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Corriere.it

È come la Birkin, la borsa iconica di Hermes. Tutte la desiderano, poche possono permettersela. Lionel Messi sul mercato — pur con il cartellino eventualmente gratis — resta un’operazione alla portata dei bilanci di una manciata di squadre al mondo. Leo ha un ingaggio annuo da 50 milioni netti e chiede un accordo triennale per lasciare la squadra con la quale firmò il primo contratto da professionista nel 2001 conquistando ogni trofeo immaginabile, sia personale sia di squadra.

Prima di comprendere quale possa essere la sua destinazione futura, è utile fare una precisazione. L’addio alla Catalogna non sarà indolore e scevro di polemiche roventi. Inevitabili dopo che il giocatore ha inviato il burofax manifestando l’intenzione di svincolarsi ricorrendo alla clausola: decaduta a giugno, ma secondo la Pulce ancora attiva, visto che — causa covid — le scadenze contrattuali sono state posticipate al 31 agosto. Leo intende andare fino in fondo. Da Barcellona, però, non mollano e ribadiscono che il fuoriclasse ha ancora un anno di contratto, che la clausola è scaduta e il prezzo attuale è quindi di 700 milioni di euro. Morale: il presidente Bartomeu ha chiesto a Messi un appuntamento e il giocatore domenica si presenterà al centro sportivo per le visite mediche.

Al netto della guerra legale che rischia di scoppiare, le pretendenti alla Pulce si preparano all’assalto. La squadra maggiormente accreditata per accogliere la star di Rosario è il Manchester City, dove ci sono soldi pesanti, Pep Guardiola (che senza Leo non ha più vinto la Champions) e il «fratello» Aguero. Dall’Argentina rimbalza poi la voce che Jorge Messi stia dialogando con Ferran Soriano del City esigendo dagli inglesi la rassicurazione che Guardiola resti in panchina ben oltre la scadenza del contratto fissata oggi al 2021. Il programma in testa di papà Messi? Tre anni in Premier, quindi fase finale della carriera nella franchigia americana del gruppo City, a New York. Manuel Estiarte, amico inseparabile di Pep, su Instagram ha pubblicato un post del fratello Albert con la didascalia: «Hai fatto felice mia madre, ora tocca a noi aiutare te a essere felice». Allegata, la foto di mamma Estiarte con un giovanissimo Leo.

In Francia, lo aspetterebbero sotto la Tour Eiffel gli amici Neymar e Di Maria, oltre ai dollari dello sceicco Al Thani. Lo scorso anno, Messi digerì malissimo l’offerta al ribasso del Barça per O’Ney. Ora potrebbe essere lui a raggiungere il brasiliano a Parigi per dare insieme la caccia alla prima Champions del Psg. Dalle nostre parti sognano invece i tifosi dell’Inter dopo l’acquisto della casa di papà Messi a due passi dalla sede nerazzurra e l’immagine di Leo proiettata sul Duomo nel video di Suning. In questo momento, però, solo un’operazione della famiglia Zhang, avallata dalla Cina, e sganciata da budget e programmi di mercato, potrebbe propiziare l’arrivo del fuoriclasse 33enne. Dal club nerazzurro non arrivano infatti segnali che lascino presagire investimenti monstre: nel vertice di Villa Bellini è emersa una linea di mercato volta alla prudenza. Josep Minghella, ex agente della Pulce, ha commentato: «In Italia si pagano meno tasse rispetto ad altri posti, ecco perché Messi ha già una squadra: l’Inter». Ottimismo, ribadiamo, che non trova per ora riscontro fra i dirigenti milanesi.

Anche la Juve non è una pista da tralasciare in partenza, ma solo a condizione che Leo riesca effettivamente a liberarsi gratis dal suo attuale club. Allo sponsor tecnico del giocatore, cioè Adidas, non dispiacerebbe un passaggio nella squadra di Torino (che veste lo stesso marchio tedesco).

In Inghilterra, nelle ultime ore, si è parlato di contatti avvenuti fra l’entourage del giocatore e lo United, altra società dalle possibilità economiche devastanti. Romantica la pista Newell’s Old Boys, squadra del cuore di Leo, mentre sui social girano i fotomontaggi di Messi vestito con le maglie più improbabili (dalla Scafatese all’Entella). I bookmakers credono all’ipotesi City, i tifosi di tutto il mondo sono liberi di sognare.

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