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By @strozzaticonlaria


Di @strozzaticonlaria


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•𝘕𝘰𝘮𝘦: Eryx Timothy.

Tale nome deriva dal greco e rimanda al re della Sicilia occidentale, Erice. Era figlio di Afrodite, dea dell'amore e della bellezza, e Bute, un argonauta. Ebbe la superbia di scontrarsi contro l'eroe epico Eracle e tragicamente morì. Venne sepolto nel tempio di sua madre e il suo nome venne dato al monte presso il santuario.
 Il secondo nome è formato dai termini greci τιμάω (onorare) e θεός (dio) e significa quindi "che onora Dio".


•𝘊𝘰𝘨𝘯𝘰𝘮𝘦: Valentine.

Nella storia sono esistiti diversi San Valentino, ma due sono i più famosi.
Il primo era originario di Interamna, nel sud della provincia di Frosinone, ed era considerato il guaritore degli epilettici e il difensore delle storie d’amore.
Il secondo santo fu un martire cristiano. Anche questo secondo San Valentino richiama all’amore. Sembra infatti che sia stato giustiziato per aver celebrato un matrimonio a quei tempi ritenuto “misto” e di conseguenza sacrilego: fece sposare Serapia, una donna cristiana, con Sabino, un legionario rimano pagano.
Entrambi i San Valentino appaiono un po' come degli ispiratori alla festa degli innamorati, tuttavia ci vollero ancora un paio di secoli prima che il nome del santo venisse associato agli innamorati.
L’originale festività religiosa prese il nome dal primo di questi due e venne istituita nel 496 da papa Gelasio I, andando a sostituire la festa pagana dei Lupercalia, celebrata il 15 febbraio.
Ci vorrà ancora un millennio però affinché il nome di Valentino venga associato definitivamente alla festa dell’amore a livello globale.


•𝘌𝘵𝘢̀ & 𝘊𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘢𝘯𝘯𝘰: 16 anni; 11 Ottobre, nato sotto il segno della Bilancia ♎︎.

•𝘚𝘦𝘴𝘴𝘰 & 𝘖𝘳𝘪𝘦𝘯𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘦𝘴𝘴𝘶𝘢𝘭𝘦: Maschio Omosessuale.


•𝘊𝘢𝘳𝘢𝘵𝘵𝘦𝘳𝘦:

Di sfacciata solare, riserva un sorriso sempre per tutti, tentando di far sentire amici e conoscenti parte integrante della conversazione o del gruppetto che si è formato. Nutre però un aspetto superbo e vanitoso, che spesso lo vuole mettere in risalto rispetto ad un ipotetico concorrente e lo fa apparire come la "Mean Girl" del gruppo. Anche qua la sua parte competitiva non lascia spazio al più minimo errore, ostinata a raggiungere la perfezione in ogni cosa che Eryx fa.


•𝘈𝘭𝘵𝘦𝘻𝘻𝘢 & 𝘗𝘦𝘴𝘰: 178 centimetri; 63 chilogrammi.


•𝘈𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰:

Dalla corporatura slanciata e tonica, il figlio di Apollo ha un viso dai tratti morbidi, delicati, regali. Ha una carnagione pallida. Con carnose labbra rosee, gli occhi felini del semidio sono color ambra, mentre i capelli leggermente mossi sono biondissimi, quasi dorati.


•𝑆𝑒𝑔𝑛𝑖 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑖: Una voglia a forma di Costellazione dell'Auriga, posta nell'anca destra. C'è un punto più grande degli altri: quello che rappresenta la stella Capella, effettivamente la più luminosa della costellazione. E' leggermente a forma di sole.


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•𝐺𝑒𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑒 𝐷𝑖𝑣𝑖𝑛𝑜: Apollo.

Dio greco del Sole, di ogni arte, della medicina, della musica, della profezia e della poesia, successivamente venerato anche nella religione politeista romana, viene descritto anche come un eccellente arciere. Nato a Delo, è il figlio dell'unione tra Zeus, padre degli dei, e Leti, nonché fratello gemello di Artemide, dea della Luna e della caccia.
I suoi simboli sono l'alloro, la cetra e vari animali, quali il serpente, il corvo, il gallo e la cicala.

•𝐺𝑒𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑈𝑚𝑎𝑛𝑜: Cat (Catherine) Valentine.


•𝐸𝑣𝑒𝑛𝑡𝑢𝑎𝑙𝑖 𝐹𝑟𝑎𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖: Franky Bee; Dakota Solace; Evelynn Eos Llyod.


•𝑃𝑜𝑡𝑒𝑟𝑖: La capacità di guarire le persone cantando antiche melodie greche; il poter maledire gli altri a parlare per sempre in rima; emettere suoni molto striduli; far brillare il proprio corpo; è un esperto arciere, artista e musicista; una limitata forma di precognizione; e sa controllare direttamente il sole.


•𝐴𝑟𝑚𝑖: Un Harpe (Κλειω) in bronzo celeste, che ha la peculiarità di lanciare scariche elettriche e di tramutarsi in una collana con un pendente a forma di maschera teatrale; un Arco (Ερατώ), interamente in bronzo celeste, che riesce a ridursi in una coroncina in alloro. Ogni foglia corrisponde ad una Freccia (totale 28), che possono ricrescere col tempo. Un Oplon (Θάλεια), sempre forgiato in bronzo celeste e con superficie riflettente, che porta davanti un enorme bassorilievo del Sole, che si trasforma in un lungo e leggero bracciale dorato che ricopre tutto l'avambraccio del semidio. Se richiamate con il proprio nome, le armi ritornano in mano a Eryx.

•𝘉𝘢𝘤𝘬𝘚𝘵𝘰𝘳𝘺:

Noia. Questo è ciò che provava Eryx mentre sentiva le lamentele della zia Samantha. "Dove hai preso queste cose? Le hai comprate? Con quali soldi? Perché hai quei soldi?!". Tsk, non gli lasciavano far nulla e così, più che esser gentile con i bambini piccoli dei vicini e mantenere in ordine la propria stanza, non aveva niente da fare. Non poteva cantare e suonare, o avrebbe infastidito la zia quando cercava di riposare, tanto che questa gli confiscò qualsiasi oggetto che produceva anche il più piccolo rumore; non aveva nemmeno il permesso di ballare, o avrebbe potuto rompere qualche vaso inesistente.
Dopo la morte di leucemia della madre Cat Valentine, il giovane semidio fu dato in custodia all'odiosa sorella di questa. Mai aveva permesso al nipote di fare qualsiasi cosa che le ricordasse "lo stupido fidanzato di Catherine", bloccandolo in un circolo vizioso di accidia. Fortunatamente gli era permesso farsi una vita sociale e uscire di casa; anzi, meno lo vedeva, meglio era.
Quanto gli piacevano le cose luccicanti! Poteva essere bigiotteria o alta gioielleria, non gli importava tanto. Voleva unicamente sentire l'ebbrezza di rubare, di impossessarsi di qualcosa di non suo. Necessitava di sentirsi nuovamente vivo.
Cominciò a sottrarre piccoli oggetti di poco valore, come braccialetti, che avrebbe poi regalato ai vicini di casa, portachiavi e caramelle. Passò poi alle cose che valevano di più e, stanco di rubare nei negozi, iniziò ad entrare nelle case delle persone. Il profumo di soldi e Chanel cominciava a diventare dionisiaco.
Cos'era quella luce? E perché proprio in quel momento doveva apparire?! Il suo piano era perfetto.
Eryx aveva sempre preferito agire alla luce del sole e del giorno. Ciò lo faceva sentire stranamente protetto e tutelato. Niente sarebbe andato storto. Sorprendentemente era sempre andato tutto liscio e nessuno aveva mai sospettato di lui o trovato tracce di un effettivo furto. Andò a rotoli quando scelse di nascondersi nel buio.
Quella volta optò come vittima un'enorme villa di ricchi vecchi: gente avida e cattiva, che aveva dimenticato la parola "gentilezza" nell'83. L'alzheimer colpisce tutti prima o poi. Unico problema: erano talmente noiosi che stavano tutto il giorno a poltrire in casa. "Sono vecchi, magari non ti sentono nemmeno entrare, dai." Sbagliato. Il loro udito era sopraffino, costringendo Eryx ad utilizzare la sera, mentre la coppia era via per qualche noioso spettacolo teatrale, per irrompere in casa.
Lo sfarzo dei loro abiti lo ammaliava e disgustava al tempo stesso. Se ne provò un paio, ma non gli stavano bene: erano tutti troppo larghi. Beh, alla fine aveva solo tredici anni. Le sue mani si erano casualmente infilate nella trousse della vecchia, piena di trucchi costosi. Non appena afferrò un rossetto Gucci, sentì una macchina parcheggiare e delle portiere aprirsi e chiudersi: erano arrivati. Si affrettò per andarsene, ma, improvvisamente, un disco luminoso gli comparve in capo.
Chiaramente lo beccarono e venne tenuto un processo. Tutti i suoi crimini uscirono fuori e la sentenza fu pesante: 5 anni in carcere.
Finalmente era lontano da quella megera della zia, da quella città barbosa e da quei vecchi che puzzavano di filo interdentale. Ma ne era valsa veramente la pena?
"Centro di reclusione sperimentale per la buona convivenza dei detenuti", così la poliziotta aveva chiamato l'enorme cubo in pietra grigia, appena scesi dall'auto. Ad ogni suo passo guardiani e altri ragazzini lo squadravano, beccandosi un'occhiataccia di rimando dal giovane semidio. Doveva però ammettere che tutto quello lo stava divertendo assai. Gli fecero pure indossare una tuta arancione che, al contrario da quanto si sarebbe aspettato, gli stava particolarmente bene.
Così, felice del suo cambio d'abito completamente gratis, se ne andò in cella, pronto a conversare con qualche mattonella o un ipotetico compagno. Quest'ultimo fortunatamente esisteva e, anzi, era molto simpatico: gli raccontò di come strangolò il padre perché gli aveva rubato la pistola e di come, eccitato, stuprò la sorella. Eryx mantenne per tutto il tempo un enorme sorriso. Solo finita la storia vomitò. Le ore d'aria erano spassosissime: gente si lanciava sassi contro, le guardie facevano finta di fare il loro lavoro e le ragazze sparlavano di tutti. Quest'ultima era sicuramente la sua parte preferita.
In poco tempo il semidio divenne la Regina George del gruppo, composto da altre due ragazze: Heather Hua Wang e Yana Pavlova. Passò in modo sereno questi primi sei mesi di reclusione, instaurando un rapporto stretto anche con altri tre coetanei, finiti nel centro di reclusione per altri crimini. Questi erano Nala Nega, Diamond Opferer e Aaron Calvados. I sei avevano una strana unione; non erano come gli altri gruppi di amici: avevano intesa, complicità. Sembravano parte di un'unica anima, divisa solo dagli involucri materiali.
Il loro equilibrio venne incrinato da un mostro. Ne aveva visti di simili solo nei libri illustrati della madre, sequestrati, subito dopo, dalla zia. Quanta passione c'aveva messo Catherine nello spiegargli i miti greci, cosciente che le sarebbero rimasti pochi anni di vita e che avrebbe fatto meglio ad avvicinare subito il figlio alla sua natura semidivina.
La creatura orrenda, facilmente mimetizzabile tra i mortali, aveva una preda: Diamond. Dovette, però, durante l'ora d'aria, inscenare una rissa, che si trasformò presto in una vera e propria lotta tra tutti i detenuti. Nascosto dal clamore generale, quindi, sarebbe riuscito nel suo intento di dilaniare e uccidere il proprio pasto. Fortunatamente l'amico riuscì a fuggire e, dopo esser stati dati per morti, i sei evasero dal carcere minorile.
Madonna, Aaron puzzava troppo. Nemmeno gli altri cinque erano messi meglio, sudati e sporchi com'erano. Dopo aver ancora corso per metri e metri, si ritrovarono nel mezzo di una foresta, vicino ad un fiume. Come se fossero fratelli, come se fosse estremamente normale, senza nemmeno parlarsi troppo si svestirono e si immersero nelle fredde acque. Lì un altro tassello della loro storia si fece chiaro: tutti, in varie parti del corpo, avevano lo stesso simbolo: la Costellazione dell'Auriga. Allora le loro menti si connessero pienamente.
Platone scrisse di un Auriga, nel suo celebre mito della Biga Alata, ove l’Auriga è l’immagine dell’intelligenza; il Cavallo Bianco è la parte dell’anima irascibile, quella capace di indignarsi per le giuste cause; il Cavallo Nero è la parte dell’anima concupiscibile, quella che si lascia trascinare dai desideri. E così, anche loro divisi per passioni e desideri, vagarono su un'unica biga, in cerca di spiegazioni e chiarimenti, in cerca di se stessi.
In questo lasso di tempo di sei mesi, prima di arrivare ad un negozio speciale, si aprirono gli uni con gli altri, parlando del loro passato, dei loro sogni e degli accadimenti paranormali che gli erano capitati.
L'incontro con la figlia di Efesto avrebbe sdoganato ogni loro dubbio.
Era da giorni che stavano scappando da creature non meglio identificate e, nella sommità di un colle, dispersa tra gli alberi, trovarono una casupola, che non era altro se non un negozio. Bisognosi di vestiti, Eryx si offrì di rubare qualche capo, ma la direttrice del locale colse il gruppo dell'Auriga impreparato: con un enorme sorriso, offrì loro di prendersi qualsiasi cosa volessero, rivelandoli che in realtà erano armi magiche, che servivano ai semidei per scacciare i mostri.
Straniti dalle sue parole, le chiesero di più. Il vaso di Pandora si ruppe in mille pezzi e il puzzle finalmente si completò: erano figli della Grecia Antica.
"Fu l'arma di una tua sorella." Gli aveva detto la donna, avvicinatasi al ragazzo, che stava sfiorando con i polpastrelli un diadema dorato con sopra foglie d'alloro dello stesso materiale. "Le ho dato giusto qualche miglioria, siccome manca...lascia perdere." Le chiese di più, voleva conoscere chi fosse sua sorella; perché lo fosse; chi fosse loro padre. "Ti basti sapere che fu una donna forte e indipendente. Aveva i tuoi stessi capelli simili al grano." Restò poi in silenzio per un po', tornando dietro il bancone e prendendo una collana. Questa teneva un pendolo a forma di maschera teatrale. "Tieni, ti servirà anche questa, figlio di Apollo." Non gli rivolse più la parola, dando al resto del gruppo una mappa per arrivare al Campo Mezzosangue.
Impossessatosi quindi di una tiara, di una collana e di un bracciale, Eryx, con gli Auriga, continuò il suo cammino.
Passarono velocemente due anni nella sua nuova casa, ove imparò a combattere e a sfruttare i poteri regalatigli dal padre, tanto che divenne Capo della Settima Cabina.
Finalmente il figlio del Sole era arrivato a casa.


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