S.

S.


Mi chiamo D. Ho 26 anni e sono nato in uno splendido borgo marinaro siciliano, alto 1,75 capelli ed occhi neri come la pece, barba un po' incolta anch'essa di colore nero, il classico tipo mediterraneo direi. All'epoca dei fatti che sto per raccontarvi ero un ragazzo quasi vent'enne, un ragazzo che stava imparando a conoscersi a cercare di decifrare gli impulsi dati dal suo corpo e dalla sua mente... Avevo capito che il sesso "convenzionale" non faceva propriamente al caso mio, avevo sempre voglia di qualcosa in più ma un po' per paura di osare un po' per paura di non essere del tutto compreso non mi ero mai spinto oltre, a parte qualche piccolo giochino quasi innocente, quindi nel tempo libero iniziai a fare ricerche sulle tendenze sessuali e scoprí che molte delle mie fantasie erotiche coincidevano con la pratica della dominazione, mi eccitava immaginare di dominare una donna che godesse eseguendo i miei ordini e che fosse ben felice di farlo... E fu così che iniziai ad osare con le donne che incontravo ma forse per l'età, forse per l'effettiva mancanza di compatibilità non era qualcosa che mi soddisfava appieno fino a quando non rincontrai lei... S.


S. Era una ragazza che avevo conosciuto molti anni prima, era una mia vecchia compagna di classe ai tempi delle medie, eravamo molto legati, grandi amici che però si amavano di nascosto senza avere il coraggio di dichiararsi l'un l'altro così le nostre strade si separano una volta finita la scuola perdendoci completamente di vista fino a quel giorno... Un pomeriggio di inizio primavera, prime giornate di sole, primi caldi di stagione, primi attimi di vita dopo un lungo letargo invernale. Quel giorno dovevo prendere il treno per incontrarmi con la ragazza con cui mi vedevo in quel momento, visto che vivevamo a qualche km di distanza era l'unico modo a mia disposizione per poterla raggiungere. Quindi non appena arrivato in stazione mi dirigo verso la biglietteria per acquistare il biglietto, mentre procedevo nell'acquisto una sagoma si fermò al mio fianco, non gli diedi importanza credevo fosse qualcuno messo in fila aspettando il suo turno, una volta concluso alzando gli occhi dal monitor ecco che la vidi... Lei era lì ferma, immobile, con un sorriso stampato sul volto e le braccia aperte pronte a stringermi in un caloroso abbraccio, bella come la ricordavo, gli occhi verdi con striature di verde ai bordi così diversi dai miei... i suoi luce i miei oscurità, capelli scuri che mettevano in risalto gli occhi e il colore della sua carnagione bianca, rasente il pallido, una di quelle che lascia trasparire ogni segno o emozione, quel tipo di carnagione che non ti aspetteresti mai di trovare in una donna nata in Sicilia ma eccola qui al mio fianco, raggiante, in tutto il suo splendore...


Mi disse sorridendo rimasi per un attimo senza parole, guardandola con la faccia da ebete, devo ammettere che vederla così all'improvviso era qualcosa di totalmente inaspettato nella mia mente


le risposi e ci unimmo in un lungo, grosso, caloroso abbraccio uno di quelli che ancora oggi fatico a dimenticare, uno di quelli che ti fanno bene all'anima. Fu così che passammo l'attesa del treno insieme, parlando delle strade che avevamo intrapreso nella vita, ricordando i vecchi tempi in cui passavamo le nostre giornate insieme, insomma un resoconto sulle nostre attuali vite. Mi disse che si era trasferita al nord Italia per lavoro, che era riuscita a distaccarsi dalla vita che aveva qui in paese, e che tramite queste esperienze era riuscita a comprendersi ed accettarsi più di quanto non avesse mai fatto. Ero davvero felice per lei mi accorsi mentre parlavamo che nonostante tutto il tempo passato volevo a questa, ormai donna, un bene dell'anima.. così entrammo insieme sul treno, avevamo la stessa destinazione, stava andando a trovare un'amica in città così continuammo la nostra conversazione fino a quando all'improvviso il treno si fermò, in mezzo al nulla, incidente sulle ferrovie annuncia lo speaker... Ed ecco che ci trovammo bloccati sul treno per un tempo indefinito, non vedersi per anni e ritrovarsi "costretti" a passare un considerevole numero di ore insieme il destino ci stava dando una grossa mano.


Continuando la nostra conversazione ci spostammo a parlare di argomenti un po' più privati, delle nostre relazioni, se fossimo single o meno in quel momento, mi raccontò addirittura del modo in cui aveva perso la verginità, mentre lo faceva vedevo nei suoi occhi una luce diversa piena di desiderio, i nostri racconti mi stavano eccitando e stavano eccitando anche lei, il suo viso, credo per l'imbarazzo, era diventato paonazzo ma nonostante tutto continuava come se nulla fosse a raccontare ed io prendendo la palla al balzo continuai ad incalzarla a fare domande sempre più esplicite, sempre più personali, fin quando mi rivelò quello che stavo iniziando a sospettare e che in cuor volevo che fosse, mi disse che una delle sue fantasie erotiche più grandi era quella di essere dominata da un uomo. Ecco il destino aveva terminato la sua strada ora toccava a me raccoglierne i frutti.


Credo che lei abbia notato la scintilla nei miei occhi perché si fece molto più audace nei racconti fino a quando mi avvicinai al suo orecchio sussurrandole


Vidi il suo corpo tremare il suo sorriso allargarsi e la lussuria nei suoi occhi, la presi e la baciai, ci scambiammo un lungo bacio, la bloccai sul più bello mi guardavo con lo sguardo di una che ne voleva ancora, così ci alzammo e iniziammo a cercare un posto un po' meno affollato sul treno, luogo che trovammo di fronte la porta del bagno anche se in quel preciso istante c'era un via vai di controllori che passavano per cercare di gestire il problema, ci accendemmo una sigaretta per provare a stemperare la tensione, mai sigaretta di più inutile di quella... Non appena possibile aprì la porta del bagno ed entrammo entrambi, non appena chiusi la porta mi saltò letteralmente addosso, iniziò a baciarmi a leccarmi ovunque, così le diedi uno schiaffo dritto in faccia, mi guardò con gli occhi pieni di lacrime, ma non erano occhi offesi dal dolore bensì occhi da donna completamente in preda all'eccitazione, così la girai sbattendola contro la porta, iniziai a leccarle il collo, le orecchie e lei faticava a trattenere i mugolii di piacere, lei sentiva il mio cazzo durissimo poggiato sulla schiena e lo cercava continuamente sbattendoci contro il culo, così le slacciai i pantaloni che caddero in quel pavimento lercio e si ritrovò faccia al muro, senza pantaloni e con un perizoma nero molto semplice che metteva però in risalto il suo bel culo, così lo strappai con forza, rabbia lei ebbe un sussulto, le misi due dita dentro la figa trovandola praticamente un lago, il trattamento stava decisamente piacendo alla puttana, mi abbassai ed inizia a leccare tutti i suoi umori, gemeva la troia, la presi per i capelli e le dissi vuoi il cazzo vero troia? Mi rispose siii ti prego, dammelo rendimi la tua puttana... A quelle parole mi abbassai nuovamente ed inizia a leccare il buchino del culo un trattamento che la stava facendo impazzire quando fu ben insalivato mi tolsi i pantaloni e le mutande il mio cazzo svettava puntando dritto al suo buchino lei mi diceva nooo ti prego non così mi spacchi.. non era decisamente molto convincente così poggiai il cazzo sul suo buchino ed entrai con un colpo secco, diretto, il mio cazzo non ebbe molta difficoltà ad entrare era già sfondata la troia ma dovetti comunque tapparle la bocca per evitare che lanciasse un urlo che ci avrebbe fatto scoprire, così iniziai a scoparle il culo prima molto delicatamente facendole sentire il cazzo in tutta la sua grandezza e lunghezza poi sempre più forte, le ordinai di masturbarsi mentre subiva questo trattamento ebbe tre orgasmi uno dietro l'altro concludendo con uno spruzzo che finì Direttamente sul pavimento bagnandole tutte le cosce continuai a scoparla con forza, mi pregava di continuare, di spaccarla, stava per raggiungere l'ennesimo orgasmo le ordinai di trattenersi così da venire insieme ci riuscì alla grande io mi svuotai nel suo intestino lei venne nuovamente come una fontana... La presi nuovamente per i capelli facendola inginocchiare sulla pozza che si era creata sul pavimento e le dissi puttana puliscimi il cazzo lo prese in bocca ed iniziò a pulirlo continuò fino a che non mi divento nuovamente duro così iniziai a scoparle la bocca tenendola ferma per i capelli i conati di vomito credo abbiano riempito l'intero vagone continuai fino a sborrarle dritto in gola, la staccai dal mio cazzo con uno spintone e guardandola mi godetti lo spettacolo, il trucco completamente sbavato dalle lacrime, il viso paonazzo per la fatica e le emozioni ricevute, era uno spettacolo. Lo speaker annuncio che il treno stava per ripartire, erano passate due ore, le dissi rivestiti puttana.... Questo è solo l'inizio!


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