PATRIARCA

PATRIARCA


AQUILEIA /BASILLICA /

Aquileia fu una fiorente città portuale romana, fondata nel 181 a.C. come colonia e avamposto militare. Divenne poi capitale della Regio X. All'apice della sua importanza, nei primi secoli dell'era cristiana, contava circa 200.000 abitanti ed era la quarta città della penisola italica, dopo Roma, Milano e Capua. Importante porto fluviale sul fiume Natissa, era il punto di partenza dei traffici verso l'area danubiana e quella del Norico e verso le province illiriche e pannoniche.

Sembra che, ancora prima del III secolo, esistesse ad Aquileia una comunità cristiana con forti legami con la Chiesa patriarcale di Alessandria d'Egitto, della quale sarebbe stata emanazione, ipotizzando che i primi missionari arrivassero da Alessandria.


Aquileia divenne ben presto un importante centro di cristianizzazione per l'Italia nord-orientale e le regioni limitrofe, tanto che, già nel IV secolo, il suo vescovo era eminente per la vastità del territorio di sua competenza giurisdizionale e la liturgia officiata nel rito, più tardi detto, patriarchino (rimasto in vigore fino al 1596; nel 2007 è stato ristampato in copia anastatica il Missale Aquilejensis Ecclesiae del 1517 con l'antico rito aquileiese). Sul finire del IV secolo (381) si tenne il concilio di Aquileia, promosso da sant'Ambrogio da Milano e presieduto dall'arcivescovo di Aquileia, san Valeriano, che condannò i vescovi filo-ariani Palladio di Raziaria e Secondiano di Singiduno e le dottrine ariane diffuse in Occidente.[5]





Report Page