Iran vs Telegram

Iran vs Telegram

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L'Iran, già noto per aver precedentemente vietato l'uso del servizio, ha ordinato agli Internet provider di bloccare Telegram.


Secondo quanto riferito da TV di stato lunedì, le autorità iraniane hanno ordinato ai fornitori di servizi Internet di bloccare l'accesso a Telegram, mettendo in crisi 40 milioni di utenti iraniani.

Queste le parole di uno dei rapporti della TV di stato:

"Considerando varie denunce contro l'app di social networking di Telegram da parte di cittadini iraniani, e sulla base della richiesta da parte delle organizzazioni di sicurezza di affrontare le attività illegali di Telegram, la magistratura ha vietato l'uso in Iran."

Il procuratore di Teheran ha ordinato che sia la versione mobile sia quella desktop siano bloccate in modo tale da non permettere agli utenti di aggirare le restrizioni usando una rete privata virtuale (VPN), tecnica largamente utilizzata per il blocco in Russia.

Nonostante l'app è stata chiusa anche durante passate proteste, gli utenti hanno continuato ad accedervi tramite proxy e servizi VPN dimostrando ancora una volta l'inefficacia del blocco.


Secondo il governo...

Già nei mesi passati Alaeddin Boroujerdi (capo della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale e la politica estera) ha detto che l'Iran bloccherebbe Telegram per motivi di sicurezza nazionale, in quanto usato per diffondere bugie, incitare l'opinione pubblica contro il governo, comunicazioni tra terroristi e diffondere contenuti pornografici.

...In realtà...

L'app, grazie alla protezione che offre ai suoi utenti, è stata utilizzata da organizzatori di proteste anti-governative nei mesi di dicembre e gennaio dove circa 25 persone sono state uccise e 5.000 arrestate.

L'Iran infatti è noto per bloccare e censurare social media come Facebook e Twitter, dando però libero accesso a questi da parte dei massimi funzionari.


Il governo iraniano ha dichiarato che Telegram e altre app di messaggistica estera possono ottenere licenze per operare solo se trasferiscono i loro database nel paese. Attraverso questo meccanismo, tuttavia, si andranno ad esporre più facilmente le comunicazioni private degli utenti allo spionaggio del governo.

Nel frattempo i leader come Ayatollah Ali Khamenei (massima carica di stato e leader supremo) incoraggiano gli utenti a usare altre app di messaggistica locali come "Sorous", con un funzionamento simile a quello di Whatsapp anche se gli emoticons sono del tutto diversi. A disposizione degli utenti, infatti, c'è una vasta serie di emoji con donne velate, in hijab, e alcune di loro sono rappresentate con dei cartelli che inneggiano morte contro gli Stati Uniti, "Death to America".


C'è da sottolineare tuttavia come il governo iraniano non sia così compatto e come anche dall'interno, c'è qualcuno che sostiene (o promette di farlo) come Il ministro dell'Information and Communication Technology (nonché, con i suoi 35 anni, il membro più giovane del gabinetto del signor Rouhani), Mohammad Javad Azari Jahromi, che ha dichiarato su Twitter che cercare di fermare la tecnologia è inutile.

"L'amministrazione delle sanzioni contro di noi dal mondo moderno causerà arretratezza del nostro paese"


Si attende con ansia quale sarà la risposta di Durov e se sarà in grado di riprendere quella fetta di utenti che gli è stata presa dopo il blocco in questi tre Paesi. 


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Articolo a cura di @DazFather, @ThePaxxerello, @That_stupid_girl per @DazUpdates

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