mafia

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Tale accostamento alla lingua araba è stato forzatamente giustificato con la presenza in Sicilia nel corso dei secc. IX-XI, della componente islamica, anche perché, come spiega uno dei maggiori storici della mafia, nella lingua araba il termine "mahyas" rivestirebbe lo stesso significato che il celebre antropologo della cultura siciliana, Giuseppe Pitré, attribuiva al termine "mafia". Questo perché, secondo l'opinione del Marino, l'organizzazione criminale siciliana è stata la prima organizzazione criminale del mondo e la prima ad essere appellata col nome "mafia"[10]. Tuttavia il lemma mahyas non ha esattamente lo stesso significato che forzatamente si associa alla definizione del Pitré, come dimostra il senso attribuitogli dallo studioso Diego Gambetta: secondo questi infatti il vocabolo "mafia" potrebbe provenire dall'arabo مهياص (mahyas) che significherebbe piuttosto "spavalderia", "vanto aggressivo"[11]. Claudio Lo Monaco propone piuttosto مرفوض (marfud = rifiutato)[12] da cui proverrebbe il termine mafiusu, che nel XIX secolo indicava una persona arrogante, prepotente, ma anche intrepida e fiera.Bisognerebbe quindi ammetterne la presenza nei documenti islamici relativi alla Sicilia pervenutici e raccolti fin qui, tuttavia i vocaboli esposti non appaiono mai menzionati: cfr. ad esempio Michele Amari, Biblioteca Arabo-Sicula- testi e traduzioni. 1857-1887. Tuttavia per Marino il termine arabo "mahyas" comunque in genere esiste nella lingua araba e ha proprio i significati su esposti e potrebbe essere una mancanza in buona fede dell'Amari il non aver indicato tale termine o termini simili. La presenza di più ipotesi spesso discordanti sul lemma in lingua araba che abbia fatto nascere il termine "mafia", l'assenza di una documentazione preesistente al XIX secolo, la mancata documentazione del fenomeno in età medioevale e l'assenza di un uso simile in altre comunità arabofone nel presente e nel passato tuttavia concorrono a mettere in seria crisi l'ipotetica origine dalla lingua islamica del termine. Invece secondo Santi Correnti,[13] che rigetta le origini del termine dall'arabo, sarebbe un termine piuttosto recente, forse derivato dal dialetto toscano, trovando un riscontro nella parola maffia. Correnti sostiene l'origine toscana ritenendo che nei primi documenti giuridici riferentisi alla mafia, questo termine veniva trascritto con due "f", quindi "alla toscana". Tuttavia nei documenti menzionati, tale termine viene trascritto alternativamente sia con due "f" sia alla siciliana con una "f". Di una origine non siciliana quanto piuttosto dal nord Italia parla anche Pasquale Natella[14] che ricorda come a Vicenza e Trento si usasse il vocabolo maffìa per indicare la superbia e la «pulizia glottologica [...] va subito applicata in Venezia dove a centinaia di persone deve essere impedito di pronunciare S. Maffìa [...]. La diceria copriva, si vede, l'intera penisola e nessuno poteva salvarsi; in tutte le caserme ottocentesche maffìa equivaleva a pavoneggiarsi e copriva il colloquio quotidiano così in Toscana come in Calabria, dove i delinquenti portavano i capelli alla mafiosa». In merito, Marino[10] ne ha voluto ribadire la propria opposizione, in considerazione del fatto che il Correnti (che comunque il Marino non menziona direttamente) ha negato finanche che la mafia avesse origine siciliana[15], avendola considerata un fenomeno di importazione, senza spiegare né come "un fenomeno importato" sia potuto attecchire in Sicilia in modo così capillare con caratteristiche quasi uniche, ignorando quindi le complesse vicende storiche, sociali, culturali ed economiche, tipiche della Sicilia e non accostabili a nessuna altra realtà territoriale esterna alla Sicilia[10], né in che modo un termine "non siciliano" sia potuto arrivare ed attecchire in Sicilia in modo così diffuso (e non solo in connessione con la celebre organizzazione criminale siciliana, ma anche nei significati riferiti dal Pitré) come in nessuna altra parte, tanto che è attraverso la Sicilia che tale termine è stato storicamente conosciuto a livello di massa, "provenendo da altre terre". Per Marino, quindi, il Correnti ha creduto di salvare l'onore della Sicilia adducendo sue personali considerazioni, senza base storica[10]. Questo tuttavia non mina affatto l'intuizione del Correnti che rimane ancora una delle ipotesi più note e valide sull'origine del termine

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