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scrivo questa lettera per parlarle di una questione che non sento di riuscire ad introdurre parlandone per timore di perdere il controllo dei miei atteggiamenti.

ieri mattina ho sentito Tiziano, un mio amico di vecchia data, che ha il brutto vizio di comportarsi, talvolta, in maniera troppo espansiva sconfinando in campi che mi fanno sentire estremamente a disagio. per l’appunto ieri parlando del più e del meno mi ha chiesto a un certo punto se secondo me fosse umanamente possibile far sesso in una determinata posizione in quanto lui era totalmente convinto dell’assoluta infattibilità della cosa. sebbene infastidita dal fatto ogni conversazione con lui finisca sempre per arenarsi in allusioni sessuali, io ho espresso il mio parere sulla questione che incidentalmente è contrario al suo. al che lui mi ha chiesto una “dimostrazione pratica” (sic!). gli ho espresso il mio disappunto ma lui ha insistito dicendo: "no ma non con me, solo per capire come può succedere". mi sentivo imbarazzata e agitata, non sapevo come comportarmi e, anche se lui probabilmente intendeva scherzare, io sentivo che il suo comportamento era profondamente sbagliato. ho iniziato a pensare a come liberarmi da quella situazione, a cosa dirgli, a cosa avrei potuto dirgli prima, ma mi sentivo in trappola e a disagio. in quel momento mi sono resa conto di aver paura che anche Angelo, un mio altro amico, possa comportarsi così, anche se dubito che lui possa istigarmi davvero in quel modo. ciò nonostante in quel momento desideravo tanto riavere i miei amici disinteressati che mi trattano come se fossi un ragazzo, ma ho paura che non potrò mai più avere esperienze del genere.

a quel punto ricordo di aver iniziato a fare brutti pensieri sul mio corpo, come se renderlo inguardabile potesse aiutarmi a uscire da questa situazione perché odio essere guardata in quel modo da persone che non dovrebbero. ormai sono diffidente anche quando Tiziano mi saluta soltanto. ho paura che possa abbracciarmi soltanto per sentire il mio seno o per stringermi la vita o altre cose schifose del genere. a volte mi sento davvero intimorita e non capisco come possa trovarmi ingabbiata in cose del genere. trovo persino ansiogeno il fatto che verrà a studiare a Milano e che possa rivelarsi come una persona peggiore di quella che sembra, proprio come ora non mi sembra la stessa persona che conoscevo.

una delle ragioni per cui non riesco a parlarne a voce è che ho paura che sia io ad accusare ingiustamente qualcuno, magari a non capire solo a causa dei miei traumi; tutto questo mi causa una terribile confusione che si aggiunge alla sensazione di ansia, disagio e timore e in più spesso mi sento come se trovassi sbagliate le emozioni che provo a favore di qualcun altro.

un’altra ragione della mia difficoltà nel parlarne è che tutto questo mi fa sentire sporca, da sempre. sin dalle medie. ho sempre la sensazione di essere io la colpevole, di comportarmi nel modo sbagliato. mi sento come se dipendesse totalmente da me, nonostante non abbia fatto assolutamente nulla. anche solo per il semplice fatto di non essere riuscita mai a fermare abusi del genere. oppure ho paura di aver alimentato io tutto senza rendermene conto

è sempre stato così, sin dalle medie. eppure non riesco a parlarne, mi sento come se mi venissero degli spasmi pensandoci, mi viene l'istinto di sbattere i piedi per terra e lamentarmi. non so perché. mi sento come se stessi venendo portata al rogo e anche per questo ho paura di non superarlo mai e di tenermi questa cosa a vita. ogni volta che Tiziano fa così o che so che un amico mi guarda in quel modo o che potrebbe farlo mi viene voglia di scappare. mi sento malissimo e non so come fermare tutto. mi viene voglia di farmi del male e poi finisco per odiare il mio corpo quando ero più piccola mi picchiavo da sola per tutto questo. a volte vorrei sentire che qualcuno mi salvasse da tutto questo ma so che non potrebbe farlo nessuno perché io continuerei sempre a sentirmi vittima e mai a riuscire da sola a liberarmene. è un circolo vizioso.

una volta in prima media ero uscita con due amichetti della scuola e noemi che pure veniva in classe con me e i due tizi commentavano ad alta voce le mie tette come se io non fossi davanti a loro e le guardavano come se fosse normale farlo e noemi rideva.

una volta uno che non era grandissimo ma non aveva nemmeno vent'anni cercava di seguirmi in quello che facevo o di riaccompagnarmi a casa e io non riuscivo a camminare da sola e mi facevo sempre accompagnare dai miei amici e a volte penso che qui ero pure piccola e bruttina e che insomma magari se mi vedessero ora queste persone potrebbero fare peggio. se ci penso mi sento assalire dall’ansia.

mi manca fidarmi delle persone: è così brutto stare sempre sulle difensive

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