Nier Automata

Nier Automata

Matteo

NieR Automata

NieR Automata è un gioco particolare, non per tutte le tipologie di videogiocatori sia chiaro ma è ciò di cui l’industria odierna ha bisogno, una particolarità autoriale rappresentata dalla mente di questa perla videoludica e dell’universo (o per meglio dire multiverso) di cui fa parte, Yoko Taro.

Yoko Taro è un game designer che non ha bisogno di presentazioni, creatore e mente della serie Drakengard e del primo NieR, (Serie ideata dalla mente di Taro san e del vero e proprio team di sviluppo CAVIA) una saga di nicchia ancora oggi ma che, grazie ad Automata e allo splendido lavoro dei talentuosi ragazzi di Platinum Games, il fandom, per quanto possa essere vasto a livello internazionale, è cresciuto non a dismisura ma con determinati giocatori portati a scoprire una saga che, per motivi di budget e di sponsor ma specialmente per critiche mosse su elementi oggettivamente non discutibili, non è riuscita ad esplodere come avrebbe meritato, specialmente per il primo capitolo della serie NieR.

Ebbene sì, NieR Automata fa parte della serie di Drakengard e si colloca successivamente al primo NieR, ma la struttura narrativa e temporale di questa serie non è facile nè tantomeno comprensibile sin da subito per chi non ha voglia di spremere l’intelletto proprio, detto questo vi posso dire che questa serie è composta da un vero e proprio multiverso, che, per ogni capitolo della saga videoludica (Drakengard, Drakengard 2, Drakengard 3, NieR e NieR automata) viene strettamente ed in maniera sottilissima collegata al capitolo successivo tramite la linea temporale del suddetto finale (ogni capitolo della serie ha più finali, ed ogni finale ha la sua linea temporale collegata ad ogni finale dei seguenti capitoli) che andrà a dar vita alla linea narrativa del seguente, facile da comprendere vero? Ironia a parte, il multiverso di Drakengard non si ferma qui, infatti tutta la storia formata da ogni linea temporale differente e conseguente è formata persino dai libri e film dedicati allo stesso brand.

Capiamo come Yoko Taro non è una persona che nelle sue opere lascia dubbi al caso, anzi, costruisce nelle sue opere una vera e propria struttura che difficilmente può avere buchi narrativi o peggio, buchi di sceneggiatura e bisogna prenderne atto di questo, Yoko Taro in ogni suo lavoro parte da zero ma ha bene in mente come il suo universo sia particolarmente complicato e con tantissime possibilità, ironicamente non sarebbe sbagliato se il prossimo progetto del noto autore possa essere un capitolo che andrà a collegarsi ad uno dei 26 finali di Automata, avete letto bene, in NieR Automata ci sono ben 26 finali.

Per semplificarvi le cose, (Taro san perdonami!) la linea temporale dove si collocano NieR e NieR Automata nasce da uno dei finali di Drakengard 1, ovvero il finale E. Ci troviamo a Tokyo, e dopo una serie di eventi non tanto positivi una minaccia per l’umanità è ormai inevitabile, da qui in poi si susseguono gli eventi di NieR. (Square Enix decise di pubblicare due versioni dello stesso NieR, NieR Gestalt venne rilasciato in Europa mentre per NieR Replicant solamente nella terra del sol levante).

Dopo aver raccontato un pò la struttura della serie e di come questa merita di essere scoperta e giocata almeno una volta (magari anche approfondita), passiamo alla recensione vera e propria di NieR Automata.

Non è facile parlare di Automata, è uno di quei titoli che racconta una storia abbastanza semplice ma complessa e articolata in una maniera che per quanto mi riguarda, nè i libri e nemmeno i film non sarebbero mai riusciti a fare.

Il gioco è ambientato nel 11000, 9000 anni dopo gli eventi di NieR, la terra venne attaccata dagli alieni e gli umani per preservare la specie decisero di spostarsi provvisoriamente sulla luna, per poi, una volta sviluppati androidi senzienti, mandarli sulla terra per liberare la terra dagli invasori.

NieR Automata inizia proprio con l’arrivo di un’androide 2B, che verrà mandato sulla terra per una missione specifica, ma accadranno eventi particolari e non tanto “previsti”, inizia così NieR Automata.

Una storia fatta di tradimenti, emozioni, coscienza, dubbi esistenziali, l’essere umano è davvero la creatura che merita un po su questo universo fatto di algoritmi e di leggi che lui stesso pensa di meritare o è solo uno dei miliardi elementi che rende l’universo la sua stessa coscienza, il suo modo di fare, di essere, Automata racconta una storia non dal punto di vista degli esseri umani e di come lo stesso cercherà di evolversi col tempo per poter creare il vero e proprio “deus ex machina”, ma dal punto di vista delle macchine, di come, senza gli esseri umani oramai estinti dalla terra, possano ricercare in loro e nelle loro abitudini l’umanità che gli manca, sviluppando così una vera e propria coscienza.

NieR Automata è strutturato come un Open World, anche se per certi versi può sembrare un vero e proprio Sand Box strutturato in varie macro zone rappresentate da foreste, rovine, deserti e tante altre zone esplorabili contenenti anche piccole zone segrete ben congegnate.

Il punto forte di NieR Automata è lo stesso motivo per cui consiglio di giocare Drakengard e il primo NieR, la storia, la storia parte con un prologo esplosivo e pieno di momenti incredibili, per poi tornare ad un ritmo più tranquillo, incentivando l’esplorazione e lo sviluppo del personaggio, come un vero e proprio RPG, ma in questo non è solo la storia a sorprendere, ma anche il gamepaly sviluppato dai talentuosi Platinum Games, per essere più precisi il secondo team della casa di sviluppo, il team più giovane rispetto al primo team capitanato da Hideki Kamiya, creatore di Okami, viewtiful joe, Bayonetta e di quello che sarebbe stato Scalebound).

Il secondo team viene definito da Taro san come un team pieno di competenze e abilità nel campo dello sviluppo ludico, tant’è che qualora ci fosse la possibilità di creare un altro progetto, penserà subito a loro, parole davvero confortevoli e positive date da un’autore di spicco e che fanno capire come Platinum Games abbia sempre dimostrato di essere il team migliore per quanto concerne la realizzazione di prodotti action puri, ma nel caso di NieR Automata parliamo di un vero e proprio action RPG.

Il gioco originariamente doveva uscire esclusivamente per pc e non per console, ma successivamente pare che, grazie alle pressioni attuate da Sony, il gioco sia riuscito a sbarcare anche su console.

Il gioco essendo un action RPG, è strutturato con missioni secondarie e quelle principali che andranno a portare avanti la storia vera e propria, ma ci tengo a dire che molte missioni secondarie non sono da prendere in maniera superficiale, mi spiego meglio, le missioni secondarie in totale sono 60 la cui maggior parte di queste sono caratterizzate e collegate in maniera profonda alla storia e al contesto del gioco, tant’è che quando completavo queste specifiche side ops, il gioco riusciva, insieme alla capacità di creare dialoghi influenti e coinvolgenti, a pormi delle domande la cui risposta era strettamente legata al fine di tutta l’esperienza complessiva, non posso dirvi molto ovviamente perché è una recensione ma vi posso dire che nonostante la storia principale raggiunga punti altissimi in fatto di profondità ed emozioni, in specifiche side ops avrete delle sensazioni simili.(Yoko Taro burlone)

 Il gioco è caratterizzato ovviamente anche dagli immancabili npc, formati da negozianti che venderanno chip di ogni tipo inerenti alle vostre necessità, passiamo dai chip per la rigenerazione degli hp a quella dei buff temporanei, alla possibilità di poter cavalcare animali nel bel mezzo delle location a negozianti che si occuperanno di potenziarvi gli stessi chip per aumentarne la capacità di innesto e di poter inserire più chip possibili, in modo tale da poter costruire il vostro personaggio come meglio crederete, non demordete, la costruzione dei chip può essere fatta sia manualmente che in automatico, infatti se avete pochi chip e non potete costruire il pg come volete, basta impostare uno dei tre preset che andranno a settarvi automaticamente il personaggio con chip basati su equilibrio, offensivo, difensivo.

E ora arriviamo ad una parte interessante, le armi, avendo spolpato il gioco fino al midollo (ci ho passato più di 200 ore di gioco e ancora ho voglia di giocarci) posso dirvi che la varietà delle armi è alta, con ben 40 armi (contando pure i pugni) caratterizzate non solo da manopole, lance, spadoni e spade leggere, ma soprattutto da una propria storia legata alla stessa arma, e ogni qual volta potenzierete un’arma sbloccherete un pezzo di storia legata alla stessa, fino a potenziarla al massimo per avere la storia completa.

Il Combat System è stato un altro dei punti forti di questo titolo, sia chiaro, non siamo ai livelli di Bayonetta o di Metal Gear Rising per quanto riguarda il tecnicismo e la complessità delle combo oltre alla dinamicità stessa delle fight, ma il Combat System di Automata difficilmente vi potrà stancare, un Combat System semplice ma dinamico, raffinato e di una godibilità impressionante, che secondo me è servito a far maturare il team giovane di Platinum e che insieme alle esigenze di Taro san, hanno centrato il bersaglio, per quanto mi riguarda.

Per quanto concerne la varietà di mosse con le specifiche armi e le possibilità di combo, sarà possibile fare attacchi prolungati concatenati da attacchi leggeri e pesanti seguiti da una pressione del tasto attacco leggero (quadrato) per permettervi di fare una mossa particolare e di poterla chiudere con un danno ingente.

Il gioco come se non bastasse gira a 60fps stabili ma non fissi, considerando che le esigenze erano quelle di un action rpg fluido, abbassare la qualità delle texture e in determinati filtri grafici, i 60fps a discapito di una alta veste grafica era il minimo, ma nonostante questo, il gioco si dimostra godibile nelle cutscenes (anche grazie alla splendida regia e al tocco di Taro san) e durante le fasi di combattimento.

Uno dei punti deboli ma non chissà quanto, è proprio l’engine che monta Automata, assolutamente ottimizzabile e con delle potenzialità davvero alte se dovesse essere riproposto in futuro.

Per finire, il gioco oltre alla sua varietà formata da 60 missioni, di cui la maggior parte davvero profonde e ben caratterizzate, 40 armi tutte potenziabili, tra cui la maggior parte situate in zone segrete e altrettante acquistabili nei vari negozi all’interno del mondo di gioco, boss fight davvero ben costruite che in certe fasi arrivano persino a toccare l’apice per la capacità di immersione e di memorabilità delle soundtrack ideate da Keiichi Okabe, sound designer davvero di spicco che si è dimostrato davvero talentuoso soprattutto con le soundtrack di Drakengard e NieR.

Aggiungo pure che ci saranno Boss segreti da affrontare, consiglio dal lv 70 in su per questi boss segreti, uno in particolare. (Taro san anche qui burlone)

Insomma, NieR Automata è una perla videoludica dell’industria che, soprattutto adesso, in questo momento particolare dimostra come il mondo di oggi, andando sempre di più alla ricerca della conoscenza, di come evolversi e di come l’uomo, collegandosi sempre di più alla tecnologia e al concetto stesso di deus ex machina, senza rendersi conto diventerà esso stesso una macchina.


Pro: Storia ben scritta, affascinante e ricca di colpi di scena

Combat System fluido e ben congegnato con una bassa probabilità di noia

Contro: Engine ottimizzabile

Alcune missioni secondarie risultano essere inutili e riempitive

Difficoltà non ben calibrata







 

 








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