Harry Potter

Harry Potter

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A partire dalle edizioni stampate nel gennaio 2002 appare all'inizio dei volumi una "Nota alla traduzione", non presente fino alla terza ristampa del quarto libro della serie.[senza fonte]

Dal 2011, tre anni dopo l'uscita in Italia del settimo volume, la Salani pubblicò una nuova traduzione della serie, curata da Stefano Bartezzaghi con il supporto delle precedenti traduttrici e di un comitato di esperti, che rinnovasse la traduzione. I nomi italiani di alcuni personaggi, come Silente, vennero mantenuti, mentre molti altri tornarono all'originale inglese:[104] Minerva McGranitt torna a essere la professoressa McGonagall[senza fonte], Paciock torna "Longbottom",[104] e il ghiacciolo che Silente le offre nel primo capitolo tornò a essere una caramella; i folletti della Gringott sono tornati "goblin", il mostro nei bagni della scuola che sconvolge la festa di Halloween è un troll, le castagne che Ron e Harry mangiano a Natale ritornarono dei marshmallows e il capitolo The Mirror of Erised venne reso "Lo Specchio delle Emarb", giocando sulla specularità usata nella versione originale.[senza fonte] Venne anche modificato il nome di una delle quattro case di Hogwarts (Hufflepuff), trasformandosi da "Tassorosso" a "Tassofrasso".[104] Venne inoltre risolto il grave errore che aveva visto protagoniste le parole "Mezzosangue" e "Nato-babbano" nella prima traduzione (dove infatti la parola "Mezzosangue" cambia di significato nel corso della serie, nella prima traduzione).[106] All'inizio dei volumi appare ora una "Nota alla nuova edizione", firmata dallo stesso Bartezzaghi.[104]


Critiche e accoglienza dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Critiche letterarie[modifica | modifica wikitesto]


Fin dall'inizio, Harry Potter ricevette recensioni positive. Al momento della sua pubblicazione, il primo libro, Harry Potter e la pietra filosofale, attirò l'attenzione di giornali scozzesi, come The Scotsman e The Herald. Presto si unirono i giornali inglesi, con il Sunday Times che paragonò l'opera al lavoro di Roald Dahl, e The Guardian.[107] Il tono e i temi leggeri dei primi libri portarono molti scrittori a paragonare l'opera a Mary Poppins, mentre Umberto Eco individuò richiami a Peter Pan.[108]

Al momento dell'uscita del quinto libro, Harry Potter e l'Ordine della Fenice, i libri iniziarono a ricevere forti critiche da parte di numerosi studiosi di letteratura. Il professore, letterato e critico Harold Bloom sollevò critiche sui meriti letterari dei libri.[109][110] Michael Rosen, romanziere e poeta, sostenne che i libri non fossero adatti ai bambini, poiché non sarebbero stati in grado di cogliere i temi complessi dell'opera.[111]

Il critico letterario A. N. Wilson lodò la serie di Harry Potter in un articolo del Times, asserendo che «non ci sono molti scrittori che hanno la capacità dickensiana di J. K. di farci voltare le pagine, di piangere - apertamente, con le lacrime che scivolano - e poche pagine dopo di ridere, per battute sempre belle...abbiamo vissuto un decennio in cui abbiamo seguito la pubblicazione delle storie per bambini più vivaci, divertenti, spaventose e commoventi mai scritte».[112]

Stephen King definì la serie «un'impresa di cui solo un'immaginazione superiore può essere capace» e dichiarò «notevole» il senso dell'umorismo dell'autrice. King paragonò inoltre Harry Potter alle principali figure della letteratura anglofona giovanile, quali Alice, Huckleberry Finn, Frodo Baggins e Dorothy Gale.[113][110] Isabel Allende affermò in un'intervista che la Rowling si sarebbe meritata il premio Nobel per la letteratura, lodando la scrittrice per aver avvicinato i bambini alla lettura.[114]


Impatto culturale[modifica | modifica wikitesto]


Partita di quidditch a Darmstadt, 2016
The Parselmouths, gruppo wizard rock statunitense

La popolarità della saga generò un fandom internazionale e ampiamente diversificato.[115] La serie accolse l'interesse di tutte le fasce d'età, generando anche un vasto seguito di adulti, portando all'uscita di due edizioni di ogni libro con contenuto identico ma con copertine diverse, una destinata ai bambini e l'altra destinata agli adulti.[116] La bibliotecaria Nancy Knapp sottolineò il potenziale dei libri nel migliorare la motivazione dei bambini a leggere molto di più di quanto farebbero altrimenti.[117] Concordando sugli effetti motivanti, Diane Penrod elogiò la combinazione del semplice intrattenimento con «le qualità della narrativa letteraria intellettuale», esprimendo però preoccupazione per l'effetto di distrazione del prolifico merchandising che accompagnava il lancio dei libri.[118]

L'eco dell'opera ebbe un non indifferente impatto mediatico e culturale. Gli anni di uscita dei primi libri coincisero con il periodo della prima crescita di internet, nel quale il fandom ebbe modo di creare piattaforme virtuali dove confrontarsi. Emersero svariati forum, blog, chat rooms, podcast, fan fiction e fan art. I siti creati dai fan furono seguiti da milioni di utenti, generando un'ampia comunità virtuale.[119] Il successo della saga ispirò varie parodie, tra le quali degne di nota furono la trilogia letteraria anglofona Barry Trotter di Michael Gerber, che ha venduto oltre 700000 copie, e il fumetto italiano Harry Porker. Numerosi riferimenti alla saga di Harry Potter sono al centro di alcune puntate dei Simpson. Imitazioni della saga hanno avuto un enorme seguito in Cina.[120]

Malgrado il Time avesse nominato la Rowling come terza classificata per il premio Persona dell'anno del 2007 dopo Vladimir Putin e Al Gore, sottolineando l'aspetto sociale, morale e di ispirazione politica assegnatole dal suo fandom,[121] i commenti del mondo della cultura sulla serie furono contrastanti. Il critico letterario Ron Charles del Washington Post affermò nel luglio 2007 che il gran numero di adulti che leggevano la serie di Harry Potter, ma pochi altri libri, avrebbero potuto rappresentare un «brutto caso di infantilismo culturale» e che il semplice tema del «buono contro il cattivo» della serie fosse «infantile».[122] Sul tema di Harry Potter e del relativo mondo magico si sono concentrati numerosi studi accademici, in particolare relativamente ai temi politici presentati nella saga; in alcune università sono stati avviati corsi separati di scienze politiche dedicati al tema.[123][124]

Lo sport del quidditch, ispirato all'omonimo gioco del quidditch presente all'interno della saga, è stato ideato nel 2005 ed è ora giocato in tutto il mondo, anche in università come l'Università di Harvard,[125] l'Università Yale[126] e l'Università Washington a Saint Louis,[127] dando vita a campionati nazionali e internazionali come il campionato mondiale di quidditch.[128] La popolarità della saga ha anche generato un fenomeno musicale noto come wizard rock, nato negli Stati Uniti d'America e poi diffusosi a livello internazionale. Tra i gruppi wizard rock più popolari si citano i Harry and the Potters, i Draco and the Malfoys, gli Oliver Boyd and the Remembralls, i Ministry of Magic e i The Parselmouths.[129] Personaggi ed elementi della saga hanno ispirato il nome scientifico di diversi organismi, tra i quali il dinosauro Dracorex hogwartsia,[130] il ragno Eriovixia gryffindori,[131] la vespa Ampulex dementor,[132] il granchio Harryplax severus,[133] e la vipera Trimeresurus salazar.[134]


Controversie[modifica | modifica wikitesto]

La serie è stata oggetto di diverse polemiche e al centro di alcuni casi di censura. I libri di Harry Potter sono al primo posto nella "Lista dei libri più contestati del XXI secolo" stilata dalla American Library Association,[135] e la Rowling è comparsa al quarto posto tra i cento autori più contestati da genitori e insegnanti tra il 1990 e il 2004.[136]


Critiche e dibattiti religiosi[modifica | modifica wikitesto]


La saga venne colpita da varie critiche religiose, in particolare dagli ambienti cristiani evangelici, che accusarono l'opera di favorire una visione positiva della magia e di incoraggiare i bambini a dilettarsi nell'occulto.[137] I libri vennero accusati di favorire la diffusione del satanismo tra i bambini. Ad Alamogordo nel Nuovo Messico, il 30 dicembre 2001, una locale chiesa evangelica bruciò una pila di libri. Un simile episodio avvenne lo stesso anno in Pennsylvania, quando quasi un centinaio di membri di una congregazione pentecostale bruciò libri della Rowling.[138] Le scuole private negli Emirati Arabi Uniti soppressero i libri nel febbraio 2002 perché il governo li riteneva contrari ai valori islamici, anche se non vennero banditi dalle librerie.[139] Nei libri non vi sono accenni ad alcuna religione e relativamente alle festività quali il Natale vengono presentati solamente gli elementi più tradizionali. Sono però presenti valori morali e spirituali che vengono esplicitati dai personaggi, in particolare da Silente, in particolare in riferimento all'amore, alla morte e al dolore e vengono presentati in particolare i concetti di bene e male e il tema della scelta.[46]

Nel 2003, la critica letteraria tedesca Gabriele Kuby scrisse un saggio relativo alla serie, chiamato Harry Potter: bene o male?, asserendo che l'opera poteva traviare l'educazione dei bambini e allontanarli dalla fede cristiana. La posizione della Kuby sembrò essere anche appoggiata dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, all'epoca prefetto della pontificia Congregazione per la Dottrina della Fede.[140] All'uscita del sesto libro si scatenò sui giornali una polemica sulle presunte affermazioni del cardinale Ratzinger, affermazioni mai confermate.[141] La Chiesa Cattolica non espresse posizione relativamente ai libri della Rowling. Tuttavia, il 14 luglio 2005, Radio Vaticana trasmise un'intervista con monsignor Peter Fleetwood, del Pontificio Consiglio per la Cultura, nella quale, fra le altre cose, asserì che la risposta sulla quale la Kuby basò il suo libro era stata molto generica, scritta da un assistente dell'allora cardinale Ratzinger. Monsignor Fleetwood lodò l'opera asserendo che «nessuno di noi è cresciuto senza fate, maghi o streghe», le quali non rappresenterebbero «bandiere ideologiche anticristiane, ma aiutano i ragazzi a comprendere il conflitto tra bene e male».[142]

La redazione del quotidiano cattolico Avvenire adottò anch'essa posizioni in favore della saga. Il sociologo Massimo Introvigne pubblicò vari articoli a favore di Harry Potter, lodandone i valori morali trasmessi.[143] Il teologo e giornalista gesuita Antonio Spadaro scrisse un articolo sull'argomento[144] e il sacerdote salesiano Antonio Carriero elogiò i messaggi e i valori positivi trasmessi dalla saga.[145] Il pastore metodista Peter Ciaccio, invece, analizzò il rapporto tra i libri di J. K. Rowling e la teologia cristiana, concentrandosi su concetti quali il carisma, la morte, il peccato imperdonabile, il dualismo e la tentazione.[146]


Critiche al conservatorismo della serie[modifica | modifica wikitesto]


In un articolo del gennaio 2000, la giornalista anglo-tedesca Christine Schoefer criticò l'ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi dei primi tre libri, allora gli unici usciti, della serie di Harry Potter, definendola convenzionale, stereotipata e sessista. Secondo la Schoefer, il mondo magico descritto dalla scrittrice inglese «rispecchia fedelmente il convenzionale assunto che gli uomini gestiscano il mondo e che così debba essere». Questa rappresentazione convenzionale, secondo l'opinione della giornalista, è deducibile dal contrasto tra il coraggio espresso da Harry nelle situazioni pericolose rispetto all'apparente fragilità emotiva di Hermione che, a dispetto delle sue brillanti capacità, esprime un costante bisogno di approvazione da parte di Harry e Ron. Alla stessa maniera, la Schoefer critica la rappresentazione degli adulti con ruoli di responsabilità: la fragilità e la severità della professoressa McGranitt contrasterebbe con il carisma e la composta lungimiranza di Silente; l'eccentricità e l'incapacità di profetizzare volontariamente di Sibilla Cooman esprimerebbero il discredito per la pratica, tradizionalmente femminile della predizione della fortuna.[147]

Il critico Anthony Holden scrisse su un articolo dell'Observer della sua esperienza nel giudicare Harry Potter e il prigioniero di Azkaban per i Whitbread Awards del 1999. Il suo giudizio sulla serie fu decisamente negativo: «la serie di Potter era essenzialmente molto conservatrice e tristemente nostalgica di un'Inghilterra ormai passata» e «molti critici del Whitbread erano d'accordo con me».[148]


Dispute legali[modifica | modifica wikitesto]


Nel 1999, la scrittrice statunitense Nancy Stouffer accusò la Rowling di plagio e di non aver rispettato i diritti di copyright e trademark dei suoi lavori del 1984, incentrati sul suo personaggio Larry Potter, che come Harry Potter era un ragazzo con gli occhiali e i capelli neri,[149] e i muggles, creature umanoidi prive di magia. Secondo la Stouffer gli esempi di plagio nelle opere della Rowling sono ben più ampi e l'autrice ne fa una lista nel suo sito web.[150] la Stouffer chiese un risarcimento, ma la Rowling vinse la causa in appello nel 2004, dopo che le prove della Stouffer si dimostrarono contraffatte; la Stouffer dovette pagare 50000 dollari per «aver tentato di ingannare la giuria rilasciando falsa testimonianza e producendo documentazione contraffatta».[149]

Nel 2000, la Warner Bros. inviò una serie di lettere minacciose chiedendo ai proprietari dei fansite di Harry Potter di cederle i nomi dei domini. L'azione ebbe un ritorno negativo per la società, quando Claire Field, una quindicenne proprietaria del sito harrypotterguide.co.uk, scoppiò in lacrime per quella che il padre definì «una tattica inutile, prepotente e crudele». L'episodio, grazie al sostegno del Mirror, ha attirato l'attenzione dei media, in particolare della BBC e dell'Independent. La questione si risolse quando la Warner Bros. concesse una licenza gratuita alla ragazza.[151][152]

Tra le varie accuse di infrazione di copyright e marchio si cita quello relativo alla Bashu Publishing House, quando nel 2002 un sequel in lingua cinese non autorizzato, intitolato Harry Potter and Leopard-Walk-Up-to-Dragon apparve nelle librerie della Repubblica Popolare Cinese. L'opera, di uno scrittore anonimo, includeva personaggi creati da altri autori, come Gandalf di J. R. R. Tolkien. Gli avvocati della Rowling riuscirono a far pagare una penale per danni agli editori del libro.[153] Nel 2003, un tribunale di Amsterdam bloccò la pubblicazione nei Paesi Bassi dei libri di Tanya Grotter, serie fantasy russa, dal momento che molti dei suoi elementi furono individuati come plagio di quelli di Harry Potter.[154]

Nel giugno 2005, Aaron Lambert, guardia giurata diciannovenne del centro di distribuzione di Corby, rubò alcune copie di Harry Potter e il principe mezzosangue sei settimane prima della data di pubblicazione. Fu arrestato il giorno dopo, in seguito al tentativo di vendita, andato a monte, della sinossi del libro a John Askill, giornalista del Sun. Nell'ottobre dello stesso anno, Lambert fu giudicato colpevole di minacce contro Askill e di ricatto contro gli editori di Harry Potter, la Bloomsbury.[155] Nel gennaio del 2006, Lambert fu condannato a quattro anni e mezzo di prigione.[156] Nel luglio 2005, a Coquitlam, in Canada, un magazzino della Real Canadian Superstore vendette erroneamente 14 copie del Principe mezzosangue prima della data prevista. L'editore canadese del libro, la Raincoast Books, ottenne un'ingiunzione che proibiva di leggere, vendere o esporre in pubblico il libro prima della data ufficiale di pubblicazione. L'episodio venne condannato da vari avvocati come un limite dei diritti fondamentali del cittadino.[157]



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