Dementia

Dementia

Frαncesco Bruno (La Tana del Diablo su Creepypasta Italia)

Ho paura e non so perché. Mi ritrovo a pensare a quello che sono, non concludo nulla. Ora sono seduto, penso a quello che dovrò affrontare. Il timore sta lasciando posto all'ansia. Devo scrivere. Qualcuno deve sapere quello che sono, quello che ho fatto.

Davanti a me ho l'elenco, ho impiegato molto tempo per completarlo. Accendo una sigaretta. Ogni tiro mi riempie di fumo e mi svuota di paura. L'adrenalina è ormai scomparsa. Mi alzo dalla sedia, vado in bagno. Lo specchio sopra il lavandino è sempre stato così sporco?

Anna, la mia bambina. Lei voleva sempre specchiarsi lì, ma era troppo piccolina e allora sua madre la sollevava ogni volta.. Trecce bionde. Ecco cosa ricordo di lei. Se chiudo gli occhi e penso alla mia bambina mi ricordo solo delle sue lunghe trecce bionde. Il profumo di primavera che aveva, ecco un'altra cosa che ricordo. Si dice che il tempo uccida le memorie, le rimpiazzi, modifichi le nostre esperienze passate per conformarle a come vorremmo che fosse il nostro trascorso. Non c'è cosa peggiore del grigio. Non ricordare esattamente, avere la mente annebbiata dallo scorrere inesorabile del tempo. Uccido sul nascere i miei pensieri. Mi metto dell'acqua gelida sulla faccia. Calma, respira. Mi lavo le mani, ancora sporche. Alzo lo sguardo, i miei occhi sono ancora vivi, ho le pupille dilatate. Respiro. Ancora. Sofia era una moglie stupenda; occhi castani da morirci dentro. Non era mai stata una donna facile, le sono dovuto stare dietro molto tempo. I suoi occhi erano ancora più vivi quando aveva paura, ricordo una volta in cui...

Apro gli occhi. Devo scrivere, davanti a me ho l'elenco. Ho impiegato molto tempo per completarlo.

Accendo una sigaretta, il rosso vivo sulla punta mi ricorda le coperte della mia infanzia. Io e Giulio condividevamo lo stesso letto. Lui era il mi fratellino minore. Era sempre stato un bel bambino, a parte quel difetto dei denti storti. Ricordo che a volte andavamo dal dentista, io e lui. Giulio aveva i denti definitivi che crescevano troppo in fretta, cercando di prendere il posto di quelli da latte. L'insieme delle due cose produceva un effetto orrendo: una dentatura che sembrava in tutto e per tutto quella di uno squalo. Ho sempre odiato gli squali. Forse è il mio timore reverenziale verso ciò che non conosco che me li fa odiare. Giulio, dicevo, aveva 6 anni meno di me, soffriva di sindrome di down, e viveva a mie spese da sempre.. La sigaretta è quasi finita, ne porto alla bocca subito un'altra. Non posso, penso, sono 6 minuti della mia vita che se ne vanno. Stupide statistiche, la accendo. Ho sempre odiato quelli che parlano per statistiche. Lo sapevate che il 34,7% della gente manifesta almeno una volta all'anno sintomi di schizofrenia?

Stanco, stanchissimo. Mi corico sul letto, chiudo gli occhi. Non distinguo più nulla, solo un turbinio di colori e di rumori di sottofondo. Una donna ha gridato, sono immobile e paralizzato. Sto sognando, per forza. Ecco l'ansia che sale. Sono solo, in mezzo ad una stanza illuminata scarsamente. D'un tratto delle catene gialle mi bloccano polsi e caviglie. Sento chiaramente la paura che monta. Sale inesorabile e mi riempie il corpo. Posso sentirla quasi muoversi sotto la mia pelle, pulsa nelle mie vene. Un ballo macabro tra il mio sangue e il terrore che ormai ha preso il possesso della mia mente. Il pavimento sotto i miei piedi si sta sciogliendo, i miei polsi ora stanno sopportando troppa tensione. Marrone, merda. Il pavimento è cambiato diventando una lastra di solida merda. Marrone, disgustosa nella sua naturalezza. Vomito, non posso pulirmi la bocca. Alcuni rivoli di vomito mi corrono sul corpo. Sono nudo. L'odore è nauseabondo. Odore di concime e di morte. La lastra marrone si sta avvicinando. Mi sfiora un piede, l'altro. Vomito di nuovo, il mio vomito si mischia con lo schifo che ormai mi è arrivato alle ginocchia. Eccolo che sorpassa il mio petto. Sono immerso. Mi sento morire. Respiro, respiro. Ora niente più marrone, solo acqua. Sto nuotando in profondità. Sento il peso di tutto il mare sopra di me. Non ho paura, solo ansia. Nuoto, la luce rarefatta si fa strada appena tra le molecole d'acqua che mi separano dalla superficie. Buio. Dove è finita la luce? Continuo a nuotare, nuoto nell'acqua e nel silenzio surreale del mio sogno. Ecco montare un turbinio di bolle, le distinguo chiaramente a pochi metri da me. Uno squalo orrendo si avvicina prepotentemente a me, spalanca la sua bocca, Ecco ancora quei denti orrendi, due file, proprio come Giulio. Sono ormai a pochi centimetri da me, inerme.

Mi sveglio. Davanti a me ho l'elenco, ho impiegato tanto tempo a fargli acquisire significato. Mi accendo una sigaretta. Faccio un paio di tiri, posso sentire l'ansia venir meno, scendere come uno scalatore dalla cima di una montagna conquistata da tempo. Scosto la coperta rossa da un lato. Torno in me. Guardo Giulio, come sempre ho fatto. E' riverso in un piccolo lago di sangue e urina, il primo è suo, la seconda è mia. Ecco il terrore farsi strada tra il mio corpo. Cosa ho fatto? Cosa ho fatto? COSA HO FATTO? Inizio a muovermi freneticamente, mi dispero. Guardo accanto al letto. C'è un foglietto.


Giulio- Ore 21:37

Anna- Ore 22:03-tornata da danza

Sofia-Ore 23:25- rincasata dopo la chiusura del bar


Sono in preda al panico, corro in bagno. Anna e Sofia si abbracciano amorevolmente, dentro la vasca da bagno, con un sacchetto di plastica in testa.


Mi accendo una sigaretta...



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