2019-05 JW Broadcasting

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Benvenuti a questa edizione di JW Broadcasting. In questo programma vedremo alcuni modi in cui si possono affrontare l’ansia e le preoccupazioni. Ecco una breve anteprima. Questo fratello, fin da piccolo, trovava difficile andare alle adunanze e a scuola, tenersi un lavoro e perfino uscire di casa la mattina. In che modo la sua storia può aiutarci ad affrontare l’ansia giorno per giorno? Conosceremo 2 sorelle che per 60 anni hanno servito spalla a spalla come pioniere. Scopriremo cosa le ha aiutate a non perdere la gioia nonostante le difficoltà della vita e le prove inaspettate. Vedremo anche cosa spinge molti fratelli e sorelle a rendersi disponibili per servire alla Betel. Ascolteremo alcuni che svolgono questo servizio, e capiremo quali sono i requisiti richiesti e come ci si può preparare per questa forma di servizio speciale a tempo pieno. Adesso godetevi l’edizione di maggio 2019 di JW Broadcasting.

Vi capita di sentirvi completamente sopraffatti dai problemi della vita e di provare ansia? Anche solo provvedere ai bisogni della famiglia può causare ansia. Nello stesso tempo, forse siete alle prese con una malattia cronica o che potrebbe portarvi alla morte, dovete occuparvi di un familiare malato, piangete la perdita di una persona cara, soffrite di solitudine, siete stati colpiti da un disastro o forse state lottando con gli effetti devastanti di un maltrattamento che avete subìto o state subendo. È vero, siete convinti che il Regno di Dio risolverà questi problemi, ma lo farà in futuro. Che dire, però, di oggi? Forse vi sentite come Davide, che in Salmo 13:2 disse: “Fino a quando vivrò nell’angoscia, con il cuore in pena giorno dopo giorno?” Una sorella che lotta contro stati d’ansia da molti anni ha scritto: “L’ansia mi toglie il sonno, influisce sulla mia salute e condiziona il modo in cui tratto gli altri. In quei momenti vorrei solo mollare tutto”. E aggiunge: “L’ansia è come un mostro che vive dentro di me e si trova tra il cuore e la pancia. Non vedo l’ora che nel nuovo mondo Geova uccida questo mostro. Ma per ora questo mostro ringhia, mi lacera dentro e cerca di impadronirsi della mia vita”. Vi sentite un po’ come lei? Spesso a proposito dell’ansia si sente dire: “Cerco solo di affrontarla un giorno alla volta”. Un fratello però ha detto: “Io ci provo, ma in certi momenti sembra che tanti giorni mi aggrediscano tutti insieme”. Per molti di noi affrontare l’ansia significa lottare ogni giorno. Se anche voi lottate contro l’ansia, sappiate che non siete soli. Non smettete mai di lottare. Geova e Gesù conoscono le preoccupazioni che opprimono la vostra mente e pesano sul vostro cuore. E il Corpo Direttivo sa che in questo sistema di cose attraversiamo tempi davvero difficili. Ecco perché il tema scelto per questo programma è: “Affrontare l’ansia un giorno alla volta”. Innanzitutto, che cos’è l’ansia? Nelle Scritture Greche Cristiane il termine “ansioso” ricorre diverse volte. La prima occorrenza si trova nel Discorso della Montagna pronunciato da Gesù. Gesù sapeva che la gente si preoccupava di come provvedere alla propria famiglia. Pertanto in Matteo 6:25 diede questo saggio consiglio:

(Matteo 6:25) “Perciò vi dico: smettete di essere ansiosi per la vostra vita, riguardo a quello che mangerete o che berrete, o per il vostro corpo, riguardo a quello che indosserete. La vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?

L’approfondimento al versetto 25 della Bibbia per lo studio dice che “il termine greco per ‘ansioso’ può riferirsi alle preoccupazioni che affollano la mente di una persona e la distraggono al punto di farle perdere la gioia”. In Luca 12:29, Gesù dice di ‘smettere di angosciarsi’, o di ‘preoccuparsi’, come dice l’approfondimento. L’approfondimento qui fa notare che la parola greca per “angosciarsi” era usata in riferimento alle navi che venivano agitate dai flutti. Dice che Gesù usò il termine in senso figurato per indicare chi è ansioso o agitato come se fosse sbattuto qua e là perché in balìa di dubbi e preoccupazioni. Dicendo “smettete di essere ansiosi” Gesù riconosce che è una cosa assolutamente normale sentirsi in ansia. Lui conosce molto bene la nostra natura imperfetta. Sa che abbiamo la tendenza a sommare le preoccupazioni di ieri, gli “avrei voluto”, “avrei potuto” e “avrei dovuto” e quelle ipotetiche di domani, i “se succedesse”, alle preoccupazioni di oggi. Ma, pensateci, quante volte ci siamo preoccupati da morire per quello che sarebbe potuto accadere domani, per poi scoprire che il domani alla fine non era così terribile come temevamo? Ma Gesù sa anche che l’ansia può avere conseguenze reali, a volte anche dolorose. Può ostacolare i nostri progressi spirituali. Pensare e ripensare ai nostri problemi può letteralmente bloccarci. Come facciamo, però, a ‘smettere di essere ansiosi’? Qual è l’antidoto? Vediamo 4 cose che possiamo fare. La prima è confidare in Geova e vivere un giorno alla volta. È esattamente la medicina consigliata da Gesù in Matteo 6:33, 34:

(Matteo 6:33, 34) “Continuate dunque a cercare prima il Regno e la giustizia di Dio, e tutte queste altre cose vi saranno date in aggiunta. 34 Perciò non siate mai ansiosi del domani, perché il domani avrà le sue preoccupazioni. A ciascun giorno bastano i suoi problemi.

L’approfondimento al versetto 34 dice che “l’ansia eccessiva per ciò che potrebbe accadere può incidere negativamente sull’amicizia che una persona ha con Dio, portandola a confidare nella propria saggezza piuttosto che nella sapienza di Dio”. Quindi cosa impariamo? Invece di confidare in noi stessi, confidiamo in Geova e viviamo un giorno alla volta. Un riferimento marginale a Matteo 6:34 ci porta a Esodo 16:4. In questo brano si legge di come Geova provvide agli israeliti manna sufficiente per ogni giorno dei 40 anni che trascorsero nel deserto. Geova non poteva fornire la quantità necessaria per una settimana? per un mese? per un anno? Certo! Allora perché forniva solo la quantità sufficiente per un giorno? Beh, pensateci. Quando ogni mattina gli israeliti uscivano dalle loro tende, non avevano dubbi che avrebbero trovato la manna da raccogliere, e non avevano dubbi su chi gliela stesse provvedendo. Geova non mancò mai di provvedere ai loro bisogni, nemmeno per un singolo giorno. Inoltre sapevano da come Geova aveva agito in passato che provvede sempre ai bisogni di chi gli è leale. Pensiamo anche noi a come nel passato Geova ha provveduto ai suoi servitori. Possiamo essere sicuri che Geova sa esattamente di cosa abbiamo bisogno nel momento in cui ne abbiamo bisogno, per oggi, per domani e per tutta l’eternità. Anche se abbiamo questa certezza, perché ci capita comunque di provare ansia? La risposta è semplice: siamo persone imperfette che fanno del loro meglio per servire Geova nel malvagio mondo di Satana. L’ansia per i problemi di ogni giorno può farci dimenticare di confidare in Geova e di vivere un giorno alla volta. Perciò dobbiamo mettere in pratica un secondo suggerimento per gestire l’ansia: aprire il cuore a Geova in preghiera. Leggete con me le rassicuranti parole che si trovano in Filippesi 4:6, 7:

(Filippesi 4:6, 7) Non siate in ansia per nessuna cosa, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiere e suppliche accompagnate da ringraziamenti; 7 e la pace di Dio che è al di là di ogni comprensione custodirà il vostro cuore e le vostre facoltà mentali mediante Cristo Gesù.

Paolo non dice semplicemente di non essere ansiosi, dice come riuscirci, vale a dire “con preghiere e suppliche”, pregando in modo sentito e specifico. Di che beneficio sarà? “La pace di Dio [...] custodirà il vostro cuore”. L’espressione tradotta “custodirà” apparteneva al gergo militare e si riferiva ai soldati che proteggevano una città. La gente del posto poteva dormire sonni tranquilli sapendo che i soldati vigilavano di notte. In modo simile, quando abbiamo “la pace di Dio”, il nostro cuore e la nostra mente possono essere tranquilli. Questo ci impedisce di essere travolti dall’ansia o dallo scoraggiamento. Come sono rassicuranti le parole del salmista in Salmo 4:8:

(Salmo 4:8) Mi sdraierò e dormirò sereno, perché tu solo, o Geova, mi fai stare al sicuro.

Quindi, quando ci sentiamo in trappola, senza via d’uscita dalle preoccupazioni, la pace di Dio ci dà la speranza necessaria per vedere la luce in fondo al tunnel. Cosa dobbiamo fare, però? Trasformiamo le cose che ci preoccupano in preghiere sentite. Difatti in 1 Pietro 5:7 Geova ci invita a ‘gettare su di lui tutte le nostre preoccupazioni, [e a lasciarle a lui] perché egli ha cura di noi’. Geova è l’unica persona che capisce veramente come ci sentiamo. Lui conosce ogni aspetto della nostra vita, sa perché ci sentiamo o reagiamo in un certo modo. Ci vuole bene e ci apprezza individualmente nonostante i nostri difetti, le nostre angosce, le nostre inquietudini e preoccupazioni. Lui non solo ha il potere di aiutarci, ma vuole farlo. Sapere questo dovrebbe spingerci a pregare Geova in modo specifico, esprimendo i nostri sentimenti più profondi e implorandolo di darci pace a livello mentale ed emotivo. Se lo facciamo, 1 Pietro 5:10 ci promette che Geova ‘ci renderà saldi, ci renderà forti, ci porrà su solide fondamenta’. Non sottovalutiamo mai il potere della preghiera! Geova è sempre pronto ad aiutarci, un giorno alla volta. Un terzo modo per affrontare l’ansia è leggere la Parola di Dio e meditarci sopra. Lasciamo che Geova ci parli. Facciamo in modo che i suoi pensieri diventino i nostri pensieri. In Salmo 94:19, notate come il salmista riconobbe di avere delle preoccupazioni:

(Salmo 94:19) Quando ero sopraffatto da inquietanti pensieri, tu mi consolavi e mi coccolavi.

È così, anche i servitori di Dio possono sentirsi sopraffatti dall’ansia o, come dice un’altra versione, assillati da “un gran numero di preoccupazioni”. Di per sé questo è già confortante: il fatto che uno scrittore ispirato della Bibbia lottasse con l’ansia. Ma Geova ‘lo consolava e lo coccolava’, calmando il suo cuore agitato. Dio può fare lo stesso con noi attraverso la sua Parola ispirata, la Bibbia. Ricordate, la Bibbia è il modo in cui Geova ci parla. Anziché lasciarci dominare dai sentimenti, possiamo imparare a concentrare la mente su cose positive, come quelle elencate dall’apostolo Paolo in Filippesi 4:8:

(Filippesi 4:8) Infine, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose degne di rispetto, tutte le cose giuste, tutte le cose caste, tutte le cose amabili, tutte le cose di cui si parla bene, tutte le cose virtuose e tutte le cose degne di lode, continuate a considerare queste cose.

La nota in calce al versetto 8 indica che “considerare” implica “pensare” o “meditare”. Possiamo e dobbiamo meditare su cose positive tratte dalla Bibbia, sostituendo così i pensieri negativi che possono entrarci nella mente e causare ansia. Chiedete a Geova di aiutarvi a trovare nella sua Parola versetti che consolino il vostro cuore. Chiedete ad altri quali versetti calmano il loro cuore nei momenti di ansia. Preparate la vostra lista di versetti. Poi prendetevi il tempo per leggere quei passi biblici e meditarvi su. La meditazione è la chiave per aprire la porta del cuore. Meditando permettiamo ai pensieri di Dio di influire su di noi il più profondamente possibile. Immaginate che Geova vi parli direttamente, perché è proprio così. Non sottovalutiamo mai il potere della Parola di Dio, di lasciare che Geova ci parli. Il quarto modo per affrontare l’ansia è aprirsi con un amico fidato. Proverbi 12:25 dice: “L’ansia opprime il cuore dell’uomo [o, come dice la nota in calce, “deprime l’uomo”] ma una parola buona lo fa rallegrare”. “Una parola buona” può arrivare da un compagno di fede spinto dallo spirito di Dio e guidato dalla sua Parola. Quando l’apostolo Paolo era agli arresti, solo, pregò per ricevere incoraggiamento e Geova gli diede quello che gli serviva per tirarsi su. Pieno di gratitudine, in Colossesi 4:11 Paolo disse: ‘I miei compagni d’opera sono stati fonte di grande conforto’, o “un aiuto rafforzante”. Cosa potete fare se vi sentite scoraggiati o senza via d’uscita a causa dell’ansia? Come Paolo, pregate per avere incoraggiamento. Pregate per trovare qualcuno con cui parlarne, a cui confidare i vostri sentimenti. La risposta alla vostra preghiera potrebbe essere un anziano, o un fratello o una sorella maturi. E se per voi fosse difficile trovare qualcuno con cui aprirvi e confidarvi? Parlando del confidarsi con qualcuno, l’articolo apparso nella Torre di Guardia del 1° marzo 1997, intitolato “Avete timore di fidarvi di altri?”, dice: “Forse questo richiederà un po’ di impegno, ma non sottovalutiamo mai l’aiuto che possiamo ricevere dai fratelli. Geova può usare un compagno di fede per liberare la nostra mente dall’angoscia. E anche quando non abbiamo nessuno con cui parlare, le esperienze, la bella musica e i discorsi su JW Broadcasting possono essere per noi come l’abbraccio di un caro amico. È proprio così: quando ci impegniamo, diamo a Geova qualcosa da benedire. Geova può aiutarci a superare quello che sembra insuperabile. E anche se forse non elimineremo del tutto l’ansia, possiamo imparare ad assumere noi il controllo. Come? Con le 4 cose di cui abbiamo parlato.

Con l’aiuto di Geova, è possibile “affrontare l’ansia un giorno alla volta”.

Jordan Williams e suo marito Robert

Prima vi ho citato le parole di una sorella che descrive l’ansia come un mostro che vive dentro di lei. Mi fa piacere che la sorella che ha scritto quella lettera sia qui con noi per raccontarci qualcosa in più della sua storia. Vi presento Jordan Williams e suo marito Robert. Grazie di essere venuta a parlarci della tua lotta contro l’ansia. Ci puoi dire qualcosa in più al riguardo?

Mi vergogno dell’ansia che provo. Ho la sensazione che in me ci sia qualcosa che non va, e mi sento in colpa per questo. Penso di deludere Geova essendo ansiosa e di disubbidire a Gesù, visto che disse: “Smettete di essere ansiosi”. Ma proprio non ci riesco.

Grazie di averci detto cosa provi. Robert, e tu cosa fai per aiutare Jordan nella sua lotta contro l’ansia?

Sai, l’ansia è come un mostro, a volte davvero ostinato, che non vuole andarsene. Ricordare che non è colpa di Jordan mi aiuta a essere più comprensivo e premuroso. La ascolto mentre mi parla delle sue preoccupazioni, che potrei non capire fino in fondo.

Jordan, cosa fai per combattere l’ansia?

La cosa che mi aiuta di più è camminare con Geova ogni giorno. Intendo in senso letterale. In genere quando mi sveglio provo una forte ansia. Non riesco a respirare, come se avessi un peso che mi opprime. Allora mi alzo e leggo il capitolo della Bibbia da cui è tratta la scrittura del giorno. Poi vado a fare una passeggiata e parlo con Geova per un’ora; cerco di seguire lo schema della preghiera modello. Quindi parlo con Geova del suo nome, di quanto mi sento onorata di portare il suo nome. Gli parlo del suo Regno, del fatto che presto eliminerà tutti i nostri problemi, compresa l’ansia. Poi gli parlo della sua volontà, e in particolare di qual è la sua volontà per me in quel giorno. La maggior parte delle volte le cose che mi preoccupano rientrano in questi 3 campi, ma se c’è qualcos’altro gli parlo in modo specifico anche di quello.

Che bello camminare così con Geova. Ci sono altre cose che ti aiutano ad affrontare l’ansia e a gestirla?

Lo studio personale mi aiuta davvero tanto, soprattutto se studio argomenti che non riguardano l’ansia. Quando faccio ricerche sull’armatura spirituale o sul riscatto, il “mostro dell’ansia”, per così dire, si distrae. Così il mio cuore si calma e le perle di saggezza che Geova mi vuole trasmettere possono arrivare in profondità. E spesso quelle perle sono proprio quello che mi serve per affrontare l’ansia che provo.

In particolare quali cose ti aiutano?

Sul tablet ho creato l’etichetta “Ansia” nella sezione “Ricerche” dalla mia Bibbia per lo studio; uso quell’etichetta per raccogliere i versetti e le frasi che mi aiutano. Ad esempio, al congresso del 2014 c’è stato un discorso in cui si parlava del capitolo 6 di Matteo. Sono stati elencati 6 passi per combattere l’ansia. Proprio come i passi da seguire per liberarsi da una dipendenza, questi sono i 6 passi da seguire per liberarsi dall’ansia.

E quali sono questi 6 passi?

Sono: aiutare chi ha bisogno, pregare tanto, perdonare, non essere ipocriti, accumularsi tesori in cielo e poi concentrarsi sulle cose spirituali.

Quando siamo rientrati, dopo il congresso, ha scritto questi passi e li ha messi su delle calamite che poi ha attaccato al frigorifero. Cerco di seguirli tutti ogni giorno. Quando raggiungo un obiettivo, giro la calamita corrispondente. Così posso vedere quali passi mi restano da fare.

Tutti i giorni do un’occhiata al frigorifero per capire come sta Jordan. Se nessuna delle calamite è girata, capisco che siamo nei guai.

- È una brutta giornata. -

C’è da fare qualcosa in più.

Un buon metodo!

Ma cosa possono fare o dire gli altri per aiutare chi soffre d’ansia?

Sai, è bello quando i fratelli sono comprensivi, non mi giudicano, rispettano la mia privacy, questo è di grande aiuto, e quando non mi etichettano con frasi del tipo “Lei è ansiosa, non cambierà mai”. Beh, questo mi aiuta tanto. A volte dimentico perfino di avere l’approvazione di Geova. Quindi mi fa stare bene quando qualcuno mi ricorda che Geova apprezza quello che faccio adesso per piacergli e magari mi ricorda anche quello che ho fatto in passato. Mi incoraggia davvero.

Perché non racconti a Ron di quella tecnica giapponese?

Ah, certo!

Sì! Sono curioso! Di cosa si tratta?

Ho scoperto l’arte giapponese del kintsukuroi. In pratica si tratta di riparare le ceramiche rotte rimettendone insieme i pezzi con della pasta d’oro o d’argento. Gli oggetti così restaurati diventano più belli proprio perché in precedenza si sono rotti. E mi rivedo in questo, perché l’ansia mi fa sentire a pezzi. Ma Geova ha dato Gesù come riscatto, e il riscatto è come oro puro. Geova può raccogliere tutti questi pezzetti di me e rimetterli insieme. E magari proprio per questo posso essergli ancora più utile.

Che bel pensiero! Grazie di avercene parlato. C’è qualcos’altro che ti aiuta ad affrontare l’ansia?

Ho imparato a capire quando l’ansia mi sta impedendo di ragionare con lucidità. E allora chiedo a Robert: “Mi presteresti il tuo cervello per un minuto?”

Abbiamo deciso di comprare una lavagna e di metterla nel mio studio. Di tanto in tanto andiamo lì e scriviamo sulla lavagna tutte le sue preoccupazioni. Mentre scriviamo, realizziamo che alcune sono preoccupazioni di cui abbiamo già parlato e che abbiamo già affrontato, quindi le cancelliamo dalla lavagna. Altre invece riguardano cose future, e non vogliamo occuparci oggi delle preoccupazioni di domani. Alcune preoccupazioni possono essere collegate tra loro, e quando ne individui la radice, sai su cosa lavorare.

Combatto contro l’ansia tutti i giorni. E l’ansia cambia sempre le sue tattiche, quindi devo essere adattabile. Ma Geova non mi lascia mai combattere da sola; mai. Non so cosa ho fatto per meritare tutte le sue attenzioni, ma in realtà non ho bisogno di capire perché mi ama. Mi fido di lui, e lui non mente mai. Devo semplicemente accettare l’amore che mi mostra.

Vi ringraziamo di averci parlato dei vostri sentimenti. Vi diciamo ancora una volta che Geova e Gesù sono orgogliosi di voi. Sicuramente quello che avete detto sarà di grande aiuto a chi sta ascoltando questa intervista. Grazie infinite!

Si può cominciare a provare ansia in qualunque momento, anche quando si è molto giovani. È difficile crescere in questo sistema, ma lo è ancora di più quando un disturbo cronico fa sembrare l’ansia un problema insormontabile. Sarà incoraggiante ascoltare il racconto del fratello Steing Dott, che non ha mai rinunciato a servire Geova. Provate a individuare cosa lo ha aiutato ad affrontare la sua ansia un giorno alla volta.

Mi chiamo Steing Dott e sono nato nel 1988 a Darwin, in Australia. A 8 anni ho capito che la mia vita stava diventando difficile. Mi hanno diagnosticato l’ADHD, cioè il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, il disturbo ossessivo-compulsivo, la sindrome di Tourette e un grave disturbo d’ansia. Mia madre mi ha raccontato che i miei problemi influivano su tutti in casa. Ad esempio gridavo a ripetizione “buona notte” a tutti i componenti della famiglia oppure giravo continuamente per la casa e controllavo che porte e finestre fossero chiuse. Frequentare la scuola era qualcosa di terribilmente complicato per me. La mia scuola era a 500 m da casa ma ci mettevo almeno 2 ore per arrivarci perché una delle mie ossessioni erano le fessure sul marciapiede, se ci finivo sopra con un piede dovevo tornare indietro fino a casa e ripartire. La mia vita era una continua lotta, e più crescevo più la mia situazione peggiorava. A 10 anni avevo deciso di togliermi la vita, almeno le cose per la mia famiglia sarebbero state più facili. Poi ho iniziato a fare delle terapie, che hanno alleviato un po’ i miei problemi. Ma nonostante le cure la mia vita era insopportabile. Era un combattimento mentale costante, tutti i giorni. Mi lavavo le mani centinaia di volte al giorno. Non riuscivo a uscire di casa, non potevo prendere la patente, e neppure trovare lavoro. Quello che davvero mi ha cambiato la vita è stata la forte fede di mia madre in Geova. Ad esempio, mi stirava i vestiti e li appendeva alla maniglia della porta anche se in quel periodo non riuscivo ad andare alle adunanze. Ma non sapeva che quando lei e mia sorella erano in Sala io prendevo una Bibbia e provavo a leggerla. Ho anche cominciato a pregare Geova. E un giorno mi sono detto: “Ci voglio provare!” Così mi sono vestito bene e sono andato all’adunanza. Mentre andavo alla Sala del Regno ero terrorizzato, ero agitatissimo. Ma una volta arrivato, un anziano che conoscevo perché mi veniva spesso a trovare è riuscito a tranquillizzarmi. E l’eccezionale accoglienza dei fratelli e delle sorelle mi ha fatto sentire di nuovo parte dell’organizzazione di Geova. Un versetto che mi ha aiutato molto è stato 1 Pietro 5:7, che dice:

(1 Pietro 5:7) mentre gettate su di lui tutte le vostre preoccupazioni, perché egli ha cura di voi.

Sentivo di avere un Amico molto potente, Geova. Geova voleva che io gettassi su di lui le mie ansie perché mi voleva bene. Il 4 settembre 2010 è stato il giorno più importante della mia vita: mi sono battezzato come testimone di Geova, presso l’Adelaide Entertainment Centre. Ora sono servitore di ministero. Ho anche avuto il privilegio di pronunciare discorsi pubblici: una cosa che non avrei mai pensato di essere in grado di fare. E dopo 3 tentativi sono riuscito a completare la scuola dei pionieri. Ci ho dovuto provare 3 volte perché era un ambiente che mi ricordava la scuola e mi faceva tornare i miei disturbi. Ma alla fine ce l’ho fatta. Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza l’aiuto di Geova. Il 6 agosto 2016 ho sposato Laura, una ragazza fantastica che mi aiuta a servire Geova. Lo serviamo insieme giorno dopo giorno. Come l’apostolo Paolo, a volte sento ancora che c’è una guerra dentro di me. Ma di sicuro Geova non mi ha mai abbandonato. Non smettete mai di servire Geova perché Geova non smetterà mai di sostenere voi.

Avete notato cosa ha fatto la differenza nella vita di Steing? Sono stati l’incrollabile fede di sua madre, l’amore della congregazione e, più di ogni altra cosa, l’aiuto di Geova. Steing definisce Geova un “Amico molto potente”. Ed è proprio così! È vero, il fratello Dott ha superato ostacoli enormi, ma la sua battaglia contro l’ansia è forse finita? No. Ha detto che a volte, come l’apostolo Paolo, sente ancora di avere una lotta interiore. A voi capita mai di sentirvi così? Il video musicale di questo mese ci ricorda che, nonostante i pesi che ci portiamo dentro, possiamo provare pace e gioia. La canzone si intitola Giorno per giorno.

Il nuovo mondo Geova Dio presto porterà. Saranno giorni splendidi e già mi vedo là. Ma non è sempre facile guardare oltre la realtà, avere la certezza che presto tutto cambierà. Ma Dio non mi lascia mai. Prego il Padre mio; lui saprà calmare le mie ansietà con la forza che mi dà. E poi con me, al fianco mio, c’è chi mi vuole bene e aiuto mi darà. Ogni giorno avrà le sue ansietà. Oggi non mi preoccuperò dei problemi che avrò domani. Se vivrò così, la pace avrò! Ascoltami, amico mio, io tengo a te. Pensa a quante gioie hai, non dimenticarle mai. Dio ti ama tanto che ha dato il Figlio suo per te. Perciò non dubitare mai: tu puoi contare su di lui. Non ti deluderà. Prega Dio; lui saprà calmare le tue ansietà con la forza che ti dà. E poi con te, al fianco tuo, c’è chi ti vuole bene e aiuto ti darà. Ogni giorno avrà le sue ansietà. Non preoccuparti perciò dei problemi che avrai domani. Se vivrai così, la pace avrai! Prega Dio; lui saprà calmare le tue ansietà con la forza che ti dà. E poi con te, al fianco tuo, c’è chi ti vuole bene e aiuto ti darà. Ogni giorno avrà le sue ansietà. Non preoccuparti perciò dei problemi che avrai domani. Se vivrai così, la pace avrai! La pace avrai!

“Non dubitare mai: tu puoi contare su di lui. E poi con te, al fianco tuo c’è chi ti vuole bene e aiuto ti darà”. Queste parole sono molto incoraggianti! Veri amici che, come noi, amano Geova sono un tesoro inestimabile. Questo sarà evidente nel prossimo video in cui conosceremo Takako Sato e Hisako Wakui, 2 sorelle giapponesi che servono insieme come pioniere dal 1957. Essere amiche le ha aiutate a servire Geova con gioia.

Siamo compagne di servizio. Serviamo insieme come pioniere da più di 60 anni. Nel 1956 ero l’unica testimone di Geova nella prefettura di Nagano. Mi sentivo sola, ma decisi comunque di fare la domanda per diventare pioniera regolare. Con mia grande sorpresa fui nominata pioniera speciale. Ero così felice che, con in mano la lettera della mia nomina, mi misi a rotolare avanti e indietro sul pavimento di casa. Fu il modo per esprimere la mia gioia e la mia gratitudine. Quando fui invitata a servire come pioniera speciale, fui mandata a Nagano; e fu lì che conobbi Hisako. Per me e Takako il ministero era la cosa più importante. Venne formato un gruppo isolato e, visto che non c’erano fratelli, mettevo un copricapo e conducevo le adunanze. A volte le informazioni da trattare alle adunanze erano in inglese. Non ci capivamo niente, eppure le persone erano felici di ascoltare anche solo dei versetti e tornavano a casa soddisfatte. Questo mi faceva sempre riflettere sulla potenza della Parola di Dio. Poi fummo assegnate a un territorio in città. Di casa in casa non trovavamo quasi nessuno, ma eravamo determinate a parlare con le persone. Così decidemmo di uscire in servizio in altri orari, e parlavamo per strada con le persone che andavano a lavorare. Non ci facevamo scappare nessuna occasione. Quando riuscivamo a parlare con qualcuno, cercavamo sempre di lasciare una domanda in sospeso per la volta successiva. Dopo poco tempo, conducevo 10 studi biblici. Takako sembra sempre serena, ma ha diversi problemi di salute. A volte stavo così male da non riuscire neanche ad andare in servizio. Soffrivo di una brutta malattia della pelle. Quando c’erano immagini di Giobbe sulle nostre riviste, non riuscivo neppure a guardarle; le coprivo con dei foglietti di carta. Geova però mi ha aiutato a imparare dall’esempio di Giobbe: ho imparato che quando mostriamo perseveranza nelle avversità diamo gloria a Dio. Sono stata male spesso, ma una volta ricevetti una lettera dalla filiale. Diceva: “Ciò che puoi fare ora forse non è molto. Concentrati però su tutto quello che hai fatto finora per lodare Geova e pensa alle persone che sei riuscita ad aiutare a conoscere la verità. Geova ti ha impiegata pienamente: sii felice di questo”. Non riuscivo a smettere di piangere: sentii davvero le attenzioni e l’affetto di Geova e dell’organizzazione nei miei confronti. Anche Hisako si è presa molta cura di me, e pregava con me. Abbiamo caratteri diversi e non sempre la pensiamo nello stesso modo, ma cerchiamo di venirci incontro. La cosa più importante per entrambe è servire Geova a tempo pieno. In questi 60 anni abbiamo vissuto una vita meravigliosa nel servizio a Geova. Geova ci ha sostenute nei momenti difficili tramite la Bibbia, l’organizzazione e i fratelli. Ho provato di persona quanto sono vere queste parole: “Quando sono debole, allora sono potente”. “Quando dicevo: ‘Sto per cadere’, il tuo amore leale, o Geova, mi sosteneva”. Posso dire la stessa cosa. Anche se non abbiamo energie o capacità, siamo riuscite a godere del servizio a tempo pieno insieme fino a oggi. Sono davvero soddisfatta della mia vita. È tutto merito di Geova.

Come l’apostolo Paolo, Takako e Hisako hanno sfruttato il fatto di non essere sposate per servire Geova a tempo pieno per oltre 60 anni. Certo, devono affrontare le difficoltà quotidiane, oltre a quelle dovute all’età che avanza, ma hanno il forte desiderio di servire Geova con tutta l’anima e questo fa provare loro vera gioia e soddisfazione.

Circa 20.000 fratelli e sorelle servono Geova con tutta l’anima svolgendo il loro incarico a tempo pieno alla Betel. Cosa li ha spinti a rendersi disponibili per questo privilegio? Quali benedizioni ricevono? E qual è il miglior modo per soddisfare i requisiti richiesti e prepararsi per servire alla Betel? Il mio amico Patrick LaFranca risponderà a queste e a altre domande. Benvenuto Pat.

Grazie, Ron. Com’è bello vedere milioni di persone che si schierano a favore della vera adorazione! Ogni settimana sono migliaia le persone che si uniscono a noi. Geova sta davvero affrettando il radunamento del suo popolo. E questo ci rende molto felici. Per mantenere forte la nostra fede così da predicare e insegnare il messaggio del Regno abbiamo bisogno di Bibbie e di pubblicazioni, comprese quelle multimediali. Ma chi si occupa di produrle? La Betel è un posto unico. È il luogo in cui cristiani maturi servono Geova collaborando a stretto contatto con i fratelli di Cristo. Si impegnano per soddisfare i bisogni spirituali dei fratelli di tutto il mondo e per sostenere l’opera di predicazione. La famiglia Betel è formata da servitori di Geova dedicati e battezzati che vivono insieme e lavorano spalla a spalla. Possono provare in modo speciale ciò che è descritto in Salmo 133:1, che dice:

(Salmo 133:1) Ecco, com’è buono e com’è piacevole che i fratelli dimorino insieme in unità!

Ci fa molto piacere vedere che in tanti decidono di fare di più nel servizio a Geova rendendosi disponibili per servire alla Betel. E voi, avete mai pensato a questo privilegio speciale come a una meta da raggiungere? È come bussare a una porta che può condurre a tanti altri privilegi di servizio. Ovviamente servire alla Betel richiede spirito di sacrificio e disponibilità a servire ovunque sia necessario, in armonia con l’atteggiamento mostrato dal profeta Isaia. In Isaia 6:8 infatti leggiamo:

(Isaia 6:8) Poi udii la voce di Geova che diceva: “Chi manderò, e chi andrà per noi?” E risposi: “Eccomi! Manda me!”

Quando gli fu data l’opportunità di fare di più nel servizio a Geova, Isaia fu felice di rendersi disponibile, sebbene non sapesse esattamente che incarico avrebbe dovuto svolgere. Per lui era sufficiente sapere che Geova lo stava invitando a servirlo in modo speciale e Isaia voleva accettare quell’invito. Questo è lo stesso spirito che mostrano i membri della famiglia Betel in tutto il mondo. Qual è il motivo principale che spinge così tanti a servire alla Betel? È l’amore per Geova che ci motiva a mettere gli interessi del Regno prima dei nostri. Il libro Proclamatori a pagina 295 dice: “Non è un lavoro con cui acquistano prestigio personale o possedimenti materiali. È loro desiderio onorare Geova, e si accontentano di quello che viene provveduto loro, cioè vitto, alloggio e un modesto sussidio per le spese personali”. Ma ci sono dei benefìci che derivano da questo speciale tipo di servizio? Chi si è reso disponibile per servire alla Betel ha ricevuto grandi benedizioni.

Si percepiscono un amore e un’unità senza paragoni. Non è come lavorare per un’azienda del mondo: qui lavori tutti i giorni circondato da amici.

Sei con chi la pensa come te, ha i tuoi stessi obiettivi e ti sostiene. Alla Betel è così.

Magari ti capita un lavoro che non hai mai fatto prima, ma ci sono molti fratelli esperti che possono darti tanto sia sul piano professionale che umano.

Ascoltare i bei commenti pratici dei fratelli e delle sorelle all’adorazione mattutina o allo studio Torre di Guardia della famiglia Betel è davvero incoraggiante. Ti fa capire quanto amano Geova e ti spinge a provare gli stessi sentimenti.

Qui alla Betel hai il miglior datore di lavoro possibile: Geova. Nessun altro datore di lavoro è riconoscente e premuroso come Geova, perciò spinti dall’amore per lui vogliamo dargli il meglio.

Quando penso a tutto quello che si fa alla Betel, come la produzione e la spedizione delle pubblicazioni, i video per i congressi, il lavoro di traduzione in così tante lingue, ogni volta mi vengono i brividi.

Indipendentemente dal lavoro che svolgo qui, sapere che sto dando il mio sostegno ai fratelli di Cristo mi fa stare davvero bene.

Cosa può fare un giovane per essere idoneo per servire alla Betel?

I miei genitori mi hanno insegnato a essere concentrato su cose spirituali. Fin da quando ero piccolo dedicavamo molto tempo al ministero, anche durante le vacanze scolastiche. Questo ci ha fatto mantenere le cose spirituali al primo posto e mi ha aiutato a perseguire i miei obiettivi. Mi piaceva molto leggere, e un giorno mio padre mi ha detto: “Perché non leggi la Bibbia?” So che è una cosa ovvia da fare ma a quel tempo non l’avevo mai letta da Genesi a Rivelazione. Leggere la Bibbia per intero ha cambiato il mio modo pensare e mi ha convinto che questa è la verità. Mi ha anche aiutato a rimanere concentrato sulle cose spirituali, e posso dire che è stato il primo passo verso il raggiungimento delle mie mete. In congregazione davo una mano a distribuire le riviste, gestire l’acustica e sistemare il podio. Svolgere questi compiti mi ha insegnato a impegnarmi nel lavoro ed era un modo per dare di più a Geova. Gli anziani uscivano spesso con me in servizio. E così quando ho iniziato a pensare: “Non posso farcela”, “È un impegno troppo grande” o “Mi viene l’ansia, non riuscirò mai a raggiungere questa meta”. Un anziano mi ha letto dalla Bibbia il versetto in cui Geova dice a Giosuè di mostrare coraggio. Mi ha fatto davvero riflettere e mi ha dato il coraggio per raggiungere la meta del servizio alla Betel. Quando sono andato a visitare la Betel, ho visto che i beteliti sono persone normali con tante belle qualità che volevo imitare: erano ospitali, gentili e amichevoli. Il desiderio di essere come loro mi ha aiutato a raggiungere la mia meta.

Per servire alla Betel ci sono dei requisiti che devi soddisfare. Dovresti provare profondo amore per Geova e per la sua organizzazione e dimostrarlo vivendo in armonia con i princìpi biblici. Dovresti avere la reputazione di una persona spirituale.

Dovresti rispettare le norme morali di Geova, evitando impurità e immoralità sessuale. Dovresti essere in pace con te stesso e con l’organizzazione di Geova, e avere una coscienza pulita di fronte a lui.

Il tuo abbigliamento e il tuo aspetto dovrebbero essere esemplari, appropriati per un ministro cristiano, anche nel tempo libero. Look stravaganti, troppo alla moda o che rispecchiano caratteristiche sgradevoli di questo mondo non sono ammessi alla Betel.

Chi fa domanda per la Betel non dovrebbe leggere, ascoltare o guardare niente che sia inappropriato per un cristiano. Ovviamente ci riferiamo a cose come pornografia, musica degradante e qualsiasi tipo di svago che sia legato a immoralità sessuale, spiritismo o violenza.

L’età di chi compila la domanda dovrebbe essere compresa tra i 19 e i 35 anni. Talvolta potrebbe essere chiamato anche qualcuno che ha più di 35 anni e che ha particolari specializzazioni utili alla Betel. Potrebbe essere chiamato chi ha specializzazioni in ambito tecnico o medico, o nelle traduzioni, oppure nell’edilizia, come ad esempio idraulici, elettricisti, meccanici di mezzi pesanti o falegnami. Sei hai delle competenze particolari, puoi compilare la domanda.

Visto ciò che comporta l’incarico a tempo pieno alla Betel, dovresti godere di buona salute sia a livello fisico che mentale, avere una buona resistenza fisica e riuscire a lavorare per diverse ore di seguito.

Dovresti saper parlare, leggere e scrivere nella lingua principale del territorio della filiale. Questo ti permetterà di comunicare al meglio con gli altri, di ricevere il necessario addestramento e di lavorare in sicurezza all’interno della Betel.

Se compili la domanda dovresti essere disposto a servire almeno per un anno, durante il quale riceverai addestramento per continuare il tuo servizio alla Betel. In merito alle competenze particolari, non ti incoraggiamo a conseguire un’istruzione universitaria pensando così di aumentare la probabilità di essere chiamato alla Betel. Il modo migliore per prepararsi al servizio alla Betel è servire come pionieri regolari. C’è bisogno soprattutto di fratelli single. Tuttavia tutti coloro che soddisfano i requisiti, incluse le sorelle, sono incoraggiati a fare domanda per servire temporaneamente alla Betel. Il servizio temporaneo potrebbe portare ad altre opportunità per servire maggiormente Geova. Se volessi compilare la domanda per la Betel, quale modulo dovresti chiedere a un membro del comitato di servizio della tua congregazione? I moduli in questione sono 2, perciò prima di tutto considera attentamente e in preghiera le tue circostanze. Poi decidi se chiedere agli anziani la Domanda per il programma dei volontari (modulo A-19), che riguarda chi è interessato a servire temporaneamente, cioè per un periodo che va da una settimana ad alcuni mesi consecutivi, oppure se richiedere la Domanda di ammissione per diventare membro dell’Ordine mondiale dei servitori speciali a tempo pieno dei Testimoni di Geova (modulo A-8). Questa domanda è per coloro che sono interessati a servire alla Betel su base permanente, per almeno un anno. Se il Comitato di Filiale stabilirà che puoi essere utile, deciderà anche dove potrai essere impiegato al meglio, se alla Betel o magari in qualche progetto teocratico di costruzione. Compilare la domanda potrebbe essere un trampolino di lancio verso tanti modi di servire Geova e la sua organizzazione.

È vero che, anche se abbiamo uno spirito di sacrificio simile, non tutti abbiamo le circostanze che ci permetterebbero di servire alla Betel. Ma possiamo incoraggiare chi le ha. Genitori, seguite l’esempio di Anna ed Elcana, che con gioia misero a disposizione il loro figlio perché potesse servire Geova in modo speciale. Continuate a parlare ai vostri figli della meta di servire alla Betel e, con il vostro esempio e con le vostre parole, stimolate il loro desiderio di servire Geova a tempo pieno. Se possibile, portateli a visitare la sede mondiale negli Stati Uniti o magari la filiale che sovrintende all’opera nel paese in cui vivete. Questo può permettere ai ragazzi di vedere con i loro occhi tutto quello che viene fatto alla Betel per promuovere gli interessi del Regno. Anziani, aiutate i ragazzi della vostra congregazione che hanno il potenziale per fare di più nel servizio a Geova; aiutateli a soddisfare i requisiti richiesti. Geova sta continuando a cercare chi è disposto ad accogliere questo invito. Come ai giorni di Isaia, chiede: “Chi manderò, e chi andrà per noi?” Risponderete anche voi come il profeta, che disse: “Eccomi! Manda me!”? Vi incoraggiamo a diventare cristiani sempre più maturi e a servire Geova con tutta l’anima. Con il tempo potrete soddisfare i requisiti richiesti per servire alla Betel o per ricevere altri entusiasmanti incarichi che vi permetteranno di usare al meglio le energie e le forze che Geova vi ha dato, e tutto alla sua lode. Sappiate che vi vogliamo bene e apprezziamo lo spirito volenteroso che mostrate mentre continuate a porvi sempre nuove mete nel servizio a Geova.

Grazie, Pat. Siamo certi che le parole del fratello LaFranca spingeranno molti altri a mostrare lo stesso spirito di sacrificio e la stessa prontezza del profeta Isaia. Quello che Geova ci provvede ci incoraggia a continuare a impegnarci nelle attività spirituali. Ad esempio, non vediamo l’ora che arrivi il prossimo congresso. Il tema di quest’anno è: “L’amore non viene mai meno”. Vi piacerebbe vedere un’anteprima del programma? Eccola.

Che fine ha fatto l’amore? È forse scomparso? È stato sconfitto dalla violenza, dall’odio, dal dolore? Se invece esiste ancora dove possiamo trovarlo? Al Congresso dei Testimoni di Geova del 2019 scoprirai cos’è l’amore vero e dove trovarlo. Scoprirai anche cosa puoi fare tu per mostrare e ricevere questo amore. Dio ti considera prezioso. E vuole che tu sappia che anche se nel mondo c’è tanto odio, l’amore vero esiste ancora e non verrà mai meno!

Come abbiamo detto, non dovremmo mai sottovalutare l’aiuto che possiamo ricevere dai fratelli per affrontare ansia e preoccupazioni. I nostri congressi sono opportunità meravigliose per incoraggiarci l’un l’altro insieme a centinaia, migliaia o decine di migliaia di fratelli. E quest’anno siamo particolarmente felici perché in tutto il mondo si terranno 24 congressi internazionali. Sia che assistiate a un congresso internazionale o a uno di zona, cercate di cogliere l’occasione per conoscere ancora più fratelli e sorelle! Per concludere il programma di questo mese andiamo a trovare i nostri fratelli in Turchia. La Turchia ha più di 80 milioni di abitanti ed è un luogo che è stato scenario di molti episodi biblici. A cavallo tra Europa e Asia, la Turchia occupa una posizione geografica unica. Inoltre è qui che si fermò l’arca di Noè, nei pressi dei monti di Ararat, dove si staglia la vetta più alta della Turchia. È anche la zona in cui si trovavano le congregazioni di Colosse e della Galazia e le 7 congregazioni di cui si parla in Rivelazione. In questo territorio vario ed esteso si registra una media di un proclamatore su più di 26.000 abitanti. La congregazione presente nella capitale, Ankara, si sta impegnando molto per predicare a più di 5 milioni e mezzo di persone. In Turchia tante congregazioni stanno partecipando alla testimonianza pubblica con ottimi risultati. Visitiamo la congregazione Hatay, vicino all’antica Antiochia di Siria, città che Paolo usò come base per i suoi viaggi missionari. Fu qui che i discepoli furono chiamati “cristiani” per la prima volta. Oggi questa parte della Turchia è conosciuta per il suo cibo, come ad esempio le spezie e le erbe aromatiche, la frutta e i dolci. Di recente nella regione ci sono stati disordini civili e guerre. Alcuni fratelli si sono trovati così vicini alle zone dei conflitti da sentire le esplosioni e i colpi di arma da fuoco. Nonostante il pericolo e l’ansia che ne deriva, i 56 proclamatori della congregazione, compresi 11 pionieri regolari e 2 speciali, non hanno mai smesso di frequentare le adunanze e predicare. I nostri fratelli e sorelle della Turchia salutano con affetto i fratelli e le sorelle di tutto il mondo. Anche noi li salutiamo con affetto. Apprezziamo molto lo zelo e la forte fede che mostrano. Dalla sede mondiale dei Testimoni di Geova, questo è JW Broadcasting.

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