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Nausicaä è il nome di una principessa dei Feaci che appare nell’Odissea. La conobbi per la prima volta nel libro di Bernard Evslin “Gods, Demigods and Demons: an Encyclopedia of Greek Mythology” e rimasi attratto da lei sin da subito.

Era il 25 settembre del 1982 quando Hayao Miyazaki scrisse queste parole per la rivista Animage Comics in occasione della pubblicazione del primo volume di "Nausicaä della Valle del Vento", infatti la rivista detenuta dalla nota casa editrice Giapponese Tokuma Shoten, seppur prettamente dedita all'animazione avrebbe ospitato la serializzazione del manga a partire da quell'anno fino al 1994, anno della sua effettiva conclusione.

La Genesi di quello che sarebbe divenuto uno dei più importati e influenti film della storia dell'animazione nipponica e che avrebbe dato il via alla carriera del suo stesso creatore e regista: Hayao Miyazaki ha origine con pubblicazione e grazie al successo che ottenne il suo omonimo manga.

Oggi la figura di Miyazaki è stata sancita come una delle più importanti all'interno dell’industria dell’animazione giapponese e non solo. Un regista osannato e riconosciuto sia dalla critica come uno dei più importanti creativi della storia del cinema, riuscendo a ispirare generazioni di registi nel corso degli anni, sia dal pubblico più mainstream ormai inconsciamente abituato alla sua linea chiara.

Tuttavia la situazione nel 1982 era ben diversa; Miyazaki aveva da pochi anni concluso la sua esperienza con Lupin, dirigendo nel 1979 Rupan Sansei - Kariosutoro no shiro / Lupin III - Il castello di Cagliostro, il secondo film cinematografico sul personaggio ideato da Monkey Punch nonché il suo primo in qualità di regista, e infine occupandosi degli episodi conclusivi della seconda serie che segnano definitivamente il suo addio al personaggio.

Fu proprio l’insuccesso al botteghino di Cagliostro che portò Miyazaki a dover sospendere momentaneamente la sua carriera da regista infatti, quello che al giorno d’oggi è senza dubbio il lungometraggio più conosciuto ed apprezzato sul ladro gentiluomo agli occhi delle nuove generazioni dell’epoca figlie del cosiddetto “anime boom” e perciò abituate ad un nuovo tipo di fruizione del genere percepirono Cagliostro come un qualcosa di “antiquato” e “fuori moda” seppur al suo interno erano presenti tutti gli stilemi narrativi caratteristici del regista nipponico. 

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