...

...

...

La massiccia campagna a favore dell'inoculazione viaggia su due livelli: da un lato abbiamo il bastone dei confinamenti e delle altre grottesche norme liberticide e dall'altro la carota del cosiddetto "Green Pass" che dovrebbe salvare il povero italiano dal waterboarding al quale lo stanno sottoponendo per farlo cedere al ricatto.


Oramai mi sembra evidente che la partita tutta italiana che si sta giocando (non vedo negli altri paesi livelli paragonabili di parossismo sull'obbligo dell'inoculazione) sia interamente giocata sulla comunicazione, visto che dal lato pratico mi risulta si stia facendo veramente poco per prevenire eventuali contagi.

Si continua a spargere il terrore di sanzioni e controlli attraverso media e social, ma di fatto non interessa più nulla a nessuno di quello che dicono gli esponenti del Governo e i televirologi à la carte.

Le persone fanno quello che vogliono, le forze dell'ordine guardano altrove (a parte i soliti esaltati) e tutti a parole fanno finta di credere alla ormai stanca narrazione dei fatti.

La partita oramai è solo mediatica, non ha più alcuna attinenza con la realtà (come del resto è quasi sempre stato fin dall'inizio).


In questi giorni mi sono spostato in macchina per lavoro: ho guidato su strade provinciali attraversando regioni e paesini, sono tornato a casa alle due di notte, il tutto senza incontrare una sola pattuglia o posto di blocco.

Se fossimo sull'orlo del tracollo sanitario come ci raccontano, uno si aspetterebbe dei controlli massicci e capillari.

I parchi sono giustamente presi d'assalto delle famiglie, visto che è dai tempi di Hammurabi che le popolazioni sanno che stare all'aria aperta è salutare; le famiglie si incontrano; i ragazzi giocano e amoreggiano.

Gli unici a restare chiusi sono i gestori delle attività che lavorano con il pubblico, probabilmente perchè domani dovranno fungere da kapò e obbligare ad esibire il fantomatico "green pass" pur di riaprire.

La loro faccia viene tenuta sott'acqua più a lungo in primo luogo perché non sono rappresentati politicamente e quindi sono sacrificabili sull'altare della nuova architettura socio-economica e in secondo luogo perché ci si aspetta da loro che un domani debbano appendere fuori dai loro esercizi il cartello "non si servono i cani e i non inoculati".


Ovviamente la risposta per mettere la parola fine a questa farsa sarebbe tanto semplice quanto definitiva: basterebbe fare come si è fatto con Immuni, ovvero far cadere nel vuoto pneumatico del menefreghismo e dell’indifferenza la loro propaganda e le loro strategie coercitive.

E' notorio (termine ormai in voga anche nei tribunali) che le inoculazioni in primavera abbiano poco senso visto che questo tipo di patogeni tendono a regredire con il sopraggiungere della buona stagione; è notorio che in autunno si dovrà procedere con una nuova inoculazione che tenga conto delle mutazioni; è altrettanto notorio che tale pratica non prevenga i contagi e che anzi possa favorire lo sviluppo delle cosiddette varianti (soprattutto se non si osserva un periodo di confinamento tra la prima e la seconda inoculazione); è infine notorio che i decessi tra under 50 siano all'incirca 1000 su 105mila (contati alla loro maniera) e che quindi è da ritenere un nonsense scientifico il far assumere dei rischi a chi praticamente non corre rischi e in ogni caso veicolerebbe il patogeno (il principio di precauzione dovrebbe prevalere su tutto).


Gli impiegati che abbiamo al Governo in questa fase si stanno giocando la loro mano più delicata con un bluff alquanto rischioso.

Basterebbe tornare semplicemente a vivere per far crollare tutto il loro castello di carte: uscire all'aria aperta, togliere la pezza e respirare a pieni polmoni la brezza rigeneratrice della primavera e osservare da una collinetta erbosa quelli che decideranno di portare avanti la rappresentazione, sempre più ridicoli, sempre più grotteschi, sempre più cacofonici rispetto alla meraviglia della natura.



Report Page