Tools e altro per costruire... Cap 1

Tools e altro per costruire... Cap 1

di Paolo Gallese

http://edu.symbaloo.com/mix/utiliss...

http://edu.symbaloo.com/mix/utiliss...

Ho due pagine Symbaloo che definisco “speciali”, nelle quali sono contenuti collegamenti a software, tools, applicazioni strane e chi più ne ha più ne metta, che mi servono sostanzialmente a mettere insieme pezzi di cose altrettanto strane: in una parola sola, per costruire.

Per costruire, da considerare come azione molto diversa dall’utilizzare semplicemente una app, per prima cosa serve un PC. Potete fare molte cose da un device mobile, intendiamoci. Ma se volete costruire, dovete accendere un PC.

Partiamo da questo.

Prima ancora di vedere a cosa portano tutti questi pulsantini colorati contenuti nei miei Webmix (così si chiamano le “pagine” di Symbaloo) è bene mettere le mani avanti: costruire implica ben due operazioni intellettuali imprescindibili. La prima è che abbiate chiaro dove volete portare i vostri alunni. A fare? A capire? Ad esplorare? A interagire? A porsi domande? Potrei continuare all’infinito, immaginando di fare molto lavoro insieme, secondo una tempistica precisa, per sviluppare un’abilità, mettere alla prova una competenza, ecc. La seconda operazione intellettuale è immaginare il possibile risultato di questo lavoro di costruzione. Come si presenterà questo oggetto digitale? Cosa farà esattamente? Come potrebbe essere usato? Con cosa? PC? Cellulare? Tablet? Frigorifero? E cosa farà quell’alunno? Cosa cliccherà? Cosa potrebbe non fare? E che succede se non lo fa?

Quando spiego queste cose, metà degli insegnanti cui mi rivolgo di solito cominciano a preoccuparsi. Il più non ha alcuna idea di cosa costruire. Il resto osserva di sbieco il pc di loro proprietà che ho chiesto di portare a lezione, consapevoli di avere un’idea di massima del suo basilare funzionamento. E tutti, cominciano visceralmente a comprendere che la via su cui vorrei condurli comporterà un mucchio di lavoro in più, non retribuito, chiedendosi se ne valga la pena.

Dal loro punto di vista hanno ragione. Comprare app già pronte, create appositamente per la scuola da questo o quell’editore e farsi un baffo delle mie parole, sembra una via ragionevole. Se così è per chi sta leggendo questa nota, la chiuda. Non ho nulla da raccontare.

Se invece state proseguendo la lettura, la risposta alle sovraesposte preoccupazioni è: inevitabilmente sì. Si lavorerà di più. Ma premetto un vantaggio di lungo periodo, per il quale ritengo ne valga la pena: nessuna app preconfezionata potrà mai essere modellata sui vostri alunni, sul vostro pensiero pedagogico, sul vostro percorso di apprendimento, di esperienza, di vita insieme. Sarà semplicemente la via tracciata da qualcun altro. E potrebbe anche andarvi bene. Non è obbligatorio sfacchinare. Ma perdereste diverse occasioni di lavoro interessanti.

Quali? Prego, cominciate a porvi il problema dell’azione intellettuale numero uno, descritta sopra.

Costruire qualcosa?

Purché sia centrato sull'alunno; sia strutturato per stimolarlo ad avere un ruolo attivo nel processo di apprendimento; offra risorse, documenti e materiali tra i quali l'alunno dovrà orientarsi e scegliere; consenta una comunicazione biunivoca e la collaborazione tra alunni e con l'insegnante.

La progettazione/costruzione dovrebbe rappresentare un’occasione didattica significativa per gli allievi, che non si limiti alla semplice trasmissione di conoscenze, ma tenda a stimolare in loro una riflessione sulle risorse rese disponibili, perché poi le rielaborino secondo uno schema, sviluppando competenze (trasversali e disciplinari) attraverso una azione che potremmo definire laboratoriale.

L’alunno deve essere posto al centro dell’azione didattica e stimolare la sua partecipazione attiva: in caso contrario il vostro progetto fallirà e non servirà a granché. L'azione potrà essere intesa individuale o in gruppo, ma sempre tesa a favorire una costruzione e rielaborazione personale delle conoscenze.

Un ultimo aspetto riguarda il tempo necessario a costruire e quello che prevede l’uso del prodotto finale, aspetti fondamentali nella vita di un docente, che va considerato attentamente. Costruire implica tempo e questo spaventa, soprattutto chi non è pratico, chi non è abituato. E quando ci si cimenta, si scopre poi sempre con sorpresa che la gran parte del tempo se ne vola via già solo a trovare le risorse “giuste”. Che poi “giuste” non sono mai e quindi andranno modificate secondo i nostri scopi e in base al lavoro che attende i nostri studenti.

Questa attività preparatoria è quella che maggiormente impegna chiunque lavori con il digitale. Più aumenta la vostra dimestichezza con il PC, con il mondo web, con le risorse Common Creative, ecc. più i tempi di preparazione necessariamente diminuiranno.

Meglio, all’inizio, costruire un oggetto piccolo.

Chiariamo subito che costruire fisicamente un qualsiasi “oggetto digitale”, non è faccenda da informatici. Non serve essere super esperti, tuttavia è bene cimentarsi con la classe solo dopo aver acquisito: una certa pratica nel saper gestire e manipolare elementi multimediali; una certa pratica di assemblaggio ipertestuale; una certa attitudine alla fantasia, aspetto questo sempre stranamente poco considerato, scontato; una buona infarinatura sui meccanismi di base della comunicazione digitale. Affollamento di immagini, ridondanza dei testi, cattivo abbinamento dei colori, poca chiarezza nei pulsanti di navigazione renderebbero il vostro “oggetto” alternativamente povero o ridondante.

Inoltre non è vero che l’aspetto importante siano solo i contenuti e il lavoro da portare a termine. Grafica curata, navigabilità, coerenza iconica e di colore, rappresentano utilissimi segnali subliminali, che ben predispongono chi è chiamato a usare lo strumento. Ricordiamoci sempre che i nostri studenti, al fuori del mondo scuola, ricevono sollecitazioni visive e iconiche fortissime e di altissimo livello.

Pur senza essere provetti grafici, è opportuno non sottovalutare l’aspetto e la coerenza d’uso di ciò che si andrà a costruire. Curate la grafica, curate i dettagli, non considerateli elementi marginali. Con buon senso.

Nel Cap. 2 parlerò proprio di questo. E cliccheremo i primi pulsanti delle mie raccolte.


Report Page