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Le tue gambe incastrate sotto alle mie, stesi e mezzi nudi sul letto.


Ho paura di schiacciarti, ma tu non vuoi perché ami sentire il mio peso su di te.


La cosa mi fa ridere, perché ho sempre avuto la paranoia di pesare più del mio partner e tu mi hai detto che sono scema ad avere questa fissa.


Penso a quando prima ti ho chiesto di sputarmi in bocca, ho visto la tua saliva colare lenta verso la mia bocca, era così buona e aveva un lieve retrogusto di winston blu.


Quella che ti ho chiesto di fumare prima, mentre me lo mettevi in bocca sulla tua poltrona.


Ogni tanto mi dai degli schiaffi sul culo, li vorrei più forti, sempre più forti, vorrei il segno rosso della mano.


Ti accorgi che mando un sms alla mia amica, mi chiedi cosa le stia scrivendo, se sa di te.


Certo, che sa di te.


È la mia migliore amica.


Sei curioso, come sempre, mi chiedi cosa dico di te.


Non voglio dirtelo, così lo dici tu.


Dirai che sono: stronzo, una merda e che sono di F******


In effetti, ci hai preso, e ne ridiamo insieme.


Penso a quando ero in ginocchio, tu seduto sulla sedia da scrivania, fumavi e fingevi di giocare alla play.


Te lo succhiavo, ti leccavo quella cappella che hai, stupenda.


Cercavo di prendertelo sempre più in gola, ci riuscivo a tratti e tu che mi dicevi quanto fossi puttana.


Mi stringevi le brasiliane cosi forte da segarmi il culo e la figa, ed ero così bagnata che non capivo più un cazzo.


Poi mi hai messo le tue gambe sulle spalle, ora ti mostro come te lo metto in gola, mi hai detto.


Facendoti leva sulle mie spalle, me lo hai messo davvero profondamente, vedi come sei brava, me lo stai prendendo tutto, sei la mia troia.


In lontananza sentivamo il tuo coinquilino rincasare, sbattere il portone, dovevamo fare tutto in silenzio.


Eccitante.


Non so perché ma finiamo a guardarci le chat di incontri a vicenda, io le tue e tu le mie.


Le tue foto son tutte belle, ma per me tu sei bellissimo, così come sei un figlio di puttana ma questo lo sai anche tu.


Mi dici che c’è una foto di me che ti piace, mentre scorri le foto di questa chat, continui a dire che sono veramente molto bella.


È una foto al mare, sono di profilo con una luce soffusa di sera, ho una scollatura profonda.


Ma questo lo so solo io, perché ho tagliato la foto.


Non so perché ci stiamo guardando queste chat a vicenda, io scorro le tue, tu le mie.


Il fine non mi è chiaro, ma sento una complicità che tanto a che cazzo serve ? A nulla. Tanto non saremo mai nulla.


Penso a quando sentendo il tuo coinquilino abbiamo riso di soppiatto, tu avevi un sorriso sornione, di chi sta per essere colto in flagrante.


Io anche, mi sentivo uguale a te, godevo solo a pensare che potesse sentirci.


Occhi negli occhi, io col cazzo in gola, mi staccavi per dirti di venirmi in faccia.


Mi chiedevo se davvero non preferissi ingoiare, mi rimettevi le gambe in spalla, come mi scopavi la bocca, non mi davi tregua, insistevi con le spinte.


Come mi piaceva guardarti, anche da stretta tra le tue cosce forti e ti sentivo solo.


su e giù con la testa, continuavo a procurarti piacere, fino al tuo, sto per venire.


Ma non riuscivo a staccarmi, volevo solo bere, bere tanto.


Succedeva, mentre sembravo succube e sottomessa, soffocata dal tuo cazzo e dalle tue cosce, venivi nella mi bocca.


Ti sei alzato per finire, non so bene cosa ti chiedevo, non ricordo, tu mi rispondevi, mentre continuavi a segarti lentamente il cazzo.


Per me era così bello vederti dal basso, toccarti così per me, piano piano mentre con le ultime gocce di eiaculazione, scendere sulla mia lingua.


Non so perché mi piaccia così tanto, chiederti di far finta di esser distratto mentre ti faccio i pompini, mentre in realtà non smetti mai di fissarmi e di dirmi quanto sia l’unica a farti godere così.


Non so come concludere questo flusso di pensieri, vorrei solo scriverti, vederti, viverti, sentirti mio, sentirmi tua.


Ma credo che come sempre, saremmo punti sospesi in una realtà esistente solo in quattro mura di una stanza.


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