Non celebrate il lavoro

Non celebrate il lavoro


Ecco, sono in ritardo. Volevo dire pure io la mia fesseria sul primo maggio, ma oggi tengo un po’ da fare, quindi scusate se non argomento per bene. La faccio sintetica.


Non festeggiamo il primo maggio, lasciamo perdere, lo stiamo idealizzando. Va bene la storia delle persone che negli anni hanno subito e lottato per i diritti e la dignità e la fame del mondo contro ogni guerra e sfruttamento, però oggi quelle robe le abbiamo già calpestate e superate in nome di altri diritti, tipo il diritto ad amazon e il diritto ad airbnb. Insomma oggi il lavoro non ha niente a che vedere con la libertà e l’autodeterminazione, non celebratelo.


E poi, e questa è la parte che mi fa sempre ridere, lo spirito e le prassi con cui si celebra il sacrosanto lavoro: non andandoci, a lavoro. Godendosi un’attesissima pausa che non ce la faccio più (perché il lavoro è, in genere, il paradosso che ci fa occupare tutto il nostro tempo per poterne averne un po’ libero). È un po’ come festeggiare il proprio matrimonio organizzando un’orgia. Va bene, nessun problema, però fa ridere.

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