Bhagavad Gita 13.13-15

Bhagavad Gita 13.13-15


La Bhagavad Gita Così Com'è

Sua Divina Grazie

A.C Bhaktivedanta Swami Prabhupada

⚜CAPITOLO 13⚜

La natura, il beneficiario e la coscienza

VERSO 13

jneyam yat tat pravaksyami
yaj jnatvamritam asnute
anadi mat-param brahma
na sat tan nasad ucyate


Ti spiegherò ora ciò che dev’essere conosciuto e grazie a questa conoscenza potrai gustare l’eterno. Il Brahman, lo spirito, che non ha inizio ed è subordinato a Me, è al di là della causa e dell’affetto di questo mondo materiale.


SPIEGAZIONE: Il Signore ha descritto il campo d’azione, il conoscitore di questo campo e il modo per conoscere questo conoscitore. Ora Egli comincia la descrizione dell’oggetto del sapere, cioè l’anima individuale e l’Anima Suprema. La conoscenza di questi due conoscitori, l’anima e l’Anima Suprema, permette di gustare il nettare della vita. L’anima, come si è visto nel secondo capitolo, è eterna, e questo verso lo conferma. Non c’è un momento preciso in cui i jiva sarebbero nati; nessuno potrebbe determinare il momento in cui sarebbero stati emanati dal Signore Supremo. Essi non hanno inizio, come ribadiscono i Testi vedici, na jayate mriyate và vipascit (Katha Upanisad 1.2.18): “Il conoscitore del corpo non nasce e non muore mai ed è pieno di conoscenza.” Gli stessi Testi vedici (Svetasvatara Upanisad 6.16) descrivono anche il Signore Supremo pradhana-kstetrajna-patir gunesah: “Il Signore, come Anima Suprema, è il principale conoscitore del corpo, ed è il maestro delle tre influenze della natura materiale.” E la smriti aggiunge: dasa-bhuto harer eva nanyasvaiva kadacana, “Gli esseri individuali sono eternamente al servizio del Signore Supremo.” Queste verità sono confermate anche dagli insegnamenti di Caitanya Mahaprabhu.

La descrizione del Brahman contenuta nel verso che stiamo esaminando si riferisce dunque all’anima infinitesimale. Quando come qui, la parola Brahman è usata per designare l’essere individuale, è del vijnana-brahma che si tratta, in opposizione all’ananda-brahma, il Brahman Supremo, la Persona Divina e Assoluta.


VERSO 14

sarvatah pani-padam tat
sarvato ’ksi-iro-mukham
sarvatah srutimal loke
sarvam avritya tisthati


In ogni luogo sono le Sue mani e le Sue gambe, i Suoi occhi, le Sue teste e i Suoi volti, e in ogni luogo sono i Suoi orecchi. In questo modo, pervadendo ogni cosa, l’Anima Suprema esiste.


SPIEGAZIONE: L’Anima Suprema, Dio la Suprema Persona, può essere paragonata al sole, che diffonde ovunque i suoi raggi illimitati. La forma onnipresente del Signore si estende all’infinito e in Lui vivono tutti gli esseri, da Brahma — il primo grande maestro — fino alle minuscole formiche. Esistono innumerevoli esseri viventi, con miliardi di teste, gambe, mani e occhi, e tutti vivono nell’Anima Suprema e grazie all’Anima Suprema, che è quindi onnipresente. L’essere individuale, invece, non può affermare di estendere ovunque le sue mani, le sue gambe e i suoi occhi, perché questo gli è impossibile. E se pensa che questa impossibilità sia dovuta solo a una questione di coscienza, e che una volta dissipata la sua ignoranza realizzerà che le sue braccia e le sue gambe si estendono ovunque, cadrà in contraddizione. Infatti, se l’essere individuale può cadere sotto il condizionamento della natura materiale, significa che non è il supremo. L’Essere Supremo è ben differente; Egli può estendere le Sue membra all’infinito, mentre l’essere individuale non può.

Nella Bhagavad gita il Signore afferma che se Gli offriamo un fiore, un frutto, o un po' d’acqua, Egli li accetta. Ma come può accettare le nostre offerte se è così lontano da noi? Questa è l’onnipotenza del Signore: dalla Sua dimora, che è infinitamente lontana dalla Terra, Egli può allungare la Sua mano e accettare tutto ciò che gli si offre. Tale è la Sua potenza. La Brahma- samhita (5.37) lo conferma: goloka eva nivasaty akhilatma-bhutah, sebbene eternamente impegnato nei Suoi divertimenti sul Suo pianeta spirituale, il Signore rimane onnipresente, al contrario dell’essere individuale. Questo verso descrive dunque l’Anima Suprema, la Persona di Dio, e non l’anima individuale.


VERSO 15

sarvendriya-gunabhasam
sarvendriya-vivarjitam
asaktam sarva-bhric caiva
nirgunam guna-bhoktri ca


L’Anima Suprema è la fonte originale di tutti i sensi, sebbene sia priva di sensi; mantiene tutti gli esseri viventi, ma è distaccata da tutti; trascende le influenze della natura materiale, ma nello stesso tempo è maestra di queste influenze.


SPIEGAZIONE: Sebbene sia l’origine dei sensi di tutti gli esseri, il Signore Supremo non ha, come loro, dei sensi materiali. In realtà, anche le anime individuali hanno dei sensi spirituali, ma allo stato condizionato, poiché sono ricoperte dagli elementi materiali, le loro attività sensoriali si manifestano solo attraverso la materia. Ciò non può accadere per i sensi del Signore Supremo, che sono completamente spirituali, trascendono la materia e sono detti perciò nirguna, cioè “non sono soggetti agli influssi materiali (guna)‚ ovvero non possono essere coperti dalla materia. I sensi del Signore, dunque, non sono simili ai nostri; sebbene Egli sia la fonte di tutte le nostre attività sensoriali, i Suoi sensi rimangono trascendentali, mai contaminati dalla materia, come spiega molto bene la Svetasvatara Upanisad (3.19): apani-pado javano grahita, Dio, la Persona Suprema, non ha mai le mani contaminate dalla materia, però ha delle mani, con cui accetta tutti i sacrifici che Gli sono offerti. Questa è la differenza tra l’Anima Suprema e l’anima condizionata. L’Essere Supremo vede tutto — passato, presente e futuro. Non ha occhi materiali, però ha degli occhi; altrimenti come potrebbe vedere? Egli vive nel cuore di tutti gli esseri e conosce tutti i nostri atti passati e presenti, e anche ciò che ci riserva il futuro. La Bhagavad-gita lo conferma: il Signore conosce tutto, ma nessuno conosce Lui. È anche detto che il Signore non ha delle gambe come le nostre, eppure può spostarSi ovunque nello spazio, perché possiede delle gambe spirituali. In altre parole, il Signore non è impersonale: ha degli occhi, delle gambe, delle mani e tutte le caratteristiche di una persona; e poiché noi siamo Sue parti integranti e partecipiamo della Sua essenza, siamo anche noi dotati degli stessi organi. La differenza è che le Sue mani, le Sue gambe, i Suoi occhi, i Suoi sensi non sono mai contaminati, come i nostri, dalla natura materiale.

La Bhagavad-gita conferma che quando il Signore discende nell’universo materiale, discende così com’è, grazie alla Sua potenza interna. Non può essere contaminato dall’energia materiale, poiché Egli è il Signore di questa energia. I Testi vedici descrivono il Suo Essere come interamente spirituale, come una forma tutta di eternità, conoscenza e felicità (sac-cid-ananda-vigraha). Egli è pieno di tutte le perfezioni, è il proprietario di tutte le ricchezze e di tutte le energie; possiede l’intelligenza suprema e la conoscenza totale; è il sostegno di tutti gli esseri e il testimone di tutti gli atti. Questi sono alcuni degli aspetti di Dio, la Persona Suprema. Per quanto possiamo capire dagli Scritti vedici, il Signore trascende sempre la materia. Forse noi non vediamo la Sua testa, il Suo viso, le Sue mani o le Sue gambe, ma questo non vuol dire che ne sia privo; noi potremo vedere la Sua forma solo quando ci saremo elevati al livello spirituale. Se all’inizio siamo incapaci di vederLo, è perché i nostri sensi sono contaminati dalla materia. Per questo motivo gli impersonalisti, che sono ancora contaminati dalla materia, non possono capire Dio come Persona Suprema.


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