Raspberry Pi

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Il Raspberry Pi è un single-board computer (un calcolatore implementato su una sola scheda elettronica) sviluppato nel Regno Unito dalla Raspberry Pi Foundation. Il suo lancio al pubblico è avvenuto il 29 febbraio 2012[1]. Finora, ne sono state prodotte otto versioni (Modelli: A, B, A+, B+, 2, Zero, 3, Zero W) con prezzi da 5 a 35 dollari statunitensi.

L'idea di base è la realizzazione di un dispositivo economico, concepito per stimolare l'insegnamento di base dell'informatica e della programmazione nelle scuole[1][4][5][6][7].

La scheda è stata progettata per ospitare sistemi operativi basati sul kernel Linux o RISC OS[3][9]. È assemblata fisicamente in Galles, nel SoNy UK Technology Centre.

Le prime concezioni del Raspberry Pi, nel 2006, si basavano sul microcontrollore Atmel ATmega644. Gli schemi e il layout del circuito stampato di questo prototipo sono disponibili per il download libero e per l'autocostruzione[15] L'amministratore Eben Upton mise insieme un gruppo di insegnanti, accademici e appassionati di computer, per concepire un oggetto capace di incoraggiare i bambini, fornendo loro know-how e ispirazione[16].

La Raspberry Pi Foundation fu fondata nel maggio 2009, a Caldecote, villaggio del South Cambridgeshire, nel Regno Unito, con lo statuto giuridico di organizzazione caritatevole registrata, regolata dalla Charity Commission for England and Wales[10].

Il 19 febbraio 2012, la Raspberry Pi Foundation mise a disposizione un proof of concept di un'immagine disco caricabile su SD Card per produrre un sistema operativo preliminare. L'immagine si basava su Debian 6.0 (Squeeze), con LXDE come desktop environment e Midori come browser, più vari strumenti di programmazione. L'immagine poteva anche girare sull'emulatore QEMU, permettendo di emulare Raspberry Pi su varie altre piattaforme[17]. La fondazione rilasciò successivamente un rilascio basato su Fedora[18] e una versione di Arch Linux[19].

L'immagine basata su Debian ha poi preso il nome di Raspbian.[20]

Raspberry PiModifica

La prima versione del prototipo basata su ARM era montata su una scheda grande circa come una chiave USB[21], con una porta USB su un lato e una porta HDMI sull'altro[21].

Nel mese di agosto 2011 furono realizzate cinquanta versioni alpha della scheda. Queste schede erano funzionalmente identiche al progettato modello B[22]. Versioni di prova della scheda mostravano l'ambiente desktop LXDE su Debian, Quake 3 a 1080p,[23] e video Full HD H.264 su HDMI.[24]

Nel mese di ottobre 2011 vi è stata la scelta del logo all'interno di un numero di proposte dei membri della comunità: dopo aver stilato una rosa contenente sei proposte, la scelta finale ha richiesto vari giorni. Il disegno scelto si basava su una buckyball[25]. Nel corso dello stesso mese si stava lavorando a una versione di sviluppo di RISC OS[26], oggetto di una dimostrazione pubblica[9][27].

Nel mese di dicembre 2011 sono state assemblate e testate un centinaio di versioni beta del modello B Beta[28]. Il layout della componentistica usato nella versione beta è lo stesso di quella destinata alla produzione, salvo un errore di sbrogliatura nel progetto del circuito stampato scoperto e risolto prima di avviare la produzione[29]. Le schede Beta ebbero una dimostrazione pubblica con avvio da Linux: in quell'occasione veniva proposta la riproduzione di un trailer a 1080p e l'esecuzione di una demo del benchmark OpenGL ES Samurai, prodotto dalla finlandese Rightware (ex Futuremark)[21].

Le prime 10 schede furono messe all'asta su eBay nelle prime settimane del 2012[30][31]. Una è stata comprata da un anonimo e donata al museo inglese The Centre for Computing History, ubicato nel Suffolk[32]. Le dieci schede (il cui prezzo di vendita totale ammontava a £220) hanno raccolto complessivamente più di £16.000[33], con l'aggiudicazione dell'ultimo esemplare messo all'asta, etichettato con numero di serie #01, con una quotazione di £3.500.[34]

Il primo lotto di 10.000 schede è stato prodotto a Taiwan[35] e in Cina[35][36], anziché nel Regno Unito. Questo è dovuto agli effetti delle politiche dei dazi, dal momento che i diritti doganali sono dovuti sui singoli componenti ma non sui prodotti finiti, rendendo poco conveniente l'importazione dei componenti dall'Oriente per il successivo assemblaggio in Occidente. I fabbricanti cinesi avevano inoltre stimato in 4 settimane i tempi di attesa per l'esecuzione dell'ordine, in confronto alle 12 settimane richieste nel Regno Unito. I risparmi ottenuti dalla delocalizzazione possono essere reinvestiti nelle attività di ricerca e sviluppo della fondazione[36].

La vendita del modello B del Rasperberry Pi è partita ufficialmente mercoledì 29 febbraio 2012 alle ore 06:00 GMT: la fondazione non ha condotto una vendita in proprio, ma si è appoggiata a due grandi distributori specializzati nel campo elettronico, Farnell e RS Components, anche perché in grado di garantire una distribuzione mondiale più capillare, grazie alle ramificazioni e alle filiali in vari paesi del globo.

Raspberry Pi revisione 2Modifica

Schema a blocchi del raspberry pi

A settembre 2012 è stata annunciata una revisione del PCB. Novità principali della scheda sono la capacità di ricevere l'alimentazione tramite un Hub USB alimentato e la disponibilità del debug via JTAG; come novità minori si ha la correzione di un difetto di collegamento tramite HDMI (lasciando il Raspberry Pi non alimentato su una catena HDMI, potevano insorgere problemi nell'utilizzo delle funzionalità Consumer Electronics Control per gli altri dispositivi), il circuito di reset è stato rinnovato, è stato aggiunto un connettore di espansione addizionale, aggiunti i fori di montaggio e apportate correzioni alla serigrafia. Sono inoltre presenti cambiamenti ai GPIO e ai canali I2C[37] Si noti che la dicitura "Raspberry 2.0" comparsa in alcuni siti è concettualmente sbagliata: le modifiche apportate comportano unicamente la correzione di alcuni dettagli progettuali, nulla che giustifichi l'incremento nel numero di versione da 1.0 a 2.0, come riportato anche nel sito del produttore. La scheda ha semplicemente subito una revisione al circuito che sistema problemi minori, come riportato anche sul sito del produttore:[38] infatti, è il circuito stampato che è alla seconda versione, non la scheda nel suo complesso che mantiene gli stessi identici componenti.

Raspberry Pi 2Modifica

Disegno del raspberry pi 2

Disponibile da febbraio 2015, aumenta le prestazioni e caratteristiche dell'hardware, rendendolo più versatile e performante[39][40].

Raspberry Pi 3Modifica

Il 29 febbraio 2016 è stato lanciato Raspberry Pi 3[41], che presenta alcune novità: è il primo modello con CPU a 64 bit[42] da 1.2 GHz e ben il doppio della cache L2 (512 KiB sul Pi 3 contro i 256 del Pi 2), a cui si affianca 1 GB di RAM LPDDR2 (900 MHz).

Il nuovo modello integra anche i moduli Bluetooth (4.1 e Low Energy) e Wi-Fi 2.4 GHz 802.11n[43].

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