Coding

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Con il «coding» a scuola di futuro


Coding


microbit / twine / minetest / scratch

L’uomo e la sua logica vengono prima della macchina». Parte da lontano, con una storia affascinante e quanto mai esplicativa, Alessandro Bogliolo, docente di Sistemi di elaborazione delle Informazioni presso il Dipartimento di Scienze pure e applicate all’Università di Urbino, per arrivare al concetto di “Coding”, un termine inglese, che va ben oltre la sua traduzione letterale in “codifica” o “programmazione”, e che indica «l’uso di strumenti e metodi intuitivi di programmazione per favorire lo sviluppo del pensiero computazionale». Ovvero la capacità di individuare un procedimento costruttivo, fatto di passi elementari e non ambigui, che porta alla soluzione di un problema. «La programmazione visuale a blocchi, principale strumento di coding – spiega Bogliolo – permette di esprimere un procedimento come concatenazione di blocchi colorati che rappresentano istruzioni elementari da eseguire in sequenza. La descrizione è talmente rigorosa da poterne affidare l’esecuzione a un esecutore “ideale”, privo di intelligenza come robot o computer. La programmazione è un atto creativo assoluto, perché sono solo automatismi quelli separano un programma dalla sua esecuzione».



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