e le vostre facoltà mentali mediante Cristo Gesù.

Questa straordinaria “pace di Dio” è un’insolita tranquillità che i servitori di Geova hanno anche nelle situazioni più difficili.

Provate questo profondo senso di pace quando aprite il vostro cuore a Geova in preghiera? Più la nostra amicizia con Geova è forte, più pregare ci farà bene. Un fattore fondamentale che rafforza questa amicizia lo troviamo in Salmo 37:3:

(Salmo 37:3) Confida in Geova e fa’ il bene; risiedi sulla terra e agisci con fedeltà.

Quando sentiamo il bisogno di aprirci con qualcuno ci rivolgiamo a un amico di cui ci fidiamo, vero? Perché abbiamo stretto un legame con lui. Ci conosce e conosce la nostra situazione, e noi sappiamo che possiamo contare su quell’amico. Oggi più che mai ognuno di noi ha bisogno di stringere una forte amicizia con Geova. E per questo dobbiamo essere convinti che Geova ci conosce e ci capisce, capisce la nostra situazione e le nostre preoccupazioni, e sa di cosa abbiamo bisogno. Vediamo cosa ci promette nei versetti 4 e 5:

(Salmo 37:4, 5) La più grande delle tue gioie sia in Geova, ed egli ti concederà quel che il tuo cuore desidera. 5 Affida a Geova il tuo cammino; confida in lui, ed egli agirà in tuo favore.

Geova ci conosce bene, ci conosce meglio di chiunque altro e perfino meglio di noi stessi. Ci invita a fidarci di lui, e promette che ci aiuterà. La preghiera è un miracolo che ci permette di sentire l’amore di Geova in un modo davvero speciale.

Il nostro Padre ascolta ognuno di noi; non ha incaricato nessun altro di farlo. In ogni caso, forse vi chiedete: “Ma perché il Creatore dell’universo dovrebbe volermi ascoltare?” La risposta ispirata si trova in 1 Pietro 5:7: “Perché egli ha cura di voi”. E il fatto che siete decisi a dare il vostro meglio per continuare a servirlo nonostante tutti i problemi che affrontate vi rende molto cari a lui. Geova soffre con voi e desidera aiutarvi. Questo come vi fa sentire? Salmo 116:1 dice:

(Salmo 116:1) Io amo Geova perché ascolta la mia voce, le mie suppliche.

È vero, quando preghiamo non possiamo vedere Geova che ci ascolta, ma possiamo, per così dire, sentire il suo abbraccio. E più preghiamo, più l’amore che proviamo per Geova e la fiducia che abbiamo in lui crescono. Ma in quali altri modi possiamo far crescere questo amore e questa fiducia? Non basta solo sapere che Geova ci ascolta quando preghiamo. Dobbiamo essere convinti che risponde alle nostre preghiere. Cosa ci dimostra che è veramente così? Consideriamo qualche esempio, sia del passato che del presente, di come Geova ha risposto ad alcune preghiere. Apriamo la Bibbia in 2 Cronache capitolo 20. Quando il paese di Giuda fu minacciato dalle forze alleate di Ammon, di Moab e della regione montagnosa di Seir, il re Giosafat invocò umilmente l’aiuto di Geova. Nel versetto 12 leggiamo quello che disse in preghiera:

(2 Cronache 20:12) O Dio nostro, non eseguirai il giudizio su di loro? Noi infatti siamo impotenti davanti a questa grande folla che ci viene contro; non sappiamo cosa fare, ma i nostri occhi sono rivolti a te”.

Quale fu la risposta di Geova? Non si sentì nessuna voce dal cielo, Geova parlò tramite un profeta. Versetto 15:

(2 Cronache 20:15) Iahazièl disse: “Prestate attenzione, tutto Giuda e voi abitanti di Gerusalemme e tu, re Giòsafat! Geova vi dice questo: ‘Non abbiate paura e non provate terrore a causa di questa grande folla, perché la battaglia non è vostra, ma di Dio.

E poi leggiamo il 17:

(2 Cronache 20:17) Non avrete bisogno di combattere questa battaglia. Mettetevi ai vostri posti, state fermi e vedete la salvezza di Geova a vostro favore. O Giuda e Gerusalemme, non abbiate paura e non provate terrore. Domani andate contro di loro, e Geova sarà con voi’”.

Avete capito come funziona? Un dedicato servitore di Geova si trova ad affrontare un problema, prega in modo specifico e poi aspetta cercando di capire quale sarà la risposta di Geova. E la risposta che Giosafat ricevette gli sarà sembrata un po’ strana. Geova non aveva fornito un piano di battaglia. Andare semplicemente incontro al nemico infatti potrebbe non sembrare una strategia molto efficace. Ma Giosafat capì che quella era la risposta di Geova e si lasciò guidare. Cosa successe a quel punto? Geova combatté per Giuda seminando la confusione nelle file dei nemici così che questi si uccisero fra loro. Geova rispose alla preghiera di Giosafat in modo straordinario. Inoltre nella Bibbia in riferimento al I secolo si parla di preghiere fatte come gruppo a cui Geova ha risposto. Pensiamo a quando il re Erode, volendo ottenere il consenso dei giudei, fece imprigionare l’apostolo Pietro e lo mise sotto stretta sorveglianza. Cosa fece la congregazione in quell’occasione? In Atti 12:5 troviamo la risposta:

(Atti 12:5) Pietro era quindi tenuto in prigione; nel frattempo la congregazione pregava intensamente Dio a suo favore.

Geova rispose a quelle preghiere in favore di Pietro? Il racconto continua, e nei versetti da 7 a 11 leggiamo che un angelo di Geova condusse Pietro fuori dalla prigione e lo portò in salvo. Quello che successe avrà fatto sentire i cristiani di Gerusalemme ancora più vicini a Geova, perché capirono che lui aveva risposto alle loro preghiere! E oggi? Pensiamo ad esempio ai nostri fratelli in Corea del Sud. Negli anni più di 19.000 fratelli sono stati messi in prigione perché, come obiettori di coscienza, si sono rifiutati di svolgere il servizio militare.

Voi avete pregato per questi fratelli, perché potessero perseverare con fede o essere liberati se questa fosse stata la volontà di Geova? Siamo sicuri che l’avete fatto! Molti di voi hanno menzionato per nome questi fratelli nelle loro preghiere, proprio come nel I secolo la congregazione pregò per Pietro. Qual è stato il risultato? In una serie di sentenze emesse in Corea del Sud nel 2018 l’obiezione di coscienza al servizio militare per motivi religiosi è stata riconosciuta come un diritto umano fondamentale, e i nostri fratelli a poco a poco sono stati rilasciati. Che ne pensate? Geova ha ascoltato le nostre preghiere a favore di questi cari fratelli? Siamo una famiglia internazionale, e non c’è dubbio che il fatto che abbiamo continuato a pregare ha contribuito molto al raggiungimento di questi splendidi risultati. Diamo lode a Geova e lo ringraziamo per aver ascoltato le nostre preghiere. Ma perché ci è utile ricordare come Geova ha risposto alle preghiere dei suoi servitori sia in passato che nei nostri giorni? Perché ci convince ancora di più del fatto che Geova ascolta le nostre preghiere e agisce tenendone conto. Anche l’apostolo Giovanni aveva questa certezza. Leggiamo infatti cosa scrisse in 1 Giovanni 5:14:

(1 Giovanni 5:14) La fiducia che abbiamo in lui è questa: qualunque cosa chiediamo in armonia con la sua volontà, lui ci ascolta.

Ma chiediamoci: “Quando è stata l’ultima volta che Geova ha risposto a una mia preghiera?” Dedichiamo molto tempo a capire come pregare e per cosa pregare, ma ci impegniamo abbastanza anche per individuare le risposte alle nostre preghiere? Se vogliamo sentirci vicini a Geova dobbiamo avere la certezza che lui ascolta e risponde alle preghiere che gli rivolgiamo. Visto che non sempre riusciamo subito a capire come Geova ci risponde, cosa possiamo fare?

Dobbiamo prenderci il tempo di riflettere per capire come Geova risponde alle nostre preghiere. Se siete sposati, parlate con il vostro coniuge delle cose per cui entrambi avete pregato e di come vi sembra che Geova stia rispondendo. Prestiamo attenzione alle cose che succedono intorno a noi, e impariamo a capire come queste cose hanno relazione con le risposte alle nostre preghiere. E poi dobbiamo essere più specifici nelle nostre preghiere, così sarà più facile capire quali sono le risposte di Geova, anche quelle meno evidenti. Quando riusciamo a individuarle, Geova diventa sempre più reale per noi. Imparare a capire come Geova risponde alle preghiere è una cosa che va imparata il prima possibile. Non possiamo dare per scontato che i nostri figli o quelli che studiano la Bibbia con noi imparino da soli a collegare le risposte che ricevono alle preghiere che hanno fatto.

Una sorella ha detto: “Riscontro che le persone si sentono più vicine a Dio se le aiuto a riconoscere la risposta alle loro preghiere”. E se non riusciamo a capire qual è la risposta? Dovremmo pensare che la nostra preghiera non fosse in armonia con la volontà di Geova? Non necessariamente. Ci sono 2 elementi importanti da tenere presenti. Primo, Geova sa qual è il momento migliore e qual è il modo migliore per risponderci. Lui considera tutti i fattori implicati. Forse la sua risposta non arriverà quando la vogliamo noi, ma arriverà. Quindi dobbiamo essere pazienti e continuare a cercarla. Secondo, Geova tiene conto della questione sollevata da Satana riguardo all’integrità degli esseri umani. Ripensiamo per un attimo alla sfida che Satana ha lanciato, leggiamo Giobbe 1:10, 11:

(Giobbe 1:10, 11) Non hai messo una siepe intorno a lui, alla sua casa e a ogni cosa che possiede? Hai benedetto l’opera delle sue mani, e il suo bestiame è aumentato molto nel paese. 11 Prova invece a stendere la mano e a toccare tutto ciò che ha, e vedrai se non ti maledirà apertamente”.

Geova permise che quella questione fosse sollevata perché ama le sue creature intelligenti. Permise che Giobbe venisse messo alla prova da Satana di fronte a tutto l’universo. Geova dà alle sue creature, cioè a noi, il privilegio di provare che il Diavolo è bugiardo e che le accuse mosse contro di lui e contro di noi sono false. Quindi Geova, avendo in mente la questione nell’insieme, permette che i suoi servitori affrontino delle prove. Questo comunque non significa che lui non risponda alla preghiera di chi soffre. Durante una prova forse abbiamo pregato per esserne liberati, ma magari in preghiera abbiamo anche detto: “Sia santificato il tuo nome”.

Dobbiamo essere convinti che Geova non solo risponderà alla nostra preghiera, ma che lo farà nel miglior modo possibile. E poi rimanere integri, anche di fronte a una grave malattia, può permetterci di dare una grande testimonianza ad altri. Questo è proprio ciò che è successo a Jerod Septer.

La Parola di Dio dice: “Ricorda, quindi, il tuo grande Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni difficili”. E per Jerod i “giorni difficili” sono arrivati presto, a 11 anni. Nel giugno del ’91 gli è stato diagnosticato un linfoma. Abbiamo cercato di capire quali fossero le terapie migliori, ma ovviamente non avremmo mai accettato una trasfusione, e neanche Jerod l’avrebbe accettata. Quando lui era in ospedale, i servizi sociali hanno voluto esaminare il nostro caso: pensavano che non ci stessimo prendendo cura di lui. E questo ha reso tutto ancora più doloroso. Dopo un po’ di tempo i servizi sociali hanno chiuso le loro indagini: avevano capito che eravamo bravi genitori. Le situazioni difficili sono state tante, e ogni volta pregavamo Geova, non per avere risposte miracolose, ma perché ci desse saggezza per prendere buone decisioni. E abbiamo davvero sentito la sua guida: siamo riusciti a occuparci delle terapie di Jerod e anche della nostra spiritualità. Ricordo che molte volte mi sono inginocchiata a pregare pensando: “Non ce la faccio più! È oltre ciò che posso sopportare”. Ma Geova mi dava forza. Magari arrivava qualcuno e ci diceva qualche parola di conforto. Ci portavano anche da mangiare. Era stato organizzato un programma perché i fratelli della congregazione ci portassero da mangiare tutti i giorni. E le istruzioni erano di non lasciare il cibo e andare via, ma di rimanere un po’ con noi. L’amore e la premura dei fratelli mi toccavano il cuore. Una volta eravamo in un ospedale a 2.400 km da casa, e il corridoio dell’ospedale si è riempito di fratelli. È stata un’ulteriore risposta alle mie preghiere. Siccome eravamo sempre in ospedale, registravano l’adunanza per noi. Ci guardavano negli occhi e ci dicevano: “Ascoltatela. Vi rafforzerà!” Jerod si preoccupava per noi: sapeva che nel nuovo mondo sarebbe stato bene, ma non sapeva se noi saremmo riusciti ad affrontare il dolore. Jerod... ...è morto nel giugno del ’92. Era a casa. L’ultima cosa che ci ha detto è stata: “Tenete duro, così potremo stare di nuovo tutti insieme”. Ero frastornata, mi sembrava di vivere in un incubo, perché non pensi mai che certe cose possano capitare a te. Ma era tutto vero. Non volevo che gli altri mi vedessero piangere, non volevo... ...che mi compatissero, ero finita in un vortice di pensieri negativi. Quello che mi ha aiutato è stato che Gary ricordava al mio cuore e alla mia mente che siamo in guerra: una guerra che coinvolge l’umanità intera. Satana dice che quando viviamo situazioni difficili smettiamo di amare e servire Geova. Stavo rischiando di dargli ragione. I sentimenti che provavo e tutto quel dolore mi avevano quasi portato alla deriva. Ho dovuto pregare molto prima di tornare in Sala. Quando sono tornata piangevano tutti con me, perché anche loro avevano perso un bambino. Non era un dolore solo nostro, era il dolore di tutta la congregazione. Capire questo mi ha fatto sentire meno sola: ci abbracciavamo e piangevamo insieme. Tornare a impegnarci nelle cose spirituali ci ha aiutato a smettere di concentrarci su noi stessi. Avrei potuto facilmente piangermi addosso e arrendermi di fronte alla tristezza. Il servizio mi dava gioia perché potevo aiutare altri ad avere una speranza per il futuro. Avere i fratelli vicino è stato fondamentale. Geova, tramite loro, la sua Parola e il suo spirito, ha risposto alle nostre preghiere. Eravamo decisi a rimanere nel servizio a tempo pieno, ma non avremmo mai immaginato che saremmo stati invitati a servire nella circoscrizione. E siamo felicissimi che anche nostra figlia e suo marito siano impegnati nello stesso servizio. Non vediamo l’ora di riavere Jerod qui con noi. Aspetto quel giorno con ansia, e so che non resterò delusa.

È bello sapere che Gary e Beth riescono di tanto in tanto a usare le vacanze per passare del tempo con la loro figlia e suo marito, che servono anche loro come viaggianti. E avete notato come Gary, Beth e Jerod hanno sentito l’aiuto di Geova quando pregavano mentre affrontavano quella terribile prova? Chiedevano a Geova saggezza mentre cercavano le cure mediche per Jerod. E Geova li prendeva, per così dire, fra le braccia e li ascoltava quando si sentivano schiacciati dal dolore e dai sentimenti negativi. Geova ha anche rafforzato in Jerod la speranza nella risurrezione e ha aiutato il fratello e la sorella Septer a rimanere spiritualmente forti. Non c’è alcun dubbio: Geova ha risposto alle loro preghiere; e questo rafforza la certezza che risponderà anche alla preghiera di Jerod di poter stare di nuovo insieme a tutta la sua famiglia. No, Geova non lo ha guarito miracolosamente, ma Jerod con la sua perseveranza e la sua forte fede ha dato una grande testimonianza alle creature di tutto l’universo: ha dimostrato che anche un bambino se confida in Geova può rimanere leale fino alla morte. A volte le cose vanno diversamente, e non tutti quelli che sono malati arrivano alla morte. Se qualcuno crede che le cose siano migliorate perché Geova è intervenuto, dovrebbe di certo mostrarsi grato. In ogni caso, dobbiamo riconoscere che Geova sa qual è il modo migliore di gestire una situazione così che questo onori il suo nome e faccia del bene in modo permanente ai suoi servitori. Infine vogliamo anche ricordare che la Bibbia spesso mette in risalto il legame tra pregare e rimanere spiritualmente svegli. In Matteo 26:41 leggiamo che Gesù disse: “Vigilate e pregate di continuo”. E, in 1 Pietro 4:7, Pietro scrisse:

(1 Pietro 4:7) La fine di ogni cosa si è avvicinata. Perciò siate assennati e sempre pronti a dedicarvi alla preghiera.

Pregare quindi è importantissimo. Se pregheremo riusciremo a rimanere spiritualmente svegli e attivi nel servizio che rendiamo a Dio, mentre aspettiamo che tra breve cominci la grande tribolazione. Per riassumere possiamo dire che le preghiere che rivolgiamo a Geova rivelano quanto è stretta la nostra amicizia con lui e quanto contiamo su di lui. Rivelano anche quanto è forte la nostra fede, quanto è profonda la nostra devozione e quanto è sincera la nostra gratitudine. Pregare ci aiuta anche a rimanere spiritualmente svegli mentre affrontiamo questi ultimi giorni prima della grande tribolazione. E man mano che impareremo a capire come Geova risponde alle nostre preghiere ci avvicineremo sempre di più a lui. Quindi, continuiamo a servirlo con la certezza che Geova ci darà sempre tutto quello di cui abbiamo bisogno per essere felici. È importante che tutti noi continuiamo a considerare prezioso lo straordinario privilegio della preghiera. Adesso consideriamo un tipo di situazione in cui pregare è particolarmente importante: quando si affrontano potenti spiriti malvagi. Lo spiritismo esiste, ed è molto pericoloso. Ma con l’aiuto di Geova è possibile liberarsi dalla sua influenza. Nel video che segue vedremo come una sorella aiuta una ragazza che studia la Bibbia con lei a fare proprio questo.

Io ed Emma eravamo molto preoccupati per Palesa, una donna che studia la Bibbia con Emma. Di nuovo non era riuscita a dormire perché aveva sentito la voce di sua nonna, che è morta, e il rumore di porte che sbattevano e oggetti che si rompevano. Palesa aveva messo un amuleto al polso della sua bambina per proteggerla, ma quell’esperienza terrificante era proseguita per tutta la notte. Ovviamente non era stata davvero sua nonna a parlare e non c’era niente di rotto in casa; ma l’attacco era stato reale. Storie riguardanti il mondo spirituale non erano nuove per me. I nostri vicini, i miei colleghi, le persone della nostra zona, quasi tutti credono negli spiriti, che lo ammettano o no. Anzi, non solo ci credono, ne hanno paura! Io avevo iniziato a studiare la Bibbia solo 6 mesi prima di Palesa. Ma grazie allo studio avevo capito che gli spiriti malvagi sono qui sulla terra, che cercano di interagire con le persone e che sono nemici pericolosi. Emma ha chiamato gli anziani per ricevere aiuto. Non voleva che gestissimo la situazione da soli. Mentre Emma raccontava l’accaduto, mi sono sentito in dovere di intervenire e riferire agli anziani altri dettagli che Emma stava tralasciando. Sono rimasto sorpreso quando gli anziani hanno detto che non avevano bisogno di tutti i dettagli. Hanno spiegato che, nonostante sappiamo che i demòni sono pericolosi, non ci mettiamo a parlare di quello che fanno. Quand’era sulla terra, anche Gesù avrebbe potuto raccontare ai suoi discepoli molti episodi che riguardavano le azioni degli spiriti malvagi, invece si concentrò su Geova e sulle sue attività. Noi dovremmo fare la stessa cosa, e non raccontare storie su ciò che i demòni potrebbero aver o non aver fatto. Gli anziani hanno usato abilmente la Bibbia per rafforzarci e incoraggiarci. Abbiamo letto Efesini 6:11:

(Efesini 6:11) Indossate la completa armatura di Dio per poter rimanere saldi contro le insidie del Diavolo,

Questo consiglio è importantissimo. Un soldato sarebbe stato vulnerabile se avesse indossato solo una parte dell’armatura o se non l’avesse tenuta in buone condizioni. Poi abbiamo letto Efesini 4:27:

(Efesini 4:27) e non lasciate spazio al Diavolo.

Gli anziani hanno spiegato a Palesa che il braccialetto al polso della sua bambina non fa parte dell’armatura di Dio. Piuttosto dà a Satana la possibilità di continuare a tormentare la famiglia. I fratelli ci hanno ricordato che chiunque vuole la protezione di Geova deve liberarsi da qualsiasi cosa abbia un legame con superstizione, spiritismo e culto dei demòni. Chi mai sceglierebbe di schierarsi con i demòni invece che con Geova? Emma ha ricordato a Palesa quanto fosse importante agire subito. Ma solo Palesa poteva scegliere cosa fare. Io voglio essere un leale servitore di Geova. Ecco perché voglio battezzarmi. Ho deciso di non ascoltare né raccontare più alcuna storia sui demòni. Ma oltre a questo, devo prestare attenzione ad altri aspetti della mia vita. Sto facendo qualcosa che potrebbe ‘lasciare spazio al Diavolo’? È evidente che devo fare ancora dei cambiamenti.

Avete visto come hanno ricercato la guida di Geova in preghiera? Hanno davvero seguìto il principio che si trova in Salmo 37:5: “Affida a Geova il tuo cammino; confida in lui, ed egli agirà in tuo favore”. In effetti Thomas sta affidando la sua vita a Geova, e la sua coscienza cristiana ha iniziato a guidarlo nelle sue scelte. Thomas probabilmente si è reso conto che deve salvaguardare il suo cuore da ciò che potrebbe sviarlo. In un’adorazione mattutina il fratello Morris, membro del Corpo Direttivo, ha spiegato perché ci vuole impegno per proteggere la nostra preziosa amicizia con Geova.

Questa mattina vorrei parlare di un’importante verità che riguarda il nostro cuore simbolico e del fatto che questa verità può aiutarci a proteggere la nostra relazione con Geova. Leggiamo per intero la scrittura di oggi in Geremia al capitolo 17. Il nostro Padre celeste ci dà un importante avvertimento su cui riflettere. Geremia capitolo 17, leggeremo il versetto 9: “Il cuore è più ingannevole di qualunque altra cosa ed è pericoloso”. Ecco il punto. È proprio così. Geova ci fa chiaramente capire che ognuno di noi deve combattere con un cuore simbolico che è ingannevole. E l’espressione “più ingannevole di qualunque altra cosa” è piena di significato. A complicare il tutto c’è anche il fatto che il cuore è “pericoloso”. Il nostro cuore cerca sempre di ingannarci; è un punto su cui riflettere. Geova l’ha fatto scrivere in modo che accettassimo questo fatto. Se vogliamo proteggere la nostra relazione con lui dobbiamo riconoscerlo. Potremmo essere nella verità da molti anni, essere maturi e avere un buon atteggiamento. Ma se dimentichiamo ciò che Geova ha detto riguardo al nostro cuore corriamo un pericolo, perché il Diavolo cercherà sempre di approfittarsi del fatto che il nostro cuore imperfetto “è più ingannevole di qualunque altra cosa ed è pericoloso”. Quindi riconosciamolo. Questo non significa continuare a pensarci fino a sentirci miserabili. L’apostolo Paolo riconobbe di sentirsi così, ma non dobbiamo pensare di essere persone inutili; la cosa importante è riconoscere la realtà. Così facendo impediremo al nostro cuore ingannevole di sviarci. Forse non è una cosa a cui pensiamo spesso, ma notate cosa disse Gesù, una verità fondamentale che ci riguarda tutti, in Matteo capitolo 6, in quella che spesso chiamiamo la preghiera modello. Matteo capitolo 6, è una lezione importante, come tutto quello che disse Gesù, anche questa è una lezione importante, il versetto 13 di Matteo capitolo 6: “E non farci cadere in tentazione, ma liberaci dal Malvagio”. Queste parole sono state scritte centinaia di anni fa. Potremmo chiederci: “Quand’è stata l’ultima volta che pregando Geova gli ho chiesto di non farmi cadere in tentazione o di liberarmi dal Malvagio?” Cosa chiediamo in effetti? Chiediamo al nostro Padre celeste di guidarci e aiutarci così che “Satana non prevalga su di noi”. Sembrerebbe una richiesta semplice. Ma facciamo attenzione, perché più ci avviciniamo alla fine e più è urgente che ricordiamo l’importanza di supplicare Geova perché non ci faccia cadere in tentazione e perché ci guidi in modo da essere liberati da Satana. Questo essere malvagio fa leva sul fatto che il nostro cuore ingannevole e traditore può farci rovinare la nostra relazione personale con Geova. È interessante ciò che l’apostolo Paolo scrisse ai suoi fratelli nella prima lettera ai Tessalonicesi. Leggiamo 1 Tessalonicesi capitolo 3; l’ho trovato davvero interessante. Ritornando alla questione del cuore simbolico e al fatto che questo protegga la relazione che abbiamo con il nostro Dio e Padre, Geova, in 1 Tessalonicesi 3:5 Paolo scrisse: “Per questo, quando non ho più potuto resistere, l’ho inviato per accertarmi della vostra fedeltà, [notate] temendo che in qualche modo il Tentatore vi avesse tentato e che la nostra fatica fosse stata inutile”. Paolo non fornì dettagli specifici. Quello che disse, però, ci aiuta a capire che esiste il pericolo che in qualche modo il Tentatore, Satana il Diavolo, possa tentarci; e questo è legato al bisogno di supplicare Geova perché ci liberi dal Malvagio che vuole farci infrangere la nostra integrità e rovinare la preziosa relazione che abbiamo con Geova. Satana sa che il cuore è ingannevole. E a prescindere da chi siamo o da quanto tempo siamo nella verità, non dimentichiamo quello che Paolo scrisse ai Tessalonicesi, quel “in qualche modo”, perché Satana cerca sempre di indurci “in qualche modo” a infrangere la nostra integrità a Geova Dio. Mentre mi preparavo, ho pensato a come gli avvenimenti descritti in Rivelazione capitolo 12 ci riguardano. Conosciamo molto bene queste parole. Il Diavolo e i demòni sono stati espulsi dai cieli; notate il versetto 12 di Rivelazione capitolo 12: “Perciò gioite, cieli, [altroché se gioiscono] e voi che vi dimorate!” È un’esclamazione. Notate però: “Ma guai a voi, terra e mare, perché il Diavolo è sceso da voi pieno di rabbia, sapendo di avere poco tempo!” Beh, se queste parole erano vere quando Satana venne cacciato dai cieli, quanto più lo sono ora! Questo ci fa riflettere. Dobbiamo proteggere la nostra relazione con Geova perché, notate cosa dice il versetto 17 dello stesso capitolo: “Così il dragone si infuriò”. È infuriato, pieno di rabbia e fa guerra agli unti che sono ancora sulla terra. E chi osserva i comandamenti di Dio, chiunque sostenga gli unti, è coinvolto in questa guerra che ha come scopo quello di indurci a infrangere in qualche modo l’integrità nei confronti del nostro prezioso Padre celeste; nella Bibbia troviamo questo avvertimento ancora prima delle parole di Gesù o di quelle riportate in Rivelazione. In Proverbi, al capitolo 4, si legge: “Più di ogni altra cosa, salvaguarda il tuo cuore, perché da esso sgorgano le fonti della vita”. Già allora c’era la consapevolezza che dobbiamo salvaguardare il nostro cuore e accettare il fatto che il cuore simbolico è ingannevole; e che dobbiamo proteggere la nostra preziosa relazione con Geova Dio. Per fare questo, notate cosa scrisse Paolo; è un versetto molto conosciuto che troviamo in 2 Timoteo capitolo 3. Lo abbiamo usato molte volte nel ministero, ma stavolta colleghiamolo all’idea di salvaguardare il nostro cuore e accettare il fatto che è ingannevole; così rimarremo leali a Dio e non permetteremo al Diavolo di indurci a infrangere la nostra integrità. Secondo Timoteo capitolo 3, vediamo come si collega a tutto questo. Il versetto 16 dice: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio”. Notate i benefìci: è utile “per insegnare, per riprendere, per correggere”; ma il punto che ci interessa è “per disciplinare nella giustizia”. Spesso usiamo questo principio per aiutare chi studia la Bibbia con noi ad avere lo stesso punto di vista di Dio. Inoltre è giusto che gli anziani usino le Scritture per disciplinare. Ma quello a cui vogliamo dare risalto qui è che quando facciamo la lettura personale della Bibbia dobbiamo permettere alle Scritture di disciplinare il nostro cuore ingannevole. La Bibbia è come uno specchio. Quando, mentre leggiamo, ci rendiamo conto di avere un pensiero sbagliato, potrebbe essere qualunque cosa che ci può sviare e portare a infrangere la nostra integrità, siamo onesti con noi stessi. È una cosa solo tra noi e Geova. Quando leggiamo, lasciamo che la Bibbia ci disciplini nella giustizia. Questo ci permetterà di proteggere la nostra preziosa relazione con Geova Dio. Tutti dobbiamo ammettere che, come abbiamo detto, il nostro cuore simbolico è ingannevole, è traditore. Ma è meraviglioso sapere che Geova ci ama. Ecco perché ha fatto scrivere le parole che troviamo in Geremia, perché ci ama. Per proteggere la nostra relazione con lui, dobbiamo ammettere che il cuore è ingannevole. È così. Quindi, accettiamo la realtà riguardo al nostro cuore, ma siamo determinati a proteggere e salvaguardare la nostra preziosa relazione con Geova Dio.

È proprio vero: per ricevere l’aiuto di Geova e salvaguardare il nostro cuore la preghiera è fondamentale. E il nostro desiderio di proteggere l’amicizia che ci lega a Geova dipende molto da quanto siamo grati per quello che fa per noi. La gratitudine ci spinge ad agire e rafforza la nostra fede in lui, e il video musicale di questo mese ce lo mostrerà. La canzone si intitola: “Sono grato per la creazione di Dio”.

Mi emoziona la creazione di Dio! La brezza tra i fiori è dolce melodia. Tra le montagne e nel cielo blu le nuvole si rincorrono. Ringrazio Dio per ciò che ha fatto, e per la poesia che vedo intorno a me. Io mi sento grato dei regali di Dio. Sono grato ogni giorno di più. Non darò mai per scontato l’amore che lui ha per me. Guardo nel mio cuore, prego Dio e mi sento grato, io mi sento grato. Quanti colori e quanta fantasia! Che magnifica tela hai fatto, Geova Dio! Lontani orizzonti danno serenità, la luna danza nell’immensità! Ringrazio Dio per ciò che ha fatto, e per questa poesia che vedo intorno a me. Io mi sento grato dei regali di Dio. Sono grato ogni giorno di più. Non darò mai per scontato l’amore che lui ha per me. Guardo nel mio cuore, prego Dio e mi sento grato. Io vedo in tutto ciò che fai le tue belle qualità, la tua bontà. Ti sono grato, ancora più grato. Io mi sento grato dei regali di Dio. Sono grato ogni giorno di più. Non darò mai per scontato l’amore che lui ha per me. Guardo nel mio cuore, prego Dio e mi sento grato. Io mi sento grato, io mi sento grato.

Avete notato qual è un modo in cui esprimiamo gratitudine a Geova? Attraverso la preghiera. Avere questo canale di comunicazione con il Sovrano dell’universo è un privilegio che appartiene al suo popolo. A proposito del popolo di Geova, durante il programma di JW Broadcasting del mese scorso abbiamo visitato una delle mostre del museo che si trova alla sede mondiale, a Warwick. Ma c’è altro da vedere. Seguiamo il fratello John Ekrann, assistente del Comitato dei Coordinatori: ci farà da guida a un’altra mostra, dal titolo “Un popolo per il nome di Geova”.

Vi piacciono le belle storie? Eccone una! Alla sede mondiale di Warwick “Un popolo per il nome di Geova” è più che una mostra storica. È la storia moderna di un popolo desideroso di conoscere il vero Dio e di fare la sua volontà. Questa però non è una storia qualunque: è la nostra storia. Facciamo insieme un appassionante viaggio nel tempo. La storia è raccontata sulle pareti e tra le varie gallerie della mostra. Si comincia dagli anni ’70 del XIX secolo. Ad Allegheny, in Pennsylvania, un piccolo gruppo di persone decise di riesaminare la Bibbia. Charles Russell disse: Tutte le religioni della cristianità affermano di basarsi sulla Bibbia; ed esse sono in conflitto fra loro. È possibile quindi che la Bibbia sia stata mal interpretata? Più cose imparavano, più volevano parlarne ad altri. Così, nel 1879, cominciarono a pubblicare La Torre di Guardia di Sion. Presto molti lettori iniziarono a prendere posizione a favore delle verità che imparavano. Voglio dirvi questo: sono libero! La verità mi ha reso libero! Oggi sono stato escluso dalla chiesa battista. [...] Quindi ora sono solo nella “carne” ma non nello “spirito”. I componenti di questo piccolo gruppo, conosciuti come Studenti Biblici, presto compresero che la buona notizia doveva essere predicata in tutto il mondo. Ma come potevano riuscirci? Viaggi transcontinentali e internazionali aiutarono gli Studenti Biblici a capire cosa avrebbero potuto fare per predicare a più persone. In un solo viaggio, che cominciò nel dicembre 1911, il fratello Russell e i suoi collaboratori fecero un giro intorno al mondo. Usate l’immaginazione per rivivere quei momenti emozionanti. In questa galleria, potete vedere com’era la vita di un pellegrino, quello che oggi chiamiamo sorvegliante di circoscrizione. Qui vedete la giacca ufficiale che indossava mentre pronunciava i discorsi pubblici. Nel ministero gli Studenti Biblici offrivano la serie di libri Studi sulle Scritture e portavano con sé degli elenchi per trovare e visitare gli abbonati alla Torre di Guardia. Poi, nel 1914, fu presentato l’emozionante “Fotodramma della Creazione”, che aveva lo scopo di edificare la fede nella Bibbia quale ispirata Parola di Dio. Si trattava di un’opera innovativa che combinava filmati, una colonna sonora e splendide diapositive su vetro dipinte a mano. Centinaia di persone misero in scena episodi biblici, che talvolta includevano anche animali veri. Valse la pena di fare quell’enorme lavoro? Caro fratello Russell, voglio ringraziarti moltissimo per il privilegio di aver potuto vedere il “Fotodramma della Creazione”! Non avrei mai pensato di vivere tanto da poter vedere coi miei occhi l’eterno Evangelo predicato a tutti quelli che dimorano sulla terra [...]! Eppure è così. [...] Le parole non possono descrivere la gioia che ho nel cuore! Vostra sorella Riley. Alla fine del 1914, lo avevano visto più di 9 milioni di persone. Ma gli Studenti Biblici non sapevano quali prove li attendevano. I tempi dei Gentili sono finiti; i loro re hanno fatto il loro tempo. 1 A questo punto non sappiamo cosa ci aspetta. Nel 1914 scoppiò la Prima guerra mondiale. Poi, nel ’16, la morte del fratello Russell lasciò gli Studenti Biblici scioccati. Fu un periodo di prove senza precedenti. All’interno dell’organizzazione alcuni erano in forte disaccordo su chi dovesse assumere un ruolo direttivo. Mentre dall’esterno, i governi cercarono di costringere i fratelli a prendere parte alla guerra. Nel 1918 il fratello Rutherford e 7 dei suoi stretti collaboratori vennero imprigionati. Sarebbe stata la fine degli Studenti Biblici? O avrebbero dimostrato di essere un popolo per il nome di Geova? La gioia che provò il popolo di Geova al rilascio dei nostri fratelli dalla prigione federale di Atlanta il martedì 25 marzo 1919 non conobbe limiti. La loro ulteriore devozione a Geova fu mostrata dal fatto che si misero immediatamente all’opera per far conoscere al popolo di Dio in ogni luogo la liberazione da parte di Geova. Thomas Sullivan. Gli Studenti Biblici si rimisero in piedi con rinnovato zelo. Ma l’opposizione non terminò lì. In questa galleria vedrete in che modo i nostri fratelli e sorelle hanno preso posizione e sono rimasti fedeli. In Russia un padre rimase in prigione per 10 anni e incoraggiava le figlie con delle cartoline illustrate a mano. In Grecia un figlio usò in prigione la stessa coperta che suo padre aveva usato quando era stato in prigione prima di lui. Era un modo per ricordare l’integrità del padre. In Corea, dei Testimoni furono rinchiusi in minuscole celle fino a 30 giorni alla volta. Mettendovi nel riquadro luminoso, avrete un’idea di cosa significava. Tutti questi fratelli e sorelle guardarono oltre le sbarre del carcere, concentrandosi sulla loro speranza per il futuro. Man mano che comprendevano la verità, gli Studenti Biblici abbandonavano umilmente tradizioni a cui tenevano ma che non erano conformi alle Scritture. I cantici furono esaminati alla luce degli insegnamenti della Bibbia. Il popolo per il nome di Geova si stava distinguendo sempre più chiaramente. E così, nel ’31, fu molto emozionante ricevere un nuovo nome: Testimoni di Geova. Poi, nel ’35, il fratello Rutherford identificò la grande moltitudine delle altre pecore che servivano al fianco degli unti. Al momento culminante del suo discorso disse: Tutti quelli che hanno la speranza di vivere per sempre sulla terra sono pregati di alzarsi in piedi. Grazie a questo nuovo intendimento, i Testimoni compresero la vera portata del comando di Gesù di fare discepoli. Erano necessari metodi nuovi e innovativi. La terza galleria mostra i metodi di predicazione usati negli anni ’30 e ’40. La radio fu un mezzo potente per portare il messaggio al grande pubblico. I fratelli usavano inoltre grandi grammofoni montati su delle auto munite di altoparlanti. Facevano ascoltare discorsi registrati ovunque ci fossero gruppi di persone. Vennero poi ideati e prodotti fonografi più leggeri; in questo modo i proclamatori potevano portare di casa in casa il messaggio registrato. Questi metodi contribuirono a dare uniformità al messaggio. Ma era il momento di istruire il popolo di Geova perché ogni Testimone diventasse un ministro efficace. Si cominciarono a istituire scuole. Il Corso di Ministero Teocratico preparava i proclamatori nella congregazione. E la Scuola biblica di Galaad cominciò a formare missionari perché predicassero in tutto il mondo. Iniziò così una nuova epoca di istruzione divina. Inoltre stavamo per ricevere uno strumento prezioso. Nel 1950 ricevemmo la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane, e nel ’61 la Bibbia completa. Da allora, grazie a un buon uso della tecnologia, ci sono stati continui miglioramenti: dalle rotative ad alta velocità fino a Internet e ai video. Questi metodi ci aiutano a restare uniti, a raggiungere milioni di persone con la buona notizia e a glorificare Dio. Questa mostra racconta la storia di un popolo, ma non di un popolo qualunque. Siamo “un popolo per il nome di Geova”. Resta solo una domanda: quale sarà la tua parte in questa storia straordinaria?

In questo programma, dopo il discorso dal tema “Considera prezioso il tuo privilegio di pregare”, abbiamo visto come dovremmo agire in situazioni che implicano lo spiritismo. Per respingere gli spiriti malvagi è fondamentale cercare la guida di Geova in preghiera. Poi il fratello Morris ha ribadito l’importanza di pregare per proteggere il nostro cuore. E il video musicale ci ha ricordato che dobbiamo ringraziare Geova per tutto quello che fa per noi. Comunicare con Geova è un privilegio che abbiamo perché facciamo parte del suo popolo. E visitando una delle mostre che ci sono alla Betel di Warwick abbiamo visto come Geova ha guidato questo popolo in tempi moderni. Prima di concludere, andiamo a trovare i fratelli dell’ufficio di traduzione decentrato a Chinle, in Arizona, nella parte sud-occidentale degli Stati Uniti. In questa regione vivono molti nativi e molte tribù indigene. I coloni europei raggiunsero la zona agli inizi del 1500. Nonostante siano passati moltissimi anni, molte tribù sono riuscite a conservare la propria cultura e la propria lingua. Attualmente la filiale degli Stati Uniti traduce in molte lingue indigene tra cui cherokee, hopi, lakota e navaho. Per facilitare questo lavoro, a Chinle, nel cuore del territorio navaho, nel 2015 è stato costruito un ufficio di traduzione decentrato, o RTO. Qui lavorano oltre 100 volontari, di cui 13 a tempo pieno. Nel campo di lingua navaho servono 430 proclamatori. Tra questi ci sono circa 130 pionieri regolari e 20 speciali. Le pubblicazioni tradotte all’RTO, comprese quelle audio e video, sono rese disponibili alle 8 congregazioni, agli 11 gruppi e ai 5 pregruppi di lingua navaho. In questa lingua negli ultimi 5 anni si sono anche tenuti i congressi di zona. A quello del 2018 ci sono stati un massimo di 471 presenti e 1 battezzato. I volontari che lavorano all’RTO di Chinle salutano con affetto tutti i fratelli del mondo. E anche noi vogliamo loro molto bene. Questo è JW Broadcasting.

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