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C’è un problema che coinvolge Qualcomm, l’industria automobilistica e il 5G. I produttori di auto statunitensi temono che Qualcomm possa applicare tecniche anticoncorrenziali per determinare le licenze d’uso dei modem 5G che possiede. L’allarme arriva da una sentenza ribaltata a favore di Qualcomm che darebbe alla società più “potere di veto”.

Una storia che comincia nel 2017, quando Qualcomm "spadroneggiava"

I presupposti dell’allarme lanciato alla Federal Trade Commission (FTC) dall’industria automobilistica statunitense nascono dall’evidenza che le auto connesse via 5G saranno sempre di più in futuro, che Qualcomm possiede molti brevetti sul 5G, che Qualcomm richiede ai clienti di firmare accordi di licenza prima di vendere loro i chip, e infine che una recente sentenza ha ribaltato quella che nel 2019 aveva costretto a rivedere le pratiche di vendita e licenza di Qualcomm, giudicate anticoncorrenziali.

Tesla, Ford, Honda, Daimler, ma anche Intel e MediaTek, hanno chiesto quindi alla FTC, l’agenzia statunitense a tutela dei consumatori, di opporsi alla recente sentenza della Corte d'Appello del Nono Circuito Federale a favore di Qualcomm.

I fatti partono dal gennaio 2017, quando la FTC presentò una denuncia contro Qualcomm presso la corte distrettuale federale, accusandola di usare tattiche anticoncorrenziali per mantenere il monopolio della fornitura di semiconduttori sui telefoni cellulari e altri dispositivi.

Tattiche anticoncorrenziali che, secondo la FTC, decretarono anche la fine del WiMax per il 4G in favore della tecnologia LTE sostenuta da Qualcomm. Il 2017 fu anche l’anno in cui si inasprirono i rapporti tra Apple e Qualcomm proprio per questioni di licenze. Le due società si sono guardate in cagnesco fino al 2019, quando l’uscita di Intel dal mercato dei modem 5G le ha fatte tornare al dialogo.

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La recente sentenza della Corte d'Appello del Nono Circuito Federale dei primi di agosto ha di fatto ribaltato la sentenza che indicava come anticoncorrenziali le pratiche di Qualcomm, ridando alla società pieni poteri sulle licenze e soprattutto sulla determinazione dei loro prezzi.

L'industria automobilistica non sa niente di 5G e Qualcomm può dettare legge

Nella lettera indirizzata alla FTC, il gruppo di società preoccupate dal "ritorno di Qualcomm" ha scritto: “Se permessa, la decisione della giuria potrebbe destabilizzare l'ecosistema degli standard, incoraggiando l'abuso del potere di mercato acquisito attraverso la definizione congiunta degli standard stessi.

La preoccupazione dell’industria automobilistica è di essere costretta ad avvicinare un mondo come quello degli standard di comunicazione avulso dal suo settore di competenza. Avere a che fare con standard per il 5G da usare per la produzione dei prossimi veicoli renderebbe l’industria automobilistica troppo dipendente da brevetti che non le sono mai appartenuti e che, dopo la recente sentenza, sarebbero quasi tutti nelle mani di una sola protagonista: Qualcomm.

La corte ha in sostanza stabilito che le pratiche aggressive di Qualcomm e il desiderio di massimizzare i profitti non erano di per sé violazioni delle leggi antitrust.

"I brevetti sono un male per l'innovazione"

Raggiunto dalla BBC, il professor Mark Lemley della Stanford Law School, che ha seguito i vari casi giudiziari di Qualcomm, ha detto che “Qualcomm si è impegnata a concedere in licenza i suoi chip a condizioni ragionevoli e non discriminatorie, perché voleva che i suoi chip fossero inclusi negli standard del settore, per poi creare una struttura che impedisse di usarli senza la sua partecipazione.”

Lemley ha infine commentato: “Penso che in realtà Qualcomm stia violando le leggi antitrust. I brevetti sono un male per l'innovazione.

Ha poi speso delle parole per la sentenza della Corte d'Appello del Nono Circuito Federale che ha ridato i vecchi poteri a Qualcomm: “La Corte ha frainteso la definizione di legge antitrust. La sentenza sembra abbia voluto proteggere Qualcomm dai suoi concorrenti per tutelare i consumatori, ma la legge mira in realtà a proteggere solo il processo competitivo e quindi i consumatori.

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