Misery

Misery


L'ho trovato per caso su Sky. Sapevo fosse un film perlomeno decente (lo cita anche Caparezza), ma non mi aspettavo fosse un film così bello. Ho controllato nei primi minuti chi fosse il regista: Rob Reiner. Il nome non mi ha detto assolutamente nulla, ma gira e rigira e questo ha fatto filmoni come Stand by me e Spinal tap.

Benone, ho visto 3 film di questo regista senza rendermene conto. Da una parte ci potrebbe stare, perché sono film molto diversi tra loro. Dall'altra anche, perché non ho notato nessuna tecnica particolare che lo distacca dai tanti registi della sua epoca.

In ogni caso, la regia è ben curata, anche se in modo molto "by the book". Funzionale, ma senza caratteristiche particolari. La fotografia ricorda molto quella di altre due opere di questo periodo, e la cosa è favorita sia dalle tecnologie utilizzate che dall'ambientazione: Twin Peaks e Fargo. C'è quel vibe da piccola cittadina di montagna, presente in molte scene, che è condiviso tra i 3, sebbene con diverse sfumature.

Il film si svolge per buona parte in una stanza, la stanza dove Paul Sheldon è costretto a stare. Per quanto riguarda i due protagonisti la maggior parte delle interazioni si svolge in due punti precisi di questa stanza, ossia il letto e la scrivania. La vicenda spazia maggiormente dal punto di vista psicologico. È come se vi fosse un gioco di potere tra Paul e Annie, che continuamente si scambiano la posizione di vantaggio in quello che è un vero e proprio mondo separato dall'esterno.

L'autore vuole concentrarsi su questa separazione, che si ha sia nei fatti (il telefono staccato, la non influenza della legge su ciò che sta accadendo, il distacco di Annie dalla realtà e dalla modalità tradizionale), sia in ciò che non si vede (non siamo a conoscenza del destino di quasi nessun personaggio al di fuori dei protagonisti). Tutto questo avendo comunque il mondo esteriore a portata di mano, ma irraggiungibile. Questo sentimento quasi claustrofobico cresce durante tutto il film, e sussiste anche nel finale. C'è una sorta di ritorno alla normalità, ma non del tutto.

Le parti che puzzano in questo film sono veramente poche: l'intera sequenza in cui lo sceriffo "risolve" il caso (inutilmente), ad esempio, è risolta in maniera casuale più che logica. Sempre in questa sequenza c'è una scena che mi ha fatto un po' storcere il naso dal punto di vista attoriale e delle inquadrature. È di un livello molto più basso rispetto al resto.

Il film si assesta, come voto, ad un 8½.

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