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Ilsole24ore.com

L'ambizione non è mai mancata a Christopher Nolan, ma con «Tenet» l'autore di «Inception» e «Interstellar» si è davvero superato: grande novità della settimana, il nuovo film del regista inglese è uno dei titoli più attesi dell'anno e c'è da augurarsi che possa convincere il pubblico a tornare in sala in massa dopo la lunga pausa dovuta al lockdown.

Una sola parola

Al centro della trama c'è un uomo che, armato di una sola parola (“Tenet”), dovrà salvare il mondo da una terribile minaccia, provando a districarsi in una fitta rete di spionaggio internazionale che opera tanto nello spazio quanto… nel tempo.

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Non si può dire altro di una trama tutta da scoprire, ricca di colpi di scena e giustamente avvolta nel mistero fino al momento dell'uscita del film.Palindromo come il suo titolo, «Tenet» è un film che si riavvolge, giocando col tempo attraverso chiavi narrative che persino Nolan non aveva mai esplorato: il regista inglese aveva già costruito trame intricate in passato, basti pensare allo straordinario «Memento» fino ad arrivare al più recente «Dunkirk», ma in «Tenet» prova ad alzare ancora di più l'asticella, prendendosi rischi tanto grossi da finire col cadere in alcuni passaggi.Il coraggio va infatti apprezzato e il film è godibile dall'inizio alla fine, ma alcuni tratti di sceneggiatura sono troppo macchinosi e altri appena abbozzati per far sì che il risultato finale sia all'altezza delle enormi aspettative.Un bello spettacolo con qualche cadutaI momenti ad alto tasso spettacolare non mancano, a partire da una notevolissima sequenza iniziale per arrivare all'adrenalinica mezz'ora conclusiva, in cui Nolan dà il meglio di sé in termini di montaggio visivo e sonoro.

Qualche crepa rimane però qua e là, anche per una certa freddezza di fondo che impedisce alla pellicola di essere profonda ed emozionante quanto i più grandi lavori che Nolan ha diretto in passato (basti pensare a «Il cavaliere oscuro» o «The Prestige»).La confezione resta in ogni caso impeccabile e il cast fa nel complesso bene il suo dovere: dal protagonista John David Washington a Robert Pattinson, passando per Elizabeth Debicki e Kennet Branagh, gli attori sono tutti pienamente in parte, compreso Michael Caine in un piccolo ma importante ruolo.

Dogtooth

Un altro vero e proprio evento di questa settimana è l'uscita in sala di «Dogtooth», film di Yorgos Lanthimos datato 2009.Il regista greco è diventato celebre a livello popolare soprattutto con i suoi ultimi lavori in lingua inglese (da «The Lobster» a «La favorita»), ma il meglio l'aveva dato in patria nella prima parte della sua carriera e in particolare questo film resta la sua opera più scioccante e imperdibile in assoluto.

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Complessa e potentissima allegoria familiare, «Dogtooth» parla di tre adolescenti che non hanno mai lasciato la loro abitazione. I genitori li costringono a rimanere tra le mura domestiche, impartendo loro un'educazione che distorce completamente la realtà esterna.

Dopo l'esordio con «Kinetta», Lanthimos, con questo suo secondo lungometraggio, ha affinato il suo stile, asettico e disturbante, dando vita a un'operazione impossibile da dimenticare una volta vista.

La Grecia sotto la dittatura

Inquietante e morboso, è un prodotto in cui si possono riconoscere echi politici della Grecia sotto la dittatura, spunti relativi a una società autoritaria e patriarcale, riferimenti che vanno persino a «1984» di Orwell e al potere del cinema: saranno infatti dei film visti segretamente in tv a comunicare ai tre giovani alcune dinamiche del mondo esterno.Una pellicola da non perdere, da vedere o da rivedere per chi non l'avesse mai ammirata sul grande schermo.


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