Bhagavad Gita 14.4-10

Bhagavad Gita 14.4-10


La Bhagavad Gita Così Com'è

Sua Divina Grazie

A.C Bhaktivedanta Swami Prabhupada

⚜CAPITOLO 14⚜

Le tre influenze della natura materiale

VERSO 4

sarva-yonisu kaunteya
murtayah sambhavanti yah
tasam brahma mahad yonir
aham bija-pradah pita


Sappi, o figlio di Kunti, che la vita di tutte le specie è resa possibile dalla nascita in questa natura materiale, e Io sono il padre che dà il seme.


SPIEGAZIONE: È chiaramente spiegato in questo verso che Sri Krishna, Dio la Persona Suprema, è il padre originale di tutti gli esseri viventi, che sono il risultato dell’unione della natura spirituale con quella materiale. Questi esseri non popolano soltanto il nostro pianeta, ma tutti i pianeti dell’universo materiale, fino al più elevato, dove vive Brahma. Gli esseri viventi si trovano dappertutto, nella terra, nell’acqua e persino nel fuoco. Appaiono grazie alla natura materiale, la madre, e a Krishna, il padre, che dà il seme. Introdotti nell’universo materiale al momento della creazione, gli esseri si manifestano e si rivestono ognuno di un corpo particolare determinato dalle loro azioni passate.


VERSO 5

sattvam rajas tama iti
gunah prakriti-sambhavah
nibadhnanti maha-baho
dehe dehinam avyayam


La natura materiale è formata da tre influenze: virtù, passione e ignoranza. O Arjuna dalle potenti braccia, quando l’essere vivente entra in contatto con la natura materiale subisce il condizionamento di queste tre influenze.


SPIEGAZIONE: Poiché la sua essenza è spirituale, l’essere vivente non ha niente in comune con la natura materiale. Tuttavia, quando è condizionato dalla natura materiale deve agire sotto il dominio delle tre influenze materiali. Gli esseri condizionati, infatti, sono dotati di corpi differenti, che corrispondono ai diversi aspetti della natura, e sono portati perciò ad agire secondo questa natura. Di qui nasce la varietà di gioie e di sofferenze che essi provano.


VERSO 6

tatra sattvam nirmalatvat
prakasakam anamayam
sukha-sangena badhnati
jnana-sangena canagha


O Arjuna senza peccato, l’influenza della virtù, che è più pura delle altre, illumina l’essere e lo libera dalle conseguenze di tutte le sue colpe. Chi subisce il suo influsso è condizionato da un senso di felicità e di conoscenza.


SPIEGAZIONE: Gli esseri condizionati dalla sua natura materiale hanno caratteristiche e situazioni ben diverse. Alcuni sono attivi, altri felici, altri ancora disperati; e questi differenti stati psicologici determinano il loro condizionamento. La Bhagavad-gita spiega qui i diversi modi in cui gli esseri sono condizionati, cominciando dalla condizione prodotta dalla virtù. L’uomo condizionato dalla virtù sviluppa una saggezza superiore a quella degli uomini condizionati in altro modo. Non è molto colpito dalle sofferenze in questo mondo ed è consapevole dei suoi progressi nella conoscenza materiale. Il brahmana ne è l’esempio perfetto. E se l’uomo situato nella virtù prova un senso di felicità, ciò deriva dalla sua consapevolezza di essere più o meno libero dalle conseguenze dei suoi peccati. Le Scritture vediche confermano inoltre che l’influsso della virtù porta una conoscenza più approfondita e una sensazione più intensa di felicità.

La difficoltà che presenta la virtù, purtroppo, è quella di credersi avanzati nella conoscenza e quindi superiori agli altri, il che costituisce di nuovo una forma di condizionamento. Filosofi e scienziati ne sono l’esempio più evidente; ognuno di loro si sente molto orgoglioso della conoscenza che ha acquisito, e poiché di solito le loro condizioni esistenziali migliorano, provano una specie di felicità materiale. Questo senso di piacere elevato di cui essi godono nella vita condizionata li lega, attraverso la virtù, all’esistenza materiale. Si sentono quindi attratti dalle attività che derivano da questa virtù, e finché sussisterà quest’attrazione dovranno rivestirsi, alla morte, di un altro corpo materiale. Per queste persone non c’è neppure la minima speranza di liberazione o di trasferimento nel mondo spirituale. Vita dopo vita potranno diventare filosofi, scienziati o poeti, e altrettante volte rimanere coinvolti nelle stesse disgrazie, quelle della nascita e della morte. Ma in preda all’illusione materiale continueranno a credere che tale vita sia piacevole.


VERSO 7

rajo ragatmakam viddhi
trisna-sanga-samudbhavam
tan nibadhnati kaunteya
karma-sangena dehinam


L’influenza della passione nasce da desideri illimitati e ardenti, o figlio di Kunti. Essa lega l’anima incarnata all’azione materiale e ai suoi frutti.


SPIEGAZIONE: L’influenza della passione è caratterizzata dall’attrazione che l’uomo e la donna esercitano l’uno sull’altra. La donna è attratta dall’uomo e l’uomo dalla donna. Questo è l’effetto della passione. E quando l’influenza della passione aumenta, con essa aumenta il desiderio di godere della materia, di godere dei sensi materiali. L’uomo dominato dalla passione, per essere soddisfatto, vuole ricevere gli onori della società o della patria, aspira a una vita familiare felice, con dei bei figli, una brava moglie e una casa comoda. Questi sono i frutti della passione; ma finché cerca questi frutti, l’uomo per ottenerli, deve lavorare duramente. Perciò è detto chiaramente nel verso che gustando questi frutti, l’uomo rimane imprigionato dalle sue azioni. Per soddisfare la moglie, i figli e la società, e per mantenere la sua reputazione, l’uomo deve lavorare. Si può vedere dunque come l’intero mondo materiale sia più o meno dominato dalla passione. E se la civiltà moderna è considerata avanzata, è perché oggi il criterio del progresso è basato sulla passione. Un tempo, invece, una civiltà era considerata avanzata quando era situata nella virtù. Se non c’è liberazione per le persone guidate dalla virtù, che dire di quelle prigioniere della passione?


VERSO 8

tamas tv ajnana-jam viddhi
mohanam sarva-dehinam
pramadalasya-nidrabhis
tan nibadhnati bharata


O discendente di Bharata, sappi che l’influenza delle tenebre, nata dall’ignoranza, è causa d’illusione per tutti gli esseri incarnati. La pazzia, l’indolenza e il sonno, che legano l’anima condizionata, sono il risultato di questa influenza.


SPIEGAZIONE: In questo verso l’uso del termine tu, “ma”, è molto significativo. Indica che fra tutti i condizionamenti che gravano sugli esseri incarnati quello dell’ignoranza è il più pesante. Questa influenza è esattamente il contrario della virtù. Coltivando la conoscenza, gli esseri guidati dalla virtù possono vedere le cose nella loro realtà, ma quelli avvolti dall’ignoranza sono trascinati alla pazzia, e un pazzo non può vedere le cose nella loro giusta luce. Invece di progredire, chi è dominato dall’ignoranza si degrada. Le Scritture vediche ci danno la definizione dell’ignoranza dicendo che il suo influsso impedisce di capire le cose così come sono. Vastu-yathatmya-jnanavarakam viparyaya-jnana-janakam tamah. Per esempio, tutti gli uomini hanno visto i propri nonni morire, dovrebbero dedurre quindi che anche loro, come i loro figli, un giorno moriranno; l’uomo, dunque, è mortale. La morte è sicura, eppure continuano freneticamente ad accumulare denaro lavorando duramente giorno e notte senza mai preoccuparsi dell’anima eterna. Questa è la loro follia. E in questa folle corsa sono riluttanti all’idea di ampliare la loro comprensione spirituale. Questi uomini sono molto pigri. Quando sono invitati a lasciarsi istruire sulle questioni spirituali, manifestano scarso interesse.

Non sono neppure attivi come gli uomini dominati dalla passione. Infatti, un’altra loro caratteristica è che dormono più del necessario, dieci o dodici ore al giorno, quando sei ore sono sufficienti. Hanno sempre l’aria depressa e si abbandonano agli intossicanti e al sonno. Questi sono i sintomi degli uomini condizionati dall’ignoranza.


VERSO 9

sattvam sukhe sanjayati
rajah karmani bharata
jnanam avritya tu tamah
pramade sanjayaty uta


O discendente di Bharata, la virtù condiziona l’uomo alla felicità, la passione lo condiziona ai frutti dell’azione, e l’ignoranza, coprendo la conoscenza, lo vincola alla pazzia.


SPIEGAZIONE: Gli uomini guidati dalla virtù sono soddisfatti delle loro attività, delle loro ricerche intellettuali; filosofi, scienziati, educatori sono tutti soddisfatti delle loro occupazioni nei diversi rami del sapere. Coloro che sono dominati dalla passione si dedicano talvolta all’azione interessata; accumulano più ricchezze possibili e le spendono per delle buone cause. A volte cercano di fondare ospedali, di delvolvere le loro ricchezze a istituti di beneficenza, e così via: questi sono i segni della passione. Quanto all’ignoranza, essa copre la conoscenza dell’essere. Le azioni dell’uomo dominato da questa influenza non possono portare nulla di buono, né a lui né agli altri.


VERSO 10

rajas tamas cabhibhuya
sattvam bhavati bharata
rajah sattvam tamas caiva
tamah sattvam rajas tatha


Talvolta l’influenza della virtù prevale e sconfigge l’influenza della passione e dell’ignoranza. Talvolta è l’influenza della passione a sconfiggere virtù e ignoranza, e altre volte l’ignoranza sconfigge virtù e passione. Così, o discendente di Bharata, questa lotta per il sopravvento non ha mai fine.


SPIEGAZIONE: A volte la passione domina sulla virtù e sull’ignoranza, a volte è la virtù ad avere il sopravvento sulla passione e sull’ignoranza, altre volte ancora è l’ignoranza che vince virtù e passione. Questa “competizione” tra le influenze della natura materiale è costante, perciò chi desidera veramente progredire nella coscienza di Krishna deve superarle tutt’e tre. Il predominio di una particolare influenza su un uomo si manifesta attraverso i suoi rapporti con gli altri, le sue attività, il suo modo di nutrirsi, e così via. I prossimi capitoli svilupperanno questo argomento. Ma è possibile, con la pratica sviluppare la virtù e sconfiggere così la passione e l’ignoranza; oppure si può sviluppare la passione e sconfiggere la virtù e l’ignoranza, o ancora si può sviluppare l’ignoranza e sconfiggere così la virtù e la passione. Nonostante la presenza di queste tre influenze, se si è determinati si possono ricevere le benedizioni della virtù, poi superarla per situarsi nella virtù pura e raggiungere ciò che si chiama il “livello vasudeva”, dal quale si può comprendere la scienza di Dio. In conclusione, studiando le attività di una persona si potrà capire da quale influenza è dominata.


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