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CinemaCulture CornerFilm animazione LEGO Batman – Il film: recensione in anteprima Abbiamo visto in anteprima LEGO Batman – Il film, spin-off del fortunatissimo The LEGO Movie del 2014 e in uscita in tutte le sale italiane a partire da giovedì 9 febbraio. Ecco cosa ne pensiamo. Sono trascorsi tre anni dall’uscita di The LEGO Movie, primo film d’animazione in CGI sui famosi mattoncini gialli. La pellicola, diretta da Phil Lord e Christopher Miller (registi del prossimo spin-off dell’universo di Star Wars dedicato a un giovane Han Solo), fu un successo sia di critica che di pubblico. Quasi 500 milioni di dollari incassati, una candidatura ai Golden Globe come Miglior film d’animazione e una agli Oscar come Miglior canzone per “Everything is Awesome”. A seguito degli ottimi risultati conseguiti, la Warner Bros. decise di dare vita a un vero e proprio franchise: oltre al sequel di The LEGO Movie (previsto per il 2019), furono annunciati  i due spin-off – LEGO Batman e LEGO Ninjago.




A rubare la scena infatti, tra la moltitudine di personaggi presenti in The LEGO Movie, fu la versione in mattoncini di Batman. Il Cavaliere Oscuro, doppiato da Claudio Santamaria (già doppiatore dello stesso nella trilogia di Christopher Nolan), si rese protagonista di alcune  delle migliori gag che fecero la fortuna del primo capitolo. Impossibile, quindi, non cogliere la palla al balzo da parte dei dirigenti della Warner Bros, soprattutto in questo periodo d’oro del cinema super-eroistico. LEGO Batman arriva al momento giusto e diverte, quasi senza sosta, dall’inizio alla fine. Un frullato di azione, amicizia, gag e citazioni. L’amicizia alla base di tutto La trama riprende le più classiche dinamiche del genere super-eroistico: Batman deve infatti salvare per l’ennesima volta Gotham City dal malvagio piano ordito dal Joker. Questa volta però, non potrà fare affidamento solo su sé stesso, ma sarà obbligato ad accettare l’aiuto del fidato maggiordomo Alfred, di Dick Grayson/Robin e di Barbara Gordon, figlia del commissario Jim.




«Per costruire un eroe serve lavoro di squadra» recita la locandina del film: è proprio su questo tema che si concentra maggiormente durante tutti i 90 minuti la pellicola di Chris McKay, al suo primo lungometraggio. Un tema all’apparenza banale, ma che lo sceneggiatore Seth Grahame-Smith è stato in grado di affrontare in maniera sottile e intelligente. LEGO Batman ci fa infatti capire come sia sbagliato vivere in solitudine, allontanando le persone che ci vogliono bene. È importante aprirsi agli altri e creare con loro una seconda famiglia (soprattutto per uno come Bruce Wayne che ha perso i genitori da piccolo). Solo così il pipistrello potrà sconfiggere i propri fantasmi e i propri nemici. Un mare di citazioni e omaggi LEGO Batman però non si limita solo a questo: il target è soprattutto quello dei più giovani e l’intento è quello di divertire. Da questo punto di vista, la prova è ampiamente superata. Si parte forte fin dai divertentissimi titoli di testa e i primi minuti sono molto incoraggianti.




Una volta tornato a villa Wayne dopo la prima missione, ad esempio, vengono utilizzate una serie di gag, per sottolineare la solitudine in cui si trova Batman, che strappano più di un sorriso allo spettatore (il film Jerry Maguire ha un ruolo importante da questo punto di vista). Verso la metà, il film perde un po’ di mordente e le risate diminuiscono all’aumentare del focus nei confronti del già citato tema dell’amicizia. Fortunatamente il successivo coinvolgimento di altri personaggi dell’universo Warner Bros., di cui non vi sveliamo l’identità per non rovinarvi la sorpresa, farà ritornare LEGO Batman sui binari a lui più consoni. Giusto in tempo per la “battaglia” finale tra Batman e Joker, in cui ritorna prepotentemente il tema dell’amicizia e in cui lo storico rapporto tra i due viene preso in giro e ribaltato. Una delle più storie di amore/odio più belle che il cinema contemporaneo ricordi. Il film, inoltre, è pieno zeppo di omaggi alle precedenti versioni del Cavaliere Oscuro: dalla trilogia di Nolan alla meno apprezzata versione di Joel Schumacher, dai primi storici capitolo di Tim Burton alla serie animata del 1992.




Ci sono addirittura riferimenti (e conseguenti parodie) alla serie televisiva degli anni ’60 con Adam West e alla sua indimenticabile sigla. Vi sfidiamo a riconoscere tutte le citazioni presenti nel corso dei 90 minuti. Non manca, poi, una sana dose di autoironia nei confronti degli ultimi due film del DC Cinematic Universe che hanno ricevuto quasi all’unanimità critiche negative – Batman v Superman e Suicide Squad. Unico appunto che ci permettiamo di fare: la scelta di affidare a Geppi Cucciari il doppiaggio di Barbara Gordon è alquanto opinabile a causa della sua forte inflessione sarda e avremmo apprezzato maggiormente una scelta differente. Sono sottigliezze comunque perché in definitiva LEGO Batman è un film ben riuscito: non raggiunge il livello del primo capitolo The LEGO Movie (nonostante ci siano stati grandi miglioramenti dal punto di vista tecnico), ma ci rende un Cavaliere Oscuro in mattoncini che non ha nulla da invidiare alle precedenti versioni comparse sul piccolo e grande schermo.




Si ride e si ride di gusto per quasi tutti i 90 minuti. Le citazioni e i riferimenti alle altre pellicole del genere valgono da sole il prezzo del biglietto e siamo sicuri che gli appassionati faranno a gara per riconoscerle tutte. Ci aspettiamo, quindi, che anche questo primo spin-off replichi il successo di critica e pubblico che ha investito il capitolo diretto dal duo Phil Lord e Christopher Miller. Non ci stupiremmo se tra qualche anno ci trovassimo nuovamente qui a recensire LEGO Batman 2. Condividi:Mi piace: Review overviewSummaryLEGO Batman ci rende un Cavaliere Oscuro in mattoncini che non ha nulla da invidiare alle precedenti versioni comparse sul piccolo e grande schermo. I riferimenti ad altri personaggi Warner Bros. e le prese in giro al genere super-eroistico valgono da soli il prezzo del biglietto. In attesa di The LEGO Movie 2 e dell'altro spin-off LEGO Ninjago non possiamo che ritenerci soddisfatti.It was already brave of the custodians of the Batman franchise to let The Lego Movie mock their prize asset so mercilessly in 2014.




The fact that they’ve doubled down with this feature-length parody suggests they figure either Batman can take it, or that he’s reached that point in the superhero cycle where it’s no longer possible to take him seriously. Either way, this gag-packed, knockabout action-adventure has a lot of fun with the character, while also broaching his pathologies in a way the “serious movies” rarely do. It doesn’t have the heart, the depth or the novelty of the first Lego movie, but it is relentlessly, consistently funny – which excuses everything. Voiced with Christian Bale-like gruffness by Will Arnett, this is the macho, humourless, self-regarding Dark Knight we get here, who imagines he’s brilliant at everything and prefers to work alone. “Batman doesn’t do ’ships,” (as in “relationships”) he tells a crestfallen Joker, denying there’s anything special between them during a spectacular opening fight (as with its predecessor, this movie’s Lego-bricked animation is surprisingly expressive and cinematic).




Afterwards, our hero goes home to an empty Batcave for some microwaved lobster, a little solo heavy-metal guitar, and a night alone in his home cinema with Jerry Maguire. He’s a bit of a loser, in other words. Inevitably, Batman’s solitude is challenged. First, by his inadvertent adoption of a wide-eyed, orphan kid, the future Robin, whom he initially regards as an expendable pest (many fans would agree). Then by the Joker. Stung by rejection, he’s hatching an even bigger plan to win back Batman’s attention and get their symbiotic relationship back on track. Meanwhile, new police commissioner, Barbara Gordon (Rosario Dawson), is advocating a fresh, co-operative approach to crime, noting that “despite all the great work Batman has done for us, Gotham is still the most crime-ridden city in the world”. In a regular superhero movie, that would be saying the unsayable, but this parallel Lego universe can get away with it, and a whole lot more. The movie is chock-full of meta-references, one-liners and in-jokes (a cinema in the background is playing Two Shades of Grey, for example).




There’s a hint of political subversion in the suggestion Batman’s methods are extra-legal and unaccountable. There’s even a Guantanamo-like Phantom Zone where criminals are locked away, outside the law. Mostly, the movie pokes fun at other fictions: rival DC superheroes, characters from other stories (including Gremlins and Daleks), and above all, Batman’s own chequered heritage. The Lego Batman Movie. Photograph: Courtesy of Warner Bros. Pictures At one point, Batman’s butler, Alfred, reminds him he’s had similar crises of identity before, listing the years of all the previous Batman movies right back to Batman: The Movie, the 1966 Adam West version, from which we see a live-action clip. The Lego Batman Movie knows it’s closer to this than any subsequent iterations. We even get on-screen POW!s and BAM!s. But this is also very much in the vein of current pop satire such as Robot Chicken (where director Chris McKay cut his teeth), Team America and last year’s Deadpool.

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