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Durante la notte ho faticato a dormire perché mi mancava il letto di casa mia, mi mancavano le videochiamate fino a tardi con KeSku e mi è mancato dormire con lui come spesso succedeva, mi è mancato giocare a Fortinite con il mio computer. Mi sono addormentato intorno alle quattro, sono stato per circa due ore nella verandina a guardare la casa di fronte a me dove dormono i tentatori, sono stato a pensare al discorso fatto da Xela la sera prima. Quel ragazzo è davvero enigmatico e mi ha incuriosito parecchio devo dire. Vorrei sentire la sua storia, vorrei vederlo parlare anche di altro e vorrei conoscerlo meglio.
Che c'è di male? Non è detto che in questo programma devi cadere in tentazione, potremmo diventare amici e parlare con innocenza.
Nonostante sono andato a dormire alle quattro mi sono svegliato davvero presto, prima di tutti i ragazzi della casa. Sono le sette e io sto già uscendo fuori, mangio qualcosa e corro in spiaggia per far passare il tempo ed evitare alcuna gente.
Mi avvicino al tavolo già pronto e pieno di prelibatezze e afferro un cornetto, evito il caffè perché non mi piace e mi siedo sulla sedia. Odio svegliarmi presto al mattino ma sapevo già che sarebbe stato inevitabile, sono sempre stato così. Non riesco a dormire subito in un letto non mio, c'ho messo parecchio pure ad abituarmi al letto di casa di KeSku. Sospiro e addento il mio cornetto, il silenzio del villaggio mi mette davvero pace e pensare che a breve sarà pieno di gente mi sale l'ansia quindi devo sbrigarmi a mangiare.
-Mattiniero anche tu?- mi dice una voce alle mie spalle che mi fa sbandare, -scusa, non volevo spaventarti.-
Mi volto e vedo Xela, ha i capelli un po' scombinati e gli occhiali.
È davvero bello, naturale e bello anche appena sveglio.
-Scusami tu, stavo pensando quindi non ti ho sentito arrivare.- dico.
-A che pensavi? Al tuo ragazzo?- chiede sorridendo e prendendo un cornetto anche lui, al contrario mio però prende il caffè e anche parecchio.
-No, pensavo che vorrei andare in spiaggia prima che qui si crea il caos.-
-Uh ho pensato la stessa cosa, volevo evitare qualche tamarrino.- dice bevendo il caffè.
-Alcuni mi stanno proprio sul cazzo.- gli confesso e lui ride sistemandosi gli occhiali.
-Hai ragione. Alcuni mancano proprio di cervello.-
Lo fisso per qualche secondo perché la sua naturalezza mi colpisce particolarmente.
-Tu sembri diverso dagli altri, non mi sarei mai aspettato di trovare una ragazzo come te qui.- dico.
-Come me? Perché come pensi che io sia?- chiede curioso.
Adesso vado in palla, ne sono certo.


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