La grafica e le immagini... aspetti preliminari. Cap 2

La grafica e le immagini... aspetti preliminari. Cap 2

di Paolo Gallese

Prima di scrivere un capitolo a parte sulle regole di progettazione (o, diciamo, i miei suggerimenti su quali potrebbero essere tali regole...) facciamo un salto in avanti, un po’ più pratico, che piace sempre. Ma un salto anche propedeutico: non sempre, ma spesso, la costruzione di un qualsiasi “oggetto digitale” dovrà fare i conti con una “scienza” molto particolare: la grafica!

Per bandire ogni equivoco, precisiamo subito che la “grafica” è un mondo cui ruotano attorno diverse vere e proprie professionalità. E’ una faccenda per esperti professionisti, che hanno alle spalle anni di studio, di esperienza e di sperimentazione. La grafica è il risultato di tecniche diverse ed è una vera e propria forma di “comunicazione”, con regole molto precise. Ed è anche un’arte, con tutto ciò che comporta.

Questa breve premessa per chiarire: a meno che non abbiate un curriculum di studi ed esperienze lavorative nel settore, qualunque cosa farete, per quanto apparentemente “ben riuscita”, non sarà altro che il risultato del lavoro di un/una praticone/a, pieno/a di buona volontà. Esattamente quello che sono anche io!

E dal momento che tra praticoni ci si intende, possiamo cominciare a scimmiottare i professionisti. Che si metteranno le mani tra i capelli, è inevitabile... ma che ci daranno utili consigli se avremo l’accortezza di chiedere aiuto. Io, ad esempio, ho una amica cui chiedo spesso pareri. Purtroppo non posso nominarla qui perché giurerà al mondo, nel caso, di non avermi mai sentito nominare... i grafici veri hanno una dignità, a me sconosciuta.

Ma andiamo avanti.

I primi oggetti digitali che tenteremo di creare conterranno certamente delle immagini. E la cosa più naturale, che tutti fanno, è andarle a cercare nel Web. Digitiamo su Google e un mondo colorato si dispiegherà davanti a noi! Bé, sappiamo tutti che non solo non sarà proprio così, ma che soprattutto dovremo valutare attentamente cosa utilizzare. Cercare l’immagine “giusta” non è affare da poco e prenderà gran parte del vostro tempo davanti al pc. Tuttavia, cercare l’immagine “giusta” sarà fondamentale, sia da un punto di vista disciplinare che comunicativo. Le immagini “parlano”, raccontano, spiegano, comunicano, sono il 50%, o anche più, del nostro eventuale messaggio.

Cosa vogliamo comunicare?

Vogliamo spiegare un fenomeno, mostrare un soggetto, creare aspettativa, indurre un’emozione, provocare una reazione, vedere da vicino, vedere da lontano, far ridere, far piangere, far pensare...? Potrei continuare all’infinito. Poniamoci sempre delle domande precise, quando cerchiamo un’immagine. Sembra scontato, ma non lo è. E poniamoci il problema soprattutto di quale potrà essere la reazione dei nostri alunni. L’immagine deve parlare con loro, non con noi.

Un consiglio che offro sempre è: non digitate in Google la parola chiave relativa al vostro soggetto in italiano; se potete (magari facendovi aiutare dal traduttore di Google) digitate in inglese. Le possibilità di trovare più rapidamente una bella immagine si moltiplicheranno in modo esponenziale. E, se dopo un’ora e mezza di scorrimento immagini, troveremo quel che ci occorre, la tentazione di cliccare “tasto destro del mouse” e scaricarla è forte. E qui il primo scoglio.

Di chi è? Posso prenderla? La stiamo rubando?

Sì, senza mezzi termini. Il primo problema che dovremmo porci è se quella immagine sia liberamente utilizzabile. E, in quanto tale, sia magari anche liberamente modificabile. E non è scontato. Benvenuti nel mondo del Copyrights, un dedalo legale le cui uniche ancore di salvezza sono i marchi Creative Commons, o una bella mail di gentile richiesta al legittimo proprietario.

Esploriamo per prima cosa la possibilità di contattare il proprietario. E diciamo subito che il Web è una piazza aperta sul mondo del furto! Identificare il proprietario può risultare difficilissimo, se non a volte impossibile. E manifestare una buona intenzione, non vi renderà meno disonesti, qualora decidiate di aver fatto il possibile e la utilizzerete ugualmente. Se però riuscirete a capire chi è il proprietario, spiegando con una mail chi siete e perché vorreste usare la sua immagine, dall’estero una risposta positiva vi arriverà nel 90% dei casi. In Italia molto meno, sempre che vi rispondano. Si può contestare questa mia affermazione, ma a me capita quasi quotidianamente. Se non riuscite a contattare il proprietario, dal momento che sarà difficile vederlo comparire in aula puntandovi un dito contro, ponetevi almeno il problema morale di citarne il nome.

La seconda possibilità, come accennato, è trovare un’immagine libera o “Creative Commons”. Che significa? E come la trovo?

Le immagini di pubblico dominio non coperte da copyright, quelle dichiaratamente libere per intenderci, sono disponibili gratuitamente per ogni tipo di uso, senza dover richiedere nessuna autorizzazione. Le immagini con licenza “Creative Commons”, non sono pubbliche, ma gratuite e utilizzabili, con alcune eventuali limitazioni espresse dalla licenza stessa (e identificate da un apposito marchio): ad esempio il divieto di modifica, o di uso per fini commerciali, o l'obbligo di attribuzione. Per orientarsi sui diversi tipi di licenze esiste una regolamentazione internazionale, che potete cominciare ad avvicinare grazie a questa rapida presentazione di Simone Aliprandi: http://www.espertoweb.it/slide_alip...

Anche le impostazioni di Google ci consentono di filtrare le immagini, suddivise per categorie di libero, o semi libero utilizzo. Qualora però si voglia procedere ad una ricerca più meditata, esistono dei veri e propri motori di ricerca dedicati. Tra questi, uno dei più semplici è “Photos for Class”: http://www.photosforclass.com/

Oppure, facciamo atto di fede e facciamoci aiutare da esperti del settore, ad esempio con questa interessante raccolta creata da Mirko Pazzelli, 60 siti nei quali trovare immagini utilizzabili: http://www.mirkopazzelli.it/immagin...

Questo laborioso organizzare le proprie ricerche, non è solo una scocciatura, ma un’interessante occasione educativa. In un contesto pedagogico, stimolare gli alunni ad assumere lo stesso atteggiamento meditato, responsabile, legale, abituarsi al rispetto per il lavoro degli altri, imparare che questo modus operandi aprirà molte porte, offrirà meno problemi alla pubblicazione on line e mille punti in più al valore del loro operato, non potrà avere che effetti positivi. Oltre che rispondere ad alcune delle competenze chiave richieste dalla UE.

Poi, torniamo a chiarirci esattamente di cosa abbiamo bisogno per i nostri alunni. Una foto, un grafico, un diagramma, un disegno. Diventare esploratori del Web, a caccia di immagini è una attività che si può raffinare solo con l’esperienza. Per fare un esempio stupido, se devo trovare un albero da mostrare a bimbi del primo ciclo Primaria, quindi un’immagine diversa da una foto realistica o dettagliata, basterà digitare “tree + cartoon”, per ottenere una bella e simpatica figurina.

Cercare immagini vi porterà via tempo, tanto tempo, mettetelo in conto, inesorabilmente. Il consiglio è: non buttatele via! Createvi delle raccolte, ben suddivise per tipologia e soggetti. Vi torneranno utilissime. E, se potete, salvatele anche su cloud (in Drive o Dropbox), così da averle sempre disponibili.

Una volta che avrete le vostre belle immagini autorizzate, scoprirete con orrore che proprio la più bella, la più chiara, la più accattivante... così com’è proprio non va. Ha bisogno di qualche modifica. Va “aggiustata”...

E qui, non posso che darvi il benvenuto in decine e decine di software e tools per la modifica delle immagini. Io utilizzo banalmente solo cinque strumenti: 2 giocattoli da ragazzini, 2 software mega super, 1 accessorio tra i più banali. Chiamatela abitudine, esperienza, praticità, ne conosco tanti, ma alla fine questi uso:

Picmonkey: https://www.picmonkey.com/ PicMonkey è un giocattolo. Una delle tante applicazioni on line per elaborare e modificare foto ed immagini, che offre la possibilità di ottenere interessanti effetti e miglioramenti senza scaricare alcun software, senza avere competenze grafiche particolari. Funziona on line con qualsiasi browser ed è gratuito. Consente di caricare le immagini direttamente dal proprio PC (o da uno dei servizi collegati, come Facebook, Flickr, Dropbox), per poi tagliare, ruotare, apporre texture, sovrapporre, aggiungere effetti di ogni genere con un solo clic.

Pho.to: http://funny.pho.to/ Se quello sopra era un giocattolo, Pho.to è un vergognoso giocattolo. Mi serve per cambiare i contrasti nelle immagini e trasformarle letteralmente con effetti pittura e disegno. Nient’altro. On line, gratuito, su cui caricare ciò che si vuole.

Gimp: https://www.gimp.org/ Gimp è un software vero. E’ aristocrazia del software ed è un Open Source vero e proprio. Usare Gimp è già un lavoro da grafici, o almeno da grandi appassionati dell’immagine. E dal momento che io non sono né l’uno, né l’altro, mi sono limitato ad imparare alcune procedure molto utili per trattare JPG e PNG, altrimenti impossibili da realizzare, se non con grande scomodità. Prima fra tutte, la procedura di “scontornamento”, estrapolare un’immagine da uno sfondo per porla su uno sfondo diverso. Operazione essenziale quando il fine è giungere a creare dei collage finali in grado di comunicare esattamente quello che voglio io. Spesso costringo impietosamente i docenti dei miei corsi ad imparare questa piccola procedura, osservandoli sudare e maledirmi. Poi, pietoso, gli dico che basta andare su Google e digitare il nome del soggetto in inglese aggiungendo la parola PNG... per trovarla, il più delle volte, già bella che scontornata. Le esclamazioni conseguenti sono di solito interessanti, ma non posso scriverle qui...

Inkscape: https://inkscape.org/it/ Inkscape è un’altra forma di aristocrazia del software, principe degli open source per trattare un particolare tipo di immagini: quelle vettoriali, spesso rintracciabili come SVG. Il vettoriale è faccenda per esperti, per intenderci si tratta di immagini che non si sgranano quando le ingrandite, ottime ad esempio per creare super mappe navigabili in tools per le presentazioni come PREZI.

Paint: è il banalissimo accessorio Microsoft (ma ne esistono mille versioni, per Mac e Linux) che molti usano per disegnare. Personalmente qualche disegnino lo faccio anche io, per carità; ma più spesso utilizzo Paint come piattaforma di parcheggio, per i cosiddetti “Stamp”, acquisizione delle schermate, o per modifiche rapide, prima di passare a software più seri.

Con queste informazioni di base, immagini del tipo JPG, PNG, GIF, SVG saranno a vostra portata di click.

Vedremo nel prossimo capitolo come utilizzarle in un contesto creativo.


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